Sissi sull’immigrazione

migranti - nessun essere umano è illegale

il governo fagocita i soldi che dovrebbero andare al controllo e alla gestione dell’immigrazione, quindi l’immigrato non assistito e disperato diventa un peso per la società anziché una ricchezza, e la società, nella persona dell’italiano medio, punta il dito contro l’immigrato anziché contro lo stato che avrebbe dovuto gestirlo e far rispettare la legge. Ogni stato ha i suoi immigrati, ma li trasforma in cittadini e lavoratori…noi li trasformiamo in mendicanti, ladri e disperati. Perché? Perché l’intera manovra d’integrazione, la trasformazione di cui sopra, COSTA SOLDI, soldi che il governo non ha nessuna intenzione di spendere quando li può far sparire per i suoi porci comodi; e poi, quando il risultato è una piaga sociale, la colpa viene deflessa sull’immigrato e non sullo stato che avrebbe dovuto gestirlo, fomentando odio e razzismo perché a nessuno piace che questi facciano quello che vogliono. Ma finché l’italiano chiede la testa del rom non chiede quella del politico, e a loro va bene così.
Né il razzismo e il “tutti a casa!” né il buonismo e il “tutti a casa nostra!” sono la soluzione, ma vengono posti come uniche alternative perché sono relativamente gratuite, mentre l’italiano viene bendato di fronte alla terza opzione, quella diciamo “gestione e controllo”, per i costi che comporterebbe e che qualcuno non ha intenzione di assumersi, anche se i soldi sono i nostri…

Modestamente, è mia figlia!  😉  Il suo commento nasce da questo articolo, diventato virale su fb:

Lettera che condividiamo, condividete anche voi
Pippi Ferraro
Giovedì viaggiavo su un treno direzione Napoli. Dal Cilento, dove vivo io, è un tragitto di circa due ore.
Alla fermata dopo la mia, salgono dei rumorosi ragazzi di colore (nella foto uno di loro). Otto, per la precisione. E affollano il mio vagone. Cappellini da baseball, catene d’oro pesanti, zaini Invicta, cuffie enormi appoggiate al collo e iPhone in mano. Tutti. Il controllore passa a chiedere i biglietti. A tutti noi. A loro no, non chiede nulla.
Poco dopo, sale un altro controllore. Chiede anche a loro, che ridevano e parlavano una lingua rumorosa e gutturale, il biglietto. Solo uno glielo mostra. Era evidentemente vecchio e usato e strausato. Il controllore gli chiede, visto l’importo minimo sul titolo di viaggio: “Scendete a Salerno?”, loro annuiscono. Ovviamente a Salerno non scendono. Proseguono dritti verso Napoli. Risate, pacche sulla spalla, occhiate alla ragazze che passano. Nessuno di loro era più basso del metro e ottanta, ed erano tutti in carne. Poveri profughi che fuggono dalle guerre. Davvero, poverini. Come soffrono, è evidente ai più.
Poco prima di giungere a Napoli, ripassa il controllore. Chiede il biglietto a una signora anziana. La poverina, ancora col fiatone, si affretta a spiegare che ha preso il treno al volo, e non ha fatto in tempo ad obliterare. Chiede la cortesia a lui di scrivere a penna la convalida, e lui che fa? Le fa la multa. La multa. Poi ripassa vicino agli otto di colore senza biglietto e fa finta di non vederli, anche se sa benissimo che non sono scesi dove avevano detto e che non erano in regola.
“Due pesi e due misure”, penso. E ne resto tanto colpita da parlarne poi con un mio amico poche ore dopo.
E poi, strano caso, davvero, in serata scopro che due sbandati della pericolosa gang dei Latinos (ovviamente profughi che fuggono dalla guerra pure loro, eh, capiamoli), a Milano, staccano un braccio a colpi di machete a un controllore di soli trent’anni perché aveva “osato” chiedergli il biglietto.
E allora ripenso all’episodio capitato a me. La vecchietta non andava multata, il controllore doveva chiedere i biglietti ai ricchi ragazzotti di colore, e ci doveva essere la polizia ferroviaria sul treno, con le armi ben in vista. Non hai il biglietto? Scendi e mi dai i documenti. Non hai i documenti? Vai in caserma fino all’identificazione. Non è possibile identificarti? Ti fai un bel po’ di galera oppure ti rimpatrio. Punto. Come accade in tutti gli altri Stati del mondo.
Mi hanno detto che io scrivo post dalla deriva razzista e fascista. Beh, sapete che c’è? Me ne fotto.
Stiamo subendo un’invasone senza precedenti e io lo vedo. Voi no?
Alfano dice contento “Sì, però li abbiamo presi quelli col machete, eh”, fingendo di non sapere che già domani saranno fuori, liberi di mozzare altre braccia e teste, se gli va. Qui in Italia si può. Mica siamo in America, che gli sparano senza manco dirgli “mani in alto”. Qui si può tutto. E loro lo sanno.
Che ci fa la gang dei Latinos a Milano? Perché dei pericolosi teppisti sudamericani stanno da noi? Come sono arrivati? E i controlli? Chi sono?
E’ bello vedere le stazioni di Roma Tiburtina e quella di Milano ridotte a campi di accoglienza con gente buttata per terra, sporco, piscio, pannolini di bambini e spazzatura ovunque? E cinquecento malati di scabbia arrivati freschi freschi con gli ultimi sbarchi, come li gestiamo? Come li curiamo? E dove?
Sì, sono razzista. Sì, voglio più controlli. Sì, sono stanca. Sì, se quelli di colore e i rom e i clandestini viaggiano gratis, mangiano gratis, alloggiano gratis, non pagano le tasse, non pagano l’occupazione del suolo pubblico, non necessitano di documenti, non vanno in galera, non rispettano le leggi, beh, voglio farlo anche io. Altro che multa alla vecchietta zoppicante. Altro che accanirsi sempre e solo contro di noi.
Io pure voglio lo status di rifugiata di guerra, in Italia siamo in guerra, ormai.
E sarà troppo tardi quando lo capiremo.

