Dell’amicizia (la mia)

amicizia vedersi tutti i giorni

“Amo le persone che stanno bene anche da sole: sono quelle che, se ti cercano, è perché ti vogliono bene davvero”.

Leggevo questo pensiero stamattina, e pensavo a quanto è vero, e ripensavo allo stesso concetto espresso in un brano da me riportato su questo blog qualche tempo fa.

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Ecco, ci sono ricascata. Post iniziato, non finito, e ora l’ispirazione non ce l’ho più, però dove volevo andare a parare mi ricordo. Una mia carissima amica mi ha sottolineato una mia “caratteristica”, la prima volta presentandomela come pregio, la seconda quasi come difetto.

Il fatto incriminato è che io faccio amicizia molto ma molto facilmente. Una volta, tanti anni fa, una persona mi disse che trattavo le persone appena conosciute come se le conoscessi già da un anno (chissà poi perché proprio un anno!).

La volta che me lo sottolineò come complimento mi disse: “Vedi, tu ti puoi permettere di stringere amicizia così facilmente perché poi sei pure capace di grandi tagli. Io, una volta che ho fatto amicizia, poi se non mi va me la tengo sul groppone, non è così facile per me tagliare i ponti”.

La seconda volta (a distanza di anni…), proprio a proposito di un mio grande taglio, mi disse che io sono una persona molto esigente, che poi io dalle persone pretendo uno standard, etico, culturale, comportamentale elevatissimo, e in fondo inganno le persone accogliendole nella mia vita a braccia aperte, illudendole che possano essere amiche mie, e poi di fatto mollandole.

Ho rettificato il suo pensiero, nel senso che io poi non mollo nessuno, e certo non avevo mollato la persona di cui si stava parlando: diciamo che c’è una selezione naturale, che nel mio cuore le declasso (e, ahimé, credo che anche con gli uomini la dinamica sia stata sovente questa!), e poi di fatto se ne vanno da sole, quando realizzano di non avere più nella mia vita il posto che avevano prima, e non ci stanno.

Ora, mi punge una curiosità: voi come vi regolate con gli amici? Ho sentito di gente che ha “amici” (???) zavorra, di quelli che servono solo per riempire il sabato sera, ma con cui di fatto non ha molto in comune: ma dico, li sprecate così voi i vostri sabato? Ne avete che vi avanzano?

Sarà che per me trovar del tempo libero è un’impresa, ma non sprecherei mai ore della mia vita, che ritengo preziose, con gente di cui non m’importa un accidente e che non stimo.

Certo, mica si deve sempre parlare di questioni importanti, a volte si ride delle scemenze, ma io rido delle scemenze con le stesse persone con cui posso parlare delle cose importanti, oppure con contatti occasionali (tipo una persona con cui attacchi bottone sull’autobus, o che incroci in un negozio o in fila a una cassa), non mi sognerei mai di uscire e dedicare tempo della mia vita a persone con cui posso parlare solo di scemenze.

Che poi, in fondo, io non è che io chieda molto agli amici: una dotazione di neuroni superiore a due unità, tanta sincerità, e che mi vogliano bene davvero: vi sembra troppo? Vi sembro così esageratamente esigente?

22 thoughts on “Dell’amicizia (la mia)

    • Beh, io in realtà, quando parlavo di due neuroni non intendevo proprio due… e inoltre li intendevo ben allenati! E poi, i miei amici devono avre una mente aperta, accettare la diversità: io ho amici di tutti gli orientamenti politici, religiosi, professionali (probabilmente anche sessuali…), ma quello che li accomuna è la capacità di rispetto dell’altro, sennò con me hanno davvero vita breve! 😉

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  1. Sei esigente nel modo giusto. Per quanto mi riguarda le parole dell’immagine e la frase che hai citato all’inizio del post…..mi rispecchiano e mi trovano d’accordo. Ciao D.

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    • E trovano d’accordo anche me! Recentemente ho risentito dei vecchi amici, e la gioia e l’intimità sempre vive confermano quelle parole che ho condiviso con grande convinzione! ❤

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  2. Uso la parola amico raramente
    soffro quando capisco di averla attribuita alla persona sbagliata
    Chiacchero con 1000 persone
    Ho pochissimi amici
    Non sento l’esigenza di dover riempire un sabato sera da quando ero adolescente perché ho poco tempo per me
    Difficilmente esco con i miei colleghi
    Oggi al lavoro realizzavo che è un handicap
    Ma realizzavo anche che mentre anni fa ci soffrivo, ora non più
    La cosa mi lascia indifferente

