Finché morte non ci separi

anziani sposi vivere insieme

Quest’oggi avrei potuto commentare i risultati delle elezioni ma, francamente, non m’ispira. Ne parlavo giusto sabato sera con una mia amica, e ancora i giorni precedenti in famiglia: è avvilente che una città come Roma, una capitale, non abbia saputo proporre un solo candidato che ispirasse un minimo di convincimento e fiducia, ma tant’è.

Avrei voluto parlare, e invero nei prossimi giorni ne parlerò, del post di Marisa, cui mi piacerebbe noi blogger dessimo un seguito.

Da un po’ di giorni però, ed esattamente da quando ho discusso con mia figlia, con dovizia di argomenti, sul perché sono contraria al divorzio (e al matrimonio gay), mi è venuta voglia di parlare del mio concetto di matrimonio, che è poi quello che ho vissuto in famiglia (purtroppo, non in quella che ho costruito io).

Intanto premetto che mi riferisco principalmente al matrimonio religioso, sia pure con la convinzione che il matrimonio civile non dovrebbe essere tutt’altra cosa, al massimo una versione per atei.

Nella celebrazione del matrimonio, non ricordo le parole esatte, si giura di amarsi, rispettarsi, proteggersi e sostenersi, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi.

Non ci si sposa perché ci si ama, ci si sposa per costruire una famiglia. Una famiglia magari si vuole costruire perché ci si ama, questo sì, ma non è che la cerimonia del matrimonio sia il coronamento del sogno d’amore, semmai lo è la decisione di costruire una famiglia, l’aver voluto prendere l’importantissima decisione di trascorrere insieme il resto della vita.

Mia figlia replica: “Ma se a un certo punto due non si amano più?”.

“Guarda,” le rispondo, “che due a un certo punto non si amino più è poco ma sicuro: o tu pensi davvero che due staranno per sessant’anni occhi negli occhi, mano nella mano, senza stanchezza, senza un attimo di crisi? L’amore può finire e basta, come si vorrebbe oggi, oppure può essere trasformato, ed è quello che si costruisce che lo trasforma in qualcosa che magari è diverso, ma non per questo meno valido”.

“Ma se una è infelice, se ha il marito che la tradisce e che la picchia?”.

“Allora, non parliamo di quello, parliamo di due coniugi che liberamente si assumono l’impegno di vivere insieme, sostenersi, rispettarsi, dedicarsi all’educazione dei figli assecondandone l’indole etc. etc. Se un uomo e una donna mantengono l’impegno di dedicarsi ognuno all’altro e ai propri figli, di lottare quotidianamente per il benessere dell’altro e dei propri figli, perché mai uno dei due dovrebbe essere infelice al punto di non tollerare più la condizione matrimoniale?”.

Mia figlia mi porta l’esempio di un tizio, impazzito dopo la morte del figlio, diventato violento. A parte l’enorme pietà per quest’uomo e per la donna che gli era accanto, non è che si possa ricorrere sempre agli esempi estremi per giustificare una posizione che deve essere “a regime”. Io dico soltanto che il matrimonio è un impegno davvero molto serio, che non andrebbe né contratto con leggerezza, né con leggerezza portato avanti, né con leggerezza sciolto.

Oggi comunque è possibile avere delle tutele legali anche al di fuori del matrimonio; oltretutto, secondo me, hanno perso tanto tempo a discutere sul ddl Cirinnà quando avrebbero dovuto legiferare su un’unione civile seria, non su uno scimmiottamento mal riuscito del matrimonio! Oggi si può vivere insieme, avere figli regolarmente riconosciuti, cointestarsi appartamenti, presentarsi in albergo (un tempo non si poteva!) anche senza matrimonio.

Obietta mia figlia: “Ma allora uno non si dovrebbe sposare mai?”. “Beh, non l’ha mica ordinato il dottore! Un tempo ci si doveva sposare per avere figli legittimi e tutelati, e comunque la donna doveva trovare un uomo che provvedesse a lei, e un uomo doveva trovare una donna che lo accudisse (v. “Sette spose per sette fratelli” 😉 ), ma oggi grazie al cielo non è più così. Essere singoli o in compagnia, sposati o meno, avere figli o no, sono praticamente nella quasi totalità frutto di libere scelte (ovviamente mi riferisco al contesto in cui mi muovo, non all’oriente o all’Africa!) e allora, se non si hanno certi principi e una forte determinazione a far funzionare il matrimonio, perché sposarsi?

“Magari” obietta sempre la figliola “a uno va pure di fare una bella festa per condividere con gli altri il proprio amore e la propria unione”.

