Commento o non commento, questo è il dilemma…

undicesimo-non commentare

… se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniquo blogger, o prender l’armi contro un mare d’ingrati e combattendo disperderli. Sparire, ignorare, nulla di più, e con l’oblio dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio degli stolti, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Sparire, ignorare, leggere forse: ma qui è l’ostacolo, quale prurito possa assalirci in quel blog ormai morto, quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: è la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le omissioni e lo spammar del blogger, le angherie del tiranno, il disprezzo dell’uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi dell’affetto, la tracotanza degli stolti, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due clic assestati? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d’altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l’incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell’azione perdono anche il nome…

Scherzi a parte, capita che in queste lande internettiane si creino, più o meno motivatamente, correnti di pensiero o, per meglio dire squadre: per la verità anche squadracce, né manca il vendicatore solitario, il cecchino in guerra con il mondo che, francamente, non si capisce perché abbia messo su un blog, il cui fine ultimo sarebbe il dialogo e non il lanciare bombe dalle barricate.

Io però ho fatto mio quell’affermazione di Exodus (forse non era sua originale, non so, ma in questo momento non ha importanza), “ponti, non muri” (nei limiti del possibile, s’intende) e, se qualcuno ha un blog e scrive un post, io mi sento autorizzata a commentare. Se il blogger i miei commenti non li gradisce, li metta pure in spam, mica m’offendo (e non entrerò certo dalla finestra con un altro nick) per me non è neanche una particolare perdita di tempo scrivere un commento, se lo faccio è perché ho qualcosa da dire, quando l’ho detto (scritto) sono contenta e per me la cosa si ferma lì. Oltretutto, poiché oramai sto a quota 1060 e-mail ancora da aprire, non richiedo neanche più, fino a cessata emergenza, la notifica degli ulteriori commenti quindi, salvo notifiche dirette wp, che mi rispondano o no oramai è questione che mi sfugge completamente.

Cionostante ci sono dei casi in cui, per pregressi rapporti ben diversi dall’essere semplici sconosciuti blogger che operano sulla stessa piattaforma, a qualcuno caso ci fai.

Ecco, anni fa un tizio si lamentava  di essere passato da una blogger e di aver lasciato un commento (pacifico, amicale). Si lamentava perché la tizia non aveva risposto, e lui avrebbe preferito a questo punto che la blogger l’avesse direttamente cancellato, perché quel commento così, solo soletto, appeso nel vuoto, gli dava un po’ tristezza e senso d’abbandono. Un altro, nella medesima condizione, si lamentava che il commento fosse stato rimosso, sostenendo che avrebbe almeno potuto lasciarlo là, seppure ignorandolo.

Ora, io, cosa preferirei? Francamente, me ne infischio. Che tu m’ignori in maniera aggressiva, facendo saltare il ponte che io ho lanciato (e quindi cancellando), o in maniera passiva, semplicemente non attraversandolo, a me non cambia la vita, e non cambia il messaggio: il ponte che io ho lanciato, la possibilità di dialogo con me, non t’interessa. Io continuo a stare nella mia bella, fertile e rigogliosa landa, tu nella tua (generalmente piuttosto solitaria, se tanto mi dà tanto e quella è la capacità di comunicare che hai… ).

E voi? Credo che la maggior parte di voi risponderà “Io non perdo neanche tempo a commentare”, e qualcun altro aggiungerà “E’ pure una questione di dignità”. Considerando che per me la dignità è una cosa seria, che non citerei neanche per queste questioni da asilo infantile, voi che ne pensate?

