Il giallo e il blu

Massimo Ballerini - Mare giallo e blu

Massimo Ballerini – Mare giallo e blu

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Quello dei colori mi è venuto in mente discutendo con mia figlia sulla questione dei cosiddetti diritti degli omosessuali.

Lei è quella liberale pseudoprogressista dagli slogan “dove c’è amore c’è famiglia”, frasi che secondo me lasciano il tempo che trovano, mentre io sono per tutti i diritti umani degli omosessuali, a essere rispettati, a non essere discriminati (nel senso di non essere giudicati persone di serie B), a vivere alla luce del sole, a vedere tutelata la propria posizione di coppia quando questa esiste, e che il sentimento che lega una coppia omosessuale venga considerato, com’è, lo stesso identico sentimento, nel bene e nel male, che lega una coppia etero.

Ma per il matrimonio no, mi dispiace, sapete come la penso, non ci sto. Ovviamente il mio pensiero è legato al fatto che per me l’unione matrimoniale è imprescindibilmente legata alla procreazione, così è nato (questo era il fulcro della discussione con mia figlia) e così ha ragion d’essere. Un tempo la moglie sterile veniva ripudiata (e la piccola obietta: “I tempi sono cambiati!”), e a una coppia che conosco personalmente è stato concesso l’annullamento dalla Sacra Rota perché – almeno così mi è stata raccontata – all’atto del matrimonio lui non aveva intenzione di avere figli, il che rendeva quel matrimonio nullo (nonostante poi il figlio ci fosse stato, e ben prima della richiesta di annullamento).

Lei replica che io mi sto riferendo alla religione cattolica, che non ha l’esclusiva del matrimonio, e io ribatto che anche nelle tribù il matrimonio, magari celebrato dallo stregone, ha sempre avuto come fine la procreazione, con tanto magari di dono di statuette della fertilità.

Quello delle antiche tribù non le è sembrato un grande esempio, assolutamente inadeguato alla civiltà e al progresso.

E’ stato in quel momento che mi è venuto l’esempio dei colori: la società si evolve, è vero, ma se si evolve al punto che le cose vengono completamente stravolte snaturandone il significato iniziale, è giusto pure prendere atto che sono “altro” dal progenitore. Insomma, l’automobile si chiama automobile, anche se è un’evoluzione della carrozza, sarebbe assolutamente improprio continuarla a chiamare carrozza, e infatti nessuno lo pretende.

Abbiamo parlato del matrimonio civile che è altro dal matrimonio religioso (e questo non è vero, è nato con delle lievissime varianti rispetto al matrimonio religioso, ma sempre di matrimonio si trattava, almeno fino a un certo punto).

Secondo me, non con il divorzio, che per gravi e giustificati motivi esiste anche in molte o in tutte le religioni, ma col divorzio “perché sì” c’è già stato un notevole snaturamento del matrimonio (che secondo me ha portato pure allo smantellamento della famiglia cosiddetta tradizionale, colonna portante della società che al momento, dobbiamo ammetterlo, un po’ allo sbaraglio è).

“Mamma, il mondo va avanti, le cose cambiano!”.

Certo che cambiano, ed è pure cosa buona e giusta che sia così ma, se io ho un colore che si chiama giallo e ci aggiungo una goccia di blu, questo produrrà una nuova sfumatura di giallo, un colore diverso, ma pur sempre giallo. Se io ne aggiungo un’altra goccia, probabilmente si otterrà lo stesso risultato, ancora un giallo ma di un tono diverso.

E’ solo che, aggiungi e aggiungi, a un certo punto bisognerà prendere atto che il nuovo colore si chiama verde, e che chiamarlo ancora giallo è improprio e privo di qualsiasi senso, e se questa volete chiamarla omofobia, direi proprio che allora non è solo il termine “matrimonio” a essere usato in maniera impropria!

46 thoughts on “Il giallo e il blu

    • come hai giustamente detto, non avevo finito di leggere, certo è una cosa nuova, ma non negativa, i colori primari sono le basi, ma con quelli si fanno tutti gli altri!

