Dove sono i nostri figli? La strage di Crotone

Di fronte alla strage di Crotone non ho parole. La questione migranti è un problema enorme, e a parte le semplicistiche – e spesso disumane – argomentazioni delle tifoserie, credo nessuno abbia una soluzione su come uscirne.

Io non credo assolutamente che queste persone che fuggono sappiano a cosa vanno incontro imbarcandosi, anche se entrare in 200 in un’imbarcazione malridotta di 20 metri avrebbe dovuto metterli in allarme, persino non conoscendo le previsioni meteo che erano avverse. Il fatto è che quando uno si affida a qualcuno e paga pure una barca di soldi, tende a pensare che questo qualcuno sappia il fatto suo, e magari ne riceve pure rassicurazioni.

Mi ricordo quando, in una casa famiglia, mi occupavo di ragazze tolte dalla strada e mi chiedevo se, alla partenza, sapessero ciò cui andavano incontro e no, spesso e volentieri non lo sapevano.

Qualcuno dice che l’unico modo per evitare queste stragi sarebbe non partire, ma come evitare che partano? Altri dicono che preferiscono affrontare questo rischio piuttosto che rimanere in Paese dove sono privati delle più elementari libertà personale e dove sono calpestati diritti basilari e dignità della persona ma io mi chiedo, di fronte alle immagini del disastro, se è veramente questa la scelta che fanno.

I soccorritori hanno la voce rotta dalle lacrime quando ricordano lo spettacolo che si sono trovati davanti, piccoli corpi inerti prontamente coperti da enormi lenzuoli e genitori disperati che continuano a chiedere dove siano i loro figli.

Ovviamente l’Italia non può ospitare tutta l’Africa (e l’Asia), forse neanche tutta l’Europa potrebbe, aiutarli a casa loro che significa? Questo può andare bene per chi fugge dalla povertà, forse persino dalla carestia, ma certo non per chi fugge da guerre e dittature, che cosa potrebbe fare mai il mondo per eliminare le une e le altre, ammesso che ce ne sia la volontà?

Rimango senza risposte, solo con tanto dolore e un’insostenibile sensazione di impotenza.

12 thoughts on “Dove sono i nostri figli? La strage di Crotone

  1. È la stessa sensazione che provo anch’io perché non so quale potrebbe essere la soluzione e le ragioni le hai spiegate benissimo tu. Fanno male al cuore le immagini di tragedie come questa.

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  2. Pare che la Storia non abbia mai fornito indicazioni univoche circa le tue osservazioni.
    Oggi , forse , si potrebbe fare qualcosa in più, ma non è facile in presenza di guerre intestine, dittatori e dittatorelli che amano lo status quo, nonché popolazioni inermi, impossibilitati ad evolversi e costantemente diseducati ad un pensiero positivo, interi popoli che sono soggiogati da un oscurantismo da medio evo , oppure terrorizzati dalle forze dell’ordine , alla mercé di pochi prepotenti che rappresentano il potentato locale. A tutto ciò si va ad aggiungere una rinnovata discordia tra i paesi più evoluti, che potrebbero migliorare il quadro a livello mondiale.
    E’ impensabile che l’occidente + Giappone possa far fronte a tutte le emergenze, ma il ruolo di Russia e Cina sta dimostrandosi rapace quanto l’antico colonialismo, anche se in modo diverso, ma non troppo; osserviamo che l’unico intento reale è la deprivazione costante di minerali preziosi , oppure risorse energetiche, che viene mascherata da commercio, o aiuti industriali di breve durata, che lasceranno quelle terre in miseria totale e quelle popolazioni nel disastro ambientale.
    Soluzioni ne esisterebbero, ma comportano una unità di intenti che non esiste e non esisterà , credo , mai.
    Possiamo solo affidarci ai rattoppi che può offrire la solidarietà umana, o la “carità religiosa”
    Un abbraccio
    Giancarlo

