Archivio | 12 Maggio 2015

E ora la Lobot mi ama…

Monster in law - falso abbraccio

Mia madre ripeteva sempre, davanti a qualsiasi cosa lasciasse stupiti, “la vecchia nun voleva mai mori’, perché più campava più ne vedeva!” e ora, come mai vent’anni fa mi sarei mai aspettata che la famiglia di Attila mi voltasse le spalle in blocco, così oggi non mi sarei aspettata un tardivissimo (oltre vent’anni) nuovo cambio del vento.

Già ne avevo avuto sentore in una precedente occasione, ma stavolta, di persona, la cosa è stata più manifesta.

Mi dice mia figlia che il padre sta male, malissimo, è moribondo. Ovviamente non ci credo, sono i suoi classici “sturbi”, quelli che si fa prendere ogniqualvolta la vita gli presenta il conto di qualche cappellata che ha fatto. Generalmente funziona così: conto da pagare, sturbi, mammina in ambascia per il figlio moribondo che provvede prontamente a toglierlo dai guai.

Dunque, mia figlia vuole correre in ospedale dal padre abbenché io, ben avvezza ai di lui melodrammi, tenti di tranquillizzarla.

Durante il viaggio mi fa mille raccomandazioni su come comportarmi con sua nonna, e si raccomanda soprattutto di non esprimere la mia opinione in merito ai malesseri del padre.

Arrivo, mi appresto a salutare in maniera del tutto formale l’augusta genitrice dell’unno, quando lei mi butta le braccia al collo, baci, abbracci, mille feste, e chi più ne ha più ne metta.

Seguono mille complimenti sia a me che a mia figlia (sì, proprio quella mia figlia che lei ha tanto traumatizzata esprimendole, quando era piccolissima, il suo profondo desiderio che io morissi), mentre dalla mia testa esce una nuvoletta con scritto “Boh!”.

Considerate che anche in ufficio la persona che mi ha tanto attaccato è diventata improvvisamente zuccherosa: che io stia per morire e non lo sappia? Cambiamenti sospetti, molto sospetti…

Non ragioniam di lor ma guarda e passa?