Quindici anni fa, di questi tempi…

amiche“Mi si sono rotte le acque, portami in ospedale!”

“Proprio adesso? Non potevi aspettare un’oretta, che così finivo questa cosa?”

Ecco, Attila non si smentisce mai, e anche in quell’occasione ebbe modo di dimostrarsi intempestivo e fuori della realtà.

“Subito!” urlo io, pensando di perdermi la bambina per la strada da un momento all’altro.

Arriviamo nella clinica dove avevo programmato il parto, per fortuna c’è posto.

Faccio in tempo ad avvisare mia madre, prima che si rechi in ospedale al capezzale in cui mio padre si sta spegnendo: la vita, la morte, un ciclo sbattuto in faccia così violentemente, troppo contemporaneamente per conservare una parvenza di umanità.

Continuo a perdere le acque, doglie zero.

E il giorno dopo ancora così.

Do disposizioni di procedere con il cesareo, non mi si filano neanche un po’. Mettono la macchina per monitorare, ma se ne vanno, e chi la guarda la macchina? “Interverremo solo in caso di sofferenza fetale”: se ve ne accorgete.

Nei miei anni di attività sociale, quanti danni ho visto conseguenza di parti mal gestiti? Ho paura. Non di partorire, ovviamente.

Arriva mia suocera, quando la vedo mi si gela il sangue: anche se non fino a che punto, sapevo che era una calamità.

Mi si mette vicino a dirmi come devo partorire, caccia via medici e ostetriche che “non capiscono niente”, solo lei sa come si fa, in breve porta all’esasperazione medici, infermieri, visitatori e quant’altro.

Decidono di passare alla flebo per indurre il parto: arrivano i dolori, mi dicono estremamente più forti rispetto al parto non indotto, e me ne accorgo subito. Ogni doglia salto sul letto, il lenzuolo cade, chiedo continuamente ad Attila di ricoprirmi, e devo dire che lui è là, presente e attento.

A un certo punto però deve assentarsi per un’emergenza, subentra la Lobot. Le voci mi danno fastidio, ma lei non riesce a stare zitta, deve dare a tutti lezioni di ostetricia, spiegare a tutti come si partorisce. Io non ce la faccio più, mi scoppia la testa, i dolori continuano, io continuo a pregare di farmi il cesareo, ho paura che arrivino tardi.

Mia zia che mi dice “Non farlo, quando stai per partorire ti faresti squarciare purché finisca tutto, ma poi te ne penti!”. Mi ricordo mia madre, in quel momento assente, che quando parlava del parto diceva “In quel momento, accetteresti di partorire un rospo purché finisca”.

Un’altra doglia, salto sul letto come un’indemoniata, il lenzuolo che mi copre va per terra, chiedo alla Lobot di ricoprirmi, ma prima che io possa dire “Ah” mi ritrovo la sua testa in mezzo alle cosce, che controlla lo stato del parto: non vi dico che imbarazzo e che vergogna, chiedo ad Attila di portarmela fuori dai piedi, prima che ce la butti io con le poche forze rimaste.

Dopo due giorni arriva, la sofferenza fetale. Mi preparano per la sala operatoria, un bacio ad Attila (non ci si crede!) e via, cedo il braccio all’anestesista, chiudo gli occhi…

Quando mi risveglio, intorpidita e dolorante, sento una voce che mi dice “Mi hai fatto una bellissima bambina”.

Credo di essere stata la settima a vederla, dopo Attila, suocero, suocera, zia (mia) sorella mia e di Attila (forse ho dimenticato qualcuno?). L’ho vista due giorni dopo, tanto mi ci è voluto a riprendermi, spossata, soprattutto assetata (proibirono pure di bagnarmi le labbra, dicevano che l’idratazione via flebo mi doveva bastare).

Attila, in nove mesi di gravidanza (più quelli precedenti) non aveva trovato il modo per dire a Doretta che aspettava un figlio da un’altra, e che avrebbe dovuto lasciare la sua casa. Mi ha chiesto di aver pazienza, gli ho risposto di averne avuta abbastanza.

Una settimana dopo uscivo dalla clinica, e iniziava la mia vita, difficile, di ragazza madre.