50 thoughts on “Commento o non commento, questo è il dilemma…

  1. Ottima riflessione, questo del commentare e/o rispondere a commenti ricevuti è un mio dilemma. A volte commentando mi sembra di essere invadente e anche banale nelle esposizioni (e mi metto nella testa dell’autore che forse avrebbe preferito non riceverlo); nel rispondere ai commenti mi sembra di essere ridondante se il commentatore ha già espresso al meglio il suo concetto e non c’è spazio alla discussione. Ma non voglio essere maleducata, cioè per me è una gratificazione ricevere un commento sia chiaro. Non so… seguirò le risposte a questo post per farmi un’idea. Grazie 🙂

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    • Io credo che non ci sia una regola precisa, ci sono blogger che rispondono a tutti – e a tutto – e blogger ai quali, rispondendo, sembra di sovrastare il pensiero del commentatore, e quindi lo lasciano così, come “depositare”, elaborare a chi legge.
      Diverso è chi risponde un po’ sì e un po’ no, soprattutto se i sì e i no sono sempre gli stessi, che uno può pure pensare che sia un fatto personale, non legato alla natura del commento: io, te lo dico francamente, un blog così l’ho abbandonato, ma c’erano state anche altre questioni, dirette e indirette – con una delle blogger (era un blog collettivo), e quindi, insomma, il tempo è poco e non sta scritto da nessuna parte che ci dobbiamo frequentare tutti per forza, voler bene tutti per forza, etc. etc. etc.
      Diverso è il caso di cui parlo io, di blogger con cui, di fatto, c’era un vincolo amicale che si è spezzato: ora, finita l’amicizia, il rapporto di buon vicinato, il rapporto ufficiale e formale tra blogger, che si leggono e se hanno qualcosa da dire commentano, rimane? Da parte di questi pare di no, anche se mi sembra un comportamento piuttosto infantile. Da parte mia sì, ma potrebbe sembrare addirittura ridicolo il fatto che io ancora ci perda tempo? Non c’è una risposta giusta e una sbagliata, le cose dipendono da come uno le vive. Io, da parte mia, lo prendo come un gesto di distensione, e quindi mi sento in una posizione di forza, non di debolezza. Lo vedi il mio blog com’è, attivissimo, e penso anche che si percepisca che di amici, veri, ne ho tanti: è per affetto e perché “chi ha più prudenza la usi” che faccio un passo verso queste persone, non certo per bisogno.

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  2. Chi commenta, anche se recita o dissimula, dice di sé all’altro e in qualche modo sta provando a “incontrarlo”. Da qui può nascere un dialogo per costruire e crescere o una disputa per distruggere e regredire… dipende dal perché si vuole incontrare l’altro. Io leggo molto ma commento in proporzione inversa, cioè poco; in genere dedico i miei commenti (in nessun caso i “like”) a coloro che sento possono farmi crescere e se trovo sincerità mi svelo pressoché totalmente, cercando a mia volta di dare un contributo alla crescita dell’altro. Il gioco difficilmente riesce, però, perché questo è un mondo di ombre (di lati in ombra delle personalità) dove la luce dà fastidio agli occhi. Grazie per lo spunto offertomi. Si.

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    • @ancorase: non so se con “mondo di ombre” ti riferisci al mondo in genere o a questo webmondo, nel qual caso non sono d’accordo. Questo a me sembra, tutto sommato, un luogo di luce, un luogo dove è più facile che vengano a galla – alla luce – anche i nostri lati in ombra, per non essere in ombra mai più. Diceva un blogcollega “Sono anime senza pelle i blogger“.

      In questi sei anni abbondanti ne ho visti tanti, alcuni comparire e scomparire come meteore, altri dare il peggio di sé, qualcuno è riuscito persino a rimanere un’ombra, ombra irrisolta, e per riuscirci ha dovuto darci giù di macete, spam e cancellazioni, perché la sua natura continuava – e continuerà – a venire a galla.

      Per me questa esperienza è stata di grande crescita, proprio grazie al confronto con gli altri, soprattutto coi più diversi, ma sempre con sincerità e rispetto. Ho capito più me stessa, fotografando sentimenti e momenti, ho capito di più gli altri, che si mostravano col cuore in mano.

      Credo che qui non far almeno filtrare la luce sia quasi impossibile (ed è per questo che qualcuno più “ombroso” ha messo le veneziane addirittura come sfondo del blog, ‘un si sa mai… 😉 ).

