Una volta, quando ancora speravo di redimere Attila, o quantomeno non avevo ancora fatto la fine della rana bollita (*) e combattevo ancora, provai una terapia famigliare.
La “psicologa” era una tizia di un’antipatia unica, e secondo me anche piuttosto incompetente tanto che, a un certo punto, manifestai le mie perplessità alla mia docente di psicologia, e chiesi a lei un consiglio.
Il campanello d’allarme mi era suonato intanto perché era molto giudicante, ed è l’ultima cosa che uno psicologo dovrebbe fare, e poi perché con lei mi trovavo tremendamente a disagio, il che pure non è buon segno. Tra le altre cose credo pure che avesse una certa “simpatia” per Attila, la qual cosa la faceva agire in maniera assolutamente poco professionale.
La mia docente mi consigliò di parlarle francamente, rigorosamente in privato, e così feci.
Devo dire che l’iniziativa sortì l’effetto sperato anche se, nel momento in cui lei iniziò ad essere professionale e imparziale, Attila decise che per sopravvenuti impegni non poteva seguire la terapia.
Ma non è di questo che volevo parlarvi (“e allora perché l’hai fatto?”, commenteranno i miei piccoli lettori 😆 ).
Durante il chiarimento chiesi alla psicologa tra le altre cose quale fosse il problema individuato e come intendesse procedere. Lei mi rispose che i nostri erano rapporti assolutamente senza regole, e che lei intendeva procedere introducendo una regola alla volta e, una volta assimilata una e diventata parte del nostro abito mentale, ne avrebbe introdotta un’altra, fino a completa “civilizzazione”.
Naturalmente, questo lo sapete, per i motivi sopra enunciati la civilizzazione a casa mia non è mai avvenuta e la nostra vita è ancora allo stato brado, però l’idea mi piacque (e qui arrivo a quello che volevo veramente dirvi).
Quello che io sto facendo ora, rinascendo a vita nuova, è introdurre nel mio stile di vita delle regole (stavo scrivendo “nella mia vita”, ma nella mia vita le regole già ci sono, e pure belle rigorose!).
La prima regola introdotta è stata quella di mangiare a pasto ed eliminare il cibo-spazzatura.
La seconda è stata l’organizzazione dei pasti, per non trovarmi mai più con una fame da morire e niente a disposizione (alibi morale e materiale per buttarsi sulla prima schifezza disponibile).
La terza, complice la bella stagione, è stata di prendere l’autobus un po’ in anticipo per avere il tempo di scendere una fermata prima e percorrere a piedi l’ultimo tratto di strada.
La quarta è stata acquisire l’abitudine di sorseggiare ogni pomeriggio una bella tazza di the verde.
Ecco, il lavoro svolto nell’ultimo mese è stato questo: voi che mi consigliate come quinta regola da introdurre, metabilizzare e assimilare?
(*) se metti una rana in acqua bollente, questa immediatamente reagisce, fa un salto fuori della pentola e si salva, ma se la metti in acqua fredda e la scaldi molto lentamente, in maniera impercettibile, la rana si lascerà morire senza reagire.
Annotare ogni giorno qualcosa che odi e qualcosa che ami fare, alternandoli.
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Oddio, mi hai lasciata perplessa: in che mi potrebbe aiutare questa attività? Io ho le idee chiare sul quello che amo e che odio, ma anche a volerlo mettere più a fuoco, in cosa mi potrebbe aiutare nel mio percorso?
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A non dimenticare quello che ami, perché spesso si dà per scontato, e ricordare quello che odi, per evitare le trappole della routine.
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Diciamo che questa consapevolezza già fa parte del mio patrimonio ❤
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Quindi te la senti di escludere a priori dei cambiamenti di percorso?
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Al momento sì: sto tanto bene, perché dovrei cambiare? Squadra che vince non si cambia! Aggiustamenti semmai, incrementi, questo sì, ma quello che amo e che odio me lo ricordo bene!
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Mi piacciono queste risposte determinate e precise.
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Ah sì? Xavier detestava le mie certezze… ma io non ho certezze, solo le idee chiare 😉
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E non ci vedo niente di male, anzi.
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Sarà che amo camminare e che – come saprai – fa bene alla linea, all’umore, a riattivare la mente, il metabolismo, la curiosità, il piacere dei dettagli e l’apertura dei 5 sensi, oltre a produrre serotonina, regolare l’intestino e riequilibrare gli scambi energetici e tutta una serie di altre dinamiche: in poche parole, ci rimette in pista. A mio parere è un toccasana che non dovresti relegare solo all’ultima fermata di autobus. Se però è un’attività che ti piace. Altrimenti, qualunque tipo di attività fisica che ti piaccia, che tu affronti con piacere e senso di libertà. Qualsiasi qualsiasi qualsiasi cosa che ti faccia sentir bene, possibilmente fuori dalle 4 mura di casa e dell’ufficio. Scegli tu cosa 😉
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Io amo moltissimo camminare, ma purtroppo il tempo mi strozza. Anche il fare questo piccolo tratto a piedi è un lusso che non posso permettermi tutte le mattine, dipende dagli orari di mia figlia che spesso accompago, dai ritardi degli autobus (che ora, grazie alla nuova giunta, sono praticamente inesistenti!) e da varie altre cose: se c’è una cosa che davvero mi manca è il tempo.
