Senza infingimenti

Ci misi un po’ a capire cosa voleva dire. Continuava a manifestarmi il suo stupore nello scoprirmi “donna senza infingimenti“.

Che poi io questo termine non lo conoscevo, lo cercai sul dizionario, come sempre faccio in questi casi, ma avevo capito “invincimenti”, e quindi rimasi nelle nebbie dell’ignoranza ancora un po’.

Insomma, in un modo o nell’altro ne venni fuori, e scoprii che voleva dire che ero una persona sincera (e non faceva prima a dire così? Ah, quanto gli uomini mi complicano la vita! 😉  ).

Proprio oggi escono due articoli di blogamici (lo vedete che il caso non esiste?), uno di Frz40, che riporta un articolo di Gervaso dal lapalissiano titolo ““Buongiorno vuol dire buongiorno”, e uno di Liù, dal titolo “Ipocrisia (malattia del secolo)“.

Intanto con la seconda affermazione sono piuttosto in disaccordo, poiché secondo me l’ipocrisia è il male di tutti i secoli: l’uomo presenta spesso, come sua caratteristica genetica, un’incapacità di accettare la realtà che lo porta a distorcela, ad adattarla a quella che vorrebbe, rendendo così a se stesso un pessimo servizio perché, come giustamente scritto nel passo di Boris Pasternak citato da Liù, “non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente”.

Forse essere sinceri è un valore, ma prima di tutto è un dono che si fa a se stessi (e anche agli altri, che però difficilmente lo apprezzano…).

La sincerità, quella che poi andiamo a cercare dallo psicologo, caramente pagato per far risalire a galla quello che noi, a forza di bugie a noi stessi, abbiamo soffocato, è la chiave di volta per risolvere l’intera vita.

Le bugie sono un intralcio. In realtà uno le dice confidando nell’effettto contrario, quello di rendere le cose più facili e alleggerirla la vita, ma sono come la droga, uno comincia ad assumerne per stare bene, e poi finisce per l’assumerla per non stare male, poi per stare meno male, e può finire per morirne, a meno che non riesca disintossicarsene, difficilmente però senza poterne eliminare i danni.

Dire la verità è facile: “Non mi va di venirti a trovare perché è tutto il giorno che sto in casa, e non mi va di uscirne per chiudermi in un’altra”.  E’ così difficile? Che bisogno c’è d’inventare un impegno o un’emicrania?

Un malinteso, una crisi matrimoniale, sono spesso mascherate dal silenzio, che può essere a sua volta una bugia, in quanto omissione di verità. E’ come prendere un analgesico per un dolore, si rischia di rendere inefficace il campanello d’allarme, permettendo al male di farsi strada, diventare più forte, irriducibile, radicato.

Postilla: essere sinceri non autorizza a essere screanzati. La nostra “verità”, sbattuta in faccia a qualcuno in sostituzione di una scarica di sganassoni, è semplicemente aggressione e, anziché aiutare, fa sì che l’altro si irrigidisca e che il tutto diventi una difficilmente risolvibile questione d’onore (il che significa un irrigidimento per puntiglio).

56 thoughts on “Senza infingimenti

    • @Monique: e perché mai la schiettezza dovrebbe essere un difetto? L’unica cosa, per l’appunto, è che non si dovrebbe far passare per schiettezza la maleducazione, lo sbattere in faccia all’altro il proprio risentimento e il proprio rancore.