    Ma niente mi scalda il cuore come il sorriso di un amico

    Buona serata
    Magy

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    • Per me sono tutti amici fino a che non mi dimostrano il contrario. Chiaramente, non è che se parlo cinque minuti con una persona sconosciuta alla fermata dell’autobus la ritengo amica, magari se c’incontriamo tutti i giorni, sia pure solo alla fermata e si chiacchiera, si arriva alla confidenza, già il piano si alza. Se si arriva a frequentarsi in contesti diversi, a vedersi per un caffè, per me è già scattata l’amicizia. Poi, siccome in genere non chiedo niente e non mi serve niente, non ho modo di constatare se sarebbero gli amici del momento del bisogno, ma è una prova del nove cui rinuncio volentieri. 😉

      Buona serata a te! 🙂

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    • Rarissima, e a volte a tempo. Ci sono amicizia anche vere, sincere e disinteressate che col tempo svaniscono, anche perché si cambia, e le persone che un tempo furono amiche potrebbero finire semplicemente per essere diventate altro, e non esistere più.

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  3. Ho tanti conoscenti, ma ti posso garantire ho poco amici, perchè l’amico è qualcosa di speciale. Come si fa ad avere “amici” tanto per? Addirittura condividerci alcune ore insieme? Non sarei in grado di farlo.

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    • Però c’è chi nella superficialità ci sguazza, e al contrario non sarebbe capace di un rapporto profondo, di parlare con un amico di o con un’amica di qualcosa d’altro che le facezie.
      E poi ci sono quelli che non si sentono a proprio agio a parlare dei propri sentimenti. Magari sono persone intelligentissime, preparatissime, profondissime, con cui puoi spaziare dalla letteratura alla fisica nucleare, dalla medicina al paranormale, ma di sé non ti diranno mai niente e tu non saprai mai chi sono.

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  4. La benedizione massima è un amico amabile. – Orazio

    Cara Diemme A volte siamo così occupati a chiederci se piacciamo agli altri che ci dimentichiamo totalmente di chiederci se loro piacciono a noi.

    Quando e se riesco donare un pezzetto di me, (la stima) e per sempre! l’amicizia e una cosa seria! forse piu del matrimoni, amori … che si sa vengono e volano via un modo o nel altro ma l’amicizia quella rara, e per la vita.

    Tu non chiedi niente di piu, che non dai tu in primis!
    un abbraccio da me per te!

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    • Beh, francamente, io di piacere gli altri non mi sono curata mai, eccessivamente mai, decisamente ho esagerato in senso opposto. Invece, non ho mai mancato di chiedermi se gli altri piacciono a me, ma diciamo cgeneralmente la gente mi piace. Poi, certo, a mano a mano che la metto a fuoco mi formo un giudizio sempre più preciso, e la frequentazione è legata anche all’avere o meno affinità elettive 🙂

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    • Io invece un taglio che ho dato recentemente l’ho superato benissimo, quasi ho dimenticato (anzi, togliamo il quasi) che la persona sia mai esistita.

      E forse è proprio così, la persona che io pensavo non è esistita mai.

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    • Io invece, per questa in particolare, non ci ho versato una lacrima. Nel momento in cui mi ha detto “Non abbiamo niente da dirci” si è autoeliminata, come se non fosse mai esistita nella mia vita. E mai più esisterà. Le sono stati dati un affetto e una considerazione che evidentemente non meritava: ne momento in cui lo dimostra, prendo atto e vado avanti. Mi dispiace dirlo, non è che nei rapporti si vada a quantità, chiaramente ogni persona è speciale, ma il fatto di non avere neanche il tempo di sentirti sola aiuta il processo di dileguamento nel nulla di chi se n’è – volontariamente – andato.

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  5. Plaudo … serenamente convinto, alla giustezza della locandina che hai qui pubblicato … amica mia !
    Ed aggiungo, traendolo dal nostro @Cicerone ( DE AMICITIA : Libro VII – par. 23 ) :
    “Verum enim amicum qui intuetur, tamquam exemplar aliquod intuetur sui . Quocirca et absentes adsunt, et egentes abundant et valent et, quod difficilius dictu est, mortui vivunt ; tantos eos honos, memoria, desiderium prosequitur amicorum . Ex quo illorum beata mors videtur, horum vita laudabilis ! …. ” .
    ( Chi rimira infatti un vero amico, rimira come un’ immagine di sè stesso . Perciò gli assenti sono presenti, i bisognosi sono ricchi, i deboli sono validi e, cosa più difficile a dirsi, i MORTI VIVONO : tanto li accompagna l’ onore, il ricordo, il rimpianto degli amici . Di quelli, dunque, pare felice la morte, di questi degna di lode la vita ! )

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  6. Io non ho ancora risolto il problema -.- soprattutto con persone che, da quel che ho capito, non sanno cosa vogliono. Bene inteso: a questo punto devo ammettere che non lo so neppure io. Ma la distanza – fisica!- parla chiaro. Forse solo per me…bah! -.-“

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