Che sono ebrea chi mi segue da tempo oramai lo sa. Figlia e nipote della Shoà, con gran parte della famiglia sterminata ad Auschwitz, qualcuno alle Fosse Ardeatine.
Sono nata e cresciuta in periodo di pace in cui, almeno sulla carta, non esistevano più le abominevoli legge razziali e quindi, in teoria, non ho subito discriminazioni ma, ahimé, aveva ragione Einstein a sostenere che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
Sono stata vittima di discriminazioni? Non posso saperlo, nel senso che non posso sapere se, per esempio, un posto di lavoro o una promozione non mi sono state date per le mie origini, ma sicuramente ho avuto modo di ascoltare tante manifestazioni di pregiudizio, spesso sfocianti proprio nell’odio razziale, affermazioni fatte in mia presenza da gente che non sapeva fossi ebrea.
Le persone di origine africana sono forse le uniche, insieme agli ebrei, discriminate dagli albori della storia senza alcun motivo reale, semplicemente perché sì ma, come ebbe a dire una volta a mia madre un africano, “voi almeno potete nasconderlo, potete far finta di non essere ebrei per salvarvi la vita, noi no, noi giriamo col tiro a segno dipinto sul petto”.
Nel momento in cui mia madre me lo raccontò, io sentii un enorme moto di solidarietà ed empatia nei confronti della popolazione di origine africana, un senso di fratellanza – di maggiore fratellanza intendo, perché io il senso di fratellanza lo provo per tutta l’umanità – che non mi ha mai abbandonato.
Un giorno però, di fronte all’ennesima gaffe di qualcuno che tuonava contro gli ebrei davanti a me salvo poi, di fronte alla mia “rivelazione”, balbettare, come sempre fanno in questi casi che “non si vede”, “non sembra”, “tu sei diversa” (quando si dice la toppa peggiore del buco!), fino al demenziale “Ma non è vero, tu non sai di cosa stai parlando!”), meditavo che almeno i neri questa manfrina se la risparmiano: con loro la gente non può parlare contro i neri non sapendo che sono neri, e almeno queste stilettate se le risparmiano!
Ne parlavo con una mia amica di origine africana e lei non era completamente d’accordo, diceva che almeno noi in questo modo possiamo sapere cosa pensa davvero la gente, loro no, con loro è più facile fingere e dissimulare, e allora la domanda mi sorge spontanea: in un mondo dove la stupidità e il pregiudizio razziale imperano, è più scomodo essere neri o essere ebrei?