Non è vero che sono invincibile, mi rompo in mille pezzi anche io…è solo che ho imparato a non fare rumore. *** Amami quando meno lo merito, che è quando ne ho più bisogno (Catullo) – Non sprecate tempo a cercare gli ostacoli: potrebbero non essercene. Franz Kafka —- Non è ciò che tu sei che ti frena, ma ciò che tu pensi di non essere. Denis Waitley — Non c'è schiaffo più violento di una carezza negata
Mia madre una cosa del genere non l’avrebbe mai detta, per lei la casa tirata a lucido era la cosa più importante del mondo, tanto che sono arrivata a rinfacciarle che se le avessero detto che col sangue dei suoi figli venivano le piastrelle lucide non avrebbe esitato a scannarci tutti. E forse, in un certo senso, l’ha fatto. 😥
Ma nemmeno mia madre penserebbe mai una cosa del genere! La casa pulita prima di tutto e il letto sfatto non lo contempla proprio! Tutti i giorni si prepara ad una visita immaginaria di un ente di certificazione sulla qualità della pulizia. Non sia mai che non rinnovino il certificato annnuale…mah! Laura
Tu pensa che mia madre, malata, non aveva nessuna paura di morire, ma era disperata per come avremmo fatto trovare la casa alle persone che sarebbero venute a fare la visita di condoglianze 😯
Poi è sopravvissuta, e quindi questo dolore non l’ha avuto!
Non ci posso credere…questa è proprio malattia mentale…come si potrebbe chiamare? Alla fine è più paura del giudizio degli altri che ossessione per l’igiene vera e propria. Una forma di insicurezza, non credi?
Ti credo… leggi la mia risposta a Laura, e figurati se non ti credo! Donne d’altri tempi, probabilmente educate a fare le perfette massaie (ricordiamo l’insegnamento a scuola di educazione tecnica, in cui ti insegnavano pure a controllare il cibo sui fornelli!).
Non sono d’accordo totalmente con la frase ultima. La trovo troppo categorica.Io non sono maniaca della pulizia, mi piace l’ ordine e credo di essere ordinata, senza polvere, nel senso che so vedere i miei difetti e lati positivi, anche interiormente. Chi è ordinato interiormente lo è anche esteriormente secondo la mia modesta opinione. Ciao D.
Sono perfettamente d’accordo con te. Il caos esterno spesso e volentieri è anche esternazione di un caos interiore, e viceversa. La fissazione può indicare una mente limitata, metodica, priva di slanci di creatività e fantasia, ma il disordine, che poi porta quasi inevitabilmente allo sporco, indicano sciatteria, pressapochismo, mancanza di rispetto per se stessi e pure per gli altri: aveva ragione mia nonna che diceva sempre “A casa degli altri, manco un òvo co’ la coccia!”
Mia madre ha sempre lavorato, non poteva essere maniacale per l’ ordine, lo è stata per l’ igiene, quello si. Persona, cucina , letto e bagno dovevano splendere sempre. Il resto dove si poteva. Ricordo il salotto, ad esempio, quasi sempre chiuso in tempi di scuola. Proprio come il mio adesso…..
Stessa esperienza… ed è per questo che ho imparato a vivere in una certa libertà spaziale. L’ordine eccessivo denota un bisogno di controllo sugli altri. Ti saluto, cara amica.
A me piace il disordine ordinato secondo le mie regole.
Non mi piace il disordine degli altri.
Spesso il disordine porta con sé pure sciatteria e sporcizia.
Però a me vengono in mente gli chef (quelli che vedo alla tv) quando cucinano: ordine e pulizia. Quell’ordine e pulizia non maniacale, ma necessario e funzionale per produrre qualcosa di buono.
