Non spiegare a Dio…

Mani verso cielo

Ieri ho letto questa frase, forse proprio nel giorno in cui avevo bisogno di sentirla:

Non spiegare a Dio quanto siano grandi i tuoi problemi, spiega ai tuoi problemi quanto sia grande Dio.

Ho voglia di piangere, anzi no, ho voglia di mettermi in un angolo, rannicchiata, ed emettere uno di quei tono lunghi, lamentosi, infiniti, sordi, strozzati, accorati, strazianti, fino a cadere dalla stanchezza e riuscire a non pensarci più.

Non spiegare a Dio quanto siano grandi i tuoi problemi, spiega ai tuoi problemi quanto sia grande Dio.

Che poi ci credo pure, davvero. Che poi lo so pure che sono anche fortunata, molto fortunata rispetto alla gran parte dell’umanità, ma questa solitudine di fronte a ogni problema, questo tradimento aggiunto or ora – ma che già avrei dovuto intuire maturasse, il che aumenta le mie sensazioni di inadeguatezza -, questo sentirmi una solitaria particella di sodio in una damigiana di acqua Lete mi fa venire voglia, almeno per una volta, di mettermi in ginocchio, ricurva, abbandonandomi.

Non spiegare a Dio quanto siano grandi i tuoi problemi, spiega ai tuoi problemi quanto sia grande Dio.

Io continuo a ripeterlo, a ripetermelo, non ho molto tempo, devo sbrigarmi a rimettermi in piedi e andare avanti.

18 thoughts on “Non spiegare a Dio…

  1. non sono molto credente o almeno non ho ancora capito bene in cosa credere però questa frase mi piace un sacco, filosoficamente inteso come filosofia di vita mi sembra un grande consiglio… uno di quelli che se applicato in massa (utopia) potrebbe realmente migliorare le condizioni di vita globali..

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    • Sono molto stanca, molto molto, ma non tanto di quello che oggettivamente devo affrontare, quanto dell’atteggiamento delle persone in cui m’imbatto. A parte il mitico Attila, che qualunque problema abbia non solo io, ma anche la figlia, deve sostenere che lui ne ha uno più grande e te lo butta addosso, ma ho ricevuto un ulteriore danno da quel “professionista” di cui parlavo qualche post fa, e chissà quando potrà finire questa storia: è proprio vero, dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io! Troppa gente sta perdendo il lume della ragione ma, prima di quello, il senso morale.

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    • Mi spiace sentirti cosi stanca….
      Molte volte si pensa che quelli più vicino a noi ci capiscano e ci confortino ma molte volte non è cosi……regna l’egoismo.
      Che dire…..la meglio forse è rimboccarci le maniche e testa bassa….anche per dare le testate

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  2. per tante volte mi son detta di esser fortunata rispetto a gran parte dell’umanità, perchè ho molte cose di cui non posso lamentarmi. Però spesso mi capita di dare ai miei problemi un peso enorme e credo che ciò sia dovuto ad una serie di motivi:
    1) spesso siamo troppo fragili per affrontare anche il più piccolo dei problemi e una bazzecola ci appare gigante ed enorme
    2) spesso il problema, che secondo gli altri è una sciocchezza, per noi rappresenta un macigno. non dovremo porci sul piano del: gli altri stanno peggio, perchè ognuno ha un suo modo soggettivo di superare una difficoltà.
    3) nella maggioranza dei casi, confrontarsi con gli altri non serve a nulla. credere di essere più fortunati è solo un modo con cui cerchiamo di alleggerire il problema. Questo capita soprattutto quando siamo abituati ad essere le spalle del prossimo e quando ci accolliamo i problemi degli altri. Non è una questione di fortuna, è una questione di impossibilità momentanea di trovare una soluzione, o perchè non si riesce, o perchè non si vuole. Quindi il problema esiste, ma bisogna trovare il modo per uscirne e non alleggerir il suo peso.

    Ti faccio un esempio. A quanto sembra sei satura della tua situazione e avresti voglia di respirare un pò, o comunque di avere una svolta positiva. Hai un lavoro, guadagni,hai amici e una figlia. Bene. Questo è si una fortuna, ma il peso della solitudine è troppo grande per alleggerirlo con la scusa della fortuna. In tal caso non guardare al peso, ma cerca di trovare una via d’uscita. Impegna il tuo tempo sulla ricerca di una soluzione e non sul peso del problema. Ecco che allora ti do ragione quando dici che Dio è più grande dei problemi.

