Archivio | 20 marzo 2017

A forma di te

19 marzo, sono piovute sul web frasi e poesie sul padre, dichiarazioni, ricordi, nostalgia.

Io non riesco a dire una parola, e non solo per il rapporto irrisolto, non particolarmente perché pensi che il dolore sia un fatto privato, non perché le parole mi salgono dal cuore a un ritmo talmente intenso e convulso che non ce la faccio neanche a dirle tanto si sovrappongono, quanto perché quelle sì che sono un fatto privato, che vorrei dire solo a te, non ho nessuna voglia di gridarle al mondo, solo a te, solo a te.

Ma tu non ci sei. Sei morto tanti anni fa, più quelli in cui non ti ho parlato, fanno più di venticinque anni senza di te.

Eppure, a volte, mi sembra di ripercorrere la tua vita, di vivere le tue stesse esperienze, rivivere le tue stesse emozioni, subire le tue stesse batoste, umiliazioni anche, ma dovere trovare la forza per andare avanti, per dovere verso i familiari, per rispetto alla vita, per un coraggio che forse è nel DNA, o per chissà che cosa.

Tante volte, quando ripenso alle tue difficoltà, quando ripenso alla tua vita, mi chiedo davvero come tu abbia fatto a resistere, dove tu abbia trovato la forza che tanti, in condizioni ben meno gravi, non trovano.

Forse l’hai trovata in noi: il tuo senso di responsabilità, l’irriducibile e indefettibile senso del dovere per cui mai e poi mai avresti lasciato la tua famiglia a cavarsela da sola, mai avresti abbandonato i tuoi figli, tu che la guerra ha reso orfano. Perché tu eri, prima di tutto, protettivo. Tu sei stato figlio, sei stato soldato e sei stato eroe, sei stato uomo e marito, ma prima di tutto, soprattutto, quella che è stata la tua più importante e coinvolgente missione della tua vita, sei stato padre.

Ecco, mia sorella ha una tua foto su una mensola, che guarda e riguarda con incommensurabile amore e struggente nostalgia.

Io no, non ce l’ho, non ce la faccio. Che poi, a che mi serve, mi sei piantato nel cuore, un cuore pieno di te, scolpito a tua immagine e somiglianza. E sì, un cuore a forma di te che poi, quando rivedo nella mia vita le tue esperienze, quando vivo le stesse difficoltà, le stesse esperienze, gli stessi dolori, penso allora di avere tutta una vita a forma di te, e allora vado orgogliosa pure di quello che non va, perché mi rende più consapevole della vita che hai passato, e più parte di te.