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  3. leggo molto; se il tema del post mi interessa ed ho qualcosa da dire commento…altrimenti, vado avanti.
    la mancata risposta non la vedo come un affronto: può essere che sull’argomento specifico non si abbia da dire..diverso è invece il comportamento di chi cancella il commento che non gradisce perchè non si è unito al coro dei suoi postulanti..
    in quel caso, ritengo di aver incrociato una persona debole, non in grado di confrontarsi e sostenere altre argomentazioni…quindi, come tipologia esistenziale non mi interessa e tranquillamente ignoro e vado avanti..

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    • D’accordo su tutto, pensa che a me un commento l’ha cancellato una comunista che non fa altro sul suo blog che perorare la causa della libertà d’espressione e la democrazia. Il mio commento era educato e pertinente, ma decisamente non allineato con lei. In sintesi, avevo scritto che non è che i comunisti siano tutti belli e buoni e i fascisti tutti brutti e cattivi abbenché, avevo anche precisato, io sono e resto una convinta antifascista (quindi, insomma, non ero neanche troppo fuori dal coro).

      Beh, ha cancellato l’intervento: che credibilità vuoi ora che abbiano ai miei occhi tutti i suoi discorsoni sul rispetto del prossimo e contro la censura?

      In questo post però mi riferivo ad altro, non un commento che viene cancellato o lasciato senza risposta perché non piace, ma proprio perché sei tu. Io, il dire la mia su un argomento che m’interessa, lo ritengo normale e lecito al di là dei rapporti impersonali che intercorrono tra i blogger: commento l’articolo, non la persona. Ripeto, se proprio siamo incompatibili, mettimi in black list così sei più coerente.

      Invece, incassare il commento pertinente e sostanzioso e lasciarlo volontariamente senza risposta, per rancori personali, beh, secondo me indica tanta pochezza e pure un pizzico di opportunismo.

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  4. In certi blog commentare no. Ne faccio una questione di principio. Se con il/la blogger non mi trovo bene, scrivesse pure le cose per le quali io avrei molto da dire e questo potesse tornare utile agli altri, la risposta mia è sempre la stessa. Non commento, e questo perché se il sentimento di disistima è reciproco, è facile pure che il commento non venga pubblicato. Tempo perso. Magari con gli altri lettori si potrebbe pure dialogare serenamente e proficuamente, ma non lì. In blog dove l’ambiente è più sereno, vedi il tuo, è anche più facile esporsi su argomenti che ci toccano nel profondo. Mi è capitato di fare un certo commento proprio qui da te che mi è partito dal cuore. Volevo esprimere una vicinanza ad una tua lettrice e l’ho fatto abbandonando la mia solita prudenza. Era l’ambiente giusto e con le persone giuste :). Il blogger è come un direttore d’orchestra che deve gestire i molti suonatori solisti, se è bravo il suono è gradevole per chi ascolta e per chi suona. Se non è capace può avere i migliori maestri d’orchestra, ma sarà inutile ,)
    Commento si, commento no, dipende dalle circostanze.

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    • @Luisa: insomma, come direttore d’orchestra vado bene? Tu dici che il talento di un pianista è sprecato con un direttore di scarso o nullo talento, e sarà bene che si risparmi le sua capacità per chi le apprezza e valorizza? Messa così, credo tu abbia ragione… 🙂

      PS: mi fa piacere che tu ti senta a tuo agio qui, credo di essere riuscita a far convivere persone profondamente diverse tra loro, per storia personale, convinzioni religiose e politiche, e questo mi fa davvero piacere.

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  5. Commento se mi interessa quello che leggo come in questo caso, al di là se ricevo risposta o meno. Certo che se nel commento pongo una domanda allora cambia il discorso. Girando per vari blog ho però scoperto che il non rispondere spesso è anche una scelta ben precisa volta a lasciar spazio ai lettori.

