38 thoughts on “Dallo psicologo: e perché ora?

  1. Neanche io ci sono mai andato, però conosco persone, anche a me molto vicine che ci sono andati e ne hanno avuto giovamento. Ora poi la mia figlia ventenne sta frequentando psicologia e finalmente la vedo coinvolta ed interessata a qualcosa. Penso che nessuno meglio di te può capire se e perché questo è il momento giusto: ti auguro che riesca a darti davvero una mano!

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    • La psicologia è una materia entusiasmante, ma è pure vero che non basta studiarla per essere bravi psicologi, bisogna pure avere delle attitudini personali, che al massimo con l’esperienza si possono affinare. Purtroppo la facoltà di Psicologia, come mia figlia mi ha fatto notare, è anche il rifugium peccatorum delle persone che di voglia di studiare ne hanno poca e, aggiungo io, non sono proprio portate, e per questo io nel post precedente esprimevo dei dubbi: di solito dico “credo nella psicologia, un po’ meno negli psicologi”. Ci vuole poco a cadere nella mani di qualcuno che ti fa semplicemente parlare – so di un colloquio tenuto da una persona che aveva al massimo la terza media, e si fece pure pagare! -, o anziché guarirti mira a tirare l’acqua al proprio mulino allungando la terapia il più possibile, o peggio ancora che con la terapia ti rovina : bisogna avere occhio…

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  2. Hai fatto bene a prendere questa decisione e spero tanto sia la strada giusta per te. La prossima volta che vai puoi rispondere con chiarezza alla sua domanda visto che hai scritto: ” non bisogna ridursi allo stremo delle forze, non bisogna “resistere” fino alla disperazione, bisogna alzare la mano e chiedere aiuto PRIMA, quando c’è ancora un margine di manovra”. A questo punto serve la tua volontà di “volerti bene un poco di più”. Un abbraccio.

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  3. Come puoi immaginare sono andato dallo psicologo.
    Come direbbe il nostro Woody ,se avessi continuato, oggi lui sarebbe miliardario, io , forse, avrei bisogno di uno psicologo.
    In realtà la. Vita va vissuta day by day, non esiste antidoto agli inconvenienti e neppure al tempo che passa.
    Se la risposta non l trovi dentro di te, nessuno te la darà.
    Lo psicologo ha solo funzione di confessore di ultima istanza.
    Un abbraccio
    Giancarlo

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    • La risposta per forza devi trovarla dentro di te ma lo psicologo, se bravo, può aiutarti a cercarla. Una mia amica, sofferente di anoressia, si trovava talmente male con lo psicologo che l’aveva in cura che a un certo punto cominciò a far solo finta di andarci. Dopo un po’ – un bel po’ – affrontò i suoi genitori e disse loro: “Sentite, io non sono pazza ma se continuo ad andare da questo lo diventerò “: gettò sul tavolo tutti i soldi delle visite non fatte (svariati milioni) e poi guarì. Potremmo però sempre obiettare che la voglia di farcela da sola le venne in seguito alla terapia…

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    • La risposta è dentro di te e, se hai coraggio, non la troverai sbagliata, solo male esposta, ma ci potrai lavorare….
      Dai, parliamo la lingua della psicologia moderna da quando veniamo al mondo, la nostra generazione è cresciuta a pane, Marcuse e Freud (o Jung per i più sofisticati)
      Il terapeuta può solo ascoltare pazientemente e (bontà sua) non ridere.
      Un abbraccio
      Giancarlo

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  4. Come la vedo? Che finalmente hai iniziato a pensare un po’ a te stessa anziché annichilirti per gli altri. E’ vero, la vita ci insegna l’altruismo ma il tuo è diventato (scusami il termine) una sorta di egoismo all’incontrario. Nel senso che il “verso gli altri” è diventato un dovere e poi un obbligo tanto da trasformarsi nell’unica ragione di vita. Non voglio assolutamente giudicare nulla, ma mi fa piacere che finalmente hai trovato il modo per pensare un po’ a te stessa. Come dicevi nell’altro post “manca proprio la voglia di averlo quest’uomo”: beh, perdere la voglia in qualche cosa non è una bella situazione. Forza e coraggio!

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  5. Approvo la tua scelta che inoltre è soppesata e ragionata da tempo e concordo quando dici che occorre agire prima, quando c’è ancora margine di manovra. vedrai che ti farà bene. E poi stai iniziando a pensare a te stessa. Un po’ sarà come fare un viaggio di quelli importanti, capace di farti tornare a casa rigenerata.
    Inoltre sono convinta che se questo specialista che hai scelto dovesse rivelarsi un bluff, Diemme se ne accorgerà presto, quindi forza e fiducia, sorriso e spada tratta!

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    • Decisamente se sarà un bluff me ne accorgerò, credo di avere sufficienti strumenti per farlo. Io sono convinta, oggi mi dovrebbero far sapere qualcosa: l’unico mio dubbio è che mi possano assegnare un terapeuta con cui non si crei il feeling che c’è stato con questo a prima vista, ma insomma, “vedendo facendo”.

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  6. quando è stato “il mio momento”, io sono andata dallo psicologo. ho alzato la mano e chiesto aiuto. e sì, mi è servito. finito il periodo di crisi, ora sto in piedi da sola già da qualche anno… ma mi ha aiutato a rafforzare le basi che avevo smarrito.