      Mi diceva una pedagogista che il bambino lo puoi rimproverare solo se gli vuoi bene: la “verità” detta a persone che non accettiamo, a volte non è soltanto “verità”…

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  1. A me il termine infingimenti non mi sembra poi così poco diffuso, ricordo che il telecronista di calcio Bruno Pizzul l’adoperava spesso!
    Ma sono d’accordo cone te che l’ipocrisia è un difetto che non è più presente oggi che in altri tempi, perchè oggi in più ci sono solo le possibilità di smascherarla.
    E’ assodato che l’ipocrisia ed il non dire la verità vengono praticati sopratutto in politica.
    Ebbene, nella mia relativa esperienza, posso dire che la verità paga sempre, anche quando consiste nel rivelare cose poco gradite, perché è sempre molto peggio che queste poi vengano scoperte, assieme alla compiacente bugia propinata!
    Questo è comunque un argomento sul quale si potrebbe dire tanto altro, oltre quello che tu hai già detto, e che, come spesso accade, condivido pienamente.
    La mia era una passata e fuga, utile almeno per un saluto affettuosissimo!

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    • @Sergio: beh, credo proprio Bruno Pizzul di non averlo mai ascoltato (sai, noi femmine col calcio andiamo un po’ meno d’accordo di voi maschietti 😉 ).

      Sì, la verità alla lunga paga. Molto alla lunga. A volte troppo lunga.

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  2. Io, proprio perché sono schietta e sincera, ho perso amicizie alle quali tenevo molto e ho dovuto subire i musi lunghi di parenti vari, a volte anche il silenzio protratto per mesi.

    Non so se la sincerità sia un pregio (a volte a me sembra il contrario) ma non vi rinuncerei mai. Sempre senza aggredire o senza manifestare la presunzione che ciò che penso sia la verità assoluta. Però, a volte, la sincerità viene male interpretata e scambiata proprio per presunzione o saccenteria.

    La famiglia di mio marito ha sempre mantenuto un comportamento ipocrita. Tutto doveva andare bene per forza, l’importante che l’armonia apparisse pur nascondendo ben altro. Ricordo ancora una sera in cui, appena tornati dal pronto soccorso con uno dei figli, squillò il telefono. Rispose mio marito che, alla domanda di mia suocera “Come va?”, rispose: “Tutto bene”. E io, urlando: “Tutto bene un ca**o!”. Ma perché non dire la verità? Avesse telefonato mia madre io le avrei subito detto quel che era successo.

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    • @Marisa: io credo che comunque la sincerità operi anche una selezione naturale tra gli amici. Lasciamo stare i parenti, purtroppo a volte a dire la verità si è voci nel deserto, anche se io non demordo (ma è uno di quei casi in davvero il tempo che mi dà ragione è davvero troppo lungo…).

      Mio padre aveva lo stesso brutto vizio, e quando io stavo fuori questo fatto di dire sempre che le cose andavano bene mi faceva stare in uno stato di agitazione perenne, perché era chiaro che le sue rassicurazioni erano inattendibili. Se io avessi saputo che, nel caso qualcosa non andasse, me lo avrebbe prontamente detto, sarei stata più tranquilla.

      Un’altra volta un mio amico, rimasto chiuso fuori casa, non ti dico che complicazioni che creò per non comunicarlo alla moglie, che gli avrebbe prontamente risolto il problema. Anche sua moglie, mia carissima amica, rammentava questa insopportabile abitudine della famiglia del marito, di non dirsi mai niente e di far finta che tutto andasse sempre bene.

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    • @gmdb: “sempre” è da ingenui, da persone senza discernimento, nessuna regola può essere applicata a tappeto in maniera scriteriata (massima legge, massima ingiustizia), ma anche quella del mentire per non ferire è a sua volta una menzogna dannosa. Ricordi quella canzone di Baglioni che diceva “Lui non ha una donna perché ha l’alito cattivo”? Beh, forse vale la pena di ferirlo dicendogli come stanno le cose, affinché ci possa porre un qualche rimedio, piuttosto che “per pietà” condannarlo alla solitudine tutta la vita.