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    • @Rachel: considera che rispondere a tutti è anche un impegno in termini di tempo, e forse è per questo che molti fanno una scelta diversa, del tipo “Io ho scritto l’articolo, ho detto la mia, ora dite voi la vostra”: anche questo è un criterio più che condivisibile.

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    • @Warp9: indubbiamente, ma io parlavo di una circostanza particolare, quando il blogger ce l’ha con te a livello personale, e sai che molto probabilmente non ti risponderà. Scrivi comunque per confermare o fugare i tuoi sospetti, non volendo fare processi alle intenzioni? Scrivi per dichiarare che comunque da parte tua la chiusura non c’è? Scrivi in maniera asettica, è un blog, è un argomento che ti interessa, dici la tua, punto? Oppure, in modo molto più rinunciatario – a torto o a ragione – semplicemente non scrivi?

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    • @Diemme: in questo caso dipende dal mio stato d’animo e dall’argomento trattato.
      Però difficilmente scriverei su un blog dove non sono il benvenuto, perché non ci sarebbe da nessuna delle parti il giusto equilibrio, con una flame war costantemente in agguato e lo svantaggio di giocare “fuori casa”, quindi con una parte di utenza (tifoseria) che prima o poi si schiererebbe a favore del padrone del blog.

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    • @Warp: oh no, non andrei mai in un blog altrui con intenzioni guerresche, se lo faccio è per gesto di pace, non per alimentare flame war! Poi, per quanto riguarda il padrone di casa e la tifoseria, se faccio una cosa del genere è perché ritengo di avere le spalle sufficientemente grosse-

      Credo.
      Spero. 😉

      Fare il primo passo, fare un passo qualsiasi verso l’altro è segno di forza, e di questo sono perfettamente cosciente. Se l’altro non l’apprezza, sono problemi suoi, non miei.

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    • @Warp9: ah ah ah, mi piace questa immagine! D’altra parte, quello che non uccide rafforza, e siccome ne ho passate tante e ancora sono in piedi… i due blindati sono d’obbligo 😉

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    • Concordo con Warp: se in un blog mi è stato detto che non sono gradita, o mi si è insultata, o si risponde a tutti tranne che a me, o, dopo che i miei commenti sono sempre stati liberi improvvisamente vengo messa in moderazione, non solo non mi passa neanche per la testa di tornare a commentare, ma non entro neanche più nel blog. Conoscere il motivo di tale comportamento non mi interessa minimamente, non è un mio problema. “E se qualche ambiente non vi accoglierà e non v’ascolteranno, uscendo di là scuotete la polvere di sotto ai vostri calzari, a protesta contro di loro” (Marco, 6,11). Ecco, io la polvere l’ho scossa per bene e mi sono liberata di tutte le impurità. Chi ha orecchie da intendere in tenda, gli altri tutti in roulotte.

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    • @Barbara: beh, non parlavo proprio di masochismo allo stato puro! Intanto intendevo casi in cui non ti è stato assolutamente detto nulla, secondo poi, io quelli non graditi li metto in spam, non in moderazione, e poi non sempre la moderazione significa “non gradito”. Per esempio, quando i commenti erano liberi per tutti, io in moderazione ci avevo messo proprio quei quattro gatti che mi conoscevano, semplicemente per paura che se ne uscissero con qualcosa di personale che non mi andava di spiattellare sul blog, mentre con quelli che non mi conoscevano questo problema non sussisteva; ergo, l’essere in moderazione non costituiva assolutamente un atto di rifiuto o una dichiarazione di scarso gradimento.

      Io, le persone che non voglio qui le ho messe in blacklist, stop (eppure, anche in quel caso c’è stata un’eccezione sai? Ho messo in blacklist proprio la persona che più avrei voluto che scrivesse, ma questa è un’altra storia).

      Per il resto, è chiaro che uno mica va a – perdonatemi l’espressione colorita, l’ho sentita nel mio ufficio e rende troppo bene l’idea – mettere il culo sui calci: la mano si porge una volta, dopo di che, precipita pure come ti pare, non è più un problema mio.