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  3. Penso come Aida, che ha espresso come meglio non avrei saputo fare il mio pensiero e consigli. A volte ci si ritrova in situazioni pesanti, monotone, che non cambiano mai e tu allora trova veramente un poco di tempo per “gridare con la mente e col cuore a DIO” e vedrai che ad un certo punto ciò che ti sembra insopportabile……diventa leggero. Lui ci sente, ci ascolta e ci aiuta. Il brutto è che non abbiamo abbastanza fede nel Suo intervento, pensiamo di dover fare tutto da soli e non ci sfiora neppure il pensiero di LUI. Un abbraccio

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  4. “solitaria particella di sodio in una damigiana di acqua Lete” rende, ahimé, l’idea di dove a volte si finisce. E rende l’idea perché anche nuotando fino a galla per raggiungere l’aria, ci si imbatte nella parete che ti fa capire che uscire dalla damigiana è tutt’altro che uno scherzo.
    Io non mi metterei in ginocchio a riposare, perché non riuscirei a stare disteso abbastanza per sperare di stare meglio, ma per un “mettersi disteso a riposare” sono disposto a fare un po’ di coda per metterci la firma.
    Cerchiamo di vedere il lato positivo. Nella damigiana non rischiamo di fare brutti incontri. 😉
    Non è molto … ma è qualcosa. 🙂

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  5. Chi confida in Dio … NON sbaglia mai !
    Poichè, se c’ è, Egli, dopo averci fatto scegliere liberamente il nostro destino, vede e provvede, e se non ci fosse, ebbene è la parte migliore e più nobile di noi stessi che ci parlerebbe e ci farebbe scegliere ! 🙂

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  6. Amica mia virtuale (e chi sa mai se riusciremo a vederci anche fisicamente), mi fa stare male sentire queste tue parole.
    L’urlo di dolore a volte serve a liberarci altrimenti Dio non ce lo avrebbe offerto.
    Io ci credo e non posso non pensare che Lui ti sosterrà, perchè in fondo i problemi siamo noi a crearli non lui a mandarli, di questo ne sono convinta.
    Abbraccio e tieni duro, lo so che te lo dico sempre quando scrivi alcuni post e che più di questo non posso fare, ma chissà perchè (o forse lo so) penso che tu sia una donna forte, molto forte.

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    • Troppo forte, tanto da non dare mai a nessuno l’impressione che io abbia bisogno di aiuto, e invece ne ho bisogno, tanto da far pensare a troppi di potersi accollare anche loro, e invece non ce la faccio.

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    • Intanto ha già incominciato a farsi sentire: domattina dovevo venire al lavoro, pomeriggio assistenza mamma, domenica ancora impegni fuori casa dalla mattina alla sera e lunedì di nuovo lavoro, praticamente senza mai uno stacco: incredibile dictu, arriva all’ultimo momento la notizia che per dei lavori credo dell’Enel non ci sarà fornitura elettrica e quindi gli uffici non apriranno… mezza giornata miracolosamente libera, che mi serviva come l’aria!

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  7. Io credo invece che dobbiamo umilmente piegarci di fronte all’inconoscibile, e dio può essere la parola che si sceglie per dare un nome a questo mistero.
    Altrimenti, se lo concepiamo come qualcosa di più reale, con contorni più netti, come le religioni vogliono raffigurarcelo, forziamo con presunzione la soglia di ciò che è fuori dalla capacità umana comprendere, per spalncarla all’immaginazione, osando anche chiamarla verità.
    A un dio inteso come inconoscibile va riservato il nostro silente stupore, colmo dell’attesa di conoscerlo quando, se mai accadrà, ci sarà aperta la porta oltre la quale sapremo.
    Ma pregarlo no, è troppo incomprensibile, inimmaginabile, indefinibile, per farlo… possiamo invece chiedere aiuto, nella speranza che ci ascoltino e che siano altrove ancora vivi e presenti, ai nostri cari che soli ci hanno lasciati su questa difficile terra e del cui amore per noi, vero e reale, abbiamo assoluta certezza.
    A loro vada il nostro pensiero e la nostra gratitudine, oltre che la nostra preghiera.

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