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  3. Credo che mentire non sia mai una scelta vincente … innanzitutto è un’offesa all’intelligenza dell’altro (ti dico una bugia perché non capiresti la verità) … e poi, è estremamente faticoso … e vai a ricordare a ‘chi’ hai detto ‘cosa’, ‘quando’ è ‘perché’???? Noooo … Già faccio fatica a ricordarmi la verità … Non riuscirei a mentire, mi scoprirebbero in un nano secondo!! 🙂
    Ps: c’è da dire, a onor del vero, che la maggior parte del persone, al di là di quello che afferma, non ama sentirsi dire alcune verità così … L’emicrania, finisce per venire davvero per trovare il modo giusto di dire le cose!! 🙂

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    • @Lilla: sì, la menzogna è un’offesa all’intelligenza dell’altro (anche se è vero che può capitare che questa intelligenza non ci sia e che veramente l’altro non sia in grado – tecnicamente o emotivamente – di capire), ma spesso è pure una prevaricazione (non ti faccio sapere che hai una scelta, decido io al tuo posto).

      Che so io, ti dico che tuo padre è morto per non farti soffrire dicendoti che ti ha abbandonato o che è in prigione, e così via.

      Vero pure che “dire le cose nel modo giusto” è un’impresa ardua, anche perché spesso questo “modo giusto” neanche esiste.

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  4. Sinceri con se stessi sempre. L’ho detto tante volte che cerco di non raccontarmi palle, non ho una immagine di me così alta da non poter sopportare di non essere sempre nel giusto o di non possedere tutte le verità. A volte però abbiamo bisogno di una mano veramente amica che ci guidi a riflettere meglio esaminando le questioni da più angolazioni e si rimane sorpresi dalla verità che era lì davanti e noi non l’avevamo vista. Dicevo una mano amica di cui ci si fida, altrimenti scattano meccanismi in cui il buongiorno viene interpretato come il peggiore insulto. Nei rapporti con gli altri in linea di massima sono diplomatica, o cerco d’esserlo perchè la sincerità nuda e cruda anche con persone che si riteneva in grado di capirla, non sempre paga. Un po’ di tatto non guasta mai, e questo non è mentire, è dosare la verità a seconda delle persone alle quali ci si rivolge.
    Ultimamente mi è venuto il dubbio d’essere stata troppo dura con qualcuno, ho fatto leggere il mio scritto al mio amico chiedendo una opinione super partes. Mi ha rassicurata sul fatto che non fossi stata dura ma onesta. Ancora non ho ricevuto il feedback dalla terza persona, quasi sicuramente avrebbe gradito una “lisciatina di pelo” che non ero disposta a dare.

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    • @Luisa: a volte non è neanche possibile essere sinceri con se stessi, perché certe cose proprio non le vediamo. E’ allora più che mai che c’è bisogno della persona amica, disposta ad esporsi per mostrarti quello che tu non puoi vedere, ma che ti serve conoscere per andare avanti.

      “L’amico è quello che vede i tuoi difetti e te li fa notare, il nemico è quello che vede le stesse cose ma le fa vedere agli altri” (mi sa che il qualcuno di cui parli è uno di cui sono ‘na ‘nticchia nemica… 😛 )

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  5. Parlare con te è meglio che parlare con uno psicologo, e pure più divertente perchè si può fare tra un biscottino e l’altro 😉
    Appunto serve l’amico/a che ci aiuti a guardarci dentro. E’ pure chiaro che per quanto ci guardiamo dentro, il fondo non lo si vede mai. Non sarà per questo che si deve smettere!

    Si la seconda parte del tuo commento ha colto nel segno, ma si può applicare anche ad un’altra situazione. Nel primo caso, la mia onestà è stata scambiata per menzogna. L’altra persona non ha riflettuto nemmeno un attimo sulle mie parole. In più mi è saltata alla gola con ferocia che mai mi sarei aspettata. Inutile dire che da parte sua è stato un grave errore di valutazione. Sono mite non fessa. Resisto alle provocazioni, ma se voleva ancora più schiettezza l’ha avuta e non mi si è sciupato nemmeno il trucco. Signora ero, signora sono rimasta 🙂
    Nel secondo caso, secondo me, serviva una scrollatina. Temo non sia stata gradita, ma il burrone era lì a pochi passi, ho cercato di farglielo notare affinchè facesse i necessari passi indietro…chissà come andrà a finire…

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    • @Luisa: mai ti saresti aspettata? Chissà quante donzelle in questo momento rimarrebbero stupite dal sapere la vera natura del grande e generoso Principe Bianco.

