Spazio, tempo e forze per uno solo

La lotta contro l’aborto è quasi un motivo portante di questo blog, ma a una genialata come questa letta oggi su fb non ci avevo mai pensato.

Vi riporto la storia letta or ora:

Una donna arrivò disperata dal suo ginecologo e disse : “Dottore Lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio… mio figlio ancora non ha completato un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un cosi corto spazio di tempo, ma sì con qualche anno di differenza……

Allora il medico domandò : “Bene, allora Lei cosa desidera che io faccia?”.

La Signora rispose : “Voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto”.

Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: “Penso che abbia trovato un metodo per risolvere il suo problema meno pericoloso per Lei”..

La signora sorrise pensando che il medico aveva accettato la sua richiesta….

Il dottore continuò a parlare : “Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con 2 neonati in un così corto spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia , cosi lei potrà riposare per 9 mesi finché avrà l’altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell’altro, anche perchè sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perchè non ci saranno rischi per Lei”.

La donna rimase molto più che disperata e disse : “Nooooooo dottore uccidere un bambino è crimine!!!”.

Il dottore rispose: “Anch’io la penso come Lei, ma Lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla.”.

Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c’era la minima differenza fra quello tenuto in braccio e quello dentro al suo ventre.

Sorrise e disse : “Ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino …”.

57 thoughts on “Spazio, tempo e forze per uno solo

  1. Una semplificazione un po’ troppo grossolana per poter far cambiare idea a qualcuno… Il punto centrale riguarda la definizione di vita – cos’è e quando inizia. Per il dottore, la vita del bambino già nato e di quello che è stato concepito sono la stessa cosa; per molte persone, no. Esistono aree grigie (è una bella definizione inglese) in cui non si trova consenso tra i diversi punti di vista delle persone che vivono in una società… le tre aree grigie più importanti riguardano il concepimento (vita), l’eutanasia (morte), e i gusti sessuali (amore). Temi, come vedi, tutti centrali nell’esperienza di ciascun individuo. Fai bene a lottare per quello in cui credi – tuttavia, mi chiedo sempre perché chi è contro l’aborto (o l’eutanasia o l’omosessualità: non credo sia il tuo caso, o, almeno, non lo so) non riesca a percepire il relativismo delle proprie posizioni… Non è una critica (non conosco la tua visione completa, e quindi sto generalizzando), ma solo un tentativo di ampliare un po’ la riflessione….

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    • @Paolo: io ho delle idee molto precise, ma non le impongo agli altri. E’ chiaro che la definizione di vita è qualcosa che va al di là dello scientificamente dimostrabile e infatti qualcuno, giorni fa, faceva con me l’avvocato del diavolo chiedendomi quale fosse la mia posizione di fronte agli embrioni andati distrutti (che, al di là di qualsiasi assimilazione della vita che sta crescendo in un grembo materno, non mi hanno fatto, a torto o a ragione, nessun effetto).

      Io considero l’aborto un omicidio, ma certo non considero le donne che abortiscono delle serial killer o assimilabili a chi si mette una pistola in tasca, o un bastone, o un coltello, e va in giro ad ammazzare gente. Considero queste donne o superficiali, o impaurite, o di un materialismo per me ingiustificabile, ma non è che io poi non frequenti persone che hanno abortito (ma puoi star certo che, se mi capita di incontrarle “prima”, tento di dissuaderle). Io credo, abbastanza lontana dal colpevolizzare come si potrebbe credere le donne che abortiscono, che l’aborto sia un grosso inganno sociale, una cosa che ci hanno fatto credere che sia possibile e persino giusto fare. Ci hanno fatto credere che abbiamo il potere sulla vita e sulla morte (altrui), ci hanno fatto credere che con soldi e potere si vince ogni malattia, ma poi siamo chiamati a fare i conti con la nostra miseria umana e le nostre armi spuntate, e allora lì ci converrebbe ritrovarci un bagaglio di spessore umano differente.

      Per quanto riguarda l’eutanasia sono invece d’accordo anche perché, e mi pare una differenza non da poco, chi decide decide per se stesso (e quindi non avrei staccato la spina né a Eluana Englaro né a Terry Schiavo) e, relativamente all’omosessualità, per dirla in maniera piuttosto cruda, non ho mai avuto la morbosità di andarmi a interessare di chi tromba chi, a meno che non si trattasse del mio compagno ovviamente (e qui non parlo di omosessualità, ma di adulterio).

      Sono contro ogni forma di promiscuità ma, anche qui, è una scelta che riguarda me stessa, gli altri del proprio corpo facciamo pure quello che credono più giusto e che più li aggrada.

      Spero di essere stata (un po’ più) chiara.

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    • Io l’ho pensata sempre nello stesso modo. Certo, adesso sono ancora più convinta, non solo perché ho avuto una figlia in condizioni difficili, e non posso neanche pensare che, se non avessi avuto certe ferme convinzioni, oggi non avrei questa felicità, ma anche perché ho conosciuto tanta gente, anzi, ho conosciuto solo gente che ha abortito senza averne davvero necessità.

      E poi oggi, con le ecografie, ma come si fa a chiudere gli occhi e a pensare che finché non esce dalla pancia non esiste?

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  2. Una storiella che mi ricorda molto certe presentazioni PowerPoint che si propongono di educare, volgere al bene, i lettori.

    C’è da chiedersi se per portare avanti un’idea ci sia bisogno di queste cose.. 😉

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    • @Enrico: è comunque un invito a riflettere… magari gli abortisti liquideranno la questione affermando che non è la stessa cosa: chissà però se saranno capace di spiegarmi il perché non è la stessa cosa 🙄

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  3. Un cuore che batte è vita. Non importa se dentro o fuori la pancia della mamma. E’ vita e basta. Possibile che ci sia ancora qualcuno per cui questa cosa non è chiara?