“E allora facciano la festa, c’è bisogno di chiamarla matrimonio?”.

“E allora che facciamo, invitano tutti e poi esclamiamo ‘Benvenuti alla mia festa di Halloween!‘ ???”.

E perché no, se l’intenzione è di un’unione a tempo, magari avrebbe più senso…

NB: questo è il tenore degli scambi tra me e mia figlia… 😉

39 thoughts on “Finché morte non ci separi

  1. Sembra che parliate due lingue diverse, gli esempi che ti porta tua figlia sono casi limite, non la normalità, la realtà è, come hai ben detto, che oggi ci si sposa con leggerezza (tanto poi ci si può separare), il matrimonio non viene preso con la giusta serietà!

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  2. Giuro che proprio ieri parlavo con il mio ragazzo di matrimonio e di figli, alludendo al fatto che ultimamente sono molte le coppie che scelgono di avere figli fuori dal matrimonio e che la convivenza è una scelta di vita. Proprio come dicevo l’altro giorno nel post (sul fatto di essere messa incinta e sposarsi) è venuto fuori il fatto che il matrimonio deve essere una comune intenzione delle parti, e non la soddisfazione di quattro genitori che sfoggiano il miglior corredo, il miglior abito e la migliore casa per far schiattare i parenti. Deve essere una convinzione e una responsabilità da parte di entrambi. A mò di scherzo ho sottolineato il fatto che se ho rinunciato ad emigrare per continuare la mia storia con lui ho il sacrosanto diritto di essere presa in moglie e di avere tutti i diritti che la legge mi riconosce in quanto tale. Purtroppo per una serie di circostanze (esterne, ma anche personali) il lavoro non c’è e se c’è devo andare fuori e rinunciando a questo per inseguire il matrimonio voglio che tale matrimonio sia un incontro di due responsabilità. La mia, che voglio costruire una famiglia con te, fare dei figli con te, essere disposta a lacerare le mie membra per partorire i tuoi figli, esaurirmi per crescerli… e la tua, che un domani sai che mi spetterà un mantenimento, un aiuto, che dovrai rispettare la mia libertà di scelta, che dovrai stare con me anche se le mie membra non saranno più sode e il fondo schiena sarà ritirato. Dovrai supportarmi quando non avrò la forza di essere seducente e pimpante, e dovrai volermi bene (perchè l’amore è solo all’inizio, poi viene la passione, infine l’affetto) soprattutto quando i seni caleranno, il viso avrà le rughe e le mie gambe toniche e snelle diventeranno una grouviera.

    In tema di crisi i litigi sono dappertutto. Ogni persona è diversa. Non si può dire che tutti gli uomini sono violenti ed uccidono, come non si può dire che tutte le donne sono PdF mangia uomini. Se non ci fossero litigi, crisi, momenti in cui vorresti stare altrove, il legame non si consoliderebbe e rimarrebbe un copione da recitare a memoria. La crisi si affronta, si cerca di superare. Si viene incontro e solo quando si tocca il fondo allora si chiede il divorzio. I motivi per cui sono a favore del divorzio sono due: la violenza e l’infedeltà. Quest’ultimo punto ricollegalo a ciò che ho detto prima, perchè se uno non è disposto ad accettare il buono ed il cattivo tempo si tenesse un manichino.

    Il divorzio si volle per tutelare la libertà di una donna di liberarsi dall’idea che il marito debba mantenerla, con annessa sottomissione psicologica. Si è chiesto per divincolarsi dalle violenze delle mura domestiche e dall’ipocrisia. Brutto che oggi si sfrutti per ottenere una rendita vita natural durante.

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    • Non posso che essere d’accordo con te, con un sorriso per il fondoschiena che ti si ritirerà (beata, a me col tempo è cresciuto, altro che ritirarsi!) e una puntualizzazione relativamente alla Pdf che non è una mangiauomini, tutt’altro, è una sempliciotta priva di qualsiasi attrattiva, semplicemente è riuscita, per il suo tornaconto personale, a volgere a suo vantaggio una situazione drammatica, di cui non ti posso dire, e per farlo ha dovuto piantare il coltello nella schiena a un’amica. Insomma, più che mangiauomini, una st….. senza pietà.

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    • Secondo me sì. E’ una diciamo senza grilli per la testa, che recita il suo ruolo. Credo sarebbe una moglie piacevole. Non dimenticare che siamo state amiche per un bel po’ di tempo, un motivo ci sarà stato. Da parte sua, anche all’epoca, era solo interesse, cionondimeno è stata un’amica gradevole, la sua vera natura sarebbe potuta pure non venire mai a galla.