      Per il secondo caso… già, chissà come andrà a finire (o come andrà a cominciare? 🙄 )

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  6. La prevaricazione, in fondo, è una forma diversa di offesa all’intelligenza dell’altro (decido io per te perchè io ho deciso che tu sei troppo piccolo/emotivo/suscettibile etc. etc.) con la scusante che, spesso, viene usata per il bene dell’altro …
    Concordo … Quando si deve dire una verità ‘scomoda’, non c’è mai un modo o un momento ‘giusto’ … Arriva il momento in cui si deve dire per forza … e allora, son dolori … Per chi la deve dire e per chi la deve per forza sentire e … accettare …

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    • @Lilla: comunque “decido io per te” è sempre un esercizio di potere di persone complessate che si autoattribuiscono un’autorità sugli altri con l’alibi della buona fede: non c’è buona fede che tenga in quei casi, se la persona è maggiorenne e vaccinata, a meno che non sia in coma, ha diritto a decidere sulla propria vita, con tutti gli elementi possibili a sua disposizione. Tacerglieli significa manipolarla, tacerle proprio tutta la situazione è un intollerabile abuso.

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  7. E TU CHE NE PENSI ??? …. recita il titolo dello spazio a disposizione con il commento !
    Ma questa volta, più che esprimere quel che ne penso, preferisco riassumere le riflessioni che ho depositato in questo tuo spazio, @Diemme, nella moltitudine di post che hai pubblicato qui più o meno su questo argomento o su argomenti analoghi !
    1) INFINGIMENTO = è un termine che, mi ricordo bene, cominciai ad usare fra i primissimi nella blogsfera . Io, gli davo – e gli dò – questo significato : se “fingimento” e cioè finzione è un atteggiamento che ci viene quasi sempre dall’ esterno, l’ infingimento ci viene dall’ interno di noi, nel senso che “fingiamo a noi stessi … o contro noi stessi”, e dunque rivela o una conoscenza assai limitata di ciò che siamo o vogliamo essere, o una forma smaccata di narcisismo . Se escludiamo il campo della Poesia, dove l’ infingimento potrebbe essere arte …. nella vita reale è un atteggiamento, per me, negativo …. che dovremmo combattere, per le stesse e chiare ragioni che @Luisa ha spiegato qui assai bene quando ha parlato della vanità di “mentire a sè stessi” !
    2) IPOCRISIA = hai ragione Tu, cara @Diemme …. NON E’ il male del secolo ( e quale poi ? Il nostro ? Ma per carità …. ), ma E’ il male di tutti i secoli … e fin dall’ inizio del tempo ! IPOCRITA è termine antichissimo, e viene dal greco-antico “iupocritès” = colui che finge, che simula … che pensa una cosa e ne dice un’ altra ….. per far del male senza rischiare nulla di proprio, oppure, se ci riferiamo al campo del Teatro antico, @Ipocrita è una “maschera”, e quindi è per antonomasia l’ @Attore !
    3) SINCERITA’ = è un valore raro “dire la verità”, se dicendola comunque e dovunque, “rischiamo qualcosa di noi” ( perfino la morte, come ci ha insegnato la Storia )…. e cioè se dicendola ce ne viene un danno solo a noi ed un bene per tutti gli altri, mentre è una forma anch’ essa di ipocrisia se, dicendo noi la verità, non solo non rischiamo alcun danno personale, ma andiamo a procurarne ( e talvolta … di assai crudeli ) agli altri . Nell’ esempio che fà la nostra @Marisa, quella sua voglia di dire come stavano veramente le cose, e non edulcorarle ipocritamente per dar l’ impressione del “tutto va ben, madama la marchesa”, quel suo irrefrenabile desiderio di “dire la verità”, era, per come vedo io le cose, semplicemente una virtù ! 🙂
    4) GERVASIO = di costui e del suo ‘farfallino’ non dico nulla, se non che NON LO AMO, nè poco nè punto ! 😦
    5) SCELTE E DECISIONI = appartengono a chi le debba fare in piena libertà, un aiuto “disinteressato e fornito con affetto”, anche se non richiesto, non sarebbe mai un gran danno, la pretesa di scegliere per l’ altro e costringerlo a fare “quella e solo quella” è tirannia !
    Detto questo …. ci prendiamo un buon caffè ??? :mrgreen:

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    • @Bruno: già, poi c’è un altro aspetto, la “verità” che danneggia l’altro: quando è lecito dirla? Abbiamo detto che dire la verità sempre, comunque e a chiunque è più stoltezza che virtù, e se non dobbiamo danneggiare noi stessi, perché dovrebbe valere una legge diversa nei confronti degli altri?

      Però denunciare un colpevole, per esempio, significa tutelare un innocente, e questo è d’obbligo.

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  8. Lascerò che ognuno tragga le sue conclusioni al momento debito. Non è compito mio illuminare la via, anche perchè è inutile. Sono un’accanita sostenitrice del “vide e credette”. Per mia natura reagisco solo alle gravi e ingiuste provocazioni, difficilmente attacco briga per prima o faccio delazioni sottobanco. Mi ha fatto male proprio perchè inaspettato e gratuito. Dopo un sano provare per credere mi si saprà dire…
    Diverso è l’altro caso. Un gesto d’amicizia o di sana pietà che vorrei mi venisse riservato qualora mi trovassi in situazioni critiche. Due pesi e due misure. Verità sempre e comunque a chiunque? No.

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    • @Luisa: cara Luisa, la vita e lunga e certe bugie sono difficili da smascherare.

      Anch’io sono per il “Vide e credette” ma, come ho già avuto modo di affermare, quel tempo che ci dà ragione a volte è tanto, troppo…

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  9. Dunque … vediamo :
    1) Denunciare un colpevole, ossia un fatto di cui, o perchè vi abbiamo assistito ‘de visu’ o perchè sull’ identità del colpevole abbiamo acquisito ‘prove schiaccianti’, lo ritengo un atto dovuto : è infatti il “dovere di testimonianza” richiestoci dalle norme vigenti .
    2) C’ è un innocente in carcere, in quanto accusato ingiustamente per aver commesso un reato che, nella realtà, ho commesso io, facendola franca …. Bene, presentandomi alla Giustizia e denunciando la mia colpa dico la verità : in questo caso la sincerità è un valore, poichè dire la verità danneggia solo me, mentre fà il bene dell’ innocente .
    3) Dire la verità “sempre e comunque” …. sarebbe stoltezza ?!? Nell’ ottica già chiarita ( e cioè del fatto che dicendo il vero facciamo male solo a noi stessi, ma contestualmente facciamo il bene degli altri ) … per me non è di certo stoltezza …. ma virtù ! -) Se invece, per esempio, venissimo a conoscenza che la moglie di @tizio lo tradisce con @caio …. e andassimo, senza che nessuno ce l’ abbia richiesto ( e meno che mai l’ interessato ) da @tizio a dirgli la verità, ebbene a @tizio facciamo del male senza nulla rischiare …. e questa sincerità non mi piace … anzi l’ aborro !

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    • @Bruno: non so se essere d’accordo. Se mio marito mi tradisce, io vorrei saperlo e non perdonerei mai l’amica o l’amico che me lo nascondessero. Se sono amici suoi, potrei capire la loro posizione ma comunque, con tutta la comprensione, smetterbbero di essere amici miei.

