Una persona peggiore

Illusioni e disincanto di Katia Aiello

Illusioni e disincanto di Katia Aiello

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Ieri mi ha chiamato una persona. Una sconosciuta, uno dei tanti contatti internettiani. E’ disperata, vuole un consiglio, ci dobbiamo vedere.

Non è la prima volta che mi capita.

Una volta questo mi onorava, insomma, se quando sei giù senti l’istinto di sfogarti con una persona è perché pensi che quella persona ti ascolterà, saprà capirti, ti prenderà a cuore, è perché è una persona di cui ti fidi, visto che ti predisponi ad aprirle il cuore e metterlo nelle sue mani.

Solo che io sono cambiata.

Prima, la mia spalla era sempre pronta.

Prima, ritenevo che una persona che ti apriva il suo cuore ti stesse facendo un dono, ti aprisse una finestra su un’anima, permettendoti di capire e d’imparare.

Ma dopo la Pelodifiga, che ha sfruttato per anni la mia spalla per piangere non solo allontanandosi alla grande finito lo stato d’emergenza ( e finito grazie a me…), ma portandosi dietro l’amato Xavier, e questo approfittando di una situazione particolare che, ahimé, non è opportuno palesare in questo contesto, sono cambiata, non la vivo più così.

Perdere lei, oramai lo sapete, è stato liberarsi di una zavorra, ma lo stesso non è stato per lui: quali che siano state le dinamiche dell’una e dell’altro, dopo essersi serviti al piatto della mia vita sono più che vilmente scomparsi, lasciandomi tanto amaro in bocca ma, soprattutto, tanto disincanto.

Ecco, in occasione della telefonata di ieri, mi rendo conto che questo disincanto rischia di rendermi una persona peggiore, meno empatica, meno disponibile, meno interessata ai drammi del prossimo. Mi rendo conto che oggi, di fronte a una tale richiesta, mi sento come se dei tentacoli stessero cercando di avvinghiarmi e voglio solo che mollino la presa.

Mi dispiace perché io non sono così, non sono questa, o quantomeno non lo ero, perché invece oggi mi ci sento, scocciata, presa dal mio, non disponibile a sacrificare tempo per le paturnie altrui.

Questa persona che mi ha cercato, ovviamente, è completamente innocente. Magari fa parte di quelle che, come tra l’altro un paio di blogger che circola(va)no da queste parti, non vedono l’ora di condividere con te anche il bene che la vita riserva loro, che ti chiamano per festeggiare quando arriva la notizia che aspettavano, che addirittura in linea con te al cellulare vanno a ritirare il test di gravidanza, gioendo in diretta con te dell’esito positivo.

Mi dico tutto questo, ma non riesco a dare ascolto a me stessa e non mi convinco. Non ho voglia di ascoltare nessuno, e al solo pensiero mi sento derubata.

Evidentemente, la Pdf è una persona capace di tirare fuori il peggio da ognuno, inclusi X. e me.

Evidentemente, sono diventata una persona peggiore ma, con tutto il cuore, spero sia uno stato d’animo solo temporaneo.

30 thoughts on “Una persona peggiore

  1. Leggendo il tuo post sono rimasta davvero sorpresa positivamente, perché anch’io da qualche tempo la penso esattamente come te! Ho sempre ascoltato e aiutato chi aveva bisogno di sfogarsi porgendo la mia spalla. ..ora, sarà l’età che avanza o che altro…. non me la sento più di farlo, voglio pensare solo a me stessa alla mia serenità (scarsa) senza preoccuparmi di “terze” persone.Io non sono mai stata menefreghista e credo non lo sarò mai… ma per adesso è così! E io non ho a che fare con nessuna pdf. Sono diventa peggiore? Non so…credo di no, ma non mi pongo affatto il problema.Scusa per eventuali errori ma ti sto scrivendo con uno smartphone. Un grande Abbraccio cara Diemme.
    Rosy

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    • Io piucchealtro mi sento molto in colpa per il tempo sottratto ad altri più vicini, mia figlia in primis. Un errore pensare di togliere spazio a lei (sebbene pochissimo, perché ovviamente non ha mai cessato di essere al centro del mio universo) per darlo ad altri, illudendomi che quello fosse il dovuto mio spazio di vita sociale. Ora mi rendo conto di aver sottratto il tempo a chi mi ama ed è veramente la mia vita per darlo ad estranei sanguisughe.

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  2. Non ho molta esperienza in tema di umanità ma per quel poco che ho vissuto credo che ognuno di noi sia il risultato di quella esperienza negativa che prevarica su tutte quelle positive, segnandone il carattere. E’ anche vero che più passa il tempo, più si trova la capacità di migliorarsi e di ricredersi sul genere umano. Tutto sta nella combinazione delle esperienze e nella capacità di assorbirne gli effetti. Ovviamente forse oggi sei tu che necessiti di una spalla. Magari, una volta ripresa, riuscirai ad essere empatica con il mondo.