66 thoughts on “Quindici anni fa, di questi tempi…

  1. Leggendo questo blog scopro ogni giorno cose sempre nuove, di te e della tua vita…Non avevo ancora ben chiaro il quadro che ci fosse un’altra donna e che per un po’(credo) hai dovuto vedertela da sola…

    Ogni volta che si aggiungono particolari della tua vita rimango sbalordita, delle difficoltà che hai dovuto affrontare (e mi ricordo che molte delle persone che conosco, me compresa, si lamentano per stupidaggini).

    Siccome oggi è per me una giornata un po’ particolare, di un periodo un po’ particolare (perchè ci stiamo dovendo confrontare con la realtà della malattia di mio suocero – è la prima volta che scrivo questa parola, appropriandomene forse ingiustamente, perchè non siamo sposati-), non ho potuto fare a meno di notare l’accostamento tra nuova vita che sta per venire al mondo e qualcuno che invece sta per lasciarlo. Inizio e fine. Vita e morte. Certo il caso (o chi per lui) quando ci si mette è davvero spiritoso…
    Pensavo la stessa cosa ieri, quando un’amica che non sentivo da tanto mi ha chiamato per annunciarmi una nascita. Alla stessa persona, anni prima, era toccato il compito di avvisarmi della scomparsa di qualcuno, della fine improvvisa, inaspettata e dolorosa, di qualcosa.

    Forse vado fuori post (non mi ricordo il termine specifico che usano i blogger in questo caso) ma volevo scrivere questa riflessione che mi gira in testa da qualche giorno. La vita compie dei giri strani a volte, davvero…

    Per tornare al post, la tua ne ha fatti davvero parecchi, sembra. Mi sento di dover ribadire che sei tanto coraggiosa e devi avere un carattere forte per affrontare tutto…
    Complimenti. E aggiungo: spero che i giri futuri ti portino tanta serenità e felicità, credo che te le meriti.

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    • Ti ringrazio Fede. No, non ho dovuto cavarmela da sola per un po’, ho dovuto cavarmela da sola sempre, e spesso con lui che remava contro. Forse, se non sono proprio tenerissima, ho pure i miei buoni motivi.

      Mia figlia somiglia tanto a mio padre, che non ha mai conosciuto ma di cui le parlo sempre, ha lo stesso carattere, la stessa determinazione, la stessa galoppante iniziativa, lo stesso cuore generoso.

      Appiccicosa e morbosa esattamente come lui. 😉

      Mi sembra certe volte che la vita me l’abbia restituito.

      Tornando ad Attila, un’altra donna? No, non Doretta almeno. Semplicemente quando si lasciarono, due anni prima di incontrare me, lei gli disse che non avrebbe potuto portarsi via le sue cose tutte insieme, e gli chiese di potersele portare via un po’ per volta. Poi, questo trasloco non finì mai, e questa donna continuava ad avere le chiavi di casa, entrare, uscire, prendere e lasciare cose, ecc. ecc.

      Quello che io non sapevo era che, ogni volta che uscivo da casa, lui faceva sparire le mie tracce “per non turbarla”. Lui ha distrutto una famiglia per un niente, solo perché è un vile quacquaracquà. Ha preferito che la figlia crescesse senza padre piuttosto che affrontare un discorso con la ex.

      Poi, ha cercato di rimediare con l’onnipresenza: insomma, per noi, un danno dietro l’altro.

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  2. Diemme,
    volevo essere la prima a commentare, ma non ce l’ho fatta.

    Ho dovuto leggere a rate, che giornata. Io la tua storia la conoscevo, eh si noi della vecchia, ma è sempre un piacere leggerla.

    Mi colpiscono alcune parole di Fede…per un pò….è una vita che ce la fai da sola, ma ti sei fortificata nel fisico e nella mente e per questo sei una grandissima e Sissi non può che essere come la mamma….e poi anche Attila in fondo non è cattivo, eh…

    Vado fuori post, ma non vedo l’ora sia il ponte dell’8 dicembre

    Un bacio a te e Sissi

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    • @Stella: eh sì, mi sono molto fortificata nel fisico… fisico forte… 🙄

      Anch’io aspetto di conoscere te e la tua famiglia! Dai, che il tempo passa presto: non hai visto come sono passati quindici anni?

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  3. P.s. me sono scordata una cosa…a proposito di ricambio…chi viene e chi va…prima che io noscessi la mamy della mia mamy nel giorno del compleanno della mia mamy se n’è andata mentre faceva le tutine per me con i ferri e io sono giunta poco dopo…sai quella della poesia bella bella che vi aveva fatto venire i brividi????

