Archivio | 6 dicembre 2014

Pippone

pippo_rinunce

Uffi. Stamane avevo scritto un articolo e la connessione è andata, ora mi tocca a riscriverlo, e non riesco a caricare l’immagine.

Comunque era Pippo (per analogia col Pippone) che diceva più o meno “La vita è fatta di scelte, rinunce e sacrifici: posso scegliere di rinunciare ai sacrifici?”.

Ecco, questa è la scelta che farei, se il mio grande nemico, il senso del dovere, non me la sabotasse.

Col galoppo degli anni, iniziato qualche tempo fa, vorrei sbrigarmi a dare un senso alla mia vita e soprattutto una forma al mio corpo. E infatti quanto scritto stamattina andava a incrementare il post che uscirà il 25 dicembre (pippone natalizio) sulla mia condizione fisica e gli strumenti messi in campo per affrontarla.

Dunque, disordini alimentari: i disordini alimentari sono l’inevitabile conseguenza dei disordini della mia vita e della mia casa, che sembrano inarginabili.

Ora, con l’accensione dei termosifoni, è iniziato l’altro eterno dramma di casa mia: tutto ciò che deve stare lontano da fonti di calore, magari pure perché infiammabile, viene inevitabilmente appiccicato al termosifone, sopra o ai suoi piedi.

Il fenomeno sembra inarrestabile, creme costose (non ne compro più, ma ogni tanto me ne regalano), vengono messe sul termosifone usato a mo’ di mensola, e tutti i detersivi, quelli con su il teschio con scritto “infiammabile” “tenere lontano da fonti di calore”, vengono messi a terra appiccicati al radiatore: ma questa è solo una delle tante battaglie perse della mia vita domestica.

L’altra sono i cordless, regolarmente introvabili: ho dovuto riattivare un telefono con regolare filo, perché quando i telefoni erano unicamente cordless non vi dico le telefonate che perdevamo, e non vi dico che sensazione di impotenza sentire la suoneria e cercare concitatamente l’apparecchio da cui rispondere, sotto il tavolo, dietro al materasso, in tasca ai vestiti, nelle trousse da trucco, cassetta dei detersivi, cesta dei panni sporchi, di quelli puliti da stirare, etc. etc. etc.

Stessa sorte pettini e forbici. Di forbici io avrei fornito casa in questo modo: una in un cassetto del bagno, una in un cassetto della scrivania, e TUTTE LE ALTRE, di vari tipi e dimensioni, comprese le forbici trinciapollo, in un cassetto della cucina. A seguire forbicine nella cassetta del cucito, sul mio comodino e in un cassettino del bagno.

Bene, quando a casa mia ti servono un paio di forbici, le uniche che risultano rintracciabili sono le trinciapollo, con cui tagliamo carta, fili, etc., e con cui prima o poi mi dovrò rassegnare a spuntare i capelli e tagliare le unghie (tanto il pollo non lo mangiamo, quindi frenate il vostro disgusto, non saranno mai usate per scopi alimentari).

Pettini? Il primo che mi dice “Ma perché non gli trovi un posto e li metti sempre lì, così quando ti servono li trovi?” gli salto al collo e stringo fino a che non lo vedo diventare viola. Perché vedete, in questo mio marasma, l’ultima cosa di cui ho bisogno sono consigli tanto inutili quanto idioti (tipo “ma tu diglielo”, “trovagli un posto”, “mettilo in alto”, “la roba che lascia per terra buttagliela” e compagnia bella).

Per il pettine comunque in genere riesco ad arrangiarmi, so che dietro alla lavatrice ne posso trovare almeno un paio, uno quasi sicuramente dentro la cesta dei detersivi, magari da rilavare ma riutilizzabile in tempi brevi.

A questo, con l’avvento della dieta vegana e l’amore per il biologico, si sono aggiunti acquisti in quantità industriale coi vari gruppi di acquisto di prodotti biologici.

Tutti i prodotti acquistati si trovano in buste di plastica sul pavimento dell’ingresso, conferendogli l’aspetto di bivacco per sfollati (giustamente, l’ingresso è il biglietto di visita della casa 👿 ).

La mia casa stanca solo a guardarla. Io non sono maniaca (anche se ero una che puliva gli angoli della casa in ginocchio con spazzolini e cotton fioc), la casa vissuta va bene, ma la mia più che vissuta è invivibile!

Oltretutto, io che sto tutto il giorno fuori casa e non ho tempo a disposizione per manutenzioni varie, ho bisogno che il lavoro che faccio nel we per mettere tutto a posto venga conservato, macché! Avrei voluto farvi una foto del mio tavolo di cucina, non solo senza più un centimetro di spazio libero, ma oramai siamo passati alla stratificazione e impilamento! Non ho potuto farla perché ovviamente non abbiamo idea di dove sia la macchinetta fotografica, ma anche se la trovassimo sarebbe scarica, senza possibilità di ritrovare il caricabatterie prima del prossimo trasloco.

Ogni mattina cerco di portare i rifiuti fuori casa (grazie al cielo i cassonetti della differenziata sono vicinissimi), ma spesso i rifiuti vanno cercati in giro per la casa: oggi ho recuperato un sacchetto di bucce di mandarino, ben mimetizzato sul tavolo insieme agli altri oggetti, e mentre le gettavo (bucce nell’umido, sacchetti nella plastica) mi dicevo: non è che se le era messe da parte per qualcosa, che so io, scorze candite, guarnizioni di dolci, esperimenti di chimica, e mi tocca pure sorbirmi il pippone con le accuse di lesa creatività e danni all’erario?

Fermate il mondo, voglio scendere!  👿