Fatti, non parole, anche se…

Fatti non parole

Oggi, in fondo, è una data particolare. E’ il giorno in cui veniva a trovarmi, approfittando del ponte del primo maggio. Il mio compleanno è qualche giorno dopo, ma non poteva mai trattenersi fino a quel giorno, per cui oramai da anni festeggiavo il mio compleanno con qualche giorno d’anticipo.

Mi sento male. Mi sento come degli artigli conficcati nel cuore, che vengono affondati e tirati giù senza pietà, squarciandolo. Cerco di tenere botta, ma non la tengo.

Anche chi inizialmente gli ha dato ragione, o quantomento ha capito le sue ragioni, oggi sentenzia che tutto questo è “troppo”. Tra il litigare, il tenere il muso e il disconoscere per l’eternità c’è un abisso.

Ma, d’altra parte, non sto certo aspirando a un non sentito ritorno, a questo punto non so neanche se lo accetterei: io sto solo cercando di andare avanti.

Non avrei neanche voluto parlarne, ma mi è tornato in mente leggendo il post di oggi di Silvia. Fatti, non parole.

Ma i suoi erano fatti. Lui c’era. Poco espansivo, ma sempre presente. Dicevo, non sto a chiedere niente, anche perché l’affetto o c’è o non c’è, e se si è dileguato non è che uno, anche volendo, possa andare al supermercato e rifornirsi. E poi, io mica sono stata da meno, anzi, in più io ero anche espansiva.

Avrei voluto non parlarne più. Poi stamattina ho dovuto sbollare un rossetto nuovo, perché quello in uso l’avevo finito. E’ di un tipo che io non riesco più a trovare, e lui me l’aveva cercato dappertutto, riuscendo alla fine a trovarmelo, e me ne aveva regalati un po’.

Mi dico anche che l’ho costretto a questo passo, che avrebbe dovuto fare, perdere quella beeeeep per me? D’altra parte io il buon senso di tenermi non ce l’avevo, non ce l’ho avuto, non ce l’avrei avuto mai, e questo ovviamente gli procurava sofferenza. La sua, lo ammetto, è stata legittima difesa.

Ora, la domanda che mi sorge spontanea, cui ho già dato una risposta a me stessa e a cui molti hanno aggiunto la loro, è questa: era inevitabile? Cioè, era comunque inevitabile, anche se io avessi fatto buon viso a cattivo gioco e glissato ogni discorso che riguardasse la capra, che la nostra amicizia subisse questo strappo? Possibile che a prescindere da tutto avesse bisogno di questo attimo di “riflessione”, di questa revisione che non si sa dove porterà (Rottamazione definitiva? Riciclo creativo? Rinascita con nuova energia?)?

La risposta, secondo me, è sì. La risposta, secondo tutti coloro che si sono pronunciati è sì, era inevitabile. La storia della capra è stata solo la causa scatenante.

E la causa vera qual è stata? L’esserci fatti sopraffare dalla routine? L’aver abusato della pazienza l’uno dell’altro nell’ascoltare i nostri malesseri e avergliene riversati troppi addosso, addirittura fossilizzandoci e non trovando altri argomenti e stimoli più gioiosi?

Oppure l’amicizia tra uomo e donna è sempre ambigua, e un partner va sempre a rompere un equilibrio che comunque è precario?

Ecco, mi piacerebbe tanto avere le vostre opinioni in proposito, quelle nate dalle vostre esperienza di vita piucchealtro…

48 thoughts on “Fatti, non parole, anche se…

  1. Come faccio a risponderti se neppure io lo so?????? Secondo me non era così inevitabile la rottura perchè, se si vuole, si può tenere l’amicizia distinta dall’altra, magari parlandone e dicendo chiaro che si preferisce evitare l’argomento.
    Ti dico questo perché le “rotture” capitano anche quando il motivo non esiste, forse è perché si cambia col tempo….non lo so, non so che dirti perché per quanto ci abbia meditato e ragionato e provato sinceramente anche questo lo vedo solo come una scusa, è una cosa che non riesco a capire, non ci posso far nulla…forse sono io che sono limitata!

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    • Ma sì, era pacifico che si dovesse evitare l’argomento, ma evita qua, evita là, la questione stava diventando un po’ pesante.

      Io credo, checché lui se la racconti oggi, che l’amicizia fosse forte e che solo questa “novità” l’abbia fatta, almeno apparentemente, deragliare. D’altra parte, su una cosa lui ha ragione: io non mi sposto di una virgola, anzi, rincaro la dose, e lui è il suo uomo, cosa avrebbe dovuto fare?