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  4. scusate se lo dico: DIO grazie per avermi fatto uomo…

    spero solo di non fare la fine di attila..ma scusa, la mamma sapeva che c’eri tu e non l moglie/compagna o quel che sia (doretta)???

    dovevi cacciarlo fuori alloraaaaaaaa

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    • La moglie/compagna ero io, Doretta era un’ospite.

      Lo cacciai via dalla mia vita appena scoprii questa condivisione di spazi, poi lui mi incastrò come sapete e, per amore della bimba, provammo a tornare insieme.

      Tutto il resto, credo che ormai da queste parti sia noto….

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  5. DIEMME MI HAI COMMOSSA!!!

    che meraviglia la conclusione della storia che non è altro che un nuovo inizio.
    Sono sicura che tu sei orgogliosa di quello che sei.
    bellissime parole.
    Non conoscevo bene la tua storia perche è da poco che ti seguo.
    Però ora capisco da dove viene tutta la tua forza che traspare benissimo da ciò che scrivi.

    IN ogni caso, già che ci sono ti racconto la storia che è successa alla mia migliore amica quando ha partorito.

    E’ gia in ospedale perchè colta precedentemente da coliche renali.
    Il marito non c’è, è fuori città per lavoro come al solito.
    A un certo punto, causa coliche, decidono in fretta e furia di fare il cesareo.
    Lei, dopo giorni di sofferenza è sfinita.
    Ha partorito da sola, improvvisamente.
    Il giorno seguente arrivano il marito, i genitori, il padre di lui, la madre di lui, noi amici.

    Lei ha un filo di voce.
    Ma stanno tutti bene.
    Ognuno entra nella camera, in silenzio, con voce sussurrata.
    ci salutiamo, vediamo il bambino, piano piano.
    Bisbigliamo per non disturbare.

    Uscendo dalla sala, sento echeggiare il padre di lui in questo modo:

    “SI SI. STA BENONE. STAMATTINA FINALMENTE E’ ANDATA ANCHE DI CORPO!”.

    oh! queste famiglie acquisite sono davvero complicate…

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  6. Proviamo con il toto-foto?

    Io dico: Sissi. Diemme, la zia (o sorella di Diemme).

    Puoi rispondere: acqua, fuochino, fuocherello, ecc.

    Oppure: una su tre, due su tre, fate voi.

    Puoi anche raccontare bugie (però è meglio di no).

    In premio l’apertura delle danze a Palazzo con la Principessa.

    😀 Partecipate

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  7. Che testa. Chi avrebbe mai detto che il giorno in cui nacque Sissi nei secoli futuri si sarebbe poi celebrato il compleanno di essa stessa? Strane combinazioni. Un giorno qualcuno mi spiegherà! 🙂

    Comunque…
    Un mare di auguri, Sissi!

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    • @Brandy: fratello, io non ti avrei voluto svergognare, ma tu provochi!

      Eh già, il mio fratellone al telefono mi ha detto di aver letto il post sul parto, ma non quello in cui annunciavo che oggi era il compleanno di Sissi. E allora gli ho dovuto far notare che, sai com’è, il giorno del parto e quello del complenno del proprio figlio spesso coincidono… 😆 😆 😆

      Grande fratello, un abbraccio sorelloso megagalattico: stasera meravigliosa sera, ho avuto un paio di inaspettate (e insospettate) sorprese…

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  8. Scusatemi se non avevo capito che te la sei dovuta cavare sempre da sola e non solo in qualche periodo.

    Non voglio fare la saccente nè la “so tutto io”, per cui proverò a dirtelo nel modo più delicato possibile, cercando di non essere fraintesa: non riesco assolutamente a capire come tutt’oggi tu possa sopportare la presenza di quest’uomo nella tua vita. A me manca l’aria e saltano i nervi solo leggendo le tue descrizioni nei post.

    Spero di riuscire a non ripetertelo, perchè credo non sia la prima volta che te lo accenno. Ma per me è davvero pazzesco.

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    • Eppure stasera mi ha fatto pena, senza essere invitato alla festa della figlia, ma “sfruttato” per accompagnarla e ritirare il dolce.

      Può darsi che lui non meriti questo mio sentimento, visto che per una vita lui è stato incluso alle feste di mia figlia a casa mia, e io esclusa da quelle sempre per mia figlia in casa sua, ma io non sono lui.