    Quanto alla storia raccontata, anch’io avrei aspettato di più per avere il secondo figlio. Quando mi accorsi di essere incinta di nuovo, il mio piccolo aveva quattordici mesi. Mi, ci è venuto un colpo, davvero. Ma nemmeno per un istante abbiamo pensato di non far nascere quel bambino. Quando lui sembrava non dovesse nascere, eravamo disperati e, se è vero che lui da solo ha lottato per vivere, è vero anche che la sua nascita per me è stata un miracolo. Ancora oggi guardo mio figlio e ringrazio il Signore per questo dono meraviglioso che ha voluto farmi. Ma proprio questo dono ha cancellato ogni dubbio, ogni esitazione, ogni preoccupazione … no, non accetto che una donna dica “non posso farcela”. L’amore dà una forza che nemmeno si pensa di poter tirar fuori, neanche in momenti difficili. E tu, cara Diemme, ne sei testimone diretta.

    Buona domenica. Un abbraccio.

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    • @Marisa: sono in tanti per cui la cosa non è chiare, che ci vuoi fare!

      Anche io sono nata a ridosso di mia sorella, e insomma, anche la mia famiglia avrebbe aspettato un po’ di più…

      Sì, hai ragione, l’amore dà una grande forza, o forse la dà la determinazione, o entrambi, fatto sta che quando sei in ballo poi in qualche modo riesci a ballare, e scopri che tutta la vita è una sinfonia 😀

      Un abbraccio a te cara Marisa, è sempre un piacere leggerti.

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  4. – Allora? disse il marito ansioso a sapere come sono andato le cose. Cosa ti ha consigliato il tuo ginocologo? Puo aiutarti? Vi siete accordati?
    – In un certo senso…. si.
    – ??
    – Ma la prossima volta devi venire anche tu. A proposito amore…. qual’è il tuo gruppo sanguino? ( 👿 )

    P.S. D. tu sai come la penso. Non voglio ripetermi.

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    • @Valentino: vecchia paura degli uomini quella di non essere il vero padre del nascituro 😛

      La sai quella barzelletta di due amiche che incontrano una neomamma col passeggino e, vedendo il bambino, la prima esclama: “E’ proprio tutto suo padre!” e l’altra “Ma no, un po’ somiglia anche al marito!” 😆

      PS: ma sì che lo so come la pensi, e se vuoi puoi pure ripeterti 😛

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  5. Cara Diemme, la tua risposta a @Paolo Zardi incornicia una persona che, da come la pensa, mi piace assai, e non è la prima volta che lo constato!
    Credo pure che le tue siano convinzioni maturate e ragionate, non semplici prese di posizione indotte, o per partito preso e le occasioni che concedi di rendercele note, credo siano opportunità di riflessione anche per chi crede di aver certezze.
    Mi piace come utilizzi questi spazi, ancor di più il rispetto con cui accogli idee differenti e consenti a tutti di esprimere le proprie.
    Complimenti cara amica, sono davvero contento di averti conosciuta!
    Un abbarccio e buona giornata!

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  6. Io non suddividerei il genere umano tra “abortisti” e “non abortisti”.
    Io forse sarei classificato tra i cosiddetti “abortisti”, anche se non ritengo l’aborto un “diritto”. Lo tollero/giustifico soltanto quando è una necessità, cioè quando c’è un pericolo per la vita della donna e lei (cioè la donna) decide che quel rischio non lo può correre.

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    • Aquila, su questo sono d’accordo anch’io, ma quando si parla di aborto non si parla mai di questo, se non presentando casi limite per giustificarlo. Io ritengo “talebano”, nel significato metaforico che si dà oggi al termine, chi metterebbe a rischio la vita della madre (tanto mica è la propria!), ritenendo che una vita in procinto di formarsi valga il sacrificio di una vita già fatta, che in questo mondo ha costruito e creato impegni e legami d’affetto. Poi, se proprio si volesse essere integralisti, potrebbe pure essere che la madre sia il peggior rappresentante della specie umana e che il figlio invece sarebbe il Messia ma, poiché questo non ci è dato di saperlo, il buon senso vuole che si giudichi in base agli elementi che abbiamo, e quindi la vita della madre venga prima: ma, questo, chi l’ha mai messo in dubbio?

      A meno che, per “vita della madre”, non si intenda non il pericolo per la sua sopravvivenza, ma la possibilità della madre di fare una bella vita deresponsabilizzata senza obbligo di cambiare pannolini: ecco, questo secondo è un altare su cui la vita del bambino non la sacrificherei.

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  7. Cara Diemme,
    Mi piace come hai presentato l’argomento, spinosissimo, e condivido in pieno la tua posizione sopratutto quando dici che non consideri le donne che hanno abortito delle serial killer. Personalmente credo che l’educazione alla vita vada però coltivata con sostegni alle donne più seri, se no pensare all’aborto diventa una scorciatoia. A me fa un male tremendo pensare che ci sono paesi dove l’incidenza di bambini con sindrome di Down è precipitata a quote risibili. Penso sempre a chi pratica l’aborto terapeutico (perifrasi orrenda e crudele) per “evitare che vengano alla luce infelici destinati alla vita vegetale”. I figli che mettiamo al mondo apparentemente sani possono ammalarsi anche dopo la nascita, allora che facciamo li ammazziamo appena si ammalano? Poi ho conosciuto sul web storie di donne con figli gravemente disabili la cui vita è stata letteralmente distrutta, ma che non hanno avuto uno straccio di aiuto e il padre si è volatilizzato. Manca non solo il rispetto per la vita, ma anche la solidarietà.
    ciao
    Chiara

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    • @hottanta… Cara Chiara, il discorso delle disabilità o malformazione di un bambino è davvero spinoso e, francamente, non mi sono mai pronunciata in merito.

      Io non ho fatto l’amniocentesi perché tanto avevo già deciso che mio figlio l’avrei tenuto comunque, ma ti assicuro che quando sono andata a partorire ero in panico totale (anche perché ero comunque sola, senza mezzi, e in uno Stato che non dà alcuna assistenza).

