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Le elezioni americane e il referendum nostrano

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Mi lamentavo, quando rielessero Napolitano, considerando che “La Costituzione stabilisce che può essere eletto presidente chiunque, con cittadinanza italiana, che abbia compiuto i cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici”: possibile l’Italia, con le sue decine di milioni di abitanti (non ricordo mai se 60 o 70 milioni), non avesse neanche un altro nome da proporre?  Nessuno che avesse più di cinquant’anni e che fosse semplicemente italiano e degno?

Mi sono lamentata delle elezioni del sindaco a Roma, dove davvero non c’era un elemento “appetibile”, e mi facevo più o meno la stessa domanda, piuttosto seccata di non trovare nessuno in cui credere e per cui veramente tifare.

Ma, siccome non c’è limite al peggio, oggi ringrazio il cielo di non trovarmi negli USA, perché tra i due candidati accidenti al peggio. Peccato che l’America non sia una di quelle nazioni delle cui vicende interne non interessa un fico secco a nessuno, sappiamo tutti che la politica dell’America è quella che governa, o quantomeno influenza fortemente, tutto il mondo e quindi, qualunque ne siano le sorti, il conto sarà presentato anche a noi (tanto per cambiare).

Intanto mi concentro sul nostro referendum, i media martellano per il SI, e io noto quanto il governo utilizzi la sua posizione di forza per portare acqua al suo mulino: io resto, decisissima, sul fronte del NO, ma vedo che la partita con gli indecisi è ancora tutta da giocare e ancora il popolo, anche dopo l’ultimo rifiuto dei Parlamentari di diminuire le proprie prebende, ritiene che per risparmiare i costi della politica si debba smantellare la sovranità del popolo.

Altro loro cavallo di battaglia è l’abbreviazione dei tempi di approvazione di una legge, anche se abbiamo ben visto come le leggi che gli interessano vengano approvate in pochissimi giorni, e d’altra parte non mi pare che gli italiani soffrano per la lentezza dell’approvazione delle leggi, tutt’al più soffriamo del fatto che non vengano applicate e che molte siano anche profondamene ingiuste (v. riforma pensionistica, o peggio ancora leggi che mettono in libertà i criminali e permettono loro di agire indisturbati).

Dolente per gli italiani che se la bevono, dolente perché stiamo svendendo la nostra democrazia non per un tozzo di pane, ma per l’illusione di un tozzo di pane che comunque non avremo, io continuo la mia propaganda per il no, invitando gli Italiani a considerare il fatto che la Costituzione non ci ha mai danneggiato, i ladroni e incompetenti nella stanza dei bottoni sì, e come Renzi, giudicando la Raggi per il suo no alle Olimpiadi (no con cui concordo pienamente tra l’altro), abbia declamato che per evitare gli sprechi si mandano via i ladri piuttosto che rinunciare a dalle occasioni, ma ora non abbia la coerenza di comportarsi nello stesso modo e mandare via i ladri piùttosto che smantellare la colonna portante della nostra democrazia e della nostra pagata col sangue sovranità popolare.

Applicatela la Costituzione, invece di sputarci sopra senza magari averla neanche letta, e comunque senza averne interpretato le direttive e lo spirito che ne fanno un faro della nostra libertà!