(Precisazione a margine dovuta. Primo, perchè non immaginavo che questo post diventasse virale, secondo, perchè la gente – molto poca, per fortuna – non ha capito il senso di quei “poveri profughi” scritto da me due volte con tono ironico. Ho scritto “profughi” proprio per sottolineare che NON lo sono. Possono mai essere dei sudamericari di una gang violenta “profughi”? O questi, con le catene d’oro al collo e gli iPhone, rifugiati politici?
I profughi, le donne e i bambini che fuggono DAVVERO – e lo scrivo maiuscolo così è più chiaro – dalla guerra hanno tutto il diritto di entrare in Italia (come in tutti gli altri paesi europei che, però, se ne fregano e non li vogliono) e ricevere aiuto, ma la gente così NO. I violenti, i balordi, i ladri, gli assassini. NO. Non possono spadroneggiare da noi e fare il bello e il cattivo tempo senza subire conseguenze, perchè di delinquenza autoctona ne abbiamo già a sufficienza. E quando non sono delinquenti e non appartengono a nessuna di queste categorie, e non sono neppure profughi, che pagassero il biglietto (piccola cosa) e incominciassero ad integrarsi seguendo regole e leggi.
A noi tocca solo chiedere a gran voce maggiori controlli e certezza della pena. Tutto qui. Spero che sia chiaro, adesso. E se ancora non lo è, beh, problema vostro.

ps. non inviatemi richieste di amicizia, non le accetterò, e, per favore, non scrivete a me in privato, ma ipotizzate di inviare e-mail ad Alfano, magari, io poteri non ne ho, lui sì. Grazie.)

A voi i commenti
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10 thoughts on “Sissi sull’immigrazione

  1. Vedo che commentano in molti….. Be io penso che l’immigrazione, come è stato detto debba essere regolata e controllata, e l’Italia non ne ne è capace…..sta arrivando qua di tutto, ed è brutto dirlo, ma lo dicono i loro stessi concittadini….la feccia! Perché???’ Perché la nostra legge è ridicola e reati per cui nel loro paese verrebbero imprigionati per molti anni (quando gli va bene) qui da noi spesso nemmeno vengono puniti! I profughi, quelli veri, sono una minima parte e per colpa di tutti gli altri a loro non si riesce a dare l’assistenza e l’aiuto che meriterebbero e che gli spetta! Ti dico solo questo….qui da noi un gruppo di “profughi” hanno rifiutato un albergo perché non aveva il collegamento hi-fi ed era lontano dal mare……non dico altro, anzi no lo dico, io questa gente la rispedirei a casa con un diretto!