      Purtroppo però la vita ci insegna che il cornuto è generalmente il primo a non voler sapere, e se gli apri gli occhi generalmente molla la tua amicizia e si tiene il fedifrago: pure questo fa parte delle bugie con cui ci inganniamo, e non vedere che la famiglia non va è una di quelle più diffuse.

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    • @Lilla: non esiste buona fede in quei caso, sono prevaricazione che uno giustifica con se stesso con la “bugia” della buona fede: la gente che decide per te, che hai trenta, quaranta, cinquant’anni, e magari dirigi un’azienda, dove la va a trovare la buona fede?

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  10. Tu … rappresenti “solo un caso”, @Diemme … non la generalità !
    E’ ovvio che se si è tuoi amici, e si sa da parte loro “inequivocabilmente” che Tu “vorresti anche sapere questo”, e cioè se il tuo compagno a tua insaputa se la spassa con altre, è giocoforza che, chi ti sia amico, non ti nasconda il fatto di cui sia certo, affinchè Tu possa prendere liberamente e spassionatamente le tue decisioni, nascondertelo in questo caso non sarebbe nè sincero nè corretto !
    Ma nella generalità dei casi, come Tu stessa hai ammesso a piè di commento, chi è tradito non lo vuole sapere, e farglielo invece sapere ‘a tutti i costi’ – senza esserne stati richiesti – è cattiveria pelosa, è non sincerità ma malignità sciatta, e non di rado è voler, non risolvere il problema, ma incrudelirlo senza rischio personale, magari per il piacere di veder distrutta una persona !

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    • No, non è malignità sciatta, dipende dal modo in cui si fa. Non metto in dubbio che magari qualche rosicona, vedendo una felice famiglia del Mulino Bianco, cogliendo uno dei due coniugi in flagranza di reato si lecchi i baffi degustando il gossip e non gli sembri vero di aver fatto lo scoop, incurante del dolore che lo scoppio di questa bomba procurerà in quella famiglia.

      Viceversa, se siamo di fronte a una persona che agisce per il rispetto della persona tradita, affinché giustamente salvaguardi la sua vita, le sue cose, i suoi sentimenti, ponderi le sue scelte su basi diverse e non stia a sprecarsi per chi non lo merita, allora informarsi è d’obbligo. Io per la persona che ho accanto – come ognuno che viva in una coppia – faccio tanti sacrifici, e magari non sono disposta a farli mentre lui se la spassa.

      A me di Attila fu detto, e non finirò mai di essere grata a chi mi ha aperto gli occhi (anche se, forse, l’ha fatto anche perché era personalmente interessato alla lei)

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    • Letto, e non sono d’accordo con la tua bugia, per innocente che sia. Un uomo, dopo essere passato dall’ottico e in farmacia, è pure padrone di passare un attimo al bar, e una moglie deve imparare a capirlo e ad accettarlo. E poi, magari le serviva il latte, e non dicendole che eri al bar l’hai costretta a cambiare menù (voleva preparare il purè) oppure a non prenderlo l’indomani a colazione…

      No no, bocciata, bugia inutile e potenzialmente dannosa. 😛

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    • Dimenticavo di aggiungere il video: notare le parole

      “E sono esperimenti questi da non più tentare,
      perché andando a svestirmi per tornar normale,
      non seppi più che togliermi di vero e di finto
      e confusi me stesso con la barba al mento:

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    • Ma la mia non era una bugia, era solo una verità differita nel tempo. Se lei voleva il latte non mi chiedeva “dove sei?” costava meno mandarmi un sms “compra il latte”.

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    • @popof: voi uomini siete specializzati nel dire le balle e pretendere che sia verità, e tutto il resto è colpa nostra. Tornando al nostro esempio, magari io del latte non mi ricordo se non nel momento in cui tu mi dici di essere al bar. E’ un esempio banale, ma io continuo a ritenere che la verità sia la via più semplice, anche per il progresso collettivo e individuale.

      Se tu le cose, pure lecite, le fai di nascosto, non diventano mai ufficiali, non diventano mai ufficialmente lecite e i rapporti, l’umanità stessa, non vanno avanti.

