Archivio | 26 Maggio 2016

La parola soverchia

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E’ che insomma, lo so, io la parola di troppo ce la metto sempre, una signora era solita citare un vecchio adagio, “tu prendi i debiti con la bocca!”. Mia madre però ne diceva un altro di tutt’altro tenore, “Meglio perdere un buon amico che una buona risposta”, e io do più retta alla mamma che a un’estranea, non vi pare?

Anche se ecco, un buon amico magari no, ma un conoscente sì, cantarle alle persone dà troppa soddisfazione.

Che poi, un mio amico mi ha detto ultimamente: “Ma insomma, eri stata tanto carina a scrivere un post per Sol, c’era bisogno che dessi la stoccata nei commenti? E poi, basta chiamare Tizietta “Pelodifiga”, è volgare e non ti fa onore: e lascia correre ogni tanto!”.

Ah, se lui sapesse quanto lascio correre! Se lui sapesse quante me ne risparmio, quelle che poi dico sono la minima parte.

Mi sono sentita in dovere di precisare che il post non era per Sol, lei veniva solo citata a titolo del tutto casuale e poi, alla fin fine, che ho scritto? Non ne nego il valore, io sono la prima a stimare le sue capacità, ma se io di lei ricordo in primis et ante omnia la spocchia, diciamo che lei ci ha messo del suo.

Per quanto riguarda Tizietta (il cui nome reale mai più pronuncerò, portava con sé un carico d’affetto che mi fa effetto oggi il nominarla, alla luce dei nuovi sgradevoli sentimenti), gli ho spiegato che l’appellativo “Pelodifiga” non è tanto diretto a lei, che lo riterrei persino lusinghiero e non mi permetterei mai: infatti, nel mio immaginario, la farebbe apparire come una Messalina, una Mata Hari, una donna intrigante e conturbante, cosa che decisamente non è; per me quel nomignolo è una reprimenda per lui, alludendo al famoso adagio “Tira più un pelo di figa in salita che una coppia di buoi in discesa”, e quindi un rimprovero per avere svenduto a così basso prezzo un’amicizia solida e duratura.

Che poi, se il proverbio fosse stato “Tira più un pulsante del computer” l’avrei probabilmente chiamata “pulsante del computer”. Vabbè, facciamo così, se proprio devo cambiarle il nomignolo, rifacendomi al bastone e alla carota, proprio per essere più fine potrei chiamarla “Carotina”.

Concludendo, tanto oramai mi conoscete, lo sapete che ho una doppia anima, una di nobildonna e una popolare, ma quando c’è da cantarle sicuramente prevale quella popolare… e so’ soddisfazioni!

Ps: mi sento il dott. Jekyll e il mr Hide della lingua italiana…  😆