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    • E infatti il dramma più grave in Italia non è la gestione, più o meno mancata, dell’immigrazione, quanto la mancata lotta alla microcriminalità, per cui questo è diventato il Paese d’elezione dei delinquenti.

      Eliminiamo i delinquenti, e gli altri immigrati diventeranno la nostra ricchezza, forza e linfa nuova di questa nazione.

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  2. Avvertenza: il mio sarà un commento un po’ OT (ma neanche tanto, diciamo che voglio parlare di un problema “a lato” del problema immigrazione).

    Trovo queste lettere un mero “me la canto e me la suono come pare a me”.
    Se c’è un posto dove la notizia può essere strumentalizzata (badate, sia da un fronte che dall’altro e poi vi spiego perché ho usato “fronte”) è proprio Internet via i vari social.
    Non c’è filtro, ognuno spara quello che più si cuce perfettamente con il suo pensiero e non ci può essere un contraddittorio con una parvenza di serietà perché le repliche contrarie (quando possibili) vengono subissate da una pletora di commenti poco gentili che seguono la legge del branco e quindi si alimentano, spalleggiano e amplificano in maniera esponenziale (il fenomeno dei “leoni da tastiera”).
    Tutto questo, come dicevo, a scapito del dialogo e del confronto civile.
    In tutto questo bailamme, naturalmente passano in primo piano le notizie brutte o che fanno comodo all’attività del lamento (è sempre più facile che passi una “bad news” che una “good news”, complice la nostra tendenza a criticare e a sentenziare su tutto e su tutti, in una sorta di autoassoluzione personale.
    Perché autoassoluzione ?
    Perché siamo morbosamente attratti dal peggio per poter pensare di essere migliori.
    Il bravissimo vignettista Vauro, in una sua produzione di qualche giorno fa, scriveva appunto che gli italiani amano votare gli impresentabili, perché “sapere che c’è qualcuno più stronzo di noi, ci fa sentire migliori”.
    Con questo assunto, sarà molto difficile che passi su tutti i canali la notizia (vera) del Marocchino che si è buttato a fiume per salvare un italiano, mentre sicuramente passerebbe più volte al giorno la notizia dell’immigrato che scippa una persona lungo un corso di una qualunque città italiana.
    Prima ho usato la parola “fronte”, perché sono profondamente convinto che la maggior parte (purtroppo) degli italiani, per esprimere un’opinione debba sentirsi in guerra.
    Non importa per cosa, l’importante è poter vomitare il loro essere “contro” qualcosa, è avere la possibilità di mettersi di traverso e mai a favore e, soprattutto, avere la possibilità di poter scaricare la responsabilità addosso ad altri.

    Detto questo, la questione profughi&immigrati è talmente grossa che non sono sicuramente io che posso trovare una soluzione.
    Credo che l’unica cosa sensata sia decidere un numero massimo di persone che si possono accogliere senza andare a scapito della qualità del servizio che si vuole offrire.
    Superato quel numero, ci deve essere un’organizzazione superiore che provvede a gestire il problema e smista il resto.

    E concludo con una citazione.
    Cecilia Strada, la figlia di Gino Strada, pochi giorni fa ha scritto su Facebook una risposta ai vari teorici della ruspa come Salvini&Co.
    Io la trovo illuminante.

    “Risposta collettiva per tutti quelli che “perché non ospiti i profughi a casa tua, eh?”.
    “E perché dovrei? Vivo in una società e pago le tasse. Pago le tasse così non devo allestire una sala operatoria in cucina quando mia madre sta male. Pago le tasse e non devo costruire una scuola in ripostiglio per dare un’istruzione ai miei figli”. Pago le tasse e non mi compro un’autobotte per spegnere gli incendi. E pago le tasse per aiutare chi ha bisogno. Ospitare un profugo in casa è gentilezza, carità. Creare – con le mie tasse – un sistema di accoglienza dignitoso è giustizia. Mi piace la gentilezza, ma preferisco la giustizia”.

    Come dire: se ognuno di noi facesse il suo pezzo teso al bene comune e (aggiungo io) smettesse di mettersi di traverso, le cose andrebbero sicuramente meglio.

    Ma forse è solo utopia.

