Ma io ci voglio andare in pensione?

Ci hanno promesso la revisione della Fornero, o il superamento, o come lo volete chiamare: insomma, ci stanno facendo intravedere la possibilità di andare in pensione prima della dipartita, e chi come me è vicino all’eta in cui, prima di quella maledetta riforma, si poteva iniziare a considerare l’idea della pensione, un po’ comincia a crederci e a sognare.

E’ in questo momento però che ho capito che non è poi che in pensione io ci voglia proprio andare…

A me il mio lavoro piace, e al momento non è questo il problema. Leggevo del tizio che ha vinto alla lotteria e scaricato un camion di letame davanti alla casa del capo: io, se vincessi la lotteria, comprerei una trifamiliare, quadrifamiliare, e gliela regalerei la casa ai miei capi per averli vicino e non perderli di vista.

Il problema non è il lavoro: il problema è che al netto del lavoro non rimane tempo per niente. Il problema è che, al di fuori del lavoro, tutta la mia vita è in totale stato di abbandono. Il problema è che se si apre una possibilità di andare in pensione tocca prenderla al volo prima che ci ripensino. Il problema è che, tra l’andare in pensione subito e passare al part-time, potrebbe essere più conveniente andare in pensione subito, perché con la logica delle leggi che sfornano rischi che più lavori meno vai a prendere.

Insomma, se passa il superamento della Fornero, essere (in pensione) o non essere, questo è il dilemma!

 

32 thoughts on “Ma io ci voglio andare in pensione?

  1. Se non si hanno altri interessi ci si annoia sicuramente. Io spero tanto di andarci in pensione perché è da tutta la vita che lavoro e vorrei dedicarmi a tutti gli altri miei interessi che ho dovuto mettere da parte per mancanza di tempo. Immagina di poter leggere finalmente tutti i libri che vuoi in santa pace o di potere fare finalmente lunghe passeggiate …

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  2. La pensione, intendendola come conclusione del proprio impegno lavorativo è sicuramente uno degli obiettivi che ci si pone nella vita, obiettivi importanti che scandiscono anche il percorso degli anni.
    Di traguardi tutti abbiamo bisogno, se non vien meno quel tendere ad una meta che da il senso al trascorrere del tempo. Questo per dire che è importante aver sempre davanti una meta da raggiungere. Per cui l’andare in pensione comporta di prefigurarsi altri e nuovi traguardi e non lasciare che lo scorrere del tempo ce li ponga per difetto, perchè il traguardo successivo a quello della pensione sappiamo bene quello che altrimenti sarebbe. Ma non è il tuo caso, per cui valuta le opportunità ed intanto pensa alle alternative, sicuramente una sarà quella di dedicarti più a te stessa, senza l’assillo di orari da rispettare, magari quello degli autobus che ti fanno dannare! Ciao

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    • In effetti la tentazione di andare in pensione è forte, anche accettando un’eventuale – ingiustissima – penalizzazione. Gli interessi da coltivare sono tanti, ma quello che più mi pesa oggi è non potermi dedicare neanche a ciò che è indispensabile!

      Ne approfitto per ringraziarti dei tuoi cari auguri, io ti risposi all’epoca ma la risposta risulta ancora non letta…

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  3. Personalmente non vedo l’ora e appena ne avrò la possibilità ci andrò! Anche a me il mio lavoro piace, ma non farlo nelle condizioni in cui lo stiamo facendo ora, in cui il lavoro che facevano 10 persone ora lo facciamo in 7, non è possibile lavorare in questo modo, sempre oberati e sempre di corsa perché è più facile commettere errori e non si è mai tranquilli.

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    • lasciamo stare la dolente nota del sottodimensionamento… la penso come te, non vedo l’ora e non appena se ne presenterà la possibilità cercherò di approfittarne!

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  4. Giorni fa ho letto articoli dai titoli sensazionali: “Le donne in pensione a 57 anni!”. Non mi lascio abbindolare mai da qualcosa che non sia certo, con tanto di fonti legali indiscutibili, pertanto ho letto uno degli articoli senza farmi false illusioni. Alla fine è emerso che:
    1. si faceva riferimento alla proroga di Opzione Donna della malefica Fornero
    2. l’O.D. era valida (e lo è tuttora) per le donne che hanno compiuto 57 anni nel 2015 (quindi, anche se la matematica non è mai stata il mio forte, si parla di donne che oggi hanno circa 60 anni)
    3. l’O.D. prevede che si accetti il calcolo della pensione in base al solo sistema contributivo
    4. la pensione sarebbe decurtata del 30%
    In poche parole una fregatura. Certo, c’è chi se lo può permettere ma non è il mio caso. Anche il part time è una soluzione che non posso permettermi, ne consegue che finché non mi diranno che potrò andare in pensione, senza tante penalizzazioni, a 60 anni non gioirò per nulla.