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    • Non conoscendola di persona non posso dire nulla. Ho spiegato il mio concetto di matrimonio, forse dal punto di vista dell’uomo, ma della donna è la medesima cosa. Il concetto di unione infallibile e, a maggior ragione, forte nei momenti in cui l’uomo non ha denaro, soldi per una vita da nababba e passione fisica (non posso essere volgare, leggimi fra le righe). Mi auguro allora che sia così. Magari con un uomo avrà una personalità differente!

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  3. Ah, mi è venuta in mente una frase che mi disse una vecchia amica un giorno, tanti anni fa. Le raccontai del fatto che avevo intenzione di costruire una storia seria e per farlo avevo bisogno del tempo necessario per imparare a conoscere l’altro, a capirne i limiti, le difficoltà, i pregi e i difetti. Mi disse:
    “Peccato tu ti sia fermata solo ad uno. Nella vita bisogna sperimentare.” Lì per lì la pulce nell’orecchio ce l’aveva messa, ed in effetti spesso mi capitava di immaginare avventure passionali fatte con chissà chi… E giustamente mai avverate proprio perchè non amo farmi vedere nuda da più uomini. A distanza di anni ricordo quella frase e sono ancora più convinta delle mie scelte. Spesso la voce di un’amica non è un passo del vangelo, mentre un passo del vangelo rimane libera interpretazione del credente.

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    • Frase superficiale e piena di pregiudizi quella della tua amica. A volte la persona giusta s’incontra dopo un po’, altre volte mai, altre subito: che dovrebbe fare una persona in questo caso, lasciarsela sfuggire o addirittura tradirla per fare altre esperienze? Mi sembra un discorso che non sta né in cielo né in terra!

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    • Era detta da una ragazza priva di personalità e paurosa di tentare una storia seria con una persona. Insomma può darsi lo abbia detto per invidia, come può darsi lo abbia detto con sincerità. Ovviamente ognuno esprime il suo parere e mi auguro che abbia trovato anche lei una persona adatta alla sua personalità. poi per il resto non saprei. Allora a sto punto meglio sposarsi più di una volta e provare l’esperienza di più matrimoni?

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  4. Io, vado controcorrente, temo, dico che il matrimonio può essere sacrificato, specialmente se questo gesto finale serve a ritrovare il rispetto per l’altro e per sé stessi, per quello che siamo come persone e non per le conseguenza delle regole che il matrimonio stesso porta con sé.
    Il matrimonio troppo spesso diventa una specie di gabbia dorata, dove è facile pensare che “due a un certo punto non si amino più è poco ma sicuro”, ma, “per fortuna” (un per fortuna ironico, ndr), si è fatta una promessa un giorno e quella promessa era per tutta la vita.
    Questo accade perché ci dimentichiamo che l’Amore è soprattutto una conquista. Lo è inebriante all’inizio, sorprendente ogni nuovo giorno. E la conquista più grande è svegliarsi al mattino con vicina l’armonia dai pensieri e dalle forme così attraentemente simili e diverse dalle nostre, da sentire che siamo nel posto giusto. La conquista finisce quando ci si addormenta la sera, e il giorno dopo bisogna ripartire da capo.
    Le “regole” del matrimonio, la “condizione matrimoniale” non c’entrano niente con quello che dovrebbe essere. La libertà di scegliere di essere vicini ogni giorno nel tempo vale mille matrimoni.

    Poi ci sono i figli, lo so … , che meraviglia! Ma questa è un’altra storia ancora. 🙂

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    • “Sacrificare” contiene in sé la parola “sacro”, che si addice più al matrimonio che alla sua fine. Purtroppo credo che in molti perdano il senso di questa sacralità e non si sveglino ogni mattina con l’idea di rendere felice il proprio partner e di portare gioia e sicurezza nella propria famiglia. Molti scambiano il matrimonio per una sorta di assicurazione, come hai detto tu, e questo anche non è matrimonio.

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  5. Io direi che il matrimonio va considerato come un vincolo “abnorme”, che supera quelle regole di naturale buon senso che informerebbero due persone di normali sentimenti che intendessero “mettersi insieme” senza eccedere nelle reciproche promesse.
    Chi sceglie il vincolo matrimoniale dovrebbe pertanto essere ben consapevole di obbligarsi a un comportamento molto rigoroso e “limitante”, difficilmente rinunciabile… ed è per questo che mal si conciliano col matrimonio così inteso la separazione e il divorzio.
    Diciamo che il fatto di poter sfuggire da vincoli tanto stretti e impegnativi, pur volontariamente e consapevolmente presi, mina la natura stessa del matrimonio… indebolendone la struttura granitica.
    Chi invece, non essendo guidato da motivazioni religiose o magari culturali o tradizionali, non intende unirsi con lo stretto vincolo matrimoniale, fa la cosa giusta… e direi, a mio giudizio, la cosa più naturale e logica possibile.
    Sposarsi per “far spettacolo” o perché così fan tutti, pensando già alla possibilità di separarsi, è segno di leggerezza e superficialità, se non di incoscienza.