      Per fortuna.

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  9. Tanti auguri in ritardo alla “piccola” (se mi sente mi uccide)… Io per fortuna non ho la suocera invadente, ma credo che se mai dovessi partorire…. sarei sola! E sai che ti dico?! Meglio così!!

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  10. Beh non ho parole…sei cresciuta e hai compreso molto, ma forse in questo periodo non mi sento di dirti cosa penso su qualcosa che è molto simile al mio…vorrei chiedere aiuto vorrei capire cosa fare ma sto facendo il contrario chiudermi per capire cosa vuole il mio cuore e cosa la mia anima…scusami se non sono di compagnia!
    Un abbraccio Kate

    P.S. Tua figlia è stato il tuo grandissimo dono e so cosa si prova perchè il mio è stato il mio bimbo…

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  11. cara diemme,più leggo la tua storia più cresce la mia stima nei tuoi confronti..mi unisco all’augurio di fede e sono certa che la vita ti ricompenserà per tutto cio che hai dovuto passare,lottando ogni giorno..dandoti la serenità che meriti,

    auguri alle tua “piccola”..

    e per rimanere nel “mal comune mezzo gaudio”ti racconto il mio aneddoto datato esattamente cinque anni:
    la mia ostetrica dopo avermi messo la famosa flebo per indurre il parto(e confermo: l’ossitocina induce dolori estremamente più forti rispetto al parto non indotto,e non da tregua)mentre ad Ogni contrazione saltavo sue giu dal letto,si è messa a discutere animatamente con degli operai che entravano indisturbati mentre ero li a contorcermi..sistemati gli intrusi (che escono facendomi gli auguri ed un sorriso senza neanche pensare che ero li con la mia patatina all’aria e che forse non gradivo la loro presenza!)..si mette a parlare di uova e galline..
    uova e galline???!!!!!qui sta venendo al mondo MIO figlio!!
    meno male che gli ormoni rendono piu tranquille e ti fanno scivolare tutto addosso( e che la cosa importante del momento è il mio cucciolo)perchè un sonoro ma vafff se lo sarebbero presi tutti!! ricordo lo sguardo sbalordito di mio marito che in quel momento ha realizzato che tutto cio che gli raccontavo sulle condizioni dell’ospedale erano vere!!ora ci rido..x’ andò tutto perfettamente..anche se davvero sembrava una scena surreale..un abbraccio

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  12. Sai DM. Stavo pensando a come descrivi ogni volta l’Attila. Ora, io non lo conosco questo personaggio. Almeno dalle tue descrizioni… ma….

    Forse una volta metterai un topic sulle relazioni uomo – donna. Non per altro ma (in quanto essere maschile) rifiuto ad accettare che siamo tutti cosi. Come d’altronde, non posso nemmeno accettare che un tale Attila è proprio come lo descrivi. Guarda, scommetto che comincio a innervosirti. Lontano da me l’intenzione, ma da un po di tempo ho scoperto che se una donna parla male dei maschi…. e considerata intelligente. Se un uomo – invece – parla male delle donne…. e misogino.
    Ancora una cosa, nella mia lunga (e non troppo) vita non ho mai trovato una (dico UNA) donna separata o divorziata che riconosce de essere colpevole (o almeno dividere le colpe) col suo uomo. Tutte vittime.

    A questo punto, mi chiedo, è questa l’impressione al quale si tende oggigiorno? Saremmo cosi inutili? Cosi impiccioni? Non abbiamo proprio niente di elogiare? C’è, sembra che oggi giorno, il maschio ha soltanto un ruolo fecondativo. Non per molto, visto che hanno realizzato nei laboratori la famigerata s__r_a. Sono stufo di essere considerato (in quanto maschio) un male necessario.
    Ma l’Attila, avrà avuto qualcosa di buono se tu lo hai scelto come l’uomo della tua vita.

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    • @Lettera firmata: come da tua richiesta non ho pubblicato il tuo commento ma ti posso assicurare che, lungi dal farmi arrabbiare, mi ha fatto ridere di cuore.

      Riassumo per tutti: voi donne parlate sempre male di qualsiasi vostro ex, io non ci credo che Attila sia così.

