Archivio | 26 gennaio 2013

Ieri, oggi e domani

Lunga la strada di chi non smette mai di amare

Beh, l’intenzione era scriverlo ieri il post, visto che stanotte ne uscirà un altro, ma non ce l’ho fatta, ho scritto il titolo e lì è rimasto (ma non sia mai che mi rimetta a rimpinguare le bozze!).

Quello che volevo dire è che su un altro blog sono stata rimproverata di essere troppo legata al passato: “Nooooooo”, direte voi sarcasticamente, “ma cosa dici mai!”.

Beh, a parte che io credo che il passato sia sacro, e che nessuno dovrebbe mai dimenticarlo, pena dimenticare chi si è, quello che nella vita si è costruito, le prove che si sono affrontate, le persone che abbiamo incontrato, tutti fattori che sono le colonne portanti del nostro presente, il mio problema è semmai che non guardo il futuro, ma le cose non sono assolutamente collegate.

Anzi, sì, nel mio passato si può trovare la radice di questo disincanto, di questo mio navigare a vista, indubbiamente godendomi il paesaggio, ma assolutamente senza meta.

Pur ben conoscendo le motivazioni di questo mio agire (o non agire, a seconda dei casi), non credo che la memoria del passato c’entri niente, tutt’altro: se riaffondassi ben bene le mie radici nei punti giusti, potrei anzi far nascere nuovi rami, con nuovi frutti.

Il problema è che non ne ho voglia, perché sarebbe un processo doloroso, e non ho la benché minima voglia di provare alcun dolore. Sono anestetizzata, lo so, ma l’anestetico funge al suo scopo.

Un giorno, forse, non ne avrò più bisogno, e allora sì che aprirò gli occhi e guarderò alla vita con un sorriso e tanta energia, ma ora no.