Archivio | 2 Maggio 2016

Quello che sono

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Tra due giorni sarà il mio compleanno, che magari è anche un’occasione per fare il punto della situazione, attivo e passivo della propria vita, stato dell’arte e progetti per il futuro.

Che poi, detta così, sembra una questione di ragioneria, che è la cosa più lontana che esista dalla vita, quella più piena e più intensamente vissuta.

Sono felice, ancora, oggi.

Per la cena di compleanno a tavola avrò alcuni tra gli amici più cari: non tutti, molti sono lontani, qualcuno un po’ avviluppato nella vita, per qualcuno la festa è stata rimandata di qualche giorno perché altrimenti saremmo stati troppi, ma insomma, saremo un po’.

 Ho fatto un conto che le mie amicizie più longeve durano da 42 anni suonati, nate tra i banchi del liceo, ma quelle saranno sabato a pranzo con la famiglia, perché oramai sono completamente affiliati (in quanto adolescenti, hanno abbondantemente frequentato casa dei miei).

Altre, forse ancora più solide (nel senso di forse minore fratellanza ma condivisione di esperienze più adulte),  ne hanno all’incirca 32, e formiamo un gruppo solido e compatto, complice e affiatato.

Loro mi hanno tutti insegnato qualcosa, cose importanti davvero:

da Giuseppe, mio ex capo, ho imparato principalmente a non arrendermi mai, mai, qualunque fosse la situazione e le evidenze. Non che io non avessi già di mio una certa attitudine a non mollare la presa, ma diciamo che lui ha dato una bella spinta a questa mia inclinazione. Io me lo ricordo, davanti alla lista di problemi che sembravano senza soluzione, dirmi “E allora? Che si dovrebbe fare secondo te, prendersi i propri giocattoletti e tornarsene a casa?”, domanda retorica che presupponeva la risposta “Non se ne parla proprio!”. E’ un uomo che ha combattuto molte battaglie, alcune anche decisamente impegnative, e ha vinto anche quando sembrava davvero impossibile.

Con Marzia che, collega all’epoca sconosciuta, un giorno che mi sentivo male mi raccattò, trasportò in farmacia e poi a casa, ho conosciuto la dedizione disinteressata all’altro, sempre e comunque. Chiaramente, se io ho riconosciuto e apprezzato il suo modo di essere è perché per me già rappresentava un valore, ma in lei decisamente concentrato: insomma, categoria “chi trova un amico trova un tesoro”!

Quella che invece ho conosciuto con Marina è la complicità, ma il perché non ve lo posso raccontare… assolutamente top secret, ma di masculi si tratta!  😉

E passiamo a Lucia, l’amica che mi ha insegnato l’importanza dei sogni e il segreto per farli diventare realtà: crederci, osare, agire. Lei parla molto del “far accadere cose”, anche se ha notato che, mentre lei le cose buone le fa accadere nella propria vita, io ho la capacità di farle accadere nella vita degli altri (non ultimi i piccioncini!) 😆

Un’ultima amica sarà presente, lei abbastanza recente, l’amicizia è nata a furia di viaggi in autobus, ed è stata subito sintonia: perché poi, parliamone, ma a che servono i social network quando ci sono le fermate degli autobus! 😆