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    • Parlare!!!! Dirti chiaro e tondo che, visto la sua posizione, dovevi smettere di parlargli della sua compagna e di denigrarla se tenevi alla sua amicizia……dopo la cosa sarebbe dipesa da te. Quando si tiene a qualcuno davvero la soluzione, se si vuole si trova!

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    • Ma in fondo me lo ha detto… ripeto, il problema è stato proprio la creazione di questo zona tabù. Ora certo, io sto ammettendo il mio errore, ma non è che lui non ne abbia fatti. Secondo me il suo errore è stato, fin dall’inizio (l’inizio dell’amicizia, non dell’affaire con la capra), il preferire non parlare degli argomenti che non ci trovavano d’accordo. Io non ho mai creduto al “quieto vivere”, all’ “evitare per non discutere”: piuttosto ho sempre creduto al “patti chiari amicizia lunga”, queste sono le tue idee, diverse dalla mie ma che io rispetto, queste altre sono le mie, diverse dalle tue ma che sei chiamato a rispettare. Oggi la capra sarebbe stata solo una persona su cui avevamo un’opinione diversa, che poi non è neanche detto che le due opinioni fossero inconciliabili: con lui è in un modo, con me si invece si è comportata male, il che neanche significherebbe che sia una cattiva persona. E’ l’aver tirato su un muro che mi ha fatto scalciare e di questo, mi dispiace, la responsabilità proprio non me la prendo!

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    • Sembra facile…..ma credimi, la maggior parte delle persone, che lo faccia vedere o che lo mascheri dietro ad un modo elegante, difficilmente accetta un pensiero diverso dal proprio!

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    • Ma lui sapeva che io lo accettavo, e spesso mi ha detto che in questo ero diversa dalla maggior parte della gente… forse era lui quello che non era in grado di farlo!

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  2. Io penso che certi sentimenti non finiscano mai. Magari hanno delle battute di arresto e nel caso dell’amicizia tra un uomo e donna, è molto facile che sia l’uomo che ha trovato la compagna ad allontanarsi. Perché la compagna non tollera mai l’amica fidata, quella che ha il privilegio di essere davvero dentro al cuore del suo uomo.
    Diverso il discorso di noi donne, che riusciamo a gestire amore e amicizia.
    Però, appunto come detto e per esperienza personale, i sentimenti veri non finiscono. E in due casi che mi sono capitati, posso dirti che sono tornati. Magari non più con le stesse modalità di prima, ma con la stessa intensità emotiva.
    Per me, certi affetti, sono eterni.
    ciao e buona fortuna.

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  3. Sì, secondo me, l’amicizia tra uomo e donna è sempre un po’ ambigua. Se non lo è per i diretti interessati, lo diventa facilmente per i partner effettivi o potenziali.
    Spesso, più che l’ambiguità, io credo si nasconda una potenzialità che dà ricchezza al rapporto.
    E poi a volte tra i due ci sono pensieri ed emozioni non dette, a volte nemmeno ben comprese da chi li vive.
    Altre volte ci sono momenti di euforia o di tensione o di bisogno che portano l’amicizia a ridosso delle terre di confine.
    C’è chi pensa che amicizia ed amore siano fatti della stessa materia prima, c’è chi è strenuamente convinto che siano due strade che non hanno punti di contatto perché l’attrazione fisica, preponderante sul resto, faccia da spartiacque nel caso dell’amore. Io oggi non saprei bene cosa rispondere a questo ultimo dubbio, ma sono convinto che sia proprio quel filo di ambiguità e potenzialità, reale o presunta, che abita l’amicizia tra uomo e donna, che la rende molto più completa ed appagante di quella tra persone dello stesso genere.