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    • Mi pare strana questo vincolo del 2015, secondo me lo cambieranno, altrimenti non ha molto senso. Per il calcolo contributivo non saprei dirti la differenza risultante, se uno stipendio puta caso è fermo da una vita può darsi che i due calcoli corrispondano.

      Il 30% di decurtazione è una rapina a mano armata, ma se uno potesse comunque farcela bisogna pure considerare che la vita è una, e non voglio morire stramazzando sulla scrivania (fine che a qualcuno è toccata).

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  5. Fottetenne, mia cara Diemme, e resta in servizio : il lavoro, specie se svolto con passione e professionalità, non ha mai ammazzato nessuno, mentre il lavoro casalingo, pesante e ripetitivo … se non uccide abbruttisce ! 🙂

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    • Mi associo a quanto detto dal Cavaliere….per chi ha sempre lavorato, soprattutto con piacere e gratificazione il ritrovarsi a casa col nido vuoto oppure con un marito anche lui purtroppo in pensione potrebbe risultare terribile ( parlo per il mio caso). Non ci sono hobbies che tengono…il tempo libero e’ infinito….meglio rimanere che non rimpiangere di non averlo fatto…buona giornata

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    • Anche quello d’ufficio può sortire lo stesso effetto… a me pare che la mia vita si sia semplicemente interrotta e aspetti di poter riprendere il suo corso, sperando che quando sarà il momento io abbia ancora le forze per farlo.

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    • A me il lavoro casalingo né mi ha ucciso né abbruttito… 🙂
      Forse perchè non lo ritengo un lavoro ma un piacere.

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  6. Personalmente ho sempre visto la pensione come un risarcimento del tempo che ho dedicato al lavoro, da sfruttare per tutti gli hobbie e le idee rimandate… quindi non associo l’idea della pensione a quella del riposo ma a quella della libertà di spendere il mio tempo per le mie passioni… poi mi considero ancora molto lontano dal traguardo e non mi pongo troppo il problema nonostante a 38 anni questo sia il mio 20 anno di lavoro e di contributi…

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    • Pischello, rischi di andare in pensione con 50 anni di contributi! Sì, la pensione è proprio il risarcimento di una vita dedicata al lavoro, è stata istituita come forma di risparmio obbligatorio, e invece oggi è una sorta di esazione coatta per contribuire allo spreco del nostro denaro, strafaticosamente guadagnato!

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  7. Buona sera Diemme in pensione io ci sono già, ho lavorato ugualmente per qualche tempo,mi piaceva il mio lavoro. Poi ho desistito e ho smesso di “travailler” non valeva la pena di continuare…decisione saggia ( una volta tanto dopo tanti anni di impegno ) Oggi a volte mi domando come facevo a fare Tutto …. adesso i miei ritmi sono più comodi…anche se i problemi e le priorità non mi hanno abbandonato,Anzi ! ma c’est la vie !
    Buona serata 🙂

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  8. Quando Monsieur Monti e Mrs Fornero annunciarono la riforma “Lacrime e sangue” la speranza di tutti noi fu che le lacrime ed il sangue fossero versate da tutti. Invece, come si è potuto constatatre negli ultimi sette anni, le lacrime ed il sangue versati sono appartenuti sempre alle categorie più deboli: dipendenti, pensionati, liberi professionisti, piccoli imprenditori. I manager delle società partecipate dallo Stato ancora oggi prendono milioni di euro, mentre nelle stesse aziende si preannunciano assunzioni ridotte di 2/3 rispetto al pensionamento del personale. Se vanno in pensione 9 persone, ne assumeranno 3.
    I parlamentari dell’epoca parlavano di riduzioni dello stipendio, invece le loro buste paga non sono neanche state minimmente toccate dal blocco dei contratti pubblici. Se si chiedeva il sacrificio di tutti, era fondamentale che chi oggi prende la pensione sulla base del sistema retributivo se la vedesse ridurre in maniera proporzionale con il sistema contributivo, e che i manager da milioni di eruo si accontentassero per lo meno di qualche centinaio di migliaia di euro. Sangue per tutti, non per i soliti. Per questo non credo a chi dice che la Fornero fu necessaria, e che la ministra ebbe il coraggio di fare il lavoro sporco che tanti non avevano saputo fare. E’ facile prendermela con una persona disarmata magari usando un’arma. E’ da vigliacchi. Punto! Difficile è usare il pugno forte con i forti (ma che ingannano il popolo italiano). Bastava avere le palle per dimezzare i benefici a tutti, senza aumentare l’IVA e senza crocefiggere le persone. Sto cazzo (scusa il termine) che l’hanno fatto.

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