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    • E infatti io non ho nessun pregiudizio in proposito, la mia posizione è solo nei confronti del matrimonio (non delle unioni civili, purché non siano un nome diverso per la stessa cosa).

      Per quanto riguarda il matrimonio, io sono pure contro quelli del novantenne con la ventenne, o dei due pensionati (che spesso poi si sposano per avere la pensione di reversibilità dell’altro, oppure non si sposano per non perdere quella che già anno… quale mistificazione continua!), e sono perfettamente cosciente che ci sono un sacco di matrimoni etero non degni di essere chiamati tali.

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  1. Io penso che la questione del matrimonio sia più che altro legata ai diritti che la società riconosce alle coppie sposate. Chi convive (di qualunque sesso sia composta la coppia) viene privato di molti diritti, se penso ad esempio che potrebbero impedirmi di entrare in ospedale se il mio compagno fosse ricoverato… o anche banalmente, la reversibilità della pensione (per quanto sia un’ipotesi più che remota). Però io se voglio posso sposarlo. Gli omosessuali non possono…

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  2. Oh … cielo ( NdR : trattasi dell’ incipit di una celeberrima bloggheressa, un tempo moooolto c/o la @Diemme alias @Ginevra, poi per arcane ragioni scomparsa, ma si sa, io posseggo : 1) la memoria lunga, 2) non amo prendermi i meriti, ma amo invece citare le fonti comunque e dovunque ), altvo postve, altva canzoncina :
    O che bel castello marcondillondillondello,
    o che bel castello marcondillondillon-dà ! :mrgreen:
    Ps. : a quando il pvossimo postve ???

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    • Ma tu pensa la coincidenza, io a quella non ci penso mai, e invece poco fa ero sul suo sito, poi vengo qua e ti trovo questo commento (oh cielo!).

      Però, perdonami, non ho capito il senso di questo tuo intervento… 😯

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  3. CHETTIDICEVO ???
    Fra te e me esiste una empatia ( o meglio una great empaaaaty ) inossidabile, onde se Tu pensi a una cosa io ci ho già pensato, viceversa se ci penso io, ci hai già pensato Tu ! 😆
    Il senso della mia filastrocca a salutare il tuo ennesimissimissimo post ??? :shock;
    Semplice …
    E’ la mia predisposizione gioioso-canterina, in antitesi alla mia natura grerresca e spadonessa, che mi spinge a caaaaaantaaaaaaare ….
    MARCONDILLONDILLON-DA’ ! :mrgreen:

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  4. Bisogna smetterla con la retorica del cambiamento. Ben vengano leggi a tutela dell’individuo. L’importante è che non si distrugga anche l’idea della famiglia tradizionale. Non ci sono studi sufficienti a dimostrare che una società permissiva e scarsamente dotata di valori identitari, sia alla fine migliore, e nessuno ancora ci ha detto quale futuro affettivo e psicologico attende i figli di questa società. Un caro saluto.

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    • Ti ho messo un like, avrei voluto avere la possibilità di metterne di più: tu sai che siamo assolutamente in linea! La società permissiva e scarsamente dotata di valori identitari è quella che poi sta nutrendo fenomeni come l’affiliazione a movimenti come l’Isis e sette varie.

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    • Ovviamente NON STO DICENDO che il matrimonio tra individui dello stesso sesso provoca affiliazione all’ISIS… (dopo tanto che sono sul web, su fb soprattutto, comincio a conoscere i miei polli e a prevedere le interpretazioni distorte di qualunque cosa uno scriva).

      La mia affermazione, come ripetuto, si riferiva alla frase da me poi riportata in neretto “la società permissiva e scarsamente dotata di valori identitari”, che intende una società in cui tutti sono liberi di fare tutto (anarchia di azioni e valori) e pretendono di aver diritto a tutto.

