Sbaglio o son destra?

A volte mi interrogo su me stessa, su come ho affrontato e affronto la vita, e non mi sembra ci siano mezze misure: o ho sbagliato tutto e l’ho sprecata, o ho saputo scegliere una strada di saggezza e coerenza raggiungendo una serenità che generalmente le persone non hanno.

Non so decidermi su quale sia la risposta giusta, mi sento davvero dalla parte del bene al pensiero che sono una senza “tormenti”, che sono felice delle gioie altrui, che non devo nulla a nessuno, che mi sono fatta da sola, cresciuto una figlia, etc. etc. etc., sempre con le mie sole forze, e soprattutto senza mai scavalcare nessuno.

Mi sento invece in difetto quando penso a tutto il non fatto, a questa specie di elettroqualcosa piatto, mi chiedo se questa mia “spartanità”, questo mio essere istintivamente minimalista non sia una rinuncia a vivere piuttosto che una scelta di semplicità alla Diogene, o una saggia forma di atarassia/apatia di stoica/epicureica memoria.

Insomma: “Niente se mi giudico, tanto se mi confronto” ma non solo: se vogliamo andare avanti a proverbi aggiungerei pure “Il gabbo arriva la bestemmia no”, e ora vi spiego perché.

Dovete sapere che tanti anni fa (ma proprio tanti tanti) io dissi una cattiveria a una persona, ma la dissi proprio con tutto il cuore e, francamente, non me ne sono mai pentita.

Lei era la ragazza di un mio carissimo amico (alla Xavier per intenderci), e lo trattava come una pezza da piedi. Lui era un ragazzo molto mite, non aveva certo una personalità proprompente, di quelle che generalmente piacciono alle donne, ma era una persona perbene e soprattutto la adorava.

Lei secondo me stava con lui solo e unicamente perché non se la copriva nessun altro (scusate il linguaggio diretto, ma oramai mi conoscete) e vi dirò di più: ogni tanto lo lasciava e, a mio avviso, si faceva un giretto altrove, convinta di trovare uno meglio di lui che avrebbe soddisfatto le sue manie di grandezza e i suoi sogni di gloria, poi si ritrovava da sola, presa e buttata via, e ritornava dall’innamorato di sempre, neanche particolarmente con la coda tra le gambe.

Parlando con me, che a lui volevo un bene dell’anima, lei ne sparava sempre peste e corna; io allora non facevo altro che invitarla a lasciarlo se quella era l’opinione che aveva di lui, se ne andasse a cercare altrove il suo principe azzurro e lo lasciasse finalmente libero di trovarsi una che gli volesse bene e lo apprezzasse per quello che era (tra le altre cose, quando lui seppe che la invitavo a lasciarlo non la prese troppo bene).

Lei aveva una gran voglia di essere amica mia, anzi, si sentiva proprio di esserlo, anche se quest’amicizia nessuno gliel’aveva mai concessa, e si lamentava pure che era sempre lei a chiamarmi e mai io (cocca bella, significherà pure qualcosa?) e soprattutto indovinate cosa? Mi dava tanti, ma tanti consigli, ma che dico, non consigli, erano delle vere e proprie direttive, per di più perentorie, a campare come diceva lei. Dopo averla invitata mille volte a farsi i fatti suoi tanto non avevo nessuna intenzione di prendere in nessuna considerazione le sue illuminate esortazioni, all’ennesimo rinfaccio che nella vita avevo sbagliato tutto le risposi che magari avevo pure sbagliato, mi ero sposata e avevo divorziato, mi ero trasferita all’estero ed ero tornata, etc. etc. etc., ma intanto avevo fatto un sacco di cose, avevo vissuto ma lei? Lei che cosa avrebbe raccontato al Padreterno? La sua “prudenza”, la sua paura di tutto, i suoi piedi di piombo, l’avevano tenuta inchiodata allo stesso posto da sempre, e che aveva fatto, per esempio, negli ultimi vent’anni? Niente, avevo solo rughe in più, una vita completamente sprecata.