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    • Concordo pienamente con le vigorose argomentazioni di Cecilia Strada, conoscevo questa sua risposta, oramai notissima per la sua diffusione tramite web. Per il resto, condivido in linea di massima il tuo pensiero, ma credo che Sissi abbia centrato maggiormanete il problema.

      Per quanto riguarda lo scambio di commenti sul web, hai pienamente ragione, e fanno proprio passare la voglia. Che si parli di immigranti, di palestina o di governo, dopo un po’ diventa solo una scambio d’insulti che non porta niente alla discussione, che non fa capire chi sta dalla parte di chi, chi vuole cosa, e lascia solo una grande amarezza umana e il triste pensiero che, al di là del vessillo portato, siano tutti – quelli che insultano e non argomentaqno intendo – la stessa immonda e dannosa feccia.

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  3. Ciao… ho letto ieri sera di soppiatto il tuo articolo, di soppiatto mentre stavo addormentando Annamaria. Poi mi e’ balenata una cosa, sopratutto il blog “virale” , neologismo che non capisco e odio. Comunque sia –> ma la tipa che scrive perche non ha tirato su il suo flaccido culo dalla poltrona, non e’ andata dal controllore e non gli ha detto : ehi bello, perché non fai la multa ai tipi con la catena? Perché e’ proprio questo l’atteggiamento che ammazza il nostro paese : lo devono fare gli altri, il governo sbaglia, ma la polizia dov’è? Questo purtroppo ce lo insegnano i tedeschi e per questo vanno invece rispettati e andrebbero imitati. Se si butta una carta per strada, non e’che siano tutti santi qui , ma se lo si fa , si viene ripresi da un pedone qualsiasi. Oppure ci vuole la polizia dappertutto? Iniziamo a muovere i nostri grassi culi dalle poltrone, a non indignarci solo a parole o solo per le grandi cose ma iniziamo dal nostro piccolo, dal nostro vicino di casa che odiamo, dal nostro capo arrogante, dall’impiegato stolto. Facciamo un bel sorriso e con gentilezza chiediamo il dovuto. E quando andiamo a votare? Anche lì si vede purtroppo la grettezza media del nostro popolo : possibile se tutto va cosi male che al governo ci siano più o meno sempre gli stessi? Possibile? O forse e’che mediamente a tutti stia bene cosi e che si lamentino solo quelli schiacciati dal sistema? E che quelli sopra, quelli che sono andati in pensione a 40 anni, quelli che sono evasori totali, quelli che pensionati perche ciechi guidano l’auto, a tutti quelli vada bene cosi?

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    • Te lo dico io perché non l’ha fatto. Che noi siamo un popolo di mollaccioni, è vero, ma di protestare ci hanno fatto passare la voglia. Perché quando un tizio – che aveva un banco fecero duemila controlli e ai cinesi accanto, chiaramente fuori regola quanto all’occupazione di suolo pubblico, niente – protestò, gli risposero “perché quelli non si toccano” (così mi hanno raccontato), e con questo ti hanno servito di barba capelli e baffi).

      Perché se becchi uno che imbratta l’autobus e gli dici qualcosa, quello ti mette le mani addosso E NESSUNO INTERVIENE. Perché questo è un paese talmente composta da gente che “si fa i fatti propri”, vile, ignava e omertosa, che per chi sarebbe diverso non c’è margine di manovra.

      Perché io i nostri governanti non li voto da secoli, ma me li ritrovo sempre lì lo stesso, e sono circondata da gente che li difende e li apprezza.

      Perché qui gli eroi sono troppo pochi, e troppo abbandonati a se stessi e scoglionati, rispetto a quelli di cui l’Italia avrebbe davvero bisogno.

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  4. Ah… scusa se rompo ancora ma io FACEbuk proprio non ce l’ho e non ce lo voglio avere che poi fa male alla salute e mi viene il morbillo che alla mia etá, dato che non ce l’ho mai avuto , fa male. Insomma posterei volentieri le due cavolate che ho scritto sul sito della tipa che ha scritto…. se vuoi fallo pure tu , un bel copia e incolla e magari con link al mio blog, cosi insultano me.

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  5. eh già … qua io dopo che ho letto tutto ma tutto tutto ..
    esco e dico solo; allora non sono sola a fare certe domande fra me e me …
    o come mi dicono fai troppo “segamentale” … boh!
    piaciuto il ragionamento di Sissi 🙂
    un abbraccio a voi!

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