(Ops! Sono l’unico uomo che è intervenuto nella discussione?) 😉
Non vi è alcun dubbio che lo stato della casa rispecchia il nostro stato d’animo,io ci ho messo del tempo prima di capire che a volte si deve lasciar correre…
Io, fino a che nella mia vita non sono entrati i guastatori, ho potuto contare sul fatto che sono una che il pulito lo mantiene, quindi non mi dovevo massacrare e sì, essendo uno che ha sempre dovuto correre per la sopravvivenza, altro che lasciar correre a casa! Fanatica non lo sarei stata mai, ma non ne ho avuto mai neanche la possibilità.
Nemmeno mia madre non era una patita del pulito in assoluto. Magari faceva più affidamento a noi (io e mio fratello) nel darli una mano, pensando forse che ci responsabilizza a fare “il nostro”. C’è, non dico che la casa era sporca. Ma più che “pulire” era una fanatica del “mantenere”.
P.S. Per quanto riguarda la camera da letto di una nuova ragazza….. che mi sia perdonato, pero….. erà tutt’altro che mi stava nella testa invece di guardare la pulizia della stanza. Concedetemelo, ero cosi giovane. 😉
Ahahah, da bravo maschio d’altri tempi, andavi al sodo!
Mia madre invece, in fondo, non ci ha neanche responsabilizzato, perché è vero che stava sempre a lamentarsi del mancato aiuto, ma è pure vero che qualsiasi cosa facessimo non le andava bene, spesso aggiungendo, demoivando al massimo, che impiegava più tempo a rifare le cose fatte da noi che non a farsele direttamente da sola: e così, dagli e dagli, l’abbiamo accontentata!
Non sono d’accordo con la vignetta, mi spiace!
Io sono una maniaca dell’ordine e della precisione, ma dell’apparenza mi curo poco, mi importa più della mia reputazione (come diceva Charlie Chaplin…).
Amo l’ordine perchè la trascuratezza mi infastidisce e perché a livello mentale mi appaga e mi gratifica. Ma l’ordine di casa mia rispecchia appunto il mio ordine mentale e la mia condizione interiore e non ha a per niente che fare con l’aspetto esteriore!
A me invece importa soprattutto l’igiene, se uno deve lavare il lavandino della cucina con la pezza del bagno è meglio che lo lasci sporco! Purtroppo coi guastatori mi ci sono mangiata il fegato, ma ho dovuto rassegnarmi a contare sugli anticorpi (non per la pezza di bagno e cucina, tranquilli, non si sognerebbero mai di lavare nulla con nessuna pezza sporca o pulita ma perché, per esempio, si buttano sui letti con gli abiti con cui magari si sono seduti sugli autobus (o ovunque altro), poggiano le buste della spesa in strada (magari per cercare la chiave del portone) e poi le mettono sul tavolo di cucina, e tutte cose che mi fanno francamente vomitare, e sto sempre dietro a pulire e a urlare, ma loro sono decisamente più veloci a sporcare di quanto io lo sia a pulire, e più capaci di isolarsi di quanto io sia capace di alzare la voce.
Se sul letto c’è il copriletto posso anche ammetterlo, altrimenti condivido il tuo pensiero: non sopporto chi si butta direttamente sulle lenzuola senza pigiama ma con gli abiti quotidiani! E sulle buste sul tavolo, concordo di nuovo! 😉
Senti, io vedo certi individui sull’autobus che non ammetterei neanche il sedersi sul copriletto, ma non è solo questo il punto: proprio pare che non sappiano distinguere lo sporco dal pulito, manca loro proprio il concetto base (e non solo a loro…).
Comunque, a quanto leggo su fb nei gruppi di casalinghe disperate, è un male molto comune 😦
E la famosa frase del se ti piglia un colpo e ti visita un dottore? Tutto il nostro look, la nostra pulizia, la nostra biancheria intima doveva essere finalizzata al famoso momenti in cui ti sarebbe preso un colpo per la strada e un medico ti avrebbe visitata!