      Per dare una risposta a questo tipo di aborto, io ho provato a mettermi nei panni del feto, e mi sono chiesta “Se io fossi stata gravemente disabile, avrei preferito non nascere”? I distinguo da fare, gli esempi che ti vedi a favore di una scelta o dell’altra, sono talmente tanti e articolati che, forse, farli è impossibile.

      Al momento, quando io affronto l’argomento ivg, dichiarandomi totalmente contraria, parlo di una persona non in pericolo di vita, che sta mettendo al mondo un bambino sano, e che interrompe la gravidanza semplicemente perché non ha voglia di farlo, quale che ne sia il motivo (ora passo pure a rispondere a Sys).

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  8. mmm.
    Sono d accordo con Paolo Zardi.
    E’ un argomento difficile spinoso che va affrontato con apertura mentale anche verso idee opposte alle nostre, e sopratutto cercando di non emettere giudizi.
    ti faccio un esempio.
    Cononosco una persona che ha ricorso all aborto e non è “superficiali, o impaurite, o di un materialismo per me ingiustificabile”.
    Aveva i suoi motivi per arrivare a prendere una decisione del genere che non è stata sicuramente dovuta a paure, nè a materialismo e tanto meno superficialità. Erano i Suoi motivi e per tanto mi sono sempre sentita di rispettarli senza giudicarla. Credo che una donna che decida una cosa così soffra già di per sé.
    Sono questi i momenti in cui penso alla grande sensibilità di Voltaire: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.”

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    • @Sys: non dici i motivi per cui questa tua conoscente ha abortito, e quindi non ho materiale su cui riflettere per vedere le cose da un’altra prospettiva; ti dico soltanto che non ho mai conosciuto una donna che avesse abortito per necessità, e non vivo in un paese con quattro gatti e due pecore, diciamo che il campione è consistente. Con questo non voglio dire, come potrebbe sembrare, che non esistano, ma il fatto di conoscere tanta gente, e non un solo caso di aborto effettuato per reale necessità, se permetti comincia ad essere una casistica inquietante, che mi fa pensare un pochino.

      Le uniche per cui persino io avrei riconosciuto una situazione davvero difficile, sono state poi quelle che l’hanno tenuto (coraggio davvero encomiabile, considerando poi che una delle due l’ha tenuto perché contraria all’aborto ma decidendo, fin dall’inizio, di darlo in adozione, cosa regolarmente fatta).

      Tu dici “Sono i Suoi motivi”: una vita soppressa non è un “Suo” motivo, se permetti, e un bambino nell’inceneritore non è “esprimere un’idea”, con buona pace di Voltaire.

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  9. Diemme, sfondi una porta aperta!! Io ho concepito la mia bimba a 40 anni suonati, con un compagno (poi marito) non vedente con una malattia genetica e non ho fatto né translucenza nucale né amniocentesi e la prima cosa che ho chiesto appena sveglia da un cesario d’urgenza, stordita come una ranocchia menata, è stata: “è sana?”. Morivo dalla paura, ma non avrei mai potuto abortire. Però sono stata fortunata, perché se invece mi fossi trovata in condizione di gestire una patologia grave come avrei fatto? Infatti, d’accordo con mio marito non abbiamo cercato il secondo figlio, anche se lo avrei tanto desiderato, se poi per accidente venisse lo accetteremmo.
    Comunque, è un discorso difficilissimo e io non mi permetto di entrare nelle vite degli altri perché so che è facilissimo parlare, poi la pratica… Per questo citavo le storie dolorose di donne devastate da figli disabili. Poi noi non sapremo mai cosa provano questi figli, anzi, queste persone. Il discorso della malattia è doloroso e difficile. Per dirti, mio marito ha una malattia per cui si sapeva che sarebbe diventato cieco: lui ringrazia ogni giorno che viene in terra che è nato. Certo, non è lo stesso che potrebbe fare un disabile allo stato vegetativo, ma noi che ne sappiamo? Io non ho una posizione, sinceramente, mi inchino alla forza di chi sta loro vicino e depreco una società e una cultura che li assimila a rifiuti, e anche a me stessa che non sono presente e non faccio nulla per loro di concreto.
    Un aborto fatto per motivi economici o di facciata o di vergogna non è per me giustificabile, ma la misericordia non si nega a nessuno. Sulla malattia anche io ho delle riserve, ma non riesco ad accettare l’idea dell’omicidio dentro la mia pancia, anche se, di nuovo, non posso giudicare. Però, ripeto e spero di essere stata chiara, non condanno e non so minimamente cosa avvenga nella testa e nell’anima di chi nasce condannato, non lo so davvero e lì mi affido al Dio in cui credo. Al quale chiedo umilmente di illuminarci e darci forza, perché è facile predicare, difficile vivere certe situazioni (e parlo di chi ha figli gravemente disabili, incapaci di intendere e volere, ma noi cosa conosciamo di loro? cosa conosciamo del dolore o della loro gioia di vivere? al riguardo mi viene in mente il blog di Fabiana Gianni sul Fatto Quotidiano, lei ne sa qualcosa). Noi dovremmo sul serio essere più presenti, ma sinceramente io non so come. Sicuramente non faccio crociate anti-abortiste, nonostante sia fondamentalmente contraria, ma le reputo inutili.
    Un abbraccio
    Chiara
    ps. confessione piccola piccola: io frequento il tuo blog da poco, e mi rendo conto del livello dialettico elevato qui dentro, per qui ti prego di scusare le mie sbavature! Mi ricordo un post recente tuo in cui chiedevi di non temere che tu non giudichi, però perdonami, mi sento un po’ in soggezione, forse è la sindrome della nuova venuta! Di sicuro posso tributare a te e ai tuoi fedeli lettori grande stima! Perché anche i tuoi amici sono di livello!

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    • Cara Chiara, credo che le nostre posizioni siano pressoché identiche.