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  4. Rispondo al tuo ERA INEVITABILE ???
    Se ti riferisci, come credo, al sorgere del sentimento che ti unì al buon, e immemore, @Xavier, secondo me SI’ … era INEVITABILE ! 😦
    E sto a quanto hai scritto nel tempo di lui, delle sue virtù ( tantissime, a tuo dire ) e dei suoi difetti ( pochi … e umanamente comprensibili, sempre a tuo dire ) .
    Se così è stato, Tu, quell’ amore che provasti d’acchito per @Xavier …. lo mutasti, e non senza soffrirne nelle carni, in un sentimento ancora più alto dell’ amore …. e di gran lunga più nobile : e cioè in AMICIZIA !
    Ed ora che @xavier ( sì …. con la “ics” minuscola ) … se ne è andato via, quel vuoto che è in te, quell’ avvicendarsi di gioie e sofferenze, di tenerissimi ricordi e amari rimpianti che ti tormentano, ti arreca una pena sconfinata : un amore tradito o che tradisce, l’ avresti dimenticato …. il suo sublimarsi in Amicizia senza nulla a pretendere … NO, e solo il tempo ti aiuterà a soffrirne di meno !
    Detto questo … posso rispondere a @Luna De Grandis ???
    Bene … costei, scoprendo l’ acqua calda, antepone alle parole ( lusinghiere ma sceme … e magari celanti altri scopi innominabili, I suppose ), I FATTI … e brava !!!
    Detto così … la risposta è scontata !
    Io, invece, penso – sia pure da “errante” – che, ove le parole discendano dal cuore “ad ajuvandum” purchessia e senza nulla a pretendere, siano almeno importanti quanto i fatti …. e pertanto, pur amando le notturne malinconie d’ argento della luna, rispondo a @Luna :
    “Ti conquistano i fatti, le sorprese … e chi dimostra di esserci” ?!?
    Beh …. grazie dell’ informazione !!! :mrgreen:

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    • Caro Bruno,
      ho aspettato per approvare il tuo commento di poterti contestualmente rispondere, perché mi sa che ti sei fatto un film che non ha nessun riscontro con la realtà. Io non sono mai stata innamorata di Xavier, né di primo acchito, né di secondo, né di terzo, e non mi sono dovuta rimangiare o sublimare nulla.

      Se avessi avuto una qualche intenzione, visto che l’ho frequentato per anni prima che la capra comparisse all’orizzonte, avrei messo in campo qualche strategia, non ti pare? Non l’avrei accolto in casa con le Crocs e la tuta (magari scompagnata), non gli avrei telefonato in momenti in cui la privacy era sotto zero (tipo sull’autobus), non gli avrei fatto mancare due volte su tre la risposta alle sue e-mail “perché tanto ora lo sento”, e non mi sarei neanche sbracciata in tanta affettuosità, perché la donna per essere conturbante ha bisogno di un po’ di fascino del mistero, di starsene un po’ sulle sue, e invece come mi comporto io fa tanto compagno di bevute: insomma, sono una donna, vuoi che non sappia come si conquista un uomo??? Guarda che volendo ti atterro con uno sguardo!

      Per quanto riguarda l’ovvietà della frase… sì, è la scoperta dell’acqua calda, ma mica per questo meno vera!

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  5. No … non mi pare, assolutamente !
    E ricavando “notizie” solo dal contesto pubblicamente scritto, ribadisco : l’ amore ( ovvio ) scaturì ma subito fu da te mutato in AMICIZIA … con tutto quel che, a questo superiore sentimento, consegue ….
    Tu mi dici che sto parlando di un film che nulla ha a che vedere con la realtà xavierdiemmesca ???
    Bene …. e poichè mi stanno sulle balle “gli psicologhi da strada” ( … o “da corridoio” ) almeno quanto le @bloggheresse ( o i @bloggaroli … ) che, scopiazzando qua e là @Socrate, o @Platone, o @Seneca … o altri grandi Pensatori di tale caratura, strombazzano “gemme di saggezza” e/o “perle ( bacate ) di anaforismi”, NON VOGLIO TRASFORMARMI – io povero @cavaliereerrante – in fine psicologo …. la finisco qui, all’ insegna del “chi ha dato ha dato, chi ha avuto … ha avuto” ! 🙂

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    • A questo punto sono curiosa anch’io di sapere da dove hai dedotto quest’amore abortito e sublimato in amicizia, e soprattutto perché mai avrei dovuto farlo, visto che eravamo entrambi liberi, di età adeguata, mia figlia lo apprezzava e gli voleva bene, e non avremmo avuto ostacoli di sorta?

      Non dirmi perché l’eventuale amore era unilaterale, perché nel caso una persona si può sempre dar da fare per rendere la questione bilaterale, o almeno ci prova.

      Io, alle condizioni suddette, sublimerei un amore in amicizia solo e unicamente se l’oggetto del mio amore si dichiarasse omosessuale oppure, che so io, malato di AIDS (o infetto HIV, mettila come ti pare): allora, contro la forza la ragion non vale, e per forza oltre l’amicizia non si potrebbe andare.

      Altri problemi non li avrei visti insormontabili: guarda, neanche l’impotenza, perché secondo me l’amore fa superare anche quello.

