Storie di ordinaria acidità

Lucy - acida

Come giusto dicevo a Xavier in tempi non sospetti, per me l’amicizia non finisce mai, nel senso che un amico con cui ho rotto i ponti è un amico con cui ho rotto i ponti, mai un estraneo, è una persona con cui c’è una lite in corso, una situazione sospesa, ma mai ‘nessuna situazione’.

E però bisogna dirlo che alla fine, se io arrivo a rompere i rapporti con una persona, ho i miei buoni motivi: posso sbagliarmi nel giudicare qualcuno positivamente, ma mai negativamente, perché il mio giudizio negativo non deriva mai da una questione di pelle, bensì da un insieme di oggettive constatazioni di fatto.

Ma torniamo a noi. Una mia amica, proveniente esattamente dalle stesse lande di Pelodifiga, tanti e tanti anni fa conobbe un mio amico e ci si mise prontamente insieme (e che ve devo di’, sarà un’usanza del luogo! 😛 ).

Negli anni ci siamo allontanate, riprese, poi, dopo un tentativo di chiarimento da parte mia su una sua modalità di rapportarsi che non era proprio nelle mie corde, allontanamento definitivo (devo dire con qualche suo tiepido tentativo di rattoppare la situazione). Ripeto, da parte mia non una mancanza d’affetto, non un rinnegamento dell’amicizia, ma proprio un oggettivo constatare che il rapporto era cambiato e che non avevamo più molto da dirci. Ma, di tutto questo, vi ho già parlato in altre occasioni.

Quando però ho avuto le copie del mio libro, di questo pezzetto di me che ho voluto regalare alle persone più care, ho colto l’occasione per ricontattarla; devo dire che mi ha accolto con molta simpatia e manifestando entusiasmo. Ci siamo incontrate e sembrava che ci fossimo lasciate il giorno prima ma, arrivate a parlare del libro, cambia espressione: se l’invidia fosse febbre tutto il mondo ce l’avrebbe? Mi dice, assai poco carinamente, “Sai, io non amo molto le poesie, magari puoi risparmiarti la copia”. Rimango un po’ perplessa per l’uscita fuori luogo (cui non è nuova…) ma sdrammatizzo rispondendole con un sorriso che oramai avevo scritto la dedica, quindi la copia era irrecuperabile.

Ci lasciamo, con la promessa di rivederci quanto prima per un caffè.

Una sera, qualche tempo dopo, stavo beatamente a cena con delle mie amiche, ridendo e scherzando. Mi arriva un sms – da lei – con scritto più o meno “Ho letto qualcosa qua e là: sì, qualcosina carino c’è, ma definirti un genio è davvero esagerato!”.

Ora, dovete sapere due cose:

1) Come introduzione al libro ho usato una pagina di commento alle mie poesie scritta dal mio ex marito che, dopo ben dieci anni dalla separazione, ebbe per me parole di grande ammirazione e mi definì – bontà sua – un genio. Poi scrisse anche altre cose che non mi trovavano d’accordo, anche poco gradevoli, ma ho scelto di pubblicarla esattamente come era, in nome della genuinità e immediatezza di quanto in essa espresso.

2) Odio scrivere sms. A volte ci provo ma, al secondo tentativo fallito di scrivere una parola senza che mi venga automaticamente cambiata in un’altra, abbandono l’impresa imprecando malamente.

Tutto ciò premesso, torniamo alla sera di cui sopra. Mi arriva questo messaggio, abbastanza acido per la verità, e io di nuovo sdrammatizzo rispondendo: “Ma lui mi amava!”.

Dopo tre secondi un nuovo messaggio, con scritto: “Sì, ma la scelta di usarlo come prefazione è stata tua, lo trovo molto narcisistico!”.

Ora, voi capite che un vaffa mi sarebbe scaturito spontaneo dal più profondo del cuore ma, considerando che tutto sommato sono una che porta pazienza, considerando che avrei dovuto scrivere un nuovo sms, considerando che stavo in splendida compagnia e che in quel momento stavano giusto arrivando i frittini caldi caldi, decido di soprassedere e godermi la serata.

Dopo qualche giorno arriva un altro sms, in cui mi diceva che, insomma, io magari mi ero offesa, ma una che pubblica un libro deve pure essere pronta alle critiche!

Ignoro anche questo secondo messaggio. In realtà non è che io mi sia offesa, tutt’al più mi spiace per lei che è così acida, più di ieri e meno di domani, mi conferma che non abbiamo più molto da dirci e che la decisione presa all’epoca aveva la sua ragion d’essere.

Qualche giorno fa è stato il suo compleanno, e per la verità le avrei anche fatto gli auguri, fosse pure solo per rassicurarla del fatto che non mi ero affatto offesa ma, vuoi che era il compleanno anche di Xavier, quindi la mia testa – e il mio dolore – erano in tutt’altre faccende affaccendati, vuoi la giornata lavorativa intensa, vuoi i problemi familiari che negli ultimi tempi mi stanno assorbendo tempi e pensieri, mi è sfuggito di mente.