      Riguardo alle famiglie con figli disabili, il dramma è reso ancora più grande dall’isolamento in cui generalmente versano, abbandonati dagli amici in quanto frequentazioni “scomode” e da uno stato che non è in grado di provvedere neanche ai suoi figli sani e vigorosi, figuriamoci a quelli più bisognosi.

      Consideriamo poi che, all’interno di famiglie con un figlio disabile, anche i figli sani eventualmente presenti subiscono una menomazione di tipo sociale, per i motivi di cui sopra, e familiare, a causa delle grandi attenzioni necessarie al figlio più debole che vengono giocoforza sottratte alle altre.

      Ovviamente, la soluzione a questo secondo me non è l’aborto, ma la presenza di una rete sociale e solidale che dia forza e supporto.

      PS: non sei la prima persona che mi solleva questa eccezione, e questo mi dispiace. Io, al di là delle mie posizioni certamente ben delineate, vorrei essere una persona accogliente, e speravo di aver creato un ambiente in cui si respirasse un’aria rilassante e familiare, invece mi viene continuamente detto che metto soggezione, anzi, che mette soggezione il linguaggio (e dire che mi pare di non azzeccare più un congiuntivo, me misera me tapina!!! 😆 ).

      Ok, dovrò sdoganare il turpiloquio, farò finta di stare in automobile 😳

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  10. Fra l’altro, e scusa se invado il tuo blog…, proprio domenica scorsa al termine della Messa c’era un attivista Pro-Vita che pubblicizzava la Marcia per la Vita che si terrà prossimamente a Roma. Ecco mi ha posto dei seri problemi di coscienza. Se ci fosse oggi un referendum sulla legge dell’aborto io che farei? Se io lo ritengo un omicidio posso accettare una legge dello Stato che lo permette? Non lo so, sinceramente. Posso dire che è mio dovere accettare le idee di chi ritiene che quella cosa che pur pulsando dentro non sia persona, persona in potenza (al limite aristotelicamente), e che viviamo in uno stato laico (e sappiamo quanti danni abbia causato la Chiesa con il suo strapotere), e che comunque è meglio regolamentare qualcosa che c’è dalla notte dei tempi (l’aborto esiste da secoli). La ragione mi indirizzerebbe ad accettare una legge che consente qualcosa che ritengo immorale, ma mi porrebbe in seria difficoltà etica. Tu che ne pensi? E’ un dilemma che non ho risolto. Pragmaticamente direi, meglio una legge che il Far West, la mia etica mi direbbe, meglio leggi a tutela del feto. O forse tutte e due potrebbero aiutare…. Non lo so, davvero, e sinceramente sono sono una che segue pedantemente le direttive della Chiesa, anzi! Ma qui non stiamo a discutere della Chiesa quanto a principi umani, e credo che ci sia un diritto naturale che prescinda da qualsiasi dettame religioso. Diciamo, semplificando, quella cosina fecondata che ha un cuoricino che pulsa (e so l’emozione di sentirlo la prima volta anche solo a un mese o due, ora non ricordo) è persona o grumo di sangue? Per me è persona, punto.
    (ps. mia suocera, che con riferimento al tuo post sulle suocere vive a boh? 600km? quindi santa suocera!!!, lei fu costretta a un aborto…)

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    • @Chiara: rispondo al tuo secondo commento, che merita una riflessione a parte. Tu consideri inutili (e forse hai ragione, ma mi accontenterei pure di un unico ripensamento) le campagne antiabortiste, io considero abbastanza inutili, e a volte addirittura irritanti, le Marce per la Vita, a meno che non si facciano davanti ai palazzi del governo, perché donne che abortiscono perché non saprebbero come fare ad allevare un figlio, senza strutture, senza assistenza, senza sussidi… che colpevolizzino lo Stato, prima di colpevolizzare una povera disgraziata disperata!

      Con questo ti rispondo anche sulla 194 che, almeno in teoria, dovrebbe puntare prima di tutto sulla prevenzione e sul supporto delle donne incinta, prima di arrivare a un disperato “se proprio un’altra opzione è impraticabile, meglio la garanzia di un ospedale che i raccapriccianti e spesso letali metodi “fai da te”.

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  11. Diemme, non sono scesa nel dettaglio proprio per evitare che ci fosse giudizio/sentenza con tanto di colpo di martelletto. Vedi, sono dell idea che se tu non hai mai conosciuto donne che … non significa che non ci siano.
    Non puoi essere dentro la testa, dentro il cuore di ognuna. e il fatto che tu abbia un idea ben delineata (e lungi da me l ipotesi di fartela cambiare) non significa che questa sia valida per tutte.
    Ma davanti al tono perentorio delle tue risposte alzo le mani, non intendo crearti disturbo o fastidio in casa tua con idee avverse.

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    • Cara Sys, intanto chiariamo che tu qui sei la benvenuta, con tutte le tue idee contrarie, e non crei nessun disturbo, anzi, ritengo che la crescita umana passi attraverso il confronto con chi la pensa diversamente, che porta idee diverse e prospettive diverse.

      Io sono stata la prima a dire che il fatto che io non abbia conosciuto donne che… non significa che non esistano, su questo sono perfettamente d’accordo, e per questo mi dispiace che tu non mi abbia parlato più diffusamente della situazione di questa tua conoscente, che per me sarebbe stato motivo di riflessione.

      Vorrei sottolineare inoltre che io giudico l’azione, non la persona, che però al massimo potrei considerare non in grado di valutare la portata di quello che sta facendo. Per quanto riguarda le mie idee che, delineate o meno, è chiaro che non sono valide per tutti, ti faccio presente che questo può valere per milioni di situazioni della vita, ma non per la vita stessa, che o è o non è.

