Leggo questi pensieri di Ema, in cui parla anche di me, e d’un tratto mi ritrovo in quei giorni: pensieri, stupore, ansie, e poi speranze… lei mi scrive che diventai le sue mani e i suoi occhi… io ricordo che percepii quanto fosse importante per lei continuare a comunicare col mondo “fuori”.
Dall’epoca sono successe tante cose, tanta acqua è passata sotto i ponti; ho un po’ di anni di più, e ogni tanto ho bisogno del mio Clarence, che mi ricordi qualche frammento di vita. Come mi ha detto recentemente qualcuno, colpito da un dolore molto forte: “In certi momenti devi decidere se impazzire o andare avanti, e noi abbiamo deciso di andare avanti.
Buongiorno cari lettori, blogger e non, passanti occasionali ed amici,
sono arrivata all’inevitabile punto di svolta per questo blog.
Stavo prendendo tempo, lo confesso, ma ora mi rendo conto che è giusto che io decida che strada prendere.
Mi spiego meglio, ho bisogno di dare un’impronta a questo blog, la cui direzione non ho mai voluto definire. Già il nome del blog questo lo preannunciava “un blog senza nome“.
Il blog nacque nel lontano 2006 (10 anni fa!), lo amministravamo in due, io e colui che credevo sarebbe stato l’uomo della mia vita, ma che così non fu. Volevamo scrivere a quattro mani (molto romantico) in un angolino quello che pensavamo della vita e delle persone, in modo assolutamente anonimo e gli argomenti trattati sarebbero stati i più vari senza un filo conduttore né uno scopo.
L’idea di chiamarlo “senza nome” fu mia: era perfetto, proprio perché non aveva un…
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Secondo me più che decisione di andare avanti è l’istinto di conservazione che prende il sopravvento.
Non commento qui il post di Ema… eventualmente lo farò “sul posto”..
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Hai ragione, ma l’ istinto di conservazione può anche essere fare o ottenere il minimo indispensabile per non soccombere mentre quando si prende consapevolezza che la propria vita ha un valore e si lotta per non permettere agli eventi di “diminuire” questo valore peggiorando ad esempio il livello di qualità di vita non si parla più di istinto ma è una decisione molto più consapevole…
😊Buon pomeriggio…
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Credo di aver capito quello che intendi, e sono d’accordo con te. 🙂
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È vero il discorso che ho fatto non è semplice…si capisce quando ci si trova nella situazione di dover scegliere cosa fare della propria vita, se farsi trascinare dagli eventi o se prendere una strada precisa…il succo del discorso è: quando ci si lascia vivere cercando di evitare semplicemente di soccombere è istinto di sopravvivenza, quando si cerca oltre a di non soccombere di continuare la propria vita ricominciando dov’era dove ci si è fermati è una consapevole decisione di ” andare avanti” 😊
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D’altra parte sono le situazioni più difficili che tirano fuori tutte le nostre capacità.
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Già…probabilmente l’aspetto positivo di quando si è in difficoltà 😊
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Ok, ogni tanto allora andrò a dare un’occhiata 😉
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Non vorrei instaurare un dibattito, un botta e risposta in fondo inutile, ma così, tanto per dire, aggiungerei che il valore della vita è cosa diversa dalle azioni volte a rendere questa più agevole, più sopportabile. Il valore non è legato allo star meglio, ma è una qualità insita nella vita stessa.. certo, se uno è un delinquente, un terrorista, un infame, forse questo valore non è altissimo.. per quanto possa essere soddisfacente il livello di vita di chi si trova in questa condizione.
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Io credo che Ema intendesse proprio la consapevolezza del valore della vita, non meramente lo spirito di sopravvivenza che porta in qualche modo ad organizzarsi per vivere lavita che ci è data in sorte.
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