Anime blogghe

mani circuiti

Cari amici, circa sette anni fa, quando lo pubblicò, ripresi questo secondo me toccante pezzo dal blog di Splendidi Quarantenni. Oggi mi sono accorta che, chissà da quanto tempo, ma soprattutto chissà per quale motivo. questa pagina è scomparsa dal mio blog. Il non conoscerne il motivo m’inqieta, e mi rattrista l’aver perso tutti i commenti, in teoria irrecuperabili.

Beh, almeno il post però posso recuperarlo, e ve lo propongo nuovamente, aggiungendo però in calce quello di Pj, che pure aggiunge riflessioni sulla natura di questo mondo:

Sono anime senza pelle, i blogger.

Li scovi nei blogroll altrui, tra un impegno e l’altro e succede che te li bevi a piccoli sorsi, gli rosicchi un po’ l’anima, ti appropri delle loro paure e dei loro sogni. E loro te lo fanno fare: ne hanno bisogno.

Si schiudono in modi diversi, il loro about è il viso truccato, ma nei post intimisti scopri chi sono e chi vorrebbero essere, cos’hanno perso per sempre, cosa li atterrisce, cosa li fa godere.

Sono tutti delusi, i blogger. Sono insoddisfatti dall’ipocrisia della conoscenza fisica, dall’apparire a discapito dell’essere, dal dover avere a tutti i costi. A volte sono esausti della quotidianità e si rifugiano nel loro circolo virtuale, che è privo di vincoli e quindi non tradisce.

Sono sognatori, i blogger. Vorrebbero scrivere di professione e camparci e farci i reading e leggere montagne di libri invece di lavorare o accudire; sono artisti intimiditi dall’apprezzamento delle proprie opere, oppure attanagliati da una disperata solitudine capace di fargli produrre strazianti scorci di sofferenza.

Sono compulsivi e monotematici, a volte. Trattano il sesso e la letteratura come la medicina che lenisce i vuoti inesorabili delle delusioni d’amore.

Sono poeti e poetici. Alcuni scrittori veri in attesa di editore, altri, geni, ma privi di talento letterario. Altri ancora, pochi, dei gran cazzoni in cerca di vetrine negategli altrove.

Raramente trovi straordinari catalizzatori d’affetto, col carisma esuberante che miscela l’amore all’alcool, che ti domandi come hai fatto a viverci senza, prima.

E quando succede che li incontri di persona, la dinamica d’approccio risulta stravolta. Perché gli conosci già l’anima e non ti curi del loro aspetto. Perché gli sei già amico, pur non avendoli mai visti. E spesso non dici ciao, o piacere. Dici: finalmente.

(Splendidi Quarantenni, 12 luglio 2009)

***

Girovagavo stancamente tra i blog che mi venivano proposti. Una sequenza disordinata di riflessioni, di piccole illuminazioni, di storie profonde nella vita di qualcuno, di aneddoti divertenti, di immagini che immortalavano l’istante, di pensieri raccolti in qualche punto della rete e poi rielaborati, frasi ad effetto sorprendenti e frasi semplici cariche di emozione, cronache egocentriche e intuizioni universali. Commenti allegri, commenti sinceri, commenti di circostanza, commenti ammirati, commenti inutili, commenti forzatamente celati. E poi frammenti di sé, desideri, sogni, speranze, certezze. Sentimenti, molti sentimenti. Amore in tutte le sue declinazioni, da quello sprecato a quello anelato, passando attraverso quello che lascia i suoi Segni. Poesia degli animi. Bisogni chiari di condividere, bisogni oscuri di uscire da dove si è.

C’era un ordine segreto in quell’apparente caos. Non era così semplice da scovare. Bisognava chiudere gli occhi e percepire che dietro ogni frase scritta c’era una vita, intensa e reale, che sublimava una parte di sé.

(Pj, 04 Giugno 2016)

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