      Mi rendo conto che il considerare un embrione/feto vita o meno è al momento un’opinione personale, ma è il considerarlo che è un’opinione, non il fatto: il fatto oggettivo, come già detto nella risposta a Zardi, non è scientificamente dimostrabile ma, se lo fosse, darebbe una risposta univoca, affermativa o anche negativa, ma certo non soggetta al vaglio dell’opinione.

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  12. sono del tutto in disaccordo, considerare l’embrione un essere umano è antiscientifico e più che altro ideologico, e discorsi come questi irritano più che convincere; personalmente sono contrario a che una donna incinta di un mio bambino abortisca, ma lo sono più che altro per un debito personale (mia mamma è rimasta incinta molto giovane e in una situazione difficile e mi ha tenuto) ma sono altrettanto convinto che sia una scelta personale su cui nessun altro fuorché i genitori (e spt la donna) debba mettere il naso; e chiamarlo omicidio… se ti va puoi farlo, come io posso chiamare mela la banana, ma sono due cose diverse!

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    • Ma comunque lo chiami rimane lo stesso frutto, il nome è pura convenzione. E poi, dopo l’episodio che mi hai raccontato di tua madre, sono ancora più contaria all’aborto: il mondo non avrebbe potuto fare a meno di un superfigo della tua schiatta!

      A proposito, avresti mica un fratello più grande per me, o uno più piccolo per Sissi? 😆

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  13. In riferimento al primo intervento di Sys, anch’io conosco donne che hanno abortito (amiche e anche parenti) e non le ho mai, dico mai, giudicate. Ci mancherebbe altro. Tuttavia non condivido la loro decisione nel senso che io al loro posto non avrei abortito. Penso comunque che la libertà di decidere in piena legalità sia sacra e inviolabile.

    Detto questo, non mi si venga a dire che l’aborto, pur legale, non è omicidio, che un cuore che batte non è vita.

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    • @Marisa: io mentirei se dicessi che non le ho giudicate, o meglio, che non ho giudicato quello che hanno fatto. Condannare è un’altra cosa, ma la maggior parte di loro, successivamente, si è condannata da sola.

      Se qualcuno pensa che questa autocondanna postuma mi faccia piacere o mi dia una qualche soddisfazione, sbaglia di grosso: inutile piangere sul latte versato.

      Per quanto riguarda l’aborto “pur legale”, non dimentichiamo che “legge” non significa “giustizia” e non significa “etica”: vogliamo allungare il tiro parlare della legge della sharia, delle leggi dei regimi totalitari, o ci basta parlare di quando le donne non avevano diritto al voto? Dobbiamo parlare delle leggi razziali o ci bastano le norme attuali che mandano sul lastrico i poveri disgraziati e gonfiano le casse dei partiti, nonostante il referendum abbia sancito l’abolizione dei finanziamenti pubblici?

      A me fanno ridere quando si trincerano sul fatto che “lo stabilisce la legge”: la legge è un prodotto dell’uomo, e quando chi legifera è un delinquente, le leggi emanate non sono certo ispirate ai più alti principi etici e di giustizia: basti pensare che chi ha sciolto un bambino nell’acido fa la bella vita a spese della società, mentre il povero disgraziato che si è spaccato la schiena si deve vendere un rene o buttarsi dalla finestra perché non ce la fa a campare! 👿

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  14. @ Diemme

    Sul discorso della legge siamo d’accordo. Io ho scritto “pur legale” semplicemente perché c’è chi continua a trincerarsi dietro a quel legale per non essere considerato un criminale. D’altra parte, tu hai fatto un’ampia carrellata di crimini legali che sembra un ossimoro ma di fatto non lo è, purtroppo.

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    • Infatti, quando si trincerano dietro la legge mi va il sangue alla testa: la storia (e purtroppo, anche l’era contemporanea), è piena di crimini “legali”.

      OT: mia figlia si è preparata per l’interrogazione d’italiano studiando sul tuo blog, ha preso nove e mezzo e ha detto che sei fantastica!!! 😀

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  15. OT: WOW! Sono felice per lei. 🙂

    Ma su che cosa si è preparata? Alcune pagine sono protette ma se le servono puoi scrivermi che ti do la password.

    Comunque dille che io non sono fantastica … LEI è fantastica.

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    • Sì, è fantastica… scampata all’olocausto silenzioso cui qualcuno, per esempio la Lobot, l’avrebbe condannata.

      Pensavo di essere stata io a salvare lei, e invece è lei a salvare me, ogni giorno della sua vita.

      PS: sì, mandami la psw. Io era da tempo che le dicevo di venire sul tuo blog, è interessantissimo e pieno di spunti e approfondimenti su quello che lei sta studiando, ma fino a ieri non mi aveva dato retta (perché alle mamme non si dà mai retta, per principio 😆 ). Ieri facendo delle ricerche per conto suo, per tutto quello che cercava i motori di ricerca la rimandavano al tuo blog. All’inizio non ci aveva fatto caso ma poi, vedendo il tuo nome, le è scattata la molla: “Ah, l’amica di mamma!”.

      Mi ha ha trasmesso un moto di familiarità sentirti definire “L’amica di mamma” 🙂

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  16. Giova per me, come scriveva @Zardi,
    e come @Sys di seguito ammoniva,
    che mai nessun sul tema qui s’ attardi ….
    onde evitàr di smarrirsi in su la riva !
    Chi mai può dìr – con l’ anima serena –
    cosa ribolla in cuore e nella mente
    d’ una donna che soffra amara pena
    d’ un dramma così crudo e sconvolgente ?
    Si lotti per la vita …. è cosa giusta !
    combatter sempre a chè viva un respiro,
    ma buttar brace, se la ferita è usta,
    ogni dolor ravviva e mette in giro !
    Così, mi sembra nobile @Hottanta
    se scelta fece quando il cuor smarriva :
    lei disse : “Vita” ! Ed or che vita incanta
    in lei pietà, sincera e schietta, arriva !!!