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  11. Vorrei tanto, @Diemme cara, che fosse come asserisci Tu alle 9.30 PM di oggi, quando parli di “qualche rosicona, che vedendo una felice famiglia del Mulino Bianco, cogliendo uno dei due coniugi in flagranza di reato si lecchi i baffi degustando il gossip … ), ma …. a parte che non capisco perchè voi bloggheresse mettiate sempre in mezzo al discorso questa cacchio di ‘famiglia del Mulino Bianco’ anche quando si parli di ‘noccioline americane’ 😯 , nella realtà non è così … ed ho visto con i miei occhi tantissime persone rovinate perchè, non qualche “rosicona” ( o “rosicone” ), ma anche pseudo-amici “non minimamente richiesti” si sono voluti togliere lo sfizio di “essere sinceri” senza nulla rischiare personalmente !
    Ed anzichè citare ‘lo casu particolare’ che hai vissuto Tu, mi piacerebbe che Tu citassi un caso “di sincerità” di questo tipo .
    Supponiamo che ci sia una coppia, in cui lui ( il @marito o il @compagno ) nutra la massima fiducia verso la @moglie ( o la @compagna … ), la adori e la veneri oltre ogni limite ragionevole …. e, nel contempo, costui sia noto per essere un rissoso, un violento, un tipo aduso a prendere a pugni in faccia o a pistolettate o a coltellate chiunque, o uomo o donna, osi sparlare minimamente della sua metà . Bene, vorrei vedere quanti ( o quante ) non resistessero ‘alla virtù di essere sinceri’ e, rischiando la propria incolumità fisica, si recassero comunque da quest’ uomo per rivelargli, spinti dalla sincerità, di essere ‘un cornuto’ ! Ecco, citami un esempio di questa specie, e faremo rientrare “questa sincerità”, se non nella tipologia del far bene a qualcuno, almeno nella categoria di chi, essendo amante della sincerità, rischia un qualcosa di suo per rivelarla ! :mrgreen:
    @Cavaliereerrante ….

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    • @Bruno: le noccioline americane? Quelle messe a tavola la mattina a colazione, sulla tavola apparecchiata con la tovaglia a quadretti della famiglia del Mulino Bianco? 😛

      Scherzi a parte, la maggior parte dell’umanità si autoinganna con bugie, e credo che sia profondamente vero che la verità non vada “spiattellata” come un’omelette in un locale di infima categoria.

      Probabilmente è vero quello che dicono i saggi, la verità non si mostra, si fa scoprire. A me è capitato di vedere un tizio, regolarmente sposato, baciare appassionatamente una sua dipendente: dirlo alla moglie, mia conoscente, oppure no? Non glielo dissi, perché non c’era quel grado di confidenza, e dopo parecchi anni comunque si separarono (se glielo avessi detto, non le avrei forse fatto risparmiare un sacco di tempo, e dato più opportunità di ricostruirsi una vita?).

      No caro Bruno, non la penso come te, e quello che mi ferma non è il fatto che il marito possa essere rissoso e muscoloso, ma solo che non voglia sapere. Avendone l’opportunità, tasterei il terreno per sapere cosa ne pensa in proposito

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  12. @Diemme carissima, non entro in merito all’episodio che ti ha fatto esprimere un’affermazione così perentoria, ma non credo che i rifilatori di balle siano a senso unico, come pure i colpevoli del resto!
    Diciamo che c’è una maggior propensione a farlo, anche se spesso può essere una strategia difensiva, magari dal voler saper tutto, che talvolta si manifesta con una forma di invadenza, quasi da entrare nel cervello e nei pensieri!
    Anche l’affermazione sul rendere pubbliche le cose lecite non sempre vale, non nei casi nei quali la mano destra non dovrebbe sapere quel che fa la sinistra…..
    Un abbraccio e buona giornata amica mia, è sempre un grande piacere leggerti!