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  5. E che risolverebbero, mia cara amica bella ???
    Appunto … UN PIFFERO ! 😀
    Poichè, sia per il fatto che anche i miei commenti “a piffero” ( o meglio “a spadone” … e non parlo di pere ) sono moooolto pieni di significati ( e pazienza se Tu non li penetri … anche Tu ha dei limiti ) sia perchè quelli comprensibili sono continuamente likeddati a destra e a manca ( e non solo qui … ), anche facendo la tara io resto – mi si scusi la boria – il tuo lettore/commentatore più assiduo in questo blog …. tiè ! 😛
    ….. ndillondella !!! :mrgreen:

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  6. Talvolta … ehm … il tuo compito è forse quello di essere penetrata ??? 😯
    Ma è proprio quello che io mi auguro per te … e del resto non ti mancano splendidi … @… entenni “liberi da vincoli matrimoniali”, tutti capaci, dopo averti risvegliato con un bacione, di portarti a braccia nei loro castelloni ! 😀
    °°°

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  7. Il matrimonio, contrattualmente parlando, è un pretendere troppo dalle persone, in quanto prescinde dalla persistenza di un reale legame affettivo fra le parti… e il divorzio ne è il giusto temperamento.
    E’ chiaro che esso (il matrimonio), eccettuati gli obblighi disposti in materie intrinsecamente non idonee ad essere soggette ad obbligatorietà, presenta taluni vantaggi pratici come quello in caso di successione ereditaria.
    Oltretutto il divorzio talvolta rende libere certe donnine appetitose, niente affatto disprezzabili… 😀

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    • Oh, ma le donne fedifraghe giurano che il marito oramai è una presenza fraterna, che non hanno rapporti da lustri, esattamente come gli uomini sposati giurano che da anni non sfiorano con un dito la propria moglie… che però ogni tanto, casualmente, rimane incinta: i misteri della fede! 😆

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  8. Però, scusami, ma questo ragionamento porta dritto a un altro e cioè alla indissolubilità delle coppie etero, sposate per procreare, e che, graziate dal cielo, hanno procreato. Gli omosessuali non si devono sposare perchè non possono procreare. Chi può fare figli si può, no sbaglio, si deve sposare. Se figli non ne vengono ci si può anche lasciare, la coppia etero non conta nulla. Se i figli invece vengono, per la coerenza del ragionamento, i genitori etero devono stare insieme sempre e comunque.
    Qualcosa non mi torna.

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    • Pensa al matrimonio in senso classico: è una scelta importante, si diventa, per così dire, uno solo, nel senso che si stabilisce un legame in teoria indissolubile, come quello tra genitori e figli, tra fratelli… si diventa parenti per scelta, ma il legame in teoria dovrebbe essere di quel tipo e, sempre in teoria, la cosa funziona: un figlio non ti diventa meno figlio, non lo rifiuti se col tempo cambia, se passa l’età della ribellione, se tu genitore magari con un Alzheimer neanche lo riconosci più, come per lui non cesserai mai di essere genitore. Ecco, la mia idea del matrimonio è quella, e ne ho visti funzionare tanti sulla base di questo impegno.
      Ora, che il matrimonio civile abbia una minore solennità ci posso stare, ma pur sempre di matrimonio si tratta. Che quando non c’è più nulla da fare, o meglio, quando l’impegno a rendere felice l’altro, a sostenerlo, onorarlo e rispettarlo etc. etc. viene meno da una parte, l’altra, magari dopo ogni tentativo di raddrizzare il timone, non può che prendere atto che quell’unione non esiste, è giusto e inevitabile.

      Se il discorso invece è: stiamo insieme finché ci va, e in quel mentre vogliamo tutele legali, allora questa dovrebbe essere una mera unione civile, un contratto che ha valore temporaneo e si può scindere previo accordo (o anche disaccordo) delle parti. Lecito e rispettabile, ma un’altra cosa.

