Archivio | 2 Maggio 2018

E a voi cosa è successo?

E sì, succede proprio così, ve lo garantisco.

Uno è giovane, anzi, è bambino, ed è impegnato a giocare. A pranzo e a cena l’unica preoccupazione è quella di lavarsi le mani, e sperare che non ci sia qualche cibo che non ci piaccia, e che qualcuno ci obbligherà a mangiare.

C’è l’ordine costituito, la mamma, il papà, i nonni.

I nonni hanno circa sessant’anni, forse meno: ecco, impari l’età dei nonni.

Poi vai a scuola, e la vita si fa a mano a mano più difficile per certi versi, coi compagni di classe che prendono in giro, un professore che proprio non ti va giù, gli sconvolgimenti ormonali, ma pure più facile, appassionante e bella, con l’indipendenza, la libertà, le scelte…

T’innamori, ti prendi, ti lasci…

Ti diplomi, magari ti laurei, cerchi lavoro, lo trovi, oppure non lo trovi e vai avanti inventandoti qualcosa o a precariato, magari un amore si è consolidato, magari metti al mondo dei figli e lì cambi, hai più ragioni per andare avanti, anche più forza, più doveri, più responsabilità, più amore…

Diventi forse più saggio, sicuramente più tollerante, nel lavoro hai seguito fino a un certo punto obiettivi, magari li hai raggiunti, o più verosimilmente sei rimasto deluso, non ci credi più, avresti voluto dare di più a questa società e a questo mondo ma non lo hanno neanche voluto questo tuo “di più”, maledetto sistema incancrenito che ti illudevi di poter cambiare!

E quand’è che l’hai persa questa illusione? E’ successo tutto insieme o un po’ alla volta?

E poi le analisi che non sono più quelle di una volta, come l’entusiasmo non è più quello di una volta, il passo non è più quello di una volta (per non parlare del punto vita…).

I nonni li hai persi da un pezzo, un pezzo di cuore che è andato via, i tuoi genitori sono i nuovi nonni, nonni giovani, poi meno giovani, poi ti trovi ad occuparti di loro che hai appena finito di svezzare i figli e pensavi di goderti un po’ di libertà.

Poi ti scatta una qualche molla quando dici la tua età, perché pensi di avere venti o trent’anni, al massimo quaranta se sei sfigato, e invece sono sessanta, e se non sei nonno è perché la società è cambiata, non perché non hai l’età.

Ti guardi allo specchio, forse ti riconosci o forse no, ma certo che continui a chiederti come sia successo, e tu dov’eri quando è successo, e quale treno hai perso, quali treni, quali aerei, quali navicelle spaziali per quel pianeta felice in cui eri sempre lì lì per andare a vivere…