L’Italia e la crisi: io so di non sapere

Decide Berlino?

A quasi tre mesi dal voto non solo non abbiamo dato vita a un governo, ma abbiamo rinunciato a formarne uno che rispecchi il voto espresso dagli italiani.

Ora, non è che io degli italiani mi fidi particolarmente e sono perfettamente convinta che uno dei più grandi limiti della democrazia sia il suffragio universale, ma tant’è, in democrazia siamo, e gli italiani hanno tutto il diritto di scegliere da chi farsi amministrare, anche se più volte abbiamo visto interviste di persone che dimostravano un’ignoranza spaventosa e ci sono venuti i sudori freddi a pensare che quelli avrebbero votato.

Non è che se poi andiamo a vedere fasce meno ignoranti siano più responsabili quando vanno a votare, fanno presto loro a dire “cambiamo, abbiamo provato gli altri, ora proviamo questi, se non vanno bene torniamo a quegli altri o ne proviamo altri ancora”, perché se fanno danni grossi poi non li ripara nessuno, anzi, quelli successivi hanno ancora più buon gioco ad addossare le responsabilità alle amministrazioni precedenti.

Io non lo so quello che è successo, no so perché Salvini si è impuntato con Savona, non so perché Mattarella si è impuntato contro, non so cosa avrebbe fatto questo governo se avesse visto la luce, ma so il disastro che hanno fatto i governi precedenti, tanto e tale che, se anche arrivasse un governo capace e virtuoso, ci vorrebbe una vita per risalire la china (e figuriamoci se non arriva).

Io una cosa voglio dire, a parte il fatto che mi metto le mani nei capelli per le prossime elezioni perché il voto di ognuno di noi sarà ancora più importante e io non so davvero che pesci pigliare: purtroppo dobbiamo ammettere che l’Italia ha sempre avuto il governo che si è meritato, le teste pensanti sono una sparuta minoranza, le persone che si rimboccano le maniche e lavorano, che sono quelle poi che hanno mandato avanti l’Italia finora, sono sempre troppo poche rispetto all’esercito dei furbetti, privi di qualsiasi dignità e di ogni qualsivoglia parvenza di senso civico.

Sono avvilita, avvilita, avvilita. Avrei voglia di buttarmi in politica per poter fare qualcosa per la mia nazione, ma da che parte cominciare? Non ho un partito di riferimento in cui io mi possa rispecchiare, e certamente non ho competenze né politiche né di economia. Certamente non mi manca la testa, né la dirittura morale, ma basterebbero?

E poi, ma sono proprio sicura di non avere mai fatto un’italianata in vita mia, vissuta con talmente tanta naturalezza da non essermene neanche accorta?

24 thoughts on “L’Italia e la crisi: io so di non sapere

  1. Ci sono italianate ed italianate. Alcune sono perdonabili, passibili. Altre no. Un’italianata passibile può essere quella di fare la raccolta differenziata contro voglia, addossando la colpa all’azienda della nettezza urbana ed al Comune se le cose non vanno bene. Da me ci si lamenta che paghiamo troppo e la raccolta non funziona, poi però siamo i primi a non rispettare, che ne so, gli orari in cui la spazzatura va gettata (dalle 8 di sera in poi). Un’italianata imperdonabile è quella di far finta di essere malati per percepire la pensione, di convivere anziché sposarsi per non perdere la reversibilità, di non lavorare fino a quando spetta la mobilità perché lo stato è costretto a pagare la mobilità fino a tot anni.
    Un’italianata perdonabile può essere il ricorso contro un concorso i cui limiti di voto sono 24 su 30 e io prendo 18 allo scritto. Se la legge me lo permette, perché non tentare (pur sapendo di essere stata una capra nei test scritti). Un’italianata imperdonabile è fingere di avere titoli di studio che in realtà non ho mai conseguito.

    Concordo con @Bia. Tu sei troppo onesta per governare.

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    • Io sono generalmente una persona onesta, tanto che mia figlia, definendomi di “un’onestà commovente”, mi paragona al Javert de “I miserabili” (che non è un grande complimento, essendo un personaggio estremamente rigido e, diciamocelo, di una rigidità che soffoca ogni forma di buon senso e umanità e fa vedere i sorci verdi all’amatissimo protagonista). Non mi butto malata (anzi, il contrario, vado in ufficio anche con la febbre e mi è capitato di consumarmi le ferie il giorno quando stavo male perché, stando magari già in ferie, non mi andava di revocarle e farmi fare il certificato), mai fatto CID fasulli, faccio la raccolta differenziata con la massima attenzione (e la plastica la lavo tutta!) e chiaramente pago regolarmente la nettezza urbana (etc. etc. etc.), ma se vai a cercare il pelo nell’uovo tranquilla che lo trovi. Il fatto dei concorsi è una storia lunga, perché se è vero che il ricorso delle capre immobilizza il regolare iter di assunzione di chi il concorso l’ha vinto, è vero pure che quella della raccomandazione non credo sia una fandonia, e allora provarci in tutti i modi diventa legittima difesa.