Avete presente “colpita e affondata”? Non mi parlò mai più, e io ne ebbi un grande senso di liberazione. Poi, ovviamente, Xavier docet, corsi e ricorsi storici, lui prese le parti della sua bella e, dopo un periodo in cui cercò di conciliare i due rapporti, si allontanò.

Beh, lasciando stare loro due e tornando a me, cosa ho fatto negli ultimi vent’anni? Che racconterò al Padreterno? Rispetto a vent’anni fa ho solo il fisico più segnato e, come volevasi dimostrare, il gabbo è puntualmente arrivato.

E vabbè, che vi devo dire, domani è un altro giorno!

(Francesco Guccini – L’avvelenata)

28 thoughts on “Sbaglio o son destra?

  1. Ci provò il Machiavelli, ci provarono i Martiri del Risorgimento … e, da ultimo, ci provò Massimo D’Azeglio a farci diventare Cittadini d’ Italia, e cioè di una Nazione Civile e Democratica … ma siamo rimasti, non ostante tutto, cittadini ‘e Napule : a noyo ci piace la pastasciutta, ci piace il mandolino, ci piace fottere … e, soprattutto, ‘teniamo famiglia’ ! 😦

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  2. Come disse il wonderebbe di Leopoli:
    Quando sarai dall’altra parte , continuerai a studiare. Forse le stesse cose, ma le capirai.
    Ora non essere troppo severa con te stessa. Hai vissuto, non hai nuociuto…..
    What else?
    Un abbraccio
    Giancarlo

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    • Non è che io sia severa con me stessa, è che la vita è una ed è davvero un peccato non averla vissuta in pieno! “Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse!” recita un vecchio adagio, e niente di più vero fu mai detto ma, mi dico io, questi vecchi che sanno e non possono, non potrebbero magari aiutare che non sa ma potrebbe? Perché i genitori invece di farci da guida ci fanno da pastoie, da freno a mano, da tarpatori di ali?

      Io non voglio delegare ad altri le mie responsabilità, ma certo che se avessi avuto non dico un padre, ma una madre diversa, la mia vita sarebbe stata diversa, decisamente più mia.

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    • Forse tutto il mondo sarebbe diverso … se?
      Inutile pensare o recriminare.
      Non serve, magari possiamo tentare di capire ed evitare nostri errori, ma il passato non torna.
      Un abbraccio
      Giancarlo

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  3. Gira gira e fai la rotaaaaaaaaaaaaaaaaaa, canta si la voi cantaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ….
    Quanto sei bbella Roma a prima seraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa …..
    A Diè …. che te frega se te sei aritovata amichi infidi e ex amiche zoccole che t’ hanno sfruttata …. in longo e in largo, noyo semjo tutti e duo de Roma, e Roma è così bbella che cjè toje er fjato, così dorce e emozzjonante che cjè fà sdimentica’ ‘sto monno zozzone e li fiji de ‘na miggnjotta che cjàmmorbano l’ arja ! 😀
    😀
    °°°

    😀
    °°°
    Postescritto : per chi non lo sapesse, il cantante che esegue questo magnifico pezzo romano, è SERGIO CENTI, il più grande dei cantanti romani, il degno erede di ROMOLO BALZANI ( il leggendario cantautore-poeta che, fra le altre canzoni, compose BARCAROLO ROMANO ) !!!

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    • La zoccolona è un’altra che non perdonerò mai (e ha pure la faccia tosta di fare lei la parte offesa!). Le ho dedicato anni della mia vita, le ho dedicato le mie energie, e accidenti, ci ho pure speso bei soldi per andarla a trovare in quel posto sperduto e infrattato in cui vive, e lei come mi ricompensa? Io sto soffrendo le pene dell’inferno per non avere notizie di Xavier, che per me è stato e resta un fratello, e non sapere di lui mi accora, ma lei pagherà caro pagherà tutto, te lo assicuro. La vita mi sta dimostrando che salda i suoi debiti più spesso di quanto non si pensi: da noi si dice “Dio non paga di venerdì né di sabato, ma la domenica non gli avanza niente nessuno!”.

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  4. Secondo il mio modesto pensiero hai vissuto senza sprecare la tua vita. Il solo fatto che, nonostante momenti difficili, hai raggiunto serenità interiore ….ne è la prova.
    Un abbraccio D.