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..nemmeno in pausa pranzo..? 😉
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Pausa pranzo? Mezz’ora, inclusi i dieci minuti per scendere e altri dieci per risalire? E’ così che mi sono rovinata, mentre tutti si portavano il pranzo da casa, io compravo la pizza nell’unico posto vicino,, ovviamente una pizzeria.
Ora infatti mi sto organizzando per portarmi qualcosa di pronto, o alla peggio mangio due mele e un paio di fette biscottate: se ti dico che sono strozzata, credimi, sono strozzata.
E’ come quando dico che non ho spazio in casa, e la gente mi consiglia di mettere dei contenitori sotto al letto (già fatto), dietro le porte (già fatto), sopra gli armadi (già fatto) e poi aggiungono: “ma non hai un ripostiglio?” No. “Una cantina?” No. A questo punto dalla loro testa esce una nuvoletta con scritto “E allora sparati!”, ma è proprio quello che sto cercando di non fare! 😉
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Mezz’ora per la pausa è in effetti poco.. non hai un giardino pubblico vicino all’ufficio..? Un posto vicino da raggiungere e in cui fermarti con la schiscetta preparata a casa? 😉
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In effetti ci sarebbe un giardino, generalmente bazzicato dai barboni. Magari potrei farne alzare uno per sedermi io, giusto quei dieci minuti per consumare al pranzo con lui che ti fa capire quanto a fame, oppure potrei lasciarlo dormire e consumare il pasto in piedi.
Che poi, eventualmente, questo potrebbe valere per la bella stagione, che potrebbe pure essere fattibile visto che ormai ci siamo e no, se devo mangiare al giardinetto pubblico, col barbone a destra, la zingara a sinistra e i piccioni cagatori sopra, preferisco la comoda poltrona dell’ufficio, che oltretutto va bene pure per tutte le stagioni.
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😀 ..ok, sto giardinetto è già troppo affollato.. 😀
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..mi è venuto in mente un altro consiglio: tenere sul comodino qualcosa di piacevole da leggere prima di dormire. Non sono mai stata una mangiatrice di libri, eppure ultimamente ho scoperto questa ottima abitudine. Qualunque sia l’ora, l’appuntamento fisso con una lettura piacevole (anche solo di due pagine) aiuta molto a dormire meglio.
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Io leggo moltissimo, ma sull’autobus. La sera sto davanti al pc, e trovo molto piacevole questo tempo e questa ricerca solo mia.
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Sì, anch’io la sera dedico molto tempo a navigare, leggere, scrivere al computer.. però ritagliare uno spazio minimo a questo appuntamento della buonanotte è davvero diverso.. 😉
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Io a letto con un libro in mano resisto un minuto, in compenso di giorno sono una divoratrice di libri, soprattutto da quando ho l’e-reader!
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Se gradisci il gusto, il bastoncino di liquirizia da masticare aiuta (un po’, mica fa miracoli)
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Ma annerisce i denti… 😉
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ma profuma l’alito! 🙂
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Quarta regola: uscire dall’anonimato estetico e dalla sciatteria. Questa è una regola che sto cercando di seguire io. Pochi dettagli, ma che anche le mie colleghe hanno notato: l’accessorio artigianale scelto e diverso ogni giorno, l’abbinamento di colori – e tanto colore – la matita particolare agli occhi.. ogni giorno cerco di guardarmi allo specchio e poter dire: “Mi piaccio!” Non perchè sia bella (cosa che non è) ma perchè sto cercando di tirar fuori con creatività e far fiorire il meglio che ho tenuto nascosto per troppo tempo 🙂
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Questa mi è piaciuta! Comunque, anche se inconsapevolmente, senza verla presa come decisione, sto curandomi molto di più, e molto lavoro ho ancora da fare. Una delle regole è avere nell’armadio solo cose belle, e acquistarle già abbinate, e su questo sto lavorando 🙂
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..abbinarle invece che acquistarle già abbinate è più divertente! 😉 L’altro giorno sono andata in una merceria a comprare bottioni verdi da cucire su un cappottino grigio in sostituzione di quelli freddi d’acciaio in dotazione. Spettacolo!!! (ma poi, perchè ho scritto che è la quarta regola..??? 😀 😀 😀 )
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Quello intendevo, non comprare i completi bell’e pronti, ma a fronte di un capo procurarsi gli altri che lo completino.
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😉
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O crearli, come mi hai raccontato tu con il cambio di bottoni. 😉
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Una regola che ti consiglio di introdurre consiste nel dedicare mezz’ora alla settimana a te stessa. Tipo un bagno caldo con scrub, o da dedicare alla pulizia del viso, alla depilazione, alla cura dei capelli o a qualsiasi cosa che ti faccia rilassare. Inoltre ti consiglio di dedicare un pò di tempo (da spalmare nella settimana) alla riorganizzazione di casa ed armadio (se ne hai bisogno). Quando organizzi ciò che ti appartiene, automaticamente riesci ad organizzare meglio la tua vita.