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    • Caro Bruno, bellissimi versi, intensi, ma purtroppo ben lontani dalla realtà. Degli abortisti che giravano nei paraggi sono stati capaci di definire il feto, o embrione che sia, niente di diverso da un pannolino usato, nient’altro che un ritardo mestruale: e allora, perché dovrei per sensibilità d’animo non mettere sale sulle ferite, se di ferite là non ce ne sono e il sale sulla pelle sana non provoca certo dolore?

      Io non soffro quando butto nel secchio dei rifiuti il pannolino usato, e non soffro se mi tarda il ciclo di quindici giorni, te lo assicuro, e non mi ferirebbe se qualcuno mi parlasse dell’orrenda fine del pannolino usato nell’incerenitore, e non ho il cuore straziato per uno strato dell’endometrio che si sfalda qualche giorno più in là.

      Per favore Bruno, basta con quest’italico pietismo, che di donne che abortiscono ce ne sono di tre categorie, quelle che lo fanno con dolore, e quel dolore se lo portano sempre dentro, senza bisogno che io stia qua a rinnovellarlo, gente che se ne frega, e che si porrebbe più problemi per l’estrazione di un dente, e poi quelle che “non sanno quello che fanno”, e forse quest’ultimo caso un margine per un po’ di campagna di sensibilizzazione lo lascia.

      Ti faccio un esempio: per me, fino a tarda età, la pelliccia è stata semplicemente un cappotto di lusso, un indumento molto costoso che non mi potevo permettere, ma che mi sarebbe molto piaciuto avere; non ci pensavo a quello che c’era dietro, le vedevo belle confezionate in vetrina, e non pensavo – ovvio che lo sapevo, ma non era un pensiero metabolizzato – che dietro quelle pellicce c’erano essere viventi uccisi, spesso a bastonate per non “bucare” e quindi rendere meno pregiata la loro pelle. Non ci pensavo alle madri che piangevano i figli, ai figli che piangevano le madri, etc. etc. etc.

      Oggi lo so, e per nessun motivo al mondo vorrei una pelliccia. Anzi, vi dirò, ereditai un bel visone, che REGALAI alla vicina di casa: almeno, non se ne sarebbe andata a comprare uno nuovo.

      Sull’aborto è la stessa cosa: quella povera creatura di cui vi raccontai, che si ritrovò tra le gambe, moribondo, quel bambino (quinto mese di gravidanza), è vero che all’ultimo momento urlò che non voleva abortire ma se ne guardarono bene dall’ascoltarla, ma sono convinta che, se avesse saputo da prima quello che stava facendo, in quella clinica non ci sarebbe proprio mai entrata.

      By the way, credo che quella donna, che oggi dovrebbe avere intorno ai trentacinque/trentasei anni, non abbia più avuto figli: un motivo in più per piangere e rimpiangere.

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  17. Buongiorno Diemme, prima di parlare di aborto… considerato che non siamo più all’ età della pietra, e bene o male
    tutte le donne(o quasi) conoscono mezzi per non avere una gravidanza “indesiderata”…non era meglio pensarci?…
    Certo, tutto può accadere …ma oltre all’ “istinto” abbiamo soprattutto una coscienza.
    Lieto giorno
    Gina

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    • @Gina: appunto. Quando io rimasi incinta, per una prepotenza da parte di un individuo lasciato da tempo, sua madre, ingiungendomi di abortire al fine di neutralizzare “l’abietta manovra” con cui stavo incastrando il suo ingenuo pargolo (poi venitemi a chiedere come mai Attila è venuto così rovinato!!! :shock:), mi rinfacciò anche che ero stata sposata per anni, figli non ne erano venuti, e quindi ben sapevo come si faceva a non rimanere incinta!

      Certo che sì.

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  18. # Diemme,

    Ciao,

    finora non ho voluto intervenire, ma conosco una giovane madre di due figli che per motivi economici ha deciso di abortire il terzo. La sua vita ha una ferita che non si rimarginerà mai, quel bambino mai nato è come se lei lo conoscesse da sempre, come se conoscesse ogni centimetro della sua pelle, del suo corpo, come se già sapesse cosa sarebbe diventato, come sarebbe stato, come se avesse vissuto per tanti anni con lei e poi l’avesse perso. Non ne parla mai. solo una volta ha detto, quando le chiesi perché non pensasse ad un terzo figlio, rispose sottovoce: “perché non sarà mai più Lui”.

    Io credo che la questione ideologica sia un barbiturico che toglie alle donne il dolore, inevitabile, che rimane dentro, in profondità. Ricordo un’altra ragazza che chiedeva soldi agli amici e andava ad abortire, almeno tre volte, forse di più, untaglietto e via. Però faceva uso abbondante di droghe, leggere per carità, da intellettuali, non da tossici. Credo che i casi di cui stiamo trattando siano un dolore insopportabile per una donna, che poi dovranno essere in qualche modo soffocati. E’ inutile cercare pace, tranquillità, fare zen, yoga, rilassamento, o altro, se ci si crea nella vita lo spazio per un tale, profondo, dolore. E’ tutto inutile.

    Ciao

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    • @Exodus: ma io credo che se le donne fanno questi ragionamenti è colpa di tutta una società che li fa passare come leciti: la prima donna di cui hai parlato magari ora se ne rende conto (ma rendersene conto dopo che una si è rovinata la vita, e non sarà mai come prima ma indietro non ci può tornare, a che serve?), la seconda non se ne rende conto però sente il bisogno di obnubilarsi, ma la questione in fondo è sempre la stessa: per poter fare una cosa del genere, l’unico sistema è non sapere ciò che si fa, oppure dimenticarlo.