      I figli? Ora sono tutelati, giustamente, anche i figli di coppie di fatto, di ragazze madri, non c’è neanche bisogno né di sposarsi né di ricorrere all’unione civile per avere figli (o per stare insieme perché ci va, non necessariamente includendo figli nei progetti). A questo punto, credo che ognuno possa scegliere la soluzione che più gli aggrada (anzi, potrebbe, in presenza dell’istituto delle unioni civili per tutti), e allora, perché ricorrere a una formula sacra e importante che prevede il “per sempre”, se i due non hanno neanche l’intenzione di provarci? Tutte le scelte sono rispettabili, se fatte con coerenza, ma perché scegliere un “per sempre” (chiaramente mi sto riferendo al matrimonio religioso e ai tempi in cui quello civile era più o meno la stessa cosa) quando non se ne ha nemmeno l’intenzione, quando non si è disponibili a fare il minimo sforzo perché ciò avvenga?

      Guarda, non sto difendendo i matrimoni fasulli e di facciata, sto difendendo il matrimonio vecchio stampo vero e sincero, e non sono contro il divorzio, anche quello religioso, perché una scelta sbagliata non può diventare una prigione, considerando che di vita ne abbiamo una sola e non abbiamo ammazzato nessuno da meritare l’ergastolo: sono piuttosto contro le scelte superficiali, sono contro la banalizzazione del matrimonio laddove, grazie proprio al progresso sociale, il matrimonio non è una scelta obbligata, nemmeno a tutela dei figli.

      Ah, un’ultima cosa: proprio per il concetto altissimo che ho del matrimonio, mi dispiace se è sembrato pensassi che è solo un accoppiamento legalizzato e/o santificato il cui unico fine, scopo, e ragion d’essere fosse la procreazione, questo sarebbe ancora più banalizzante e riduttivo del matrimonio a tempo!

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    • “il mio pensiero è legato al fatto che per me l’unione matrimoniale è imprescindibilmente legata alla procreazione, ”
      Beh, sì, questo concetto, che hai ripetuto nel post in vari altri modi, può far pensare che il matrimonio, religioso o civile (non faccio grandi differenze) sia esclusivamente fine di procreazione. E conseguentemente esclude le coppie omo. Il matrimonio “vecchio stampo” (insomma…un tempo i matrimoni erano su commissione, comandati e portati), comunque il matrimonio classico è finalizzato a desiderare dei figli. Le coppie che decidono di sposarsi decidono di mettere su famiglia. Decidono anche di realizzare un cammino insieme, un progetto di vita, una costruzione di esistenza comune. I figli, certo, se verranno saranno coronamento di quel progetto, se non verranno il progetto assumerà altre connotazioni, la cui base, però, resta sempre quella iniziale: voglia di fare un cammino insieme. Anche questo cammino può essere ugualmente vero e sincero. E anche duraturo (intendo in termini di sentimenti).
      Ma se guardiamo al matrimonio come contratto procreativo, allora tale contratto in presenza di figli non dovrebbe essere più poter essere rescisso, per nessuna motivazione.Altrimenti si entrerebbe in contraddizione.

      Non so dirti, Diemme, …penso che tua figlia abbia una visione più ampia e aggiornata della nostra. Sarebbe bello leggere le sue motivazioni (e non solo le sue battute). Magari scopriremmo nuovi e bei colori.

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    • Nuovi e bei colori, indubbiamente, ma che non possiamo pretendere di chiamare giallo. E’ opportuno chiarire che non ritengo il giallo un colore migliore degli altri (a me per esempio non fa impazzire), ma ritengo opportuno chiamare le cose con il loro nome. Credo che la società civile abbia bisogno di regolarizzare le coppie di fatto, etero e omo, mediante un istituto che garantisca loro ogni tutela, e che li svincoli da quell’impegno che non vogliono – o non possono – prendere. Che significa per gli omosessuali “sposarsi”? Dire al mondo che si amano? Ufficializzare la propria unione? Garantire tutele legali? Tutte cose cui hanno sacrosanto diritto, ma che sono solo una parte di quello che è il matrimonio, quindi non la capisco questa pretesa di “sposarsi”: lo sai che io sono contro il “tutti hanno diritto a tutto e tutti possono fare tutto”, e questo per me è solo realismo.