Ma nemmeno mia madre penserebbe mai una cosa del genere! La casa pulita prima di tutto e il letto sfatto non lo contempla proprio! Tutti i giorni si prepara ad una visita immaginaria di un ente di certificazione sulla qualità della pulizia. Non sia mai che non rinnovino il certificato annnuale…mah! Laura
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Tu pensa che mia madre, malata, non aveva nessuna paura di morire, ma era disperata per come avremmo fatto trovare la casa alle persone che sarebbero venute a fare la visita di condoglianze 😯
Poi è sopravvissuta, e quindi questo dolore non l’ha avuto!
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Non ci posso credere…questa è proprio malattia mentale…come si potrebbe chiamare? Alla fine è più paura del giudizio degli altri che ossessione per l’igiene vera e propria. Una forma di insicurezza, non credi?
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Sì, decisamente credo!
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Mia madre non mi lasciava sedere sul divano in sala perché sennò le stropicciavo il copridivano… e no, non sto scherzando
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Ti credo… leggi la mia risposta a Laura, e figurati se non ti credo! Donne d’altri tempi, probabilmente educate a fare le perfette massaie (ricordiamo l’insegnamento a scuola di educazione tecnica, in cui ti insegnavano pure a controllare il cibo sui fornelli!).
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Vero… mia madre a scuola, oltre a italiano e matematica, “imparava i mestieri”!
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Non sono d’accordo totalmente con la frase ultima. La trovo troppo categorica.Io non sono maniaca della pulizia, mi piace l’ ordine e credo di essere ordinata, senza polvere, nel senso che so vedere i miei difetti e lati positivi, anche interiormente. Chi è ordinato interiormente lo è anche esteriormente secondo la mia modesta opinione. Ciao D.
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Sono perfettamente d’accordo con te. Il caos esterno spesso e volentieri è anche esternazione di un caos interiore, e viceversa. La fissazione può indicare una mente limitata, metodica, priva di slanci di creatività e fantasia, ma il disordine, che poi porta quasi inevitabilmente allo sporco, indicano sciatteria, pressapochismo, mancanza di rispetto per se stessi e pure per gli altri: aveva ragione mia nonna che diceva sempre “A casa degli altri, manco un òvo co’ la coccia!”
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Per me è esagerata questa riflessione, com’è esagerato il contrario, come in tutte le cose la via più giusta è quella che si trova nel mezzo 🙂
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Concordo.
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Mia madre ha sempre lavorato, non poteva essere maniacale per l’ ordine, lo è stata per l’ igiene, quello si. Persona, cucina , letto e bagno dovevano splendere sempre. Il resto dove si poteva. Ricordo il salotto, ad esempio, quasi sempre chiuso in tempi di scuola. Proprio come il mio adesso…..
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Come me, io sono attentissima all’igiene, poi per il resto lascio assolutamente correre.
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Stessa esperienza… ed è per questo che ho imparato a vivere in una certa libertà spaziale. L’ordine eccessivo denota un bisogno di controllo sugli altri. Ti saluto, cara amica.
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Di controllo sugli altri, e a volte pure povertà di interessi.
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A me piace il disordine ordinato secondo le mie regole.
Non mi piace il disordine degli altri.
Spesso il disordine porta con sé pure sciatteria e sporcizia.
Però a me vengono in mente gli chef (quelli che vedo alla tv) quando cucinano: ordine e pulizia. Quell’ordine e pulizia non maniacale, ma necessario e funzionale per produrre qualcosa di buono.
(Ops! Sono l’unico uomo che è intervenuto nella discussione?) 😉
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Mi sa… forse perché sei stato a lungo un mammo?
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Po’ esse…
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Come mia suocera. Uguale a tua madre. 😕
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Mia suocera invece non è così attenta…
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Non vi è alcun dubbio che lo stato della casa rispecchia il nostro stato d’animo,io ci ho messo del tempo prima di capire che a volte si deve lasciar correre…
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Io, fino a che nella mia vita non sono entrati i guastatori, ho potuto contare sul fatto che sono una che il pulito lo mantiene, quindi non mi dovevo massacrare e sì, essendo uno che ha sempre dovuto correre per la sopravvivenza, altro che lasciar correre a casa! Fanatica non lo sarei stata mai, ma non ne ho avuto mai neanche la possibilità.