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  19. Nessun “pietismo” da parte mia …. e poi, essendo un uomo, che senso avrebbe ???
    Nò, cara @Diemme, come la pensi in questa materia, e soprattutto sulla Legge 194, ho scritto fiumi di parole …. ed è ben chiara la mia posizione, così come è chiara la mia sfiducia completa nei cosiddetti “movimenti per la vita” e nelle loro documentazioni !
    La Legge 194, è una legge buona, confermata peraltro da Referendum Popolare, ma non perfetta, e può benissimo essere migliorata ad esempio investendo risorse e professionalità acclarate sulla “fase preventiva” prima dell’ intervento ( per ricorrere al quale, la Legge fissa paletti ben evidenti …. comunque ), ed anche dopo, nell’ assistenza concreta verso quelle donne che, non ostante ogni rischio, abbiano voluto portare a termine la loro gravidanza, ma detto questo sono contro chi, surrettiziamente, cerchi di cassarla ‘alla mutigna’ retrocedendo questa delicatissima materia ai tempi delle mammane !
    Non volevo intervenire su post di questo tipo, e non avrei scritto una sola parola …. ma il bell’ intervento di @Paolo Zardi, cui è seguito quello di @Sys, e specialmente il commento di @Hottanta, che ai miei occhi “è nobile e realistico” ( altro che “pietismo” d’ accatto …. ), mi hanno spinto ad esortare chi voglia rimestare questa materia amara a non insistere, giacchè tantissime donne e tantissimi casi “non isolati” non potrebbero mai – a mio avviso – avvantaggiarsi di estremismi ideologici che nulla mai di positivo hanno arrecato e che nulla hanno a che vedere con il rispetto e l’ attenzione dovuti a chi, donna, attraversi questo drammatico momento esistenziale “femminile” !
    Tutto qui, @Diemme, e la finisco qui !!! 😀
    @Bruno …

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    • Bruno, qui mi pare che nessuno abbia proposto la cancellazione della 194 e nessuno auspichi il ritorno alle mammane. Forse vorremmo tornare semplicemente all’epoca in cui i figli si facevano come Dio li mandava, con in più l’apporto di quel progresso che ha portato all’uso cosciente e intelligente della contraccezione.

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  20. @ Diemme

    Rispondo in ritardo, scusami … problemi di tempo e di connessione. 😦

    Avere una figlia che ti salva ogni giorno della vita non è cosa da poco. Anch’io so cosa vuol dire benché avere due maschi non sia come avere una femmina. Ma, nonostante con loro abbia avuto molti contrasti nel periodo dell’adolescenza, ora posso dire che rappresentano il “bastone della mia vecchiaia” … vabbè, vecchiaia no ma insomma sono un conforto nei momenti difficili. Quindi per te, cara amica, le cose possono solo migliorare. 🙂

    Ti invierò la password via mail.

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    • @Marisa: grazie per la password, appena sarà arrivata la girerò a mia figlia 🙂

      Tornando a bomba, mia figlia è nata in un momento di grosse difficoltà economiche. Una mia amica che mi consolava dicendomi “Ogni bambino viene col suo panierino”, ma io non ne ero molto convinta, ed ero in panico totale.

      Non pensavo che ce l’avrei fatta, e non so come ce l’ho fatta. Fino a pochi anni prima ero una persona benestante, ma poi un problema di salute mi aveva messo a terra e fatto perdere tutto quello che avevo costruito, ma non gli affetti; si è mossa una catena di solidarietà, e i vestitini sono arrivati tutti, sono arrivati carrozzina, lettino e passeggino. In realtà, ho capito col tempo che le cose del neonato sono cose che girano, perché le usano tutti poco, occupano spazio, e hanno pure fretta di disfarsene.

      Il latte, grazie al cielo, è stato il mio. La cosa più difficile era proprio avere chi se ne occupasse, io dovevo lavorare per forza, eppure tutto è andato a posto, e devo dire miracolosamente, anche in quel settore. La mia migliore baby sitter l’ho trovata mentre mi stavano cambiando uno ruota alla macchina, un’altra volta ho rincontrato la mamma di un compagno di nido di Sissi che aveva appena perso il lavoro e fu ben contenta di occuparsi della mia: pure per lei fu una manna, perché poteva guadagnarsi qualcosa continuando a stare con suo figlio. Le cose della vita si sono incastrate in una maniera così oserei dire perfetta, compreso il mio sfiancamento di cui ringrazio il Signore, perché una cosa cos’ bella è giusto sudarsela, altrimenti non vale, non si apprezza per il giusto valore.

      Ho molto rimpianto per non averne avuto di più ma, d’altra parte, ho passato tutta la vita da sola, come avrei potuto?

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  21. Il corpo femminile è stato derubricato a oggetto, anche per quanto riguarda la medicina.

    E’ il motivo per cui se una ragazza arriva tre volte e si fa operare, nessuno è tenuto ad interessarsi né a rifiutarsi di macellare il terzo embrione.

    Al massimo si può fare obiezione di coscienza, ma se la ragazza non chiede aiuto, se non riconosce di averne bisogno, la pratica abortista diventa per il servizio sanitario nazionale una formalità burocratica: ha un diritto, la operano, e si spera di non rivederla mai più.

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    • @Exodus: è un mondo che sta diventando alienato, le donne che si sentono tanto emancipate sono le prime a non avere rispetto per se stesse, si fanno trattare come mai io permetterei a un uomo di trattarmi. Una ragazza, non donna, ragazza, che arriva al terzo aborto con tale leggerezza, a me pare tanto una povera disgraziata, sola al mondo, molto più bisognosa di aiuto di quanti chi “difende i suoi diritti” possa realizzare.

      Il vero diritto di ogni essere umano è quello di vivere una vita degna, godendosene ogni attimo, non passarla ad accannarsi per sopportarne il vuoto.