Ieri mi arriva un ulteriore sms. Vedo il suo nome e mi rallegro, devo dire la verità pensavo semplicemente a un saluto, e invece no. La dolce donzella mi comunica che non le sembra il caso di trattenere il mio libro e chiede dove me lo può lasciare. Devo dire la verità, sono rimasta di stucco.

Il primo pensiero che mi è venuto in mente è che è in preda alla follia galoppante, il secondo è che è una rosicona che più rosicona non si può, il terzo è che la gente non ha proprio un tubo da fare (beata!), il quarto è che, dopo averle procurato il marito, forse devo pure farle recapitare per posta celere un sex toy: insomma, ci sarà pure un modo per raddolcire ‘sto concentrato di yogurth?!?!?

30 thoughts on “Storie di ordinaria acidità

  1. Senti lascia perdere….non vale nemmeno la pena di sprecare tempo ed energie per un soggetto simile….l’ostilità insieme all’invidia è evidente in ogni parola e in ogni gesto, quindi che senso ha?

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    • Eppure sapessi quanto mi dispiace! La conosco da 38 anni, mica uno, l’ho vista ragazza piena di belle speranze, e poi piano piano avvizzirsi. Un po’ se l’è voluta, si è ritrovata sposata a un uomo che per lei rappresentava anche un riscatto sociale, e per di più un uomo buono, per cui trovare le motivazioni per lasciarlo diventava difficile, troppo per una donna con una mentalità tradizionale. Peccato che quest’uomo non fosse assolutamente adatto a lei, come non lo era la di lui famiglia ma, d’altra parte, neanche quella di lei l’aveva mai supportata: io direi che è il classico esempio di gabbia dorata, e a volare per anni anni e anni in uno spazio troppo ristretto si finisce per impazzire, e certo si perde la motivazione a volare e il gusto di farlo…

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    • Capisco il dispiacere, è normale… e nessuno credo sia in grado di capire veramente le motivazioni dei suoi comportamenti… e forse nemmeno capirli… 🙂

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    • Io posso pure capirle, ma non ci posso fare niente. D’altra parte, lei un tempo ti permetteva solo di fare da spettatrice alla sua vita, poi neanche più quello. Se io ho avuto il coraggio di prendere in mano le redini della mia vita e oggi volo libera, è stata pure una scelta dolorosa, e che ho pagato a prezzo d’usura. Lei avrebbe voluto la botte piena e la moglie ubriaca, ma questo non è possibile, e sputare su chi ha fatto una scelta diversa non risolverà la sua vita.

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  2. Ma, sai,… in questo vostro dialogo di sms a un certo punto si è instaurato un silenzio, di messaggi ignorati e di date dimenticate; e il silenzio si può interpretare in mille modi, di solito secondo i nostri pregiudizi o i nostri timori (o il nostro ph, che nel caso di questa signora sembra decisamente basso…). Tu semplicemente non le hai risposto più, senza che ci sia stata una fase intermedia di scontro (anche piccolo), e forse questo l’ha confusa perché repentino e un po’ sproporzionato alla fatica fatta per ricercarla dopo anni. So bene quanto hai da fare in cose più importanti in questo momento, ma in fondo, avendo fatto lo stesso quella fatica, poteva valere la pena dirle una parola sul perché dopotutto ritenevi (molto condivisibilmente!) di NON cambiare la vostra situazione e NON tornare a frequentarvi… E poi, invece, ma chissenefrega!
    Cyt.

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    • Beh, lo scontro – anche piccolo – via sms lo vedo duro. Semplicemente, visto che ci eravamo lasciate con la promessa di rivederci con più calma per un caffè, poteva fare l’ le sue osservazioni, ridendo e scherzando, tra il serio e il faceto. Lì ci poteva pure stare una conversazione del tipo:

      “Certo che sei un po convinta eh, sono carine, ma addirittura genio mi pare eccessivo!”
      “Eh, che ti devo dire, lui mi amava, e mi vedeva con gli occhi dell’amore!”.
      “Sì va beh, ma la scelta di metterlo come prefazione è stata tua, dillo che sotto sotto ti ha fatto piacere!”.
      “E certo che mi ha fatto piacere, non sono una che si schermisce!”
      Etc. etc. etc.
      Tutto questo, a distanza, via sms, che poi non sai mai in che momento e in che situazione arriva l’sms, m pare davvero fuori luogo. E poi, insomma, dopo anni che non frequenti una persona, avevi la fregola di criticarla?