      Secondo me non è che io sia troppo onesta per governare, eventualmente troppo incompetente (ma più competente di tanti che invece di politica vivono!), e sicuramente una pecora tra i lupi: omnia munda mundis, e la mancanza di malizia vi assicuro che è una menomazione!

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    • Sulle italianate potremo scriverci un’enciclopedia:
      A
      Assicurazioni = compilazioni fasulle di CID, false testimonianze, ricoveri all’ospedale e collari per beccare circa 1500 euro, magari dopo un lieve tamponamponamento…

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    • Su quell’aspetto mi sento anche fessa: sono caduta dall’autobus e neanche mi sono fatta portare al pronto soccorso perché stavo andando al lavoro ed ero piena di impegni. L’autista ha fatto regolare denuncia, stavano già chiamando l’ambulanza, c’era tra i presenti un avvocato che mi consigliava di farmi refertare, ma in ufficio eravamo in pochi e per me il dovere prima di tutto. Inutile dirti che la mia dedizione è del tutto spontanea, mai avuta da quest’azienda una stelletta sul petto o una pacca sulla spalla…

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  2. Io invece ti ci vedo benissimo e sicuramente riusciresti ma non so che partito consigliarti. Per come vanno le cose in Italia SI DEVE VOTARE COME DICONO I MERCATI . E’ tutto inutile.

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    • Io sono veramente preoccupata, qui mi sa che la gente non si rende conto di cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere, e oramai le generazioni che hanno passato la guerra, la fame, dato vita alla ricostruzione, sono troppo vecchie oppure defunte e non ci possono consigliare, spiegare, illuminare. Forse dovremmo riprendere in mano i libri di storia, senza panico ma con tanto realismo e tanta umiltà.

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    • Ti ringrazio, quasi quasi mi metto a fare un programma politico e lo pubblico 😉

      Vedi, quando ero in Israele mi raccontarono che Begin (al di là di ogni giudizio sulla sua persona e sul suo operato politico) prima della sua entrata in politica viveva in una casetta di due camere, sempre aperta a tutti. Alla fine del suo mandato, viveva nella stessa casetta di due camere, sempre aperta a tutti: questa immagine mi riempì il cuore, un politico per cui il suo ruolo significa essere al servizio del suo paese, non arricchirsi!

      Sempre in Israele, la gente pagava volentieri le tasse, non solo perché ci tenevano a essere membri attivi della società (lì non hanno l’animus del parassita come in certe altre zone geografiche), ma perché erano coscienti del fatto che la nazione avesse bisogno del contributo di tutti e che ogni centesimo versato sarebbe stato utilizzato per rendere il proprio paese un luogo migliore.

      Ecco, queste “scoperte” furono per me sconvolgenti tanto erano lontane dalla mentalità italiana, e soprattutto dalla coscienza italiana di amministratori che fanno un tale spreco dei nostri soldi che non pagare le tasse diventa legittima difesa.

      Ne ho già parlato, insisto e ribatto sul punto: per me per salvare l’Italia bisogna partire dagli italiani, dal risveglio della coscienza civica, dell’amor proprio, della dignità, della voglia di costruire e contribuire alla crescita del luogo in cui si vive, dalla consapevolezza che la ricostruzione di questa nazione è come una chiamata alle armi, c’è bisogno dell’impegno in prima persona di ognuno di noi.

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  3. Sì …. Diemme, in politica, ci starebbe come il cacio sui maccheroni, ed io – ma penso anche moltissimi altri – la voterei senza dubbio alcuno ! 😀
    EVVIVA DIEMME … EVVIVA LE DONNE CHE VANNO IN POLITICA !!! ❤

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  4. OKKAY !
    E allora … EVVIVA LE “PERSONE” CHE ENTRANO, COME FAREBBE SE POTESSE DIEMME, NELLA POLITICA, magari sostituendo politici cialtroni buoni solo a incassar quattrini ( pubblici o privati ) “pro domo propria” ! 😀

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  5. Eh eh eh eh …. giusto !!! 😀
    Ps : che mi dici del mio commento su “L’ angolo delle chiacchiere” che, lodevolmente, mantieni in vita nel tuo blog ???

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  6. Io ti voterei, ma penso che non basterebbe… troppa onestà in politica a quanto pare non funziona, non con questo tipo di rivali… ti dirò che davanti a questo orrore vorrei che si potesse radere al suolo parlamento e governo, e costruire tutto da capo…

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