Archivio | 10 novembre 2016

L’amore perfetto

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Questo post mi è stato ispirato da quello del collega blogger Vittorio Tatti intitolato “Sfoghi“.

In questo post lui parla dell’amore che desidera, romantico e totalizzante che, alla mia veneranda età, ha provocato un brivido sì, ma di paura!

L’amore è sì una cosa bella ma, quando non si hanno più quindici anni, la relazione deve essere pure concreta, e soprattutto improntata al rispetto della vita dell’altro, a partire dai suoi spazi personali.

Alcune mie amiche, anche più grandi di me, hanno trovato un compagno, ma l’hanno prontamente lasciato in quanto “appiccicoso e invadente”: in due parole, castrante.

Vanno bene i momenti di passione, ci mancherebbe, vanno bene i momenti di romanticismo, benedetto sia il romanticismo ma, a un certo punto, bisogna pure fare i conti con la quotidianità e con se stessi.

Io, purtroppo, di amori molto romantici e molto totalizzanti ne ho avuti, per cui mi è capitato di ritrovarmi uomini capaci di stare ore in adorazione, a cantare le mie lodi, a dipingere il mio volto, a comporre poesie che mi celebravano, ma poi sostanzialmente incapaci di portare lo stipendio a casa, di pensare a ritirare un bucato se piove quando sono soli in casa, di occuparsi loro dell’idraulico o della revisione del’auto.

Ecco, a 50 anni non si ha più bisogno di questi uomini (e, francamente, neanche prima, questi al massimo possono andare per lo spazio di una crociera).

Io, a vent’anni, mi scandalizzavo di una donna – più grande di me – che diceva “Io voglio l’uomo operaio”.

Io, a vent’anni, mi scandalizzavo di un’altra donna – sempre più grande di me – che diceva “Sposo tizio per sistemarmi e rilassarmi economicamente”.

Oggi le capisco entrambe.

Ovviamente non mi accompagnerei mai a un uomo che non amassi e stimassi, non starei mai  con un uomo con cui non potessi vivere romanticismo e passione, ma non vorrei neanche un uomo che non fosse in grado di provvedere a se stesso, che non avesse senso pratico e che avesse bisogno di me H24 per colmare i suoi vuoti esistenziali: vede retro, uomo etereo, con la testa tra le nuvole e i piedi pure, vade retro, uomo anagraficamente adulto ma ancora irrealizzato, che aspetta la donna che passi la vita in sua contemplazione sbattendo gli occhioni e si dichiara insoddisfatto se quella ogni tanto fa un bucato, paga una bolletta o va a un corso d’inglese o di pilates.

Ecco, così mi sono sfogata anch’io!