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Nemmeno mia madre non era una patita del pulito in assoluto. Magari faceva più affidamento a noi (io e mio fratello) nel darli una mano, pensando forse che ci responsabilizza a fare “il nostro”. C’è, non dico che la casa era sporca. Ma più che “pulire” era una fanatica del “mantenere”.
P.S. Per quanto riguarda la camera da letto di una nuova ragazza….. che mi sia perdonato, pero….. erà tutt’altro che mi stava nella testa invece di guardare la pulizia della stanza. Concedetemelo, ero cosi giovane. 😉
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Ahahah, da bravo maschio d’altri tempi, andavi al sodo!
Mia madre invece, in fondo, non ci ha neanche responsabilizzato, perché è vero che stava sempre a lamentarsi del mancato aiuto, ma è pure vero che qualsiasi cosa facessimo non le andava bene, spesso aggiungendo, demoivando al massimo, che impiegava più tempo a rifare le cose fatte da noi che non a farsele direttamente da sola: e così, dagli e dagli, l’abbiamo accontentata!
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Non sono d’accordo con la vignetta, mi spiace!
Io sono una maniaca dell’ordine e della precisione, ma dell’apparenza mi curo poco, mi importa più della mia reputazione (come diceva Charlie Chaplin…).
Amo l’ordine perchè la trascuratezza mi infastidisce e perché a livello mentale mi appaga e mi gratifica. Ma l’ordine di casa mia rispecchia appunto il mio ordine mentale e la mia condizione interiore e non ha a per niente che fare con l’aspetto esteriore!
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A me invece importa soprattutto l’igiene, se uno deve lavare il lavandino della cucina con la pezza del bagno è meglio che lo lasci sporco! Purtroppo coi guastatori mi ci sono mangiata il fegato, ma ho dovuto rassegnarmi a contare sugli anticorpi (non per la pezza di bagno e cucina, tranquilli, non si sognerebbero mai di lavare nulla con nessuna pezza sporca o pulita ma perché, per esempio, si buttano sui letti con gli abiti con cui magari si sono seduti sugli autobus (o ovunque altro), poggiano le buste della spesa in strada (magari per cercare la chiave del portone) e poi le mettono sul tavolo di cucina, e tutte cose che mi fanno francamente vomitare, e sto sempre dietro a pulire e a urlare, ma loro sono decisamente più veloci a sporcare di quanto io lo sia a pulire, e più capaci di isolarsi di quanto io sia capace di alzare la voce.
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Se sul letto c’è il copriletto posso anche ammetterlo, altrimenti condivido il tuo pensiero: non sopporto chi si butta direttamente sulle lenzuola senza pigiama ma con gli abiti quotidiani! E sulle buste sul tavolo, concordo di nuovo! 😉
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Senti, io vedo certi individui sull’autobus che non ammetterei neanche il sedersi sul copriletto, ma non è solo questo il punto: proprio pare che non sappiano distinguere lo sporco dal pulito, manca loro proprio il concetto base (e non solo a loro…).
Comunque, a quanto leggo su fb nei gruppi di casalinghe disperate, è un male molto comune 😦
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Chiaro, io parlavo sempre delle mie abitudini domestiche 😉
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Però era un po’ il modo di pensare di una generazione…prima la casa, l’ordine e poi tutto il resto…
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E la famosa frase del se ti piglia un colpo e ti visita un dottore? Tutto il nostro look, la nostra pulizia, la nostra biancheria intima doveva essere finalizzata al famoso momenti in cui ti sarebbe preso un colpo per la strada e un medico ti avrebbe visitata!
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