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Sì, ne ho bisogno, ma a casa mia è una continua lotta contro il tempo, e comunque occuparmi personalmente di tutto aiuta certamente la consapevolezza e si prende possesso delle proprie cose e del proprio ambiente. Certo, il tempo è poco e forse lo spazio ancora meno, è dura!
La mezz’ora a me stessa direi che la dedico tutti i giorni, non una volta la settimana, tant’è vero che non ho mai rinunciato al bagno caldo in favore della più veloce e pratica doccia: almeno un bagno caldo la sera, con la vitaccia che faccio, me lo voglio concedere, con tanto di luce soffusa ed eventualmente sali profumati, e che diamine! 😉
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Attila l’ha letto e che ne dice?Grazie anticipate
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Mi sfugge la domanda… Attila ha letto cosa, le regole? E grazie di che cosa? 🙄
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Ched’è er poste numero 3.187, @Djè ??? 😯
Freghete come sei prolifica … in appena DJECI ANNI DE ATTIVITA’ BLOGGHJERA !!! 😀
Er sor @Attila ??? 😯
Ahè … lui de fòra pole fà er pajno, l’ ommo de monno …. ma drento casa l’ hai ridotto a ‘n siggnjorino compito e educato !!!
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Più o meno, tra me e la pronipote (blog CHIUSO e FERMO, capisciammé!) sarò più o meno su quella cifra se non pure di più. Magari per il compliblog farò il conto preciso 😀
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Io di regole non te ne posso dare…..altrimenti le avrei messe in pratica io 😛
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Ahahah, ma generalmente quelli non bravi in una cosa sono bravissimi nel consigliare gli altri, mica mi farai eccezione? 😆
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E’….mi sa di sì, mi ricordo quando mia figlia andava alle elementari e quando mangiavano a scuola c’era sempre il dietologo…..che si doveva mettere di profilo per passare dalla porta….e mia figlia regolarmente diceva: rompe e scatole a noi che non mangiamo bene ma perché non prova lui a mangiare meglio guarda lì com’è messo!!!!!
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E’ sempre così, mai conosciuto un dietologo magro! Parlo di dietologi maschi, perché le dietologhe invece devo dire che erano tutte piuttosto in forma, pure troppo, a volte vecchie scope rugose che facevano solo venire voglia di rimanere in carne!
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ahahahah vero, e pure antipatiche! 😛
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Con questo tuo post mi trovi totalmente impreparata. Io ho sempre vissuto senza regole, purtroppo. Non le sopporto. Più me ne mettono e più il mio animo ribelle si infastidisce e agita. Però… (hai notato quanti “però” ci sono nella mia testa? 😂😂😂) dicevo… PERÒ questo non è stato un bene. Lo ammetto, se vent’anni fa mi fossi posta più regole e disciplina in alcune cose (ad esempio nel lavoro, anzi… soprattutto) oggi sarei stata più pronta ad affrontare le difficoltà, e con un’attitudine più positiva. Perché sarei stata anche più decisa e disciplinata. Ma non lo sono. E questo mio percorso di crescita personale che ora sto affrontando è una scalata allucinante e faticosa. Ma forse è meglio così. Assaporare la “cima” dopo tutte queste difficoltà, non avrà prezzo… 😊💪
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I miei genitori hanno voluto trasmettermi la loro religione (con tutte le obiezioni che avrei da sollevare), e nella religione ci sono regole e regole, vissute con senso mistico: non dico del peccato, ma quantomeno della solennità del rispetto delle stesse.
Ecco, rispettare le regole tempra, fortifica, rende resilienti e io, che pure ora non ne rispetto più neanche una, sento che mi hanno fatto bene e, chissà, magari mi avrebbe fatto pure bene continuare a seguirle…
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Però è anche vero che seguire troppe regole non ti pone nella situazione di osare romperle, e spesso rompere le regole potrebbe significare distinguersi in modo migliore di altri.
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I peggiori crimini dell’umanità nascono dall’obbedienza, le più grandi scoperte, battaglie etc. dalla disobbedienza, ne sono cosciente, ma non è questo che intendevo… Parlavo di capacità di autodisciplina (anche perché la religione è pur sempre una scelta), e credo che questa sia una capacità che nella vita aiuta moltissimo.
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Quella capacità è anche rara purtroppo. Ma ci si può allenare anche in questo, giusto? 😉
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Non saprei perché io vivo come viene e sono aperta a tutto. Le uniche regole che mi impongo sono quelle che riguardano l’organizzazione del tempo durante la settimana. Nei WE però spariscono tutte perchè ho troppo bisogno di vivere in totale libertà. È la cosa che mi fa stare meglio. Laura
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Le regole regalano anche libertà, perché sapessi quanto rende schiavi il caos!
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È per questo che entro settimana rispetto una certa organizzazione ma poi ho bisogno di staccare. Laura
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