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  6. Anche a me è capitato di pensare ai casi estremi che ha riportato tua figlia per discutere di questo argomento… Credo che il matrimonio sia una cosa molto seria su cui bisogna riflettere, e forse ognuno ha la propria visione del matrimonio, anche in funzione di religione o non religione… però hai ragione, l’amore prima o poi finisce, e restano i ricordi e la famiglia a tenere insieme 😉

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    • “la famiglia da tenere insieme” mi pare molto riduttivo. Io credo che il partner, che per la legge è parente di primo grado, lo dovrebbe essere nei nostri cuori, come i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri figli, solo che, a differenza loro, l’abbiamo scelto. E come gli altri vincoli non vengono meno, così non dovrebbe venir meno questo. Certo, ci sono fratelli, genitori, figli, che hanno interrotto ogni rapporto, ma questa è l’eccezione, non la regola: la regola è che invece sono legami speciali, unici e insostituibili.

      Dovrebbe essere così anche nel matrimonio: ovviamente, il requisito essenziale è che si debba essere in due a viverlo nello stesso modo, altrimenti davvero diventa una prigione, di cui bisogna solo aprire la porta e fuggire.

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  7. Il matrimonio porta con sé anche una serie di vincoli, obblighi e tutele legali, che sicuramente non è un aspetto da trascurare. Ma dico io, se si vuole fare il ricevimento nella location esclusiva, con la wedding planner e il tableu e gingilli vari… veramente, cosa cambia da una festa di Halloween? Se il matrimonio deve essere il pretesto per condividere la propria felicità di coppia con gli invitati, si può saltare tutta la parte del rito, o no? Che sia civile o religioso, l’importante è farsi l’album e tagliare la torta mano nella mano oppure brindare con i calici incrociati…. Io vedo solo tanta facciata ed ipocrisia in tutto questo purtroppo…

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  8. Conflitti generazionali!
    La visione d’amore e matrimonio è diversa oggi da quella di ieri.
    Con mio marito ci siamo sposati per unire le nostre forze, prima le coppie di fatto neanche esistevano, per forze intendo l’aiuto reciproco che se non sei sposato e ti succede qualcosa t’arrangi perchè non è permesso nulla, noi eravamo cinque anni che vivevamo insieme per “amore” e sono quasi venticinque che continuiamo a farlo tra calma e maretta 🙂
    Fare famiglia che vuol dire? Fare figli? Non credo, noi ci sentivamo una famiglia anche senza Meli, che secondo la medicina non doveva arrivare.

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  9. Hey, son riuscita finalmente a leggere qualche tuo post 😀
    Io conosco tantissimi etero che si son sposati e non vogliono figli, perché si considerano la famiglia l’uno dell’altro.
    Detto questo, le coppie innamorate sono meno di quelle non (non c’è dubbio) ma io conosco vecchietti che si adorano incondizionatamentecome il primo giorno e ti dirò che sono certa che anche io e Ran saremo così, visto che ogni anno che passa ci amiamo sempre di più!
    Baci

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    • Il fatto è che secondo me in Italia mancava proprio l’unione civile, quella cioè che garantiva tutele legali a due persone che si volevano bene senza tutta la sovrastruttura del matrimonio, che spesso era “il prezzo da pagare” per avere quei riconoscimenti e quelle garanzie.

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  10. Attenzione però … l’ estate incombe su coppie giovani e innamorate e non … e i pappataci ( tacci loro ! 👿 ) mozzicano come iene … e non c’ è niente da fare per bloccarle !!!

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  11. Beh … stento a crederti, amica bella, giacchè quei figli di puttana di @pappataci non risparmiano alcuno : di notte escono quatti quatti inpugnando il pungiglione come i sicari, e … ZAC ! .. Ce lo ficcano nelle spalle, per poi andarsene subito a nascondersi sotto la branda, o dietro a un quadro, dormendosela sazi e contenti …. mentre noi ci staremo a grattare fino all’ alba … E di giorno poi mica escono eh ??? Manco a pagarli ( mica son fessi … ) ! Aspettano …. ASPETTANO la notte successiva e …. ZAC !!! ….. UFFI … dov’ è l’ Autunno ???

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