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  13. Conoscendoti, @Diè …. ti credo, che rischieresti “anche” un occhio nero pur di spiattellare, dopo gli opportuni approfondimenti, la ‘nuda verità’ al @marito rissoso e fidente, o alla @moglie … idem !
    Ma si ritorna all’ inizio : se nessuno te l’ ha richiesto, se il medico non te l’ ha ordinato …. per quale ragione dovresti Tu “spiattellare” il tradimento del coniuge fedifrago/fedifraga ???
    Perchè più forte di te è dire la verità ???
    Boh …. anch’ io non la penso come te, cara amica, in questo particolare caso “del dire la verità”, semmai …. se quella coppia mi stesse veramente a cuore, approfondirei o con l’ uno o con l’ altra o con tutti e due insieme e nell’ occasione più propizia, il ragionamento di come sia bello dire la verità a chi si fida di noi, magari rinunciando ( o non rinunciandovi …. ove la relazione, più che di letto, fosse quella giusta per uno dei due, e divenisse più importante del vincolo stesso che li lega ) a qualche piacere clandestino ‘alla mordo e fuggo” che appaghi solo noi ! 😦
    Gira e rigira …. la verità raggiungibile ( non parlo di quelle “assolute” che son materia delle Religioni ), è un valore verso cui si dovrebbe sempre tendere …. soprattutto quando “dire la verità o esser coerente coi propri principi etici” ci costi qualcosa di nostro ( a @Tommaso Moro …. costò la vita ) e faccia invece del bene a tutti gli altri ! 🙂
    @Cavaliereerrante …..
    Ps. Mi sono riletto la testimonianza di @Popof … e penso che, in quel caso di cui ha parlato, io – a richiesta di mia @moglie su dove mi trovassi – avrei risposto, senza alcun dubbio, “sono al bar sottocasa … ti serve qualcosa” ? Ma anche come ha risposto @Popof …. mi sembra un peccatino moooooolto veniale, e quindi, per me, inesistente ! 😀

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    • @Bruno: come si fa a richiedere una cosa che uno non immagina esista?

      Sì, peccatino veniale quello di Popof, ma pur sempre peccatino, e probabilmente inutile. E’ vero però che a volte ci troviamo a interagire con persone talmente invadenti che il mentire per tutelare la propria privacy diventa legittima difesa!

      Io credo che Attila sia divenuto così bugiardo proprio per questa “attitudine” della Lobot a invadere la vita degli altri fino all’osso della loro intimità: considerate che è arrivata, quando allattavo Sissi, a mettermi le mani sul seno per far indurire il capezzolo, al fine di favorire l’allattamento! 😯

      Voi avreste, per quieto vivere, differito gli orari dell’allattamento per non farli coincidere con la sua presenza? Beh, io ho optato per scacciarla in malo modo, intimandole di non azzardarsi mai più!

      Ha capito? Assolutamente no, ma non ho avuto bisogno di tergiversare per differire gli orari… :mrgreen:

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  14. Si sa … io sono moooolto ‘liberale’ ….. ed anche con suocere tipo @Lobot, più che cacciarle via in malo modo, consiglierei : una bella accettata sul suo cranio roccioso ben assestata …. portando il colpo ‘dall’ alto verso il basso’ … con metà testa di qua e metà testa di là ! :mrgreen:

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  15. Aaaahhhhhhhhhhhhhh …. per un attimo, leggendoti …. e dannatamente percependo “quelle” sue mani sul tuo seno mentre allattavi …. ho visto rosso, dimenticando a “Chi” sia nonna quella donna impossibile … 😦
    No …. hai ragione Tu, un cuore d’ oro sa distinguere anche una belva … pur continuando a volerle bene ….
    Voglio sperare …. che il tempo l’ ammansisca : lei, la belva, è stata fortunata …. Tu, essendoti preclusa la via dell’ accettata sul cranio per spaccarla in due ….. no !

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