      PS: tra l’altro la sera in cui ricevetti i primi sms eravamo a cena insieme, con Francesca, Roberta, Lucia e non ricordo chi altri: ricordi le risate che ci stavamo facendo e come stavamo bene? Ci può stare che non avevo nessunissima voglia di abbassare gli occhi sul telefonino e ignorarvi per stare a polemizzare con lei via sms?

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    • Beh, lo scontro – anche piccolo – via sms lo vedo duro. Semplicemente, visto che ci eravamo lasciate con la promessa di rivederci con più calma per un caffè, poteva fare lì le sue osservazioni, ridendo e scherzando, tra il serio e il faceto. Lì ci poteva pure stare una conversazione del tipo:

      “Certo che sei un po’ convinta eh, sono carine, ma addirittura genio mi pare eccessivo!”
      “Eh, che ti devo dire, lui mi amava, e mi vedeva con gli occhi dell’amore!”.
      “Sì va beh, ma la scelta di metterlo come prefazione è stata tua, dillo che sotto sotto ti ha fatto piacere!”.
      “E certo che mi ha fatto piacere, non sono una che si schermisce!”
      Etc. etc. etc.
      Tutto questo, a distanza, via sms, che poi non sai mai in che momento e in che situazione arriva l’sms, m pare davvero fuori luogo. E poi, insomma, dopo anni che non frequenti una persona, avevi la fregola di criticarla?

      PS: tra l’altro la sera in cui ricevetti i primi sms eravamo a cena insieme, con Francesca, Roberta, Lucia e non ricordo chi altri: ricordi le risate che ci stavamo facendo e come stavamo bene? Ci può stare che non avevo nessunissima voglia di abbassare gli occhi sul telefonino e ignorarvi per stare a polemizzare con lei via sms?

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  3. Ohò … ariecchete co’ l’ amichi/l’ amiche che se ne vanno …. co’ l’ amori che se infrangheno ( doppo che Tu, pronuba, favoristi l’ incontro de li cori … e de li corpi ) : FREGHETENE @Djiè …. mannali a quer paese, et libera nos domina …. da’ ‘ste sofferenze der core e de la mente che, alla longa, te fanno sta mooolto male ! 😦
    De amici/amiche ce n’ hai a bizzeffe, l’ insalata era ne l’ orto e ce sta ancora …. er sole bbrilla e, domani, è ‘n antro ggjiorno !!! :mrgreen:

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  4. Essì …. ‘ggni storia ha er suo risvorto e l’ abbito che je se addice … “solum eae” !
    Ecconcjiò ???
    Parteno li bbastimenti pe’ tere assai luntane, pjaggneno ‘e napulitane, ma attraccheno ar porto nuove, smajianti navi e/o navicelle ( quanno cjài tempo, vatte a rivedè, magara ‘nsieme a la bbella @Cytind, LA NAVICELLA e la vicina VILLA CERIMONTANA …. ammazza quant’ è bbella, e sempre emozzjionante la nostra imperitura Roma ) e rideno chi l’ aspetta a l’ approdo … e quindi ???
    La vita continua, @Djiè : Tu … vedi de nun fatte troppo male !!! 🙂

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    • Bruno, io sto bene, la luce del sole poi, aumentata sia per la stagione sia per l’introduzione dell’ora legale, è veramente terapeutica. Mi sento bene, mi sento circondata da persone che mi vogliono bene, sono sempre piena di cose da fare ma riesco comunque quasi sempre a farci rientrare tutto: come dire, stanca ma soddisfatta.

      Qualche giorno fa poi ho ricevuto un graditissimo pacco da un blogamico… questo gesto è legato a una lunga storia, ed è un segno di quanto la vita sia bella.

      Poi, c’è questo dolore acuto, al centro del petto, che non passa. Bisogna farsene una ragione.

      PS: volevo scrivere di più, ma il dovere mi chiama!

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  5. Il @DOVERE ti chiama ?!? 😯
    E ‘carbofantessa’ @Diemme …. RISPONDE !!! :mrgreen:
    E fai bene …
    Fuori dallo scherzo, conosco quel dolore, so quanto faccia male …. ma passerà ! 🙂

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    • Eppure adesso mi fa meno male… anche se ho perso un punto di riferimento importantissimo, ma sai come sono, barcollo ma non mollo. Mi fece ridere la battuta di un tizio che diceva:

      “Ho perso il mio migliore amico in un terribile incidente”.

      “Oh Dio, cosa gli è successo?”

      “Gli è rimasto il dito infilato in un anello!”.

      Evidentemente sono cose più frequenti di quanto uno pensi…

      Bando alle ciance, ti giuro una cosa: la vita è lunga, ma Pelodifiga pagherà caro, pagherà tutto.

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    • Ma sì, lo pagherà agli invitati alle sue nozze, non certo a me. Ma tanto, non so se conosci questo detto, “Pan tosto per te è riposto” (anche se lei confida nel cambio di vocale).

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