Credevo fosse amore…

Avete presente un modo sicuro per rendersi impopolare? Andare controcorrente nelle questioni “umane” e “umanitarie” più delicate.

Per esempio, la violenza alle donne. Che io mi sono rotta le scatole di tutte queste complici dell’abominio fatte passare per povere vittime.

Ci sono donne sfruttate e abusate che veramente non hanno possibilità di riscatto, e quelle sì che vanno aiutate, a tutti i livelli, ma ce ne sono altre che il violento se lo scelgono e se lo tengono, e se una donna ripetutamente e regolarmente picchiata, giustifica il suo aguzzino con parole del tipo “Ma lui mi ama”,  “Sta passando un brutto periodo”, “Solo io lo capisco”, se una donna che sta vivendo un incubo del genere riesce a fare – o qualcuno la convince a fare – denuncia, e poi la ritira perché “Lui mi ha promesso che cambierà”, e magari al quinto ricovero in ospedale, col volto ormai deformato e la schiena che non si tiene più su argomenta “Sono certa che non lo farà più”, beh, signori miei, giudicatemi come vi pare, ma io gliene darei le altre, altroché!

Una vittima consenziente si chiama complice.

Contro-la-violenza-alle-donne-sempre

#credevofosseamore

 

37 thoughts on “Credevo fosse amore…

    • Ammetto che non sia facile, che la dipendenza psicologica sia una brutta bestia, che è una menomazione invisibile, che di una persona cui manca un braccio o una gamba magari si ha pietà, mentre una cui manca il carattere, la forza di reagire non ispira la stessa compassione. Quello che mi fa girare il boccino è che, oltre a non farcela da sola, impediscono a chiunque di aiutarle, persino alle forze dell’ordine, spesso rilasciando false testimonianze e indicazioni fasulle per sviare chiunque potrebbe – e vorrebbe – aiutarle: ma allora teneteveli, e lasciate le persone delegate ad aiutarvi libere di occuparsi di chi davvero vorrebbe uscire da queste situazioni e non può!

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  1. Sarò breve: le donne sovente o sono troppo sceme o troppo furbe.
    Poi magari c’è anche la via di mezzo o quella che è alternativamente o troppo furba o troppo scema, a seconda dell’uomo con cui ha a che fare.

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    • Hai visto “Il colore viola”? Hai presente come il marito della protagonista tratta sua moglie, e come invece tratta l’amante Shug Avery? Non ho trovato i video proprio corrispondenti a quello che volevo dire, comunque un paio te li linko.

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  2. penso che la questione sia più delicata di quanto si creda…. cioè sul fattore psicologico, come hai scritto qualche commento più su, c’è da dirla molto. la sindrome della crocerossina, un subdolo amore che in realtà è attaccamento per paura che si perda la persona, violenta, ma magari “cambiata” definitivamente, legame che in realtà è attaccamento frenetico verso il carnefice.
    io in realtà, spesso e volentieri, ho un pensiero per chi se le cerca davvero le mazzate. nel senso di donne (e ce ne sono) che investono se stesse per trarre profitto. tipo una si sposa con uno che ha soldi, casa, sta bene, ci fa dei figli, poi all’atto di separazione si becca casa, soldi e ben di Dio…. o magari quelle donne che, pur ottenendo dal divorzio anche le mutande del marito, non hanno un minimo di cuore e spietate gettano in mezzo alla strada l’ex compagno, quello che, diciamocela tutta, fino a quando ha fatto comodo se lo tenevano dentro. ecco. un pensiero lo getterei verso queste storie.
    prendetemi per sciocca, per tutto ciò che volete, ma donna non è solo la vittima, la libera, la convivente… ma anche quella che potrebbe avere un risvolto negativo nella vita.

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  3. Ho da un paio di settimane un post in canna che non riesco a decifrare come vorrei ma che come argomento ha qualcosa di simile “la smettiamo di giustificarli!?!?” e parla anche di quello di cui parli tu nel tuo post… parla di quella pessima abitudine che abbiamo di giustificare i maleducati, i deficienti, gli arroganti e ancor peggio i potenti…

    il rispetto oltre ad essere un nostro diritto per cui dovremmo combattere a muso duro è allo stesso tempo un nostro dovere sociale..

    Alla fine io sento che va molto di moda il concetto di “leggerezza” di affrontare la vita “con spirito” ma secondo me questi concetti vanno applicati quando le cose vanno bene ma sopratutto quando le condizioni lo consentono… non si può rispondere con “leggerezza” a chi ti parla con “arroganza” perchè non quel tipo di risposta non rispetta i criteri di base della dignità dell’individuo, chiunque esso sia..

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    • Indubbiamente, ma difficile aiutare una persona contro la sua volontà, o addirittura quando sabota l’aiuto e copre il violento. Poi, ci sono persone in contesti di arretratezza, ignoranza e mancanza di tutela legale, poche possibilità hanno di sfuggire a questa sorte, ma a volte parliamo di persone magari laureate, con un lavoro persino di prestigio, che abitano in grandi metropoli, in paesi civili… gente che ha tutti i mezzi non solo materiali per uscire da queste situazioni, e NON VUOLE! E allora scusa, io le mie energie le voglio dedicare a chi vuole essere aiutato, a chi vuole uscire dalla situazione in cui si trova.

      E poi, a livelli non di arretratezza ma nei casi in cui dicevo prima, tu puoi pure dire che non ce la fai a liberartene, ma non puoi dire che nessuno lo capisce e che lui ti ama profondamente!

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  4. è difficile trovare una donna che abbia il coraggio di guardare la questione da un punto di vista più realistico e meno filosofico, complimenti sinceri

    se me lo permetti dico la mia…

    credo sia giusto fare i dovuti distinguo, indubbiamente esistono donne che si ritrovano di fianco uomini capaci di una vera e propria mutazione nel tempo, bravi individui che magