Dobbiamo parlare

Cagna uccisa con cuccioli - Ucraina

L’ho affrontata.

Le ho detto che, siccome non voglio mandarla via da casa, neanche per andare da papino suo (che lei parla parla, ma sempre qui sta), se la situazione non si risolve me ne vado io.

Piano piano mi cercherò qualcosa – mentre suo padre ha una casa vuota che non sa a chi affittare -, magari in un paese vicino, come ai bei tempi della gioventù quando, pur di affrancarsi dai genitori, ci si adattava alle situazioni più improbabili.

Certo, devo fare i conti con il lavoro, deve essere qualcosa di ben collegato, magari nei pressi di una stazione.

Lei l’ha presa male, non capisce. Non si rende conto che la sera devo contrattare pure di poter alzare una gamba per infilare i pantaloni del pigiama. Non si rende conto che ogni mia conversazione telefonica è a tre, e che se io faccio una telefonata a un amico o a un’amica anche per rilassarmi un po’ alla fine ho la testa che mi scoppia.

Non si rende conto che passo la vita a cercare i miei oggetti, compresa la mia borsa quando sto sulla porta per uscire, per non parlare di giacche, etc., perché la roba a casa mia viaggia, al contrario di me che, quando non sono al lavoro, sto sempre piantata a casa a tentare di tamponare la situazione.

Non si rende conto che quando la notte crollo dal sonno, lei se ne lamenta, e per ripicca ignora che io stia dormendo, e qualunque cosa le serve mi sveglia: ora che sto qui a descrivere tutto questo mi rendo conto che rasentiamo la tortura, di quelle che ti portano dritte in clinica psichiatrica.

Lei dice che cercherà di cambiare, ma per ora non si vede luce all’orizzonte. Ieri ha rifatto i piatti che ha sporcato, e in effetti ora comincio a ritrovare sulla mensola del bagno quelle due cose che ci lascio.

Ah, poi ne aveva un’altra. Quando doveva andare da qualche parte, semplicemente prendeva tutto quello che le serviva, compreso il dentifricio (magari per andare a casa del padre o della nonna, dove si suppone ci fosse), e meno male che ho quello piccolo in borsa, che uso quando sono fuori.

Non so voi, ma a me sembra che il suo messaggio sia che non esisto, se non da un punto strettamente strumentale.

Il mio handicap è l’assenza, la mattina esco troppo presto, e la sera rientro troppo tardi e troppo stanca per affrontare/impostare qualunque cosa. Nel week end sono letteralmente abbrutita dalle cose da fare, quella che veniva definita un’intelligenza brillante credo sia andata a farsi benedire, anni di schiavitù inchinata a raccogliere, e oltre al lavare stirare pulire c’è il cercare, cercare, cercare.

Non vorrei stare lontana da lei, ma voglio il mio spazio, e se non c’è altro modo, se il rispetto non è contemplato, qual è la soluzione?

Ricordo i tempi in cui nelle famiglie c’era il padre che andava al lavoro, e il suo riposo era sacro: “Zitti, papà dorme”, e guai a disturbarlo.

E invece la mamma non deve dormire mai.

Inutile dirvi che tutto il comportamento di cui sopra  è tale e quale quello del padre, anche se in forma decisamente più moderata.

Sapete che mi ricorda tutta questa situazione?

Naturalmente, il mio Furio è distribuito, ognuno fa la sua parte, piccola o grande, è l’insieme che fa quell’effetto!

(Lo so che non mi ci vedete come vittima, ma credetemi, sono umana, carne e ossa!)

 

43 thoughts on “Dobbiamo parlare

  1. Io invece è da un po’ che ti ci vedo come vittima…..e di rispetto, nonostante l’amore che non è in dubbio, ne ho sempre visto troppo poco nei tuoi confronti! Ormai è grande, e che è intelligente lo si sà….quindi è inconcepibile questo modo di fare…..questo non voler capire e il non volerti dare mai una mano in niente…. Hai fatto bene Diemme, forse era la scossa che ci voleva 🙂

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    • Per certi versi lo sono sempre stata, ma non per debolezza, piuttosto per senso di responsabilità e maggior prudenza. Per esempio, io non so se sarei capace o meno di vivere come Attila, ma so con certezza che NON VOGLIO vivere come lui, mi sarò sempre spaccata la schiena ma la mia dignità è integra!

      Mia figlia ha anche tanti problemi, io la capisco, e la mamma è la sua ancora e la sua roccia, ma ogni tanto realizzo che ha vent’anni, e vent’anni sono tanti, le situazioni le capisce, e comunque le sono state abbondantemente illustrate. Per parlarci ci parlano tutti, ma lei si mette sulla difensiva e si arrocca ancora di più, soffre in silenzio e continua a comportarsi come prima.

      E’ una ragazza di buoni sentimenti, solo che non capisce che la mamma fa parte degli umani, tutto qui. Non capisce che la mamma è anche persona e certo, un po’ d’opportunismo non si può negare che ci sia. Invece non credo che quanto le ho detto possa darle la scossa, aspetterà che mi passi, o comunque lo spererà.

      Quando sarò andata via forse un po’ le mancherò, poi si adatterà, e resterà nella casa più comoda mentre chi continuerà a fare sacrifici sarà io: poi dicono che le donne aspettano il principe azzurro… mica ci starebbe male a questo punto, sai? Il mio sogno è un uomo che stia sempre fuori per lavoro… non lo tradirei mai, giuro!

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  2. Era da tempo che sentivo nelle tue confessioni “scappate” questa crisi tra te e LEI.
    Ora… che dire…. non ci sono consigli “miracolosi”, dove uno li esegue e risolve il problema. Anche perché (secondo me) le radici di questo sfogo sono più profonde. Ed a dirti la verità (sai che sono sincero anche quando ferisco)…. magari non è solo colpa sua. Anche se ti sono vicino e cerco di sollevare la tua rabbia (in quanto amico) non posso essere severo con LEI e dire “ha torto”.
    Ricordati sempre – diceva la mia nonna – che i bambini non sono altro che il specchio di quello che hanno coltivato i loro genitori. Ed nel tuo caso…. non penso di aver coltivato Atila.
    Parla con lei. Falli vedere i tuoi ragionamenti. Ma tieni sempre presente anche i suoi. Soltanto cosi potrai reindirizzarla verso quello che desideri tu.

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    • Io li capisco i suoi. Si dice che ci vuole un intero popolo a crescere un bambino, io invece sono stata quasi sola, eccezion fatta per mia madre, ma fino a un certo punto (abitiamo molto lontano, e lei ora non guida più del tutto, ma anche prima da me con l’automobile non c’è voluta mai venire). Il padre ha remato contro. Io mi sono potuta deicare a lei molto meno di quanto avrei voluto e ora, il salto dal liceo all’università ha un po’ scombussolato la sua vita.

      Anche questa passione etica/salutista/veganista, che le è presa fissa come una malattia, ha fatto di lei una specie di santona che va predicando agli altri come devono vivere: ecco, forse il principio della fine è stato quello, il rovinarmi pure il momento del pasto, il trasformare con le sue parole e i suoi sguardi ogni boccone in letame. L’ultimo anno del liceo per lei fu terribile, perché per questo motivo fu isolata dalle sue amiche; ora ne ha trovato altre, che la pensano come lei e con cui va d’amore e d’accordo, peccato che io non faccia parte di quelle che la pensano interamente come lei (la carne l’ho eliminata, lo ritengo giusto e cono convinta, me per il resto veda di non rompere).

      Ragionamenti ne abbiamo fatti tanti, ma cambiare è difficile. Poi si mette all’angoletto tutta mortificata per non disturbare, che sono io a richiamarla, e allora tutto ricomincia: pare non conoscere una via di mezzo tra lo stare lontana o soffocare, non parlare per niente o parlare quando dormi, etc. etc. etc.

      Che ti devo dire, è giovane, magari deve solo aggiustare il tiro!

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    • E cresciuta D. Il suo carattere comincia a ribellarsi. Vuole avere le sue concezioni della vita. Vuole avere ragione. Non accetta più una persona che la fa indirizzare. Ora ha bisogno di certezze.
      P.S. Magari…. hai mai pensato di usare la psicologia inversa? Chissà…..

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    • Psicologia inversa è quando tu vuoi che faccia una cosa ma sei sicura che lei non vorrà. Perché lei è sempre contro. Allora tu li dirai di non farlo. E se come lei vuole sempre il contrario allora…. lo farà.

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    • Un mio ex capo psicopatico funzionava così, un mio collega è riuscito a conviverci così, chiedendogli sempre di fare il contrario e ottenendo un diniego e l’ordine perentorio di fare esattamente come il mio collega intendeva fare fin dall’inizio. Peccato che io non intenda manipolare nessuno, mia figlia men che meno. Spero che sia una ragazza matura, non uno scriteriato bastian contrario.

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    • No, non credo che dire quello che si ha dentro sia sempre la cosa giusta, lo stolto si comporta così, non il saggio.

      Il giusto tatto? Magari esistesse una ricetta per il giusto tatto, comportamento davvero difficile da tenere!

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    • Non è altrettanto facile simulare il cardinale richelieu.
      Armand jean du plessis ce n’è solo uno.
      La stoltezza non passa attraverso quel che si prova. Sarebbe un po’ banale.
      Il mio consiglio verte unicamente sul non tener nulla dentro perché è cosi che si diviene e si muore da vittime.
      Il modo (come dire quel che si vorrebbe dire) invece, appartiene alle logiche a noi più prossime.
      In fondo, giochiamo ogni giorno con fantasmi che sono le parole non dette. E quei fantasmi, prima o poi, esigeranno un credito.
      Stolto o saggio che dir si voglia.
      In bocca al lupo.

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    • Caro vagoneidiota, ti ringrazio di essere qui e del tuo intervento (però dai, dammi un altro nick con cui chiamarti, così m’imbarazzi!!!). Forse non mi conosci ancora bene: credimi, non sono una che si tiene le cose dentro, piuttosto le inflaziono a furia di dirle!

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  3. Ho fatto un test (quale dea sei) e mi è venuto questo (occhio al consiglio!):

    Era (la Giunone degli antichi romani), splendente settima e ultima consorte dell’autorevole Zeus, re dell’Olimpo, è la dea che ti governa e a cui sei particolarmente affine. Come lei attenta, consapevole, elegante, un filo sofisticata (senza però eccessi di dubbio gusto) sei innanzi tutto moglie e, di conseguenza, consideri il tuo compagno la persona più importante della tua vita. E’ lui tutto il tuo mondo, per lui faresti qualunque cosa perché quello che ti sta veramente a cuore è il vostro legame e anche, generosamente, la sua felicità. Fortunato è colui che ha deciso(o deciderà) di stare con te per sempre.
    IL CONSIGLIO: Il senso del dovere, che in te è fortissimo, spesso tende a sopraffarti, a farti perdere di vista te stessa. Cerca di ricordarti che in una coppia i diritti dovrebbero essere suddivisi equamente come i doveri.

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  4. i figli se non sono sereni la prima cosa che fanno è dare la colpa ai genitori e non solo i figli dei separati,i miei figli vivono in casa con tutti e due genitori ma il loro pilastro sono io ,il padre è come se non ci fosse…cerca di mantenere sempre un dialogo con tua figlia …..ti abbraccio

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    • Il padre per lei è tanto importante, ma per me è il cancro della famiglia. Pessimo esempio, ma è tutto moine e gentilezze, completamente deresponsabilizzato, che oltre a parassitare tutto il resto sta parassitando anche un affetto che non gli spetta.

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    • Delusa no, di lui lo ero già prima, di lei non lo sono, ma certo c’è tanta amarezza. Magari è pure normale, gli anni del distacco dai genitori, quelli in cui i figli tagliano il cordone ombelicale ci sono e sono duri: mia figlia durante l’adolescenza non mi ha dato un problema, ma prima o poi questo conflitto generazionale doveva esserci. Passerà, anche perché a questo giro o passa il periodo o passo io.

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  5. Ciò che chiedi e che vorresti, mia cara, è nel pieno diritto di ogni persona: aver un po’ di spazio proprio, lavorando ancora più meritato, ma soprattutto non aver la sensazione di esser una schiava in casa. Credo che l’effetto deleterio di Attila ti sia derivato anche per interposta persona, ma Sissi ha l’età e l’intelligenza per capire che non ci vuol molto per tenersi sempre cara la mamma ed evitare spiacevoli (per lei soprattutto) conseguenze, che non è stato male tu abbia minacciato.
    Secondo me è quasi tardi, nel senso che darsi un po’ più da fare pure lei in casa l’avrebbe dovuto imparare ancora parecchio tempo fa e che forse tu, sempre impegnata a levarti di torno quel parassita umano, hai un po’ messo in secondo piano questa esigenza, forse per eccesso di protezione per una figlia tanto amata, giustamente direi. Ma ora pure lei deve darsi una bella mossa, perché finora le è andata fin troppo bene e chissà che nell’entrare in sintonia con un diverso ruolo che è necessario lei interpreti, non si renda conto di certi influssi negativi che riceve. Un abbraccio forte amica carissima, spero tutto finisca per risolversi nel migliore dei modi!

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    • Caro Sergio, che piacere quando passi a trovarmi!

      Guarda, io nei confronti di Sissi mi sento anche tante responsabilità, ma in questi ultimi tempi qualcosa è cambiato, è diventata ingiusta, che prima non era. La mia stanchezza poi per la storia di mia madre ha fatto il resto, è stata la ciliegina sulla torta o, per dirla meglio, benzina sul fuoco…

      Il padre è sempre più insopportabile, ma sempre con quella sua parvenza di “tanto carino!”, “tanto dolce”, “tanto buono”! Qui si dice che se lo può comprare chi non lo conosce, ma io lo conosco!

      Grazie del tuo abbraccio e del tuo affetto, che ricambio di cuore.

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    • Non la merita, è una brava figlia, ma dovrebbe imparare a camminare un po’ sulle sue gambe, senza tanti servi servitori e camerieri. E’ anche normale che non capisca il costo dell’essere madri, del lavorare dalla mattina alla sera, etc. etc. , del non avere vent’anni, ma bisogna che un piccolo sforzo per capire lo faccia, anche perché lei i suoi spazi come li difende, con che grinta e con che puntuali argomentazioni!

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    • Educazione, rispetto, e che intervenga anche l’affetto, un po’ di pietà per una madre che sin dal momento del concepimento ha dato la vita per lei.

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  6. Io invece ti ci vedo eccome, come vittima. E penso che hai dedicato a tua figlia vent’anni, è ora di basta, è ora che ti dedichi anche a te stessa, perchè tutti i malesseri che poi ti trascini, ti stanno logorando. E no, non sei una pessima madre se vai a vivere altrove, anzi è ora che tua figlia cresca realmente e impari ad essere un po’ più indipendente… e disciplinata!!

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    • Tu non hai idea che cancro sia il padre… io continuo a pensare a lui come la radice di tutti i mali, e che ci trova lei che lo adora, ancora lo devo capire. Anzi, per la verità, lo capisco benissimo, lui è quello del gioco, della mancanza di responsabilità, la leggerezza della vita, quello che compra le caramelle… magari poi non paga il dentista, i libri di scuola e le visite mediche, ma tra l’austerità della madre e la giocosità del padre, da cosa pretendiamo che sia attratta? Il fatto è che anche a me piacerebbe giocare con mia figlia e passarle i vizi, solo lui ha diviso cristianamente i compiti, a me tutto il dovere e a lui tutto il piacere e io, come la madre vera nel giudizio di Salomone, che dovevo fare, dire tagliatela a metà?

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    • no però tagliare a metà lui non guasterebbe 😉
      scherzi a parte, tua figlia deve davvero crescere… e non può farlo attaccandosi a te, anzi deve proprio staccarsi!

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  7. non ho letto i commenti, quindi non so se ripeto una cosa già detta… io non credo che il suo messaggio sia che tu non esista, al contrario: sei talmente “esistente” da essere data per scontata. Non ci rendiamo conto di quanto sia importante ogni pezzetto di noi fino a quando non ci fa male e si ribella, e solo allora “cadiamo dalle nuvole”… Per tua figlia tu ci sei, ci sei stata sempre e negli stessi schemi e modalità, e la vita è sempre andata avanti benissimo così: cos’è cambiato “adesso”? Il problema, secondo me, è che la gente non capisce che esiste una soglia, un limite oltre al quale, semplicemente, non ce la si fa più. e un po’ è anche colpa nostra, che arriviamo sempre più vicini a quel limite senza porre pali definitivi “prima”

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    • Probabilmente è come dici tu, io sono scontata, il padre non lo è.
      Ricordo quando da bambina fece un disegno della sua famiglia, io enorme e sotto lei e suo padre, piccoli piccoli, che si tenevano per mano… e ho detto tutto!

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  8. Ti seguo da poco….per cui quello che mi sento di dirti è questo: Tu hai permesso che tutto questo accadesse….ti sei data fino allo spasimo mi sembra di capire e tutti ne hanno approfittato e ne approfittano, compresa tua figlia che dovrebbe non solo aiutarti, farsi carico di alcune incombenze, farti riposare perché non sei di ferro ma desiderare che tu abbia un poco di serenità e di gioia dalla vita. Mi spiace Diemme, se fossi sola ti metterei a disposizione subito la mia casa per aiutarti a sbloccare la situazione ed a vedere se la figliola riesce a rendersi conto della preziosità della tua presenza senza approfittarne MA COLLABORANDO con te. Un abbraccio.

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    • Il fatto è che il figlio nasce, tu ti ritrovi da sola, ti tappi il naso, rimbocchi le maniche, metti il paraocchi e vai avanti, avanti, attingendo a tutte le tue forze e dimenticando che esiste un mondo al di là di quello. Poi, sei talmente presa dalla situazione, che non ti rendi conto che è passato tanto tempo, che tu non sei più tanto giovane, ma in compenso tuo figlio non è tanto piccolo. Molti/e ex compagni/e di scuola di mia figlia già lavorano, mentre lei si permette di non lavarsi neanche un bicchiere. Ripeto, si fa la spesa e si cucina perché è stato l’unico punto su cui ho avuto margine di manovra, e oltretutto adesso, con questa storia del veganesimo, mangia tutte robe strane che lascio a lei reperire.

      Questo farsi la spesa però ha comportato l’indipendanza economica, io le lascio soldi di cui non le chiedo conto. Devo dire che è molto oculata (a parte le spese che fa per gli extracomunitari fuori dei supermercati), ma il concetto è lo stesso, ha un’autonomia che le permette un margine di spavalderia in più, e sono soldi che non ha certo faticato a guadagnarsi.

      Per la casa io le chiedo aiuto, anche perché un’impostazione alla casa dovremmo deciderla insieme, ma lei fa per conto suo, sbarazzandosi della mia roba e riversandola tutta in camera mia, io alla fine non posso che far la stessa cosa con la roba sua, e così non si risolve niente, nessuna collaborazione, solo una difesa a oltranza del proprio spazio cercando di conquistarne sempre un pezzetto in più.

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  9. Mi rendo conto che certe situazioni bisognerebbe viverle per poterle capire e dare consigli ma qualche volta fare un colpo di testa che nessuno si aspetta può servire a far crescere chi non vuole crescere. Lo dico per esperienza personale nel senso che tutte le volte che mia madre mi è apparsa stanca, debole, fragile oppure minacciava di andarsene di casa (eravamo in 6 figlie), io mi responsabilizzavo sempre di più e diminuiva la mia dipendenza da lei.

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  10. Le madri darebbero la vita per i loro figli, ma non è detto che quel darebbero deve diventare “danno”, in questo caso. certo l’assenza della madre pesa ai figli, ma c’è una ragione, non è che vai a divertirti. Ci dovrebbe essere più collaborazione da parte sua e più comprensione per ciò che fai e ci vorrebbe il non egoismo di lasciarti almeno una parte di vita libera. E’ difficile, i figli spesso sono egoisti. Un nuovo “discorsetto”? Lo so che sei stanca, cara amica, ma prova ancora, e ancora, alla fine ti verrà incontro. Ti abbraccio.
    (l’immagine che hai postato mi fa morire…)

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  11. Hai tutte le ragioni del mondo e se tua figlia non lo capisce da sola devi farglielo capire tu.
    Però la foto che hai messo all’inizio è terrificante …. ti dico sinceramente che stavo per chiudere e non leggere nemmeno il post. Su queste cose sono molto sensibile.
    Ciao 😘😘
    Marta

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    • Ma quell’immagine rappresenta perfettamente come mi sento.

      Da due giorni fa la sostenuta, oggi addirittura aveva due ore di buco ed è andata a casa del padre in assenza del medesimo. Stamattina neanche una telefonata, e io che non so i suoi orari ho dovuto aspettare l’ora di pranzo per farle uno squillo e sentire la sua risposta calata dall’alto: ma se non la chiamassi e mi limitassi a riprendermi la mia vita???

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    • Sinceramente non so cosa dirti, non avendo avuto figli non mi sento in grado di darti un consiglio. Segui quello che ti dice il cuore e visto che tua figlia ormai è adulta, cerca di parlare chiaro con lei e di farle capire il tuo stato d’animo, se ti vuole bene, e penso sia così, sono sicura che troverete un modo per risolvere la situazione.
      Ciao un abbraccio
      Marta

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    • Cara Marta, non posso raccontarti qui come sta proseguendo la storia perché è troppo privata, semmai ci sentiremo di persona. Quello che posso anticiparti è che sta passando pure un periodo difficile e molto, molto impegnativo da un punto di vista sia fisico che mentale, e non è il momento di tirare il freno. Tra un paio di mesi al massimo le cose si saranno assestate, e allora valuteremo il da farsi.

      Un abbraccio a te, ci sentiamo presto!

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  12. Premesso che sono sempre convinto che a tua figlia serva un fidanzato, potresti essere avanzare un’istanza al Tribunale, che le imponga una serie di comportamenti.
    Potrebbe essere una sentenza che farebbe storia: mamma ottiene dal giudice che la figlia si comporti da figlia!
    E quindi via a tutta una serie di prescrizioni: fidanzarsi, non disturbare in determinati archi orari, lavarsi panni, stoviglie, ecc.
    Diventeresti famosa (ho detto famosa, non formosa…)!

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