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    • Io spero mi sia di aiuto, comunque mi sono data un tempo e un budget. Ora mi hanno assegnato un terapeuta (diverso da quello con cui ho avuto il primo colloquio) e sto girando su internet ad ascoltare qualche sua conferenza, tanto per rendermi conto. Non sono convintissima, comunque vi terrò informati (so che ci tenete! 😉 ).

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    • Speriamo bene, anche perché una spesa così nel momento in cui sto perdendo il lavoro proprio non ci vorrebbe, ma il senso d’abbandono provato quando ho avuto la gamba rotta mi ha messo a terra, ed è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso di tanti altri traumi e fatiche che in qualche modo fino ad allora ero riuscita a contenere e in qualche modo gestire.

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  7. Rispondevo giorni fa a Gianpiccoli “Quelli non bravi ti assecondano e basta”: veggente fui! Insomma amici, non è andata, con questo ho resistito sette minuti, e chiarito che il suo intervento sarebbe stato solo farmi parlare a ruota libera da sola,guardando il soffitto, senza minimamente intervenire. Ho obiettato che una cosa del genere avrei potuto farla tranquillamente con un registratore, o uno specchio (no, lo specchio già sarebbe stata una compagnia da guardare negli occhi), o la prima persona che passava (insomma, se a qualcuno offrissi qualche decina di euro per stare seduto mezz’ora in silenzio penso che troverei candidati a non finire). In sette minuti ho chiesto più volte se davvero intendesse quello per terapia, e ogni volta lui ha risposto di sì e io replicato a brutto muso che una cosa del genere non mi interessava. In quei sette minuti ho pure tentato di cavargli qualche ulteriore parola da bocca (io a lui!) ma era un muro di gomma. A quel punto, dopo tre secchi “Se è così me ne vado” e tre ancora più secchi” “E se ne vada” ho guadagnato la porta e me ne sono andata.

    Rabbia, ma pure un senso di leggerezza infinito, quasi da scampato pericolo.

    Di una cosa sono certa: che con un terapeuta ti devi prima di tutto sentire a tuo agio, e questo mi è risultato di uno scostante che non ne avete un’idea.

    Mentre uscivo stizzita mi ha gridato “Resto sempre a sua disposizione”: gli ho lanciato un’occhiata modello “Dracarys!” e mi sono morsa la lingua per non rispondergli “Non trattenga il fiato mentre aspetta!”.

    Fine dell’avventura.

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  8. Forse questa domanda era per sapere se era successo qualcosa in particolare che ti aveva spinta a prendere appuntamento … Anche io per qualche tempo ci ho pensato su, poi si sono venute a creare delle situazioni particolari a cui io non riuscivo più a fare fronte e quindi avevo bisogno di un supporto.

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    • Non so se hai seguito anche il post precedente e la discussione che ne è seguita: io quel post l’ho stampato e gliel’ho consegnato (non a lui, al collega con cui avevo avuto il colloquio precedente): questi l’ha trattenuto per averlo a disposizione durante la consueta riunione con i colleghi per discutere dei pazienti. Quando ho saputo, al termine del primo colloquio, che forse non mi avrebbe seguito lui, ho subito fatto presente che non intendevo ricominciare il racconto daccapo, che provvedessero a passarsi le consegne, cosa che con un foglio di carta stampata sarebbe risultata anche semplice. Comunque, se proprio voleva sapere qualcosa lui, avrebbe potuto farmi delle domande (cosa che comunque l’ho esortato a fare tentando di salvare la seduta), ma parlare da sola guardando il soffitto è una cosa che non mi andrebbe di fare neanche se fossero loro a pagare me anziché il contrario. Senza contare, come ho avuto modo di scrivere in precedenza, il numero dei cialtroni – o incompetenti o incapaci o entrambe le cose – ritengo che sia alto, e stare seduto in silenzio è una cosa che può fare chiunque: a questo punto lì seduta ci faccio stare la mia portiera, che non solo lo farebbe gratis ma sarebbe anche decisamente più interessata all’ascolto! 😆

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    • Sì, è vero, non ho seguito tutta la conversazione. E’ anche vero che ci sono molti incompetenti. Io studio psicologia e vado in terapia da qualche mese. Ho avuto a che fare con professori non degni di questo titolo nè degni d’esser considerati psicoterapeuti per le cose che hanno detto e per il modo in cui si sono comportati. Il problema è anche, secondo me, la psicologia non può essere considerata una scienza al pari della medicina, lo studio dello psichico è uno studio su qualcosa che è inconoscibile, molti psicologi rifiutano di vedere questa realtà e di vedere i propri limiti, continuano dritto sulla propria via senza mettersi in discussione. Molte volte si comportano in modo non responsabile nei confronti del paziente, nel senso che rifiutano di andare incontro alle esigenze del paziente/cliente.
      Quando ho scelto di andare in terapia, ho avuto paura di trovarmi di fronte un incompetente. Forse perchè studio psicologia ma credo di aver scelto l’orientamento teorico più adatto a me. In terapia le cose non dovrebbero essere “nascoste”, non si dovrebbe “stare in silenzio”, non bisognerebbe “non comunicare” ma l’esatto opposto. La psicoterapia è un dono e non tutti ce l’hanno, non tutti possono fare gli psicoterapeuti !

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    • Concordo in toto. Tra le altre cose la prima regola è che il paziente col suo terapeuta dovrebbe sentirsi a proprio agio, cosa che non mi è accaduta con questo che mi è apparso tronfio e irritante (né ha fatto nulla per farmi cambiare idea, ma proprio neanche ci ha provato!).

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  9. Pingback: Fine della terapia e altre considerazioni | Diemme - La strada è lunga, ma la sto percorrendo

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