      Rispondo:

      1) ok, è vero che noi parliamo male dei nostri ex (è pure immancabile l’argomento che sotto le lenzuola tutte schiappe), ma voi non siete da meno con le vostre di ex. Non c’è n’è una che non sia sciatta, disordinata, che non si occupa dei figli, non sa far quadrare il bilancio e che quando era con voi la sera aveva sempre mal di testa.

      2) Attila è veramente così? Forse no (però ci somiglia molto 😆 ), ma qui non sto rendendo una testimonianza giurata in tribunale, siamo pure qui per sorridere!

      E poi, proprio in questo post, che sono stata quasi umana…

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  13. Grazie credo che lo farò…ho voglia di condividere la mia storia con te, ma anche con Stella e Alfonso, magari vi vedo come un nucleo unico e forse come amici lo siete veramente, mi avete ospitato in casa vostra e mi sono trovata come a casa mia…il calore che c’è mi piace.
    A presto Kate

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  14. Kate, io ora direi di fare parte della vecchia, quando sono arrivata ero nuova e tutti molto affiatati ma sono stata accolta subito bene. Ormai è un anno che il cielo di stella e casa diemme sono correlati. Alfonso io l’ho incontrato nel mio cielo appena tornata dalle ferie, da poco, ma è nata un’amicizia speciale (se uso questa parola è perche ci credo). Io ci sono, quando vuoi. E poi sono io mia cara che ti scoperto mesi fa, così per caso penso attraverso un commento di qcn e poi quando sei tornata eri gia tra le mie nuvolette amiche. Un bacio grande

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  15. Uffa, ma oggi sei veramente lunata male. Se avesse divagato Balibarino non gli avresti detto niente, a me invece mi bacchetti sempre. Uffi…anche a qcn altro non avresti detto niente…la prossima sett ti trovo tutti i link ai tuoi post dove si è divagato…io l’avrò fatto due volte e sempre bacchettata…dai su diemme…oggi proprio non sorridi??? un bacio e a presto….

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  16. @Kate: indirizzo in arrivo!

    @Stella: oh no, pure tu con la scenata per Bali! E a quando quella per Valentino?

    Invece per il mio adorato cugino, bello come il sole, che mi abbraccio e sbaciucchio ogni volta che lo vedo, che sento tutti i giorni, mio confidente d’elezione e per cui non ho un segreto al mondo nessuna scena????

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  17. Anche il padre di mia figlia ha bofonchiato qualcosa a proposito del fatto che lui doveva finire non si sa cosa prima di partire per l’ospedale.
    Per il parto, sono stata molto ma molto più fortunata di te.
    In quanto al portatore dell’altra metà del DNA di mia figlia, non saprei.

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  18. Ecco cosa combina il lavoro, ti fa mancare gli appuntamenti importanti… in ritardo, come sempre e il cuore comincia a stancarsi degli sforzi per giustificare.
    Auguri Diemme, auguri di cuore anche se ci conosciamo poco.
    Leggendo la tua storia mi è sembrato di viverci dentro, come se il dolore potesse penetrarmi ancora una volta e farmi passare per l’ennesima volta la voglia di sorridere. Poi ho pensato che una grande speranza è riposta nelle tue parole e ho sorriso all’idea della nuova vita che è nata tra tanta sofferenza, eppure penso che la sofferenza più grande non sia stata quella del parto. Un altro parto, ben più doloroso, ma proporzionalmente più vivificante, l’abbandono da cui, mi sembra di aver capito, hai tratto il coraggio e la forza per continuare a vivere e a permettere la vita di un altro essere.

    Ti rinnovo gli auguri, sei una grande donna, difficile trovarne di più coraggiose.

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  19. Non sei in ritardo, da quando c’è mia figlia è sempre un giorno di festa. Giorno difficile, ma di festa.

    E poi, non è il coraggio che è nato dall’abbandono, ma l’abbandono che è nato dal coraggio. Ho già citato questa frase che ho fatto mia, che per me è una scelta di vita:

    Chi prende la spada muore di spada, chi non la prende muore in corce: meglio morire di spada

    Io sono una combattente nata, o forse no, ma messa davanti alla scelta “reagire o subire” non ho mai avuto dubbi.

    Ho avuto l’onore di conoscere una persona, di cui parlo ogni tanto qua e là ( http://engelsblick.wordpress.com/2009/09/13/mi-devo-solo-sfogare/#comment-753 ) che per me veramente è stato ed è un esempio di coraggio e di capacità di guardare avanti sempre e comunque.