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  6. Ho già likkettato la frase da Silvia perchè la trovo vera e giusta. In merito al tuo caso di amicizia deludente che ho seguito a salti (in questo periodo sono costretta a trascurare blog e pc), posso dire che me l’aspettavo. Mi aspettavo che ne avresti sofferto. Si soffre sempre quando un bel rapporto si interrompe o si affievolisce al lumicino.Ci chiedi se riteniamo inevitabile la vostra conclusione. Beh, sì, forse perchè accaduta a molte di noi che abbiamo impostato un rapporto con un uomo nel senso dell’amicizia più bella, casta e preziosa, fatta di scambi di opinioni, di interminabili discorsi, di risate e rabbie, persino di lacrime, di confidenze e segreti, di splendida compagnia, di fiducia assoluta. E poi? E poi, pian pianino lui si distrae, lui dimentica, lui ha l’impegno, lui c’è sempre meno. In realtà lui ha perso l’interesse e l’entusiasmo. Il dubbio quindi è: voleva di più?. Sì, penso di sì. Sì. E’ davvero ambiguo il rapporto di amicizia tra un uomo e una donna, inutile nasconderlo, anche se non è giusto generalizzare. Concordo con quanto ha scritto Piperiss. Ti dirò anche che non è nemmeno giusto soffrirne. Considero l’amicizia un privilegio. Hai avuto/ abbiamo avuto, il privilegio di vivere quell’amicizia per un lungo periodo. Quando questa si smorza, si esaurisce, tutto in fondo ha una fine, qualunque sia stato il motivo, deve restare il piacere di averla vissuta. Una volta dissi al mio amico: non permetterò a nessuno di sciupare la nostra amicizia, nemmeno a te o a me. Ecco, io mi sono impegnata nel non distruggerla con sentimenti contrari quando fu palese la sua agonia, rispettando il suo allontanamento. Resta un fondo di delusione, certo, una mancanza, ovvio, ma anche la serenità di dire – è stato, poteva anche non essere stato.

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    • Come si suol dire quando qualcuno è venuto meno? “Signore, non so perché l’hai portato via, ma grazie per avercelo dato”? Ci pensavo giorni fa, per come era il rapporto l’effetto, così irreversibile, pare lo stesso, se non per l’aggravante che qui c’è la volontarietà. Ma sai che ti dico? Per il bene che gli voglio, meglio così, lo preferisco vivo e vegeto a godersi la sua storia.

      Io andrò avanti, sicuro, non si sa mai cosa c’è dietro l’angolo…

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    • Torno sul tuo commento e rifletto su un altro punto. Tu scrivi: “Il dubbio quindi è: voleva di più? Sì, penso di sì.”: e se voleva di più, perché non si è mai fatto avanti? Perché non si è mai presentato in maniera diversa? Il tuo amico con te l’ha fatto? Cosa ci dovrebbe indurre a pensare ora che avrebbero voluto di più?

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    • sì, il mio amico lo ha fatto, lo ha ammesso, ma io ero stata chiara sin dall’inizio. Non gliene faccio una colpa e non la faccio nemmeno a me.

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    • Ma questo non calma il dolore… io a volte ho i conati di vomito dal dolore, è davvero dura. Ho voluto tagliare, perché non mi andava l’amicizia di serie B, non mi andavano l’infinità di paletti e muri. Sarebbe stato doloroso lo stesso, e in più pure squallido. No, preferisco così. Se deve tornare, deve essere lui, non il il surrogato, il succedaneo, uno che gli somiglia, che mi ricorda un po’ lui…

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  7. Credo che sia difficile proprio trovare amicizie sincere, di quelle che accettano come tu la pensi e come loro la pensano, senza conformarsi l’un l’altro. A volte l’affetto verso una persona è così forte da legarci per sempre, in quanto troviamo nell’altro una sorta di ancora, di appoggio. Un punto fondamentale per cui si vive.
    Ovviamente è vero che, quando qualcosa si rompe, pur cercando di aggiustarla, quella cosa è rotta e basta. Se dalla parte tua c’era la propensione nell’accettare un rapporto oramai in declino, con la speranza di risollevarlo, magari, dall’altra, non c’era neanche l’intenzione di ricucire le cose.

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    • Forse è stato il contrario, sono stata io a non accettare un’amicizia di serie B, sarebbe stato profanarla, rendere squallida e banale una cosa che è stata eccezionale. Si tenga la sua capretta, che lo farà sentire un dio. Rispetto a lei, sicuro.

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    • Ma no, che dici, appena appena… cioè, intendi nei confronti di lei? Nei confronti di lui no, nessun risentimento, anzi, ho anche ammesso che l’ho praticamente costretto e che la sua è stata legittima difesa, più di questo che devo dire?