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  3. L’orrore di quanto è appena accaduto da pochissimo, come anche quello di quanto accaduto tante altre volte in passato in misura variabile e di quanto poi di certo accadrà ancora (una delle più grandi bugie dei politici di tutto il mondo è dire ad ogni tragedia o guerra d’invasione o morte bianca sul lavoro o stupro o altro di vituperevole «Mai più!»), offusca nel pubblico dei media i contorni di tutta la vicenda, che poi si cala nella questione molto più complessa della gestione cinica (in alcuni casi al limite della perfidia, come quello della Gran Bretagna o dell’Australia) della gestione dei flussi migratori.
    Quello che urla davvero allo scandalo non è mai l’eccezionalità di un evento (una morte improvvisa, un incidente mortale, un tumore fulminante, una tragica fatalità) ma la prevedibile ripetitività di un fenomeno e quello delle tragedie dei migranti rientra in questo gruppo.
    Noi italiani abbiamo sulle nostre coste meridionali ed insulari lo sbarco dei migranti, che spendono i soldi di una vita (paradossalmente poco meno di una Panda usata per un europeo o della ristrutturazione di un gazebo in giardino, ma tutti i risparmi di una famiglia borghese per un africano sub-sahariano) per attraversare il deserto e dopo un viaggio infinito, costellato di sofferenza e violenza, si affidano alla mafia degli scafisti per essere traghettati spesso nemmeno fino alla meta, ma altri paesi europei hanno i migranti via terra, a piedi per le terre dai confini incerti, militarizzati e spinati delle terre balcaniche oppure nascosti nei camion o nei vagoni ferroviari.
    Insomma, la questione non è la migrazione in sé (impossibile da eliminare senza una gestione politica planetaria che preveda la fine del colonialismo moderno, come quello del signoraggio monetario alla francese o della politica predatoria messa in atto da decenni dai paesi più ricchi, compresa la Cina, di tutte le risorse naturali dei paesi più poveri), quanto la gestione dei flussi di coloro che finché ci saranno guerre e carestie continueranno a scappare, per dirigersi verso terre dove forse potrebbero sperare in una vita migliore.
    La soluzione è politica ma il cinismo dei governi la rende impraticabile.
    Sai cosa mi lascia sempre basito e che mi rende impossibile spiegare ad un bambino come è possibile che gli adulti abbiano potuto creare un mondo così di merda come questo? Che gli Stati con le riserve naturali più ricche (di minerali, di terre rare, di gas naturale e di petrolio) o con le maggiori distese di coltivazioni destinate all’alimentazione umana ed animale siano anche regolarmente e senza eccezioni i più poveri, i più politicamente instabili (con continui colpi di stato), con i governi e le polizie più corrotte e sempre costantemente preda di qualsiasi potenza che fletta i suoi muscoli…
    Un mondo alla rovescia, dove non è la bellezza di un luogo o la sua ricchezza naturale a vincere ma la finanza e la forza militare.
    Se non fosse che si salverebbero solo pochi ricchi depravati, vecchi, colpevoli ed inutili per l’universo, ci sarebbe da augurarsi l’arrivo di un meteorite delle stesse dimensioni di quello che sterminò i dinosauri.
    Scusa la logorrea ed il commento fuori tempo massimo.

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    • Fuori tempo massimo? Non c’è un tempo per commentare, io mantengo aperta la possibilità di commentare anche per i post di sedici anni fa, e ogni tanto mi capitano belle sorprese, commenti interessanti che riportano alla luce post dimenticati.

      Anche la logorrea è apprezzatissima, soprattutto quando sono commenti così articolati, approfonditi, molto analitici e forse persino, ahimé, esaustivi.

      Forse davvero l’umanità meriterebbe un meteorite, ma ci sono sempre i famosi “Giusti” che salvano l’umanità: certo che ne hanno da fare!

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    • Ma si, infatti concordo con te, alla fine è vero che i “giusti” salvano l’umanità: persone come il compianto Gino Strada, con le sue azioni, molto di più che con le sue parole, era come il sapone per il piatti in un secchiaio pieno di rifiuti unti… Faceva largo nello sporco… E tanti altri, silenziosi e sconosciuti eroi che resteranno nel completo anonimato, alzano ogni giorno l’asticella della decenza umana.

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  4. Io mi sento inerme e a parte l’indignazione per questi delinquenti che portano per mare ed uccidono innocenti per soldi io mi sento frustrata…mi vengono in mente molte soluzioni ma ognuna mi sembra inapplicabile….🙁

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