      OT: sempr epiù convinta per il matrimonio 😀

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  22. Cara @Diemme, ti mando una Poesia che ho ricevuto stamattina da parte di mia figlia, per la Festa della Mamma.
    Secondo me è bellissima!
    Ciao!
    > Poesia per le mamme

    >
    > Questo è per le madri che stanno alzate tutta la notte tenendo in
    >braccio i loro bambini ammalati dicendo “è tutto a posto tesoro, la
    >mamma è qui con te”. Per quelle che stanno per ore con i loro bambini
    >che piangono in braccio cercando di dare loro conforto.
    >
    > Questo è per tutte le madri che vanno a lavorare con il rigurgito
    >nei capelli, macchie di latte sulla camicia e pannolini nella loro
    >borsetta.
    > Per tutte le mamme che riempiono le macchine di bimbi, fanno torte
    >e biscotti e cuciono a mano i costumi di carnevale.
    >
    > E tutte le madri che NON FANNO queste cose.
    > Questo è per le madri che danno la luce a bambini che non vedranno mai.
    > E quelle madri che hanno dato una casa a quei bambini. Per le
    >madri che hanno perso i loro bambini durante quei preziosi 9 mesi e
    >che non potranno mai vederli crescere sulla terra ma un giorno
    >potranno ritrovare in Cielo!
    >
    > Questo è per le madri che hanno collezioni d’arte di valore
    >inestimabile appesi in cucina.
    >
    > Per le madri che si sono gelate al freddo alle partite di calcio
    >invece di guardare dal caldo dalla macchina così quando il bimbo le
    >chiede “Mi hai visto, Mamma?” potranno dire “Certo! Non me lo sarei
    >perso per niente al mondo !” pensandolo veramente.
    >
    >
    > Questo è per tutte le madri che danno una sculacciata
    >disperatamente ai loro bambini al supermercato quando urlano facendo i
    >capricci per il gelato prima di cena. E per tutte le mamme che invece
    >contano fino a 10.
    >
    > Questo è per tutte le mamme che si sono sedute con i loro figli
    >per spiegare come nascono i bambini. E per tutte le madri che
    >avrebbero tanto voluto farlo, ma non riescono a trovare le parole.
    >
    > Questo è per tutte le mamme che fanno la fame per dare da mangiare
    >ai loro figli.
    > Per tutte le madri che leggono la stessa favola due volte tutte le
    >sere e poi la rileggono “ancora una volta”.
    >
    > Questo è per tutte le madri che hanno insegnato ai loro bambini di
    >allacciarsi le scarpe prima che iniziassero ad andare a scuola.
    >
    > E per tutte quelle che hanno invece optato per il velcro.
    >
    > Questo è per tutte le madri che hanno insegnato ai loro figli
    >maschi a cucinare e alle figlie come si fa a ad aggiustare un
    >rubinetto che perde.
    >
    > Questo è per tutte le madri che girano la testa automaticamente
    >quando sentono una vocina chiamare “mamma!” in mezzo a una folla,
    >anche se sanno che i loro figli sono a casa – o anche via
    >all’università …
    >
    > Questo è per tutte le mamme che mandano i loro figli a scuola con
    >il mal di pancia assicurandoli che una volta a scuola staranno meglio,
    >per poi ricevere una chiamata dall’infermeria della scuola chiedendo
    >di venirli a prendere. Subito.
    >
    > Questa è per tutte le madri di quei ragazzi che prendono la strada
    >sbagliata e non trovano il modo di comunicare con loro.
    >
    > Questo è per tutte le matrigne che hanno cresciuto i figli di
    >altre madri donando a loro tempo, attenzione e amore.. e che non
    >vengono apprezzate !
    >
    > Per tutte le madri che si mordono le labbra fino a farle
    >sanguinare quando le loro quattordicenni si tingono i capelli di
    >verde.
    > Per le madri delle vittime delle sparatorie nelle scuole, e per le
    >madri di chi ha sparato.
    >
    > Per le mamme dei sopravissuti, e le madri che guardano con orrore
    >la TV abbracciando i loro figli che sono ritornati a casa sani e
    >salvi.
    > Questo è per tutte le mamme che hanno insegnato ai loro figli di
    >essere pacifisti ed ora pregano per i loro di tornare a casa dalla
    >guerra sani e salvi.
    >
    > Cos’è a fare una brava Madre ? La pazienza? La compassione? La
    >determinazione? La capacità di allattare, cucinare e ricucire un
    >bottone di una camicia nello stesso momento? O è nel loro cuore ? E’
    >il magone che senti quando vedi tuo figlio o figlia scomparire giù per
    >la strada mentre va a scuola a piedi per la primissima volta? Lo
    >scatto che ti porta dal sonno al risveglio, dal letto alla … alle 2
    >di notte per appoggiare una mano sul tuo bambino che dorme ? Il panico
    >che ti viene, anni dopo, sempre alle 2 di notte quando non vedi l’ora
    >di sentire la chiave nella serratura e sapere che è tornato a casa
    >sano e salvo? O sentire il bisogno di correre da dovunque tu sia per
    >abbracciare i tuoi figli quando senti che c’è stato un incidente, un
    >incendio o un bimbo che è morto?
    >
    > Le emozioni della maternità sono universali, le stesse sono per le
    >giovani madri che barcollano fra i cambi di pannolini e mancanza di
    >sonno… e le madri più mature che imparano a lasciarli andare.
    >
    > Per le madri che lavorano e quelle che rimangono a casa.
    >
    > Per le madri single e quelle sposate.
    >
    > Madri con soldi, madri senza soldi.
    > Questo è per tutte voi.
    >
    > Per tutte noi.
    >
    > Tenete duro. Alla fine possiamo fare solo del nostro meglio. Dire
    >a loro tutti i giorni che li amiamo.
    > E pregare.
    >
    > Passa questo a tutte le mamme che conosci. Se lo manderai anche
    >solo ad una persona, dovrebbe fare il giro del mondo entro il giorno
    >della Festa della Mamma

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    • Beh, io lo pubblico qui, dovrebbe raggiungere un bel pubblico.

      Vedi però Nives, io non giudico chi i figli non li vuole, chi questo istinto materno non se lo sente. Avere i figli, amarli, non è un “must”. Un “must” però è, se uno non vuole figli, usare uno dei diecimila metodi a disposizione per evitare di concepirli, tutto qua.

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