    Quante volte siamo stati disperati e poi la vita si è rivelata di una bellezza incredibile, ci ha riempito di doni inaspettati nei momenti in cui meno ce l’aspettavamo (ma più ne avavamo bisogno… )?

    Non è la fede quella che mi manca, e sostiene quel coraggio che, anche se presente, a volte non è proprio saldissimo (la tigna sì: e chi la smuove quella! 😆 )

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  20. Quante volte siamo stati disperati e poi la vita si è rivelata di una bellezza incredibile, ci ha riempito di doni inaspettati nei momenti in cui meno ce l’aspettavamo (ma più ne avavamo bisogno… )?

    Non so quante.
    Ma nulla è più vero. 🙂

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  21. Eh si, sei proprio una combattente.
    Vero chi prende la spada muore di spada e chi non la prende muore in croce, ma siamo sicuri che la croce procuri più sofferenza della spada? Ad ogni modo è chiaro che di fronte a chi è capace di scelte coraggiose viene sempre voglia di chinare il capo.

    Che sia anche questa una felice giornata di festa. 🙂

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  22. Pingback: Uomini e donne « Diemme

  23. Diemme,

    solo di Balibarino sono gelosa (e lui lo sa, cmq) di Piemme e Brandy no (un bacione anche a loro), però è vero, tu bacchetti solo me, loro no.

    Comunque rimane che siamo fatte della stessa pasta, e questo è coerente col post, quindi niente bacchettata grazie, ciò che ho apprezzato da te sin da subito è la tua determinazione, il tuo coraggio, il tuo essere mamma nell’anima. Spesso sei mamma (nel senso bello e buono del termine) con tutti noi (ops, sorellina). La vita è stata dura con te, ma quando ha brillato ha brillato d’immenso e questa luce illumina ogni tuo giorno, ogni tua notte, da quindici anni a oggi. Non mollare mai. Un bacio stellasgridata

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    • Veramente sei gelosa pure di qualcun altro, sono stata ufficialmente diffidata (anche se meriteresti che lo invitassi a cena come tu hai fatto con Artù 😆 )

      E dai che non ti ho sgridata! Ma che hai in questo periodo? Ti sei chiarita da una parte, ti vuoi scurire dall’altra? Yin e Yang?

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    • Grazie. Comunque è stata un’esperienza davvero, almeno ce l’ho da raccontare!

      E poi, diceva la mia mamma (e giù un altro proverbio): “Passata la doglia ritorna la voglia”. 😉

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  24. Complimenti per la svolta della tua vita!! Sicuramente hai avuto un gran coraggio…e da quello che dicono di te chi ti conosce (leggendo qua sul blog), penso che sia tutto vero e che…CE L’HAI FATTA!!!

    Brava diemme!!

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    • Ce l’ho fatta… ma me pare di essere sempre in trincea! La mia nonna diceva sempre “che ‘n se pòzza mai fini'” (che non si possa mai finire), intendendo che tanto la vita è una lotta fino all’ultimo giorno.

      E così, ho buttato lì il primo proverbio della giornata (non lo so quanto mi durerà questo schiribizzo, ma “finché dura fa verdura” 😆 )

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  25. E da buon ultimo arrivò anche Fra’ Puccino, ma almeno prima delle mezzanotte, così il ritardo è minore 😉

    Buon compleanno alla tua bambina e congratulazioni per le fatiche di 15 anni fa.

    Per il coraggio, non so. Ci vuole più coraggio a restare o mandare a quel paese? Boh….

    Intanto, perché non sveli qualcosa in più della foto, la mia parte femminile e curiosa scalpita.

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    • Quando verrai a Roma, verificherai di persona.

      PS. Ci vuole più coraggio a restare se resti con una persona che ha problemi, con la quale e per la quale devi affrontare mille ostacoli. Se parliamo invece di una persona che ti manca di rispetto, restare è masochismo e mancanza di dignità (però non metto in dubbio che ci sia chi lo chiama coraggio o peggio ancora amore per i figli).

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    • Grazie Polly. In realtà, io sono quella che sceglie sempre la strada più impervia, ma vedo che poi, alla fine, non sto peggio di chi ha pensato di poter schivare i problemi.

      (Ti leggo sempre, e complimenti anche a te 😉 )

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