      Marco,6,11 ha ragione, chi ha orecchie per intendere intenda, ma temo che l’intenditore cui penso tu ti riferisca difficilmente capiterà a leggere in mezzo ai commenti a questo post. 😉

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  6. Non so non so, il mio blog è fermo da mesi ed era nato sì come un mezzo di dialogo e di ricerca, ma anche come una testimonianza scritta delle proprie idee… una piattaforma eventualmente da condividere o contestare (per quanto io invero non gradisca molto le contestazioni, soprattutto quando le reputo faziose, malevole e sostanzialmente non fondate).
    Una piattaforma anche dalla quale lanciare piccoli strali o essere presente, sia pur con le proprie misere forze. nel combattere e ribattere chi si ritiene ostile, sia persona, idea, organismo, gruppo.
    Ai commenti generalmente rispondo, ma mi dolgo se da essi nasce una discussione, soprattutto se defatigante, inutile, fine a se stessa.
    Qualche commento lascio o lasciavo, e provo un certo fastidio quando constato che ad esso non è data replica alcuna, neppure minima: lo ritengo un atto di scortesia, che annoto, che ricordo, in vista di un prossima cancellazione se si tratta di una relazione da social network, o di un abbandono della lettura di quel blog (ma ora, a parte qualche raro intervento in questa sede, i blog non li seguo più).altrimenti.
    Il mio pensiero è comunque che tutta la materia dei rapporti via web deve rappresentare un passatempo, un divertimento, uno svago… una via eventuale di conoscenza di soggetti assonanti… nessuna ricerca di crescita o confronto.. io le mie idee intanto non le cambio e… sono già cresciuto fin troppo.. 😀

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    • @Enrico: ci siamo confrontati (mai termine fu più esatto) più volte su questa storia della crescita e confronto in questo contesto, e non ci siamo mai trovati d’accordo: tu dici di essere cresciuto fin troppo, e non si può negare che tu sia una bella persona solida e con le idee chiare, ma è vero pure che non si finisce mai di imparare, e ogni testa in cui entri è una terra inesplorata, che può darti tanto; “Chi sa scoltare vive più vite”, tu sei sicuro di averle già vissute tutte? O che non sia interessante viverle?

      Riguardo alle discussioni, quando si supera un certo limite io censuro, non mi pongo il problema di essere più o meno democratica: questo luogo tenterò di farlo restare un luogo sereno, nonostante qualche defaillance in passato.

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  7. In realtà l’essere cresciuto troppo aveva ironicamente anche e soprattutto un senso anagrafico… 😀 e comunque mi ritengo un esploratore (è stato anche un mio nickname) e la conoscenza delle altrui teste è sempre stato un mio obiettivo e un forte stimolo per le mie escursioni nel web.
    Tanto è vero che provo stupore e ammirazione quando mi imbatto in teste particolari, guidate da un’intelligenza e una capacità creativa ed espositiva fuori dal comune… ma non ritengo che questo mi faccia crescere.. mi meraviglia, questo sì, mi rallegra, mi dà gioia, in quanto le qualità, anche altrui, sono luce, talvolta accecante… non così le miserie, che sono il simbolo dell’oscurità.. Ciao 😉

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    • @Enrico: io invece sento di crescere, e non solo con quelle che dici tu, le “teste particolari, guidate da un’intelligenza e una capacità creativa ed espositiva fuori dal comune”, che danno gioia e meraviglia, ma anche con le altre, le buie, le misere, le meschine. S’impara tanto da quelle, sono davvero un deterrente, s’impara ad essere diversi, a non cadere in trappole da due soldi.

      Nella vita si incontra la luce e s’incontra l’oscurità, è bene essere attrezzati per gestire entrambe e, dalla seconda, non farsi inghiottire.