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    • Io necessito sempre di una spalla, come tutti credo, non solo oggi. Per quanto riguarda l’empatia, io continuo a provarla per le persone con cui ho un rapporto più pieno di condivisione, ma per l’estranea che ti si attacca tipo cozza patella per vomitarti addosso tutti i suoi malesseri salvo poi dileguarsi, scusatemi ma non ho più né tempo né voglia.

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  3. Per come la vedo io è molto importante fare sempre quello che ci si sente di fare, a volte capita anche a me di non aver voglia di ascoltare i problemi altrui ma non è questa una condizione stabile. Poi dipende molto anche dalle persone e dai momenti in cui certe richieste si presentano . . . . . la vita è troppo complicata ed imprevedibile per poter dire che una cosa non la facciamo più o la faremo per sempre.

    Un saluto

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    • Sono d’accordo con te, dipende molto dalle persone e dai momenti. Per un amico o un’amica veri, il tempo e la voglia ci sono sempre, è per fare la crocerossina a prescindere che non ho più testa, soprattutto perché l’impressione che ne ricavo è di allevare tante serpi in seno (Pdf docet).

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  4. Purtroppo le delusioni induriscono, poi si diventa prevenuti e ci si fida del prossimo molto meno, non è bello, ma la verità è questa, inutile nasconderlo….e penso che sia anche naturale, non siamo robot a cui tutto scivola….siamo persone con i nostri sentimenti ed emozioni e con le nostre cicatrici.

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  5. Giudicarsi (male) porta a sensi di colpa e non va (e fa) bene… d’altronde, se le tue reazioni di oggi sono queste, perché sdoppiarsi richiamando la “parte migliore” di te al solo scopo di emettere un giudizio severo su quella ritenuta peggiore?
    Meglio non indagare troppo, non cercare spiegazioni… e assolversi quanto più possibile. 😉

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  6. Io credo che se ti non ti senti di aiutare qualcuno facendo una delle cose più difficili ovvero supportandolo in un momento particolare della sua vita non sei una persona peggiore,ma stai saggiamente cercando di dosare le tue forze per essere di maggiore aiuto in generale per te e per gli altri….😊

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    • Per me non è difficile supportare una persona in un momento difficile della sua vita, tutt’altro. Per me è difficile metabolizzare che tutto venga preso come dovuto e magari, ad emergenza finita, liquidato con un calcio sulle gengive.

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    • Quando dico che è difficile supportare qualcuno in un periodo difficile intendo proprio questo: chi è in difficoltà è talmente tanto preso dal suo problema che rischi si appoggi su di te a peso morto e finito il momento critico sia così spossato/sollevato da non pensare neppure a dire grazie, per cui aiutare in situazioni di questo tipo significa non potersi aspettare nulla…
      Ovviamente come in tutto esistono eccezioni sia da un lato che dall’altro 🙂

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  7. Ciao Diemme,
    Sono Chiara, mi hai chiamata questo pomeriggio. Ho cercato sul tuo blog un indirizzo privato ma non l’ho trovato. Volevo solo ringraziarti per l’affetto dimostratomi. Ci scambieremo le e-mail private successivamente, ma ora mi premeva farti sapere che ho apprezzato tantissimo il tuo interessamento e il tuo affetto in questi anni per me difficili. Non ho letto il post, sto scrivendo di corsa, perché ho la bimba che mi chiama. Poi mi aggiornerò, ho trascurato il tuo blog come molti altri, perdonami.
    Spero di vederti e conoscerti di persona un giorno.
    Grazie per la tua telefonata, che non è stata la prima, mi ha fatto molto piacere e molto bene! E scusami se non ti ho chiamata io. Sei davvero una cara persona!
    Chiara
    ps. se vuoi cancellare questo mio messaggio, non c’è problema, l’importante è che ti arrivi il mio messaggio.

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    • Ti ho inviato il mio indirizzo e-mail in posta privata, il numero di telefono dovresti averlo (ma non chiamarmi oggi perché l’ho dimenticato).

      Anche a me ha fatto molto piacere sentirti e tranquilla, prima o poi ce la faremo a vederci, anche perché dalle tue parti è una vita che ho intenzione di farci una capatina, e tu dalle mie ricapiterai senz’altro!

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    • Visto, ma è difficilissimo!!! Ti ringrazio per il pensiero che hai sempre, ma descrivermi con un libro… non ne riesco a pensare neanche uno che mi descriva, tanto che quasi quasi chiederei a voi di descrivermi con un libro, così, tanto per curiosare sul come mi vedete 🙂

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    • Se ti conoscessi di persona lo farei, sono abituata a prendere eventualmente pure i cazziatoni 🙂
      Comunque sulla mia spalla ormai ci piangono in pochi…e la vita questo m’ha insegnato, tardi ho recepito ma ci sono arrivata. E ti posso garantire che non torno indietro.

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  8. le delusioni aiutano anche a crescere… io sette anni fa ho dovuto, mio malgrado, aprire gli occhi su molti “amici” che avevo intorno. E iniziato a sfoltire, sfoltire… ora ho tanto tempo per me e per chi amo e mi ama sinceramente. Gli altri… mi dispiace, non ho tempo. Cinico, ma reale!

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