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  5. ODE A DIEMME ( e a tutte le Donne tradite )
    Si quarch’ amico, ‘nfame, t’ ha tradito,
    o quarch’ amica invece che sorella
    se rivelò, cor tempo, puttanella …
    si tutto er sentimento che jài dato
    se squajò come neve sotto ar sole,
    si ripensanno a quelli ‘n fonno ar core
    se smoveno le pene e er dolore,
    nun t’ abbjoccà, o cara Djemme mja …
    ma imbocca pjù serena ‘n’ antra vja !
    Quelli zozzoni … ormai fanno parte
    de ‘n antro tempo, e questo è gjà a le spalle,
    cjài tutto er futuro ‘nnanzi a l’ occhi tua,
    vivilo …e a quell’ antri li mortacci sua !
    Che poi sei romanina, e nun è poco,
    drento a le vene nun cjài l’ acqua ma ‘r fòco,
    la vita è sempre bbella … anche a bbocconi,
    e cjè regala gjà nove emozzjoni !
    Lo so bben io, che nun volevo vive
    dopo quer maledetto trenta aprile,
    volevo morì … annà ‘ncontro a la morte,
    e mo cjò ‘un desiderio ancor pjù forte :
    Ale e Lorenzo … so’ du’ bbei maschietti
    lo specchjo de mi’ fija … soridente
    e allora ecchime qui … pe’ sempre Errante !
    😀

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    • Tu caro cavaliere ciai raggione,
      nun vale ‘a pena de sta a rimugginasse,
      su quello ch’era tutt’antro che ‘n ciartrone,
      prima che ‘a pdf lo stregasse.

      Magara un giorno la verità trionfa
      e quella ch’era ‘na pdf tronfia,
      pagherà pegno der male che m’ha fatto
      e a nulla je varrà da’ su de matto.

      Sì, la vita continua certamente,
      ma io non me potrò leva’ de mente,
      quello ch’era un fratello e era ‘n’amico
      e poi s’è perzo pe’ ‘n tiratira antico.

      Io vado avanti, continuo a costruimme
      un futuro sereno a me a mi fija,
      e ‘a pdf… nel dietro se la pija!

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  6. Non si spreca mai una vita come l’hai vissuta tu, ciò che è fatto ormai è fatto.
    Si può andare solo avanti, con il bagaglio che se si è intelligenti (non lo sei forse? anche di più…) si vaglia e si mette a frutto.
    buona vita amica mia (dai fammelo dire, anche se non ci conosciamo di persona) 😉

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  7. La vita è come ‘n soggnjo, che cjàppare
    ‘na vorta bbello, e ‘n’ antra vorta brutto,
    e de ‘sto soggnjo, e der suo costrutto,
    nun ne sapemjo gnjente ! Come er mare
    nun lo conoscje l’ onna, quanno more
    su la battiggja ….. senza fà rumore !
    Sì er soggnjo è bbrutto, e cjè fa’ paura,
    vorremmo risvejasse … a la mattina
    come succede a me ! Ma è tanto dura
    uscinne fòra … o pjano o a la svertina,
    mentre si è bbello, e cjè dà pjacere
    noi nun vorremmo risvejasse mai !
    Che lo sapemjo : er monno è freddo assai
    mentre ner soggnjo è sempre primavere !
    Prennete Djemme, ‘sta romana bbona,
    che djede er core a ‘n amico ‘nfame …
    Quello che fece ??? Se ne annjede vja
    portannose co’ se ‘n’ amica sua !
    Tradimento, slealtà … miggnjotterja
    povera amica nostra, che credeva
    essere l’ amicizzja un sentimento puro,
    e mo nun jè resta che pjaggnje come Eva
    dopo che fece, co’ Adamo, l’ atto impuro !
    Ma Dio vede e provvede, e su la gjostra
    cjè fece rimontà l’ amica nostra,
    bbenchè ammaccata e ferita drento ar còre
    riprese ‘n mano la vita … con maggjor ardore :
    la vita, se sa … è tutto un ritornare
    ch’ er fjume se rjaccoppja sempre ar mare !!!
    😀
    °°°

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