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    • Ma l’ho detto io, non lui. Se io avessi continuato così, (e io avrei continuato così), questo sarebbe potuto andare a turbare il loro equilibrio. Lo vedi come io attacco lei? E lei secondo te non se la sarebbe ripresa con lui, non gli avrebbe detto “E tu lo permetti? Tu non mi difendi?”, e lui?

      Io non sono un ossicino tenero, credimi, non avrebbe avuto molte altre possibilità. Non prendendosi una con un cervellino piccolo così.

      Io, a parti invertite, avrei chiesto a lui di starne fuori e me la sarei vista IO con la mia ex amica. Non avrei permesso che un’amicizia finisse per colpa mia, non gli avrei fatto perdere quella che per lui era stata una sorella, non l’avrei fatto sentire costretto a scegliere. E non mi sarei fatta dire tutto quello che io sto dicendo di lei. Da quel di che gli avrei detto “E’ un problema mio, me lo smazzo io”.

      Ma, sai com’è, io sono io e lei è lei: e, d’altra parte, la storia c’insegna che agli uomini piacciono tanto quelle che cadono in deliquio, e si mettono frignando sotto la loro ala protettiva.

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    • Io credo che lei ti ha visto come un pericolo, piuttosto che come una sorella. Non tutte hanno l’elasticità mentale di riconoscere un’amicizia fra uomo e donna senza confonderla come una sorta di corteggiamento senza conclusioni.

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    • Aida, lei era mia amica prima ancora di conoscerlo, ed io ero amica di lui prima che si conoscessero. Lei sa benissimo come stavano le cose, e se il motivo fosse davvero la gelosia, sia pure dovuta alla sua insicurezza, sarebbe ancora più scema di quello che penso io.

      La verità è che è una “fregamepiano”, si è aggiustata i cavoletti suoi, e se per farlo è dovuta passare sul cadavere di qualcun altro, pace: d’altra parte, chi non ha molte frecce nel proprio altro se vuole vincere deve giocare sporco, tirare colpi bassi, barare…

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    • Guarda, con tutta sincerità, non ho idea del carattere della tipa. Sembra strano che si tirino colpi bassi per raggiungere solo uno scopo egoistico.

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  8. Risposta X @Diemme al suo commento del 30 aprile 2015 alle 14:47 :
    sei curiosa di sapere da che cosa io abbia dedotto le mie riflessioni ???
    Mi dispiace …. ma io l’ ho finita là … e là rimango .
    Del resto, Tu sei ( e sei stata ) l’ attrice primaria dell’ accaduto, @Xavier il coprotagonista, ed io non potrei mai pretendere di convincerti a recitare un copione che voi stessi avete già scritto !
    Posso solo ripeterti che, col tempo, passerà … non del tutto, ma passerà ! 🙂

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  9. Amicizia, amore…due piani diversi dell’esistenza che quasi mai riusciamo a coniugare; fragili sentimenti che spesso qualcuno riesce a rubare. Ma forse in noi alberga la “pigrizia” di amare e di lottare, perché si soffre troppo e, tutto sommato, continuiamo ad arrovellarci su ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. E le “colpe” sono quasi sempre equamente divise. Ora un abbraccio di comprensione vera e di simpatia. Marisa

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    • Esserci. E continuare ad esseci, perché esserci e basta, quando ci si è di passaggio, è troppo facile, che somiglia più a un fatto accidentale che a un affetto.

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  10. Era inevitabile che la situazione cambiasse radicalmente… ma il come, perlomeno sotto il profilo formale, è dipeso dal comportamento delle parti, nel tuo caso legato alla tua particolare sensibilità.

    C’è anche da dire che, se non ci chiudiamo in un fatalistico cinismo, ognuno ha necessità di qualche appiglio al quale sostenersi nelle avversità della vita, se non altro per sentirsi meno solo e indifeso, vulnerabile, quando le difficoltà o anche problemi che per altri sono piccoli, gli vengono incontro… e se questo appiglio viene a mancare, si sente.

    Probabilmente, di fronte a quel tuo amico perduto, si è aperto uno scenario nuovo, inaspettato, un terreno inesplorato, nel quale si è avventurato e si è perso, dimenticando il resto.

    Per quanto riguarda l’amicizia uomo donna, in molti casi c’è in effetti una componente attrattiva, reale o lasciata nello spazio del possibile.. una fettina che resta indeterminata, lasciata in sospeso, e che si dissolve nel momento in cui subentra un vero e proprio partner.

    Quel che resta è ciò che vedi… i fatti, i fatti di coppia, valgono più delle parole.

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