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  8. Io da quando ho aperto il primo blog ho sempre risposto ai commenti, cancellati pochi e spammati ancora meno. Detto questo, lo trovo un obbligo quasi morale, se si tengono aperti i commenti (cosa non obbligatoria) ci si aspetta che qualcuno intervenga e non è educato, soprattutto gentile, non replicare. Un blog è in fondo un salotto virtuale, mica sbatti la porta in faccia agli ospiti o gliela apri ma poi li lasci soli seduti sul divano!

    Per il resto, su chi risponde in un certo modo, provoca, si comporta da arrogante o sentenzia dal piedistallo, stendo un velo pietoso.

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    • @Marisa: infatti, la ritengo una gran maleducazione, hai detto bene, non puoi aprire la porta agli ospiti e poi lasciarli soli sul divano! Per quanto mi riguarda, però, io sto bene in mia compagnia, e sola sul divano ci posso pure restare senza particolari problemi. Certo è che, la volta successiva, tengo presente che potrei sedermi, con meno sforzo, su quello di casa mia di divano! 😉

      Scherzi a parte, questi di cui parlo sono blog che alla fine risultano abbandonati, e non faccio fatica a capirne il motivo. Ho riscontrato che la gente che si sente sola è spesso gente che scaccia il prossimo, quella che si sente abbandonata è spesso gente che abbandona. Alla fin fine, “small people”.

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  9. Se mi sento di dire qualcosa sul post commento, altrimenti lascio un mi piace, ma di solito qualcosa da dire ce l’ho quasi sempre. A me piace leggere i commenti ai miei post e penso faccia piacere anche agli altri. Non ho mai cancellato commenti ed ho sempre risposto e se per caso non l’ho fatto è stato per distrazione. Dovessi un giorno cancellare qualcosa sarebbe solo perché ritenuto offensivo o verso i miei amici o verso di me, ma finora, fortunatamente non è mai successo.
    Ciao 😊
    Marta

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    • @dupont: io, al momento, ho 85 commenti in moderazione, per i motivi più svariati. Questa non è una dichiarazione di guerra, c’è sempre stato un motivo, anche nei confronti di amici, per cui ho deciso di non pubblicare qualcosa, generalmente perché offensivo nei confronti di qualcuno, non necessariamente la sottoscritta.

      Una volta pubblicati però, se non rispondo, è solo perché mi è sfuggito, o semplicemente perché il discorso si è esaurito, per esempio nel caso in cui il commento era già di risposta a una mia risposta, e quindi mi pare sciocco continuare, magari con gli emotico, giusto per avere l’ultima parola.

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  10. Diciamo che si fa in modo diverso, secondo il momento, l’argomento e la situazione.
    Ci sono blogger coi quali si instaura un rapporto abbastanza stretto e lasciare solo un frettoloso -mi piace- diventa poco delicato. Perchè ci vuole anche poco a scrivere un semplice saluto e poi, se il post lo si legge,(questo è il vero punto della questione), c’è sempre qualcosa da poter scrivere..Ciò non significa che c’è sempre obbligo al commento. Si possono tranquillamente saltare post interi, ma non mi piace di solito presentarmi solo con un liked. Lo uso a volte quando entro in blog che non conosco e l’argomento mi piace ma c’è ancora in me quella timidezza iniziale di irrompere in salotti altrui.
    E’ capitato anche a me, come a tutti immagino, di presentarmi con dei commenti in nuovi blog, perchè l’argomento era interessante, per cercare un contatto, un interscambio che però non è stato corrisposto o da un commento di risposta o con una visita a casa mia. Ho anche insistito, ma alla fine mi sono allontanata, rispettando la volontà di chi non ha desiderato l’interscambio. Succede.
    Circa 3 giorni fa ho lasciato un cortese commento in un blog comunitario ed è ancora in moderazione nonostante il blog sia vivo, cioè con nuovi post: significa che non sono gradita? Mi spiace perchè è un blog interessante, ma insisto poco.
    In quanto alla domanda che ci poni sul tuo caso personale…è, appunto, personale e tu hai già tratto le deduzioni. Devi quindi decidere tu.

    A presto, ciao
    Marirò

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    • @ili6: è proprio vero, cento teste, cento tribunali! Per esempio per me l’I like è un modo carino per dire “sono passata” “ci sono”, “ti ho letto”. Io seguo moltissimi blog, e li seguo perché li ritengo interessanti, non per una questione di mera cortesia, per ricambiare una visita o un commento (tra le altre cose ci sono alcuni miei commentatori che hanno dei blog bellissimi, interessanti, e da cui non vado mai perché sono su una piattaforma diversa: colgo l’occasione per ringraziarli di essere, nonostante ciò, ancora qui). Commentare, non con un semplice saluto, ma con un commento pertinente, che tenga magari conto anche degli interventi pregressi, a volte mi diventa impossibile. “I like” significa “Il tempo mi strangola, ma sappi che ci sono”.

      Da quanto sopra, credo sia chiaro che mi è impossibile ricambiare le visite, magari quando c’è un nuovo commentatore vado sul suo blog, mi iscrivo, ma da lì ad arrivare a poter partecipare il passo non è così breve.

      Per quanto riguarda il tuo intervento nel blog comunitario non so che dirti, considera che a volte i nuovi post escono perché sono stati programmati, senza ulteriore intervento manuale dei blogger (io ne ho alcuni programmati fino alla fine del 2015!!!), e gli interventi dei commentatori abituali magari non passano per la moderazione: che dirti, aspetta un po’, magari poi fai un altro intervento e poi, se neanche questo riceve risposta, volta pagina e dedicati ad altro.

      Per il mio caso personale in realtà non mi riferisco a “un” caso, il discorso l’ho un po’ allargato andando un po’ sul generale. Da parte mia ho già deciso, ma nulla m’impedisce di tornare sulle mie decisioni se lo riterrò il caso.

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    • Sì, DM, so del liked e l’ho sempre usato e mantenuto, fino a ieri sera che m’è passato per testa di toglierlo.
      Ho persone che vedo da me solo con il liked e ancora non capisco se è per timidezza o perchè i miei post sono così “difficili” da commentare oppure…boh, non importa, dai. Ne stiamo parlando solo perchè il tuo post invitava a farlo, ma nulla di più. Alla fine è vero ciò che dice Michele- il commento logora sempre chi non lo riceve – ahahaha, ho riso tanto per questa sua battuta di memoria andreottiana 🙂 ed è vero che in primis si scrive per scrivere, quindi per se stessi,ma, come dici tu, la vera ricchezza di questo nostro “lavoro” gratuito scatta nella corrispondenza, sempre arricchente.
      Buona notte 🙂

      p.s. Io non saprei e non potrei gestire bene come fai tu una tale mole di commenti.

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    • @ili6: io, per ragioni personali e familiari, è come se fossi agli arresti domiciliari, quindi di tempo ne ho tanto, tutto tolto alla vita sociale (e sentimentale…).

      Che dirti, sono una grande ripianificatrice, riesco a sfruttare al meglio quello che ho, e ad essere felice con quello.

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  11. Per quanto mi riguarda non commento a caso, dove capita, ma quasi sempre da persone che conosco e mi conoscono, possibilmente dicendo qualcosa di non scontato, soprattutto evitando certe frasi fatte, senza proprio collegarmi al precedente post!
    Però, talvolta, ci può scappare un commento estemporaneo, su post piuttosto specifico, dove un po’ mi sento tirato in causa, magari per esprimere un’opinione che ritengo competente, sempre rispettando un ambito nel quale entro non invitato.
    Per quanto riguarda eventuali commenti che sconosciuti possono fare da me, vale la stessa regola, sempre ben accetti, se fatti con rispetto, a prescindere dall’opinione espressa!
    Ma poi, la mi attività è piuttosto limitata, quindi credo siano ridotte pure le possibilità di incorrere in “incidenti diplomatici”, sia in senso attivo, che in quello passivo.
    Non so come tu faccia a gestire il volume di corrispondenza e di commenti, ai quali, ti do atto con vera ammirazione, non manchi mai di dare riscontro e riscontro tutt’altro che banale!
    Ciao amica carissima, buona settimana a te e stai tranquilla per oggi con l’esame di @Sissi.
    Pure mio figlio più piccolo oggi ha il penultimo esame prima della tesi….e non mi agito affatto!

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    • Bee, caro @Sergio, non si può andare sempre dai blogger che si conoscono, se non altro perché all’inizio sono tutti sconosciuti, e da qualche parte bisogna cominciare!

      Come faccio a gestire il volume di corrispondenza? Beh, ma trascurando tutto il resto, ovviamente! 😆

      PS: certo che non ti agiti, sei un papà! Quelle ansiose per antonomasia sono le mamme… 😉

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  12. premesso che il commento logora sempre chi non lo riceve 😉
    penso che sia semplicemente un piacere, se si commenta solo per poter ricevere un sub-commento poi, si perde il senso stesso del commentare (anche se poi io adoro perdermi in un lungo infinito e spesso zigzagante dialogo nei commenti quando capita)

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  13. il commento è il carburante del blog. Riceverne e farne è il meccanismo che ne alimenta la diffusione. Se non ci fossero sai che tristezza….si tornerebbe ai diari con i lucchetti, non pensi?
    Persolmente scrivo per me e per i commenti. O meglio. Scrivo per me e per i pensieri che posso far nascere dai miei scritti, che siano boiate, foto, video o tentativi di intelligenza reale….i commenti sono semplicemente il feedback, il ritorno….l segno tangibile che ciò che ho scritto qualche meccanismo nel cervello di chi mi ha letto l’ha attivato….proprio come ciò che è avvenuto nell’aver letto ciò che hai scritto….

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    • @ilgattosyl: il commento è il carburante del blog. Se una persona rifiuta il carburante perché non gli piace il benzinaio, non si stupisca e non faccia lagne quando la macchina gli si ferma per strada. Io ho sempre sostenuto che scrivo per me stessa, che se il mio blog non venisse commentato io scriverei lo stesso perché per me scrivere è una passione, ma poi mi rendo conto che il confronto con voi è una ricchezza insostituibile e i vostri commenti sono un valore aggiunto irrinunciabile.

      Scrivere è un eccellente strumento di autoanalisi ma la crescita, quella di cui si parlava in commenti precedenti, avviene grazie a chi interviene.

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  14. La metafora del carburante rifiutato perché non piace il benzinaio è azzeccatissima. Eppure capita che quel carburante venga accettato e lasciato lì senza che nessuno se ne curi e francamente dispiace. Uno si chiede il perché si sia lanciato una richiesta d’aiuto e quando arriva lo si ignori completamente. Dà fastidio e toglie tutta la voglia di ripassare da quelle parti. Il meccanismo del blog per chi ne è fuori è piuttosto misterioso. Tu mi hai spiegato come funziona e ho capito, i commenti possono sfuggire. Eppure m’è rimasto il dubbio (e ci ho dormito lo stesso) che altrove ci fossero altri motivi per le non risposte.

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    • Nel mio caso – anzi, nei miei casi – sono ben sicura che non sia sfuggito niente, anzi. Tu ci hai dormito lo stesso, io ci ho dormito meglio, perché è stata una prova in più di chi sono io e chi sono loro (e va beh, l’autostima non mi difetta, d’altra parte non ho mai millantato umiltà 😛 ).

      Che ti devo dire, hanno dato un po’ di nutrimento al mio ego 😆

      (Una poi l’ha fatta proprio sporca, ma così sporca, che quasi quasi mi ricresce la mano!).

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    • @Luisa: è questo il problema, non si smette di soffrire a comando, però se uno nella sofferenza non c’indugia sta più a buon punto. In questo momento, più che la sofferenza è forte lo stupore. 😯

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