Archivio | 9 giugno 2013

Premesse di una domenica scema

Mamma potrebbe scoppiare

Ieri, come ho già accennato, lite con Sissi.

“Dicono” che io abbia avuto una reazione esagerata. “Dicono”. Pare che la questione della goccia che fa traboccare il vaso non sia troppo chiara a chi esprime giudizi.

E’una vita che mi arrabbio perché voglio che i miei spazi siano rispettati che poi lei, povero amore, li avrebbe pure rispettati, se dalla più tenera età il padre non l’avesse indotta a fare il contrario.

Pensate che quando lui chiamava le sue solite cinquecento volte e io attaccavo il telefono o non rispondevo, chiedeva alla figlia di mettermi la cornetta vicino all’orecchio, e lei obbediva, e così io scappavo per casa con lei dietro che cercava di mantenere questa cornetta appoggiata al mio orecchio, e né lo spiegargli la situazione con le buone, né con le cattive, né rappresentandogliene l’inutilità, anzi, la controproducenza, né strappargliela, né darle due schiaffoni, risolvevano la situazione.

Io a casa mia, a casa mia, non ho un posto per stare né seduta né in piedi, né per mangiare né per dormire, né per ascoltare un pezzo di musica né per fare una telefonata a un amico.

Ieri, dopo due volte che tentavo di mettermi il piatto in tavola, ho sbattuto la porta e me ne sono andata a mangiare fuori.

Lei sta all’angolo e singhiozza, sta pure sotto esami e avrebbe bisogno di tranquillità, ma rimane incapace di darmi tregua. Pure se mi chiudo a chiave, in camera o persino al bagno, lei sta fuori alla porta a bussare, a chiedermi di aprirle, a piangere, a polemizzare.

Non ditemi che è il momento difficile, è sempre stato così. E’ che io sono scoppiata in questo momento, anche in concomitanza di un’altra grana familiare grossa, che sta lasciando tutti i miei familiari senza forze e senza parole.

E io sono di carne e ossa, e poi alla fine che chiedo? Di starmene mezz’ora in camera mia? Di mangiare in santa pace un boccone di minestra che mi sono ampiamente guadagnato?

Oggi mi sa che non voto. Che tra Marino e Alemanno non so di chi mi potrebbe fregare di meno.