      Ti riporto un’immagine ripresa e riportata su questo blog più volte, che secondo me spiega meglio di mille parole come la vera uguaglianza si ottiene trattando le persone in maniera diversa secondo la propria natura, e non trattando tutti uguale, laddove uguali non sono (con riferimento alla vignetta, una persona bassa non vale meno di una alta e viceversa, ma impensabile che possano fare tutte le stesse cose). E’ un po’ come a scuola, e tu che sei un’insegnante penso che già lo sappia: ognuno ha il proprio talento, se uno è un Manzoni o un Dante Alighieri in erba perché mandarlo a fare le gare di matematica per cui magari è negato?

      Rispetto alle persone, rispetto a ogni natura delle persone, no al tutti hanno diritto a tutto.

      Uguaglianza non significa giustizia

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    • Aggiungo una nota ancora, se posso. Conosco da tempo una coppia di signore che da oltre 30 anni vivono insieme. Sono due donne che hanno lavorato una vita nella scuola, ora circa settantenni. hanno comprato casa insieme e una piccola vigna, vivono una vita tranquilla, come quella di qualsiasi coppia etero, sposata o meno, fanno viaggi, vanno a messa, si impegnano nel sociale, si sostengono a vicenda, specie ora che una delle due ha qualche problema di salute, non gravando troppo su parenti e nipoti. Crearono qualche chiacchiera malevola quando, agli inizi della loro convivenza, qualcuno, andando a far visita, notò (e riportò al popolo…capirai…) della presenza in casa di una sola camera da letto con letto matrimoniale.
      Ora, dimmi sinceramente, Diemme: a me, a te, alla società che danno creano queste coppie? Nessuno. E se in un qualsiasi giorno della loro vita insieme avessero deciso di sposarsi con una bella festa, che conseguenze ci sarebbero state per me, per te, per la società? Nessuna. Forse per l’eredità dei nipoti? bah…E, azzardo, se queste due signore avessero voluto adottare un bambino quale danno ci sarebbe stato per la società? Nessuno: ci sarebbe stato un bambino in meno in una comunità in attesa di adozione.Conoscendo personalmente le due signore posso assicurare che quel bambino sarebbe cresciuto bene. Ma,loro, le due signore, erano pronte, noi società no.

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    • Amabili signore che avrei difeso a spada tratta di fronte a ogni chiacchiera, ma che senso avrebbe il matrimonio nel loro caso (come in molti altri casi anche etero, per carità!)?

      Per l’adozione non mi pronuncio, penso di non essermi mai pronunciata perché al momento non è un problema, visto che bambini da adottare praticamente non ce ne sono, e sono ovviamente d’accordo che stiano meglio con una coppia omo che in un istituto, ma in questo momento questo problema non si pone, visto che la domanda è superiore all’offerta; invece di bambini bisognosi di una famiglia ce ne sono una marea, ma sono purtroppo quelli o non dichiarati adottabili, o dichiarati adottabili troppo tardi e, ahimé, che praticamente nessuno vuole più (altro problema che bisognerebbe risolvere).

      Ricordo che lessi tempo fa una notizia bellissima di una coppia omosessuale (non ricordo neanche se si trattasse di due uomini o due donne) che avevano adottato un bambino con una qualche disabilità, uno di quelli che nessuno voleva, e hanno fatto di lui un bambino felice.

      Ecco, probabilmente, se io fossi omosessuale, questo schiaffo morale alla società lo darei perché diciamocelo, tra le coppie etero c’è anche chi adotta soprattutto per dare amore a un bambino più che per avere un figlio, c’è chi unisce l’utile al dilettevole, ma per molti è un capriccio – o chiamiamolo anche solo desiderio – che va al di sopra del bisogno del bambino, e lo vorrebbero su misura, ai limiti dell’eugenetica.

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