Alla fine ci sono andata. Mi ha chiesto da quanto tempo mi trovassi in quelle condizioni e “Uhhhhhh!”, rispondo io, a indicare un’infinità di tempo, e poi aggiungo: “Venti, trent’anni probabilmente”.
“E come mai ha deciso proprio ora?”.
La domanda mi ha colto alla sprovvista. Fino a quel momento avevo risposto a tutte le sue domande senza alcuna esitazione, ma davanti a quella mi sono ammutolita.
Uscita di lì ho continuato a rimuginare e mi sono data un po’ di spiegazioni:
1) Tanto per cominciare, il nominativo di questo professionista mi è stato dato non solo da una persona per cui nutro grande fiducia, ma che è personalmente stata in terapia da detto professionista, del quale dice che gli ha risolto la vita (e considerando come questa persona sta messa bene ci posso credere).
2) La sede dello studio è facilmente raggiungibile dal mio ufficio, e il lungo orario di ricevimento mi permette di organizzarmi bene.
3) Per motivi che non vi sto qui a spiegare, a causa di Attila butto ogni anno circa 1500 euro nel secchio della spazzatura e a un certo punto mi è ribollito il sangue al pensiero che è sempre sulla mia pelle che finisco col risparmiare: se ci sono i soldi per i suoi “dispetti” li trovo pure per la mia salute.
4) Come ho descritto nel post precedente sono andata avanti, in questi ultimi venti/trenta anni, col pilota automatico, ma con l’avanzare dell’età mi rendo conto che detto pilota comincia ad avere i bulloni arrugginiti, e allora bisogna che io mi attrezzi con un salvagente – o rete di salvataggio che dir si voglia – prima che mi lasci completamente a terra. Da tempo oramai ogni mattina mi sveglio a furia di schiaffoni e caffè, e più vado avanti più devo rincarare la dose – soprattutto di schiaffoni – per potermi mettere in piedi, e allora devo cercare di risolvere prima che sia scomparsa l’ultima oncia di forza (e l’ultima goccia di caffè).
Ecco, quest’ultimo concetto, che secondo me è sacrosanto, non sono riuscita a trasmetterlo ad alcune persone in difficoltà eppure mi sembra così ovvio: non bisogna ridursi allo stremo delle forze, non bisogna “resistere” fino alla disperazione, bisogna alzare la mano e chiedere aiuto PRIMA, quando c’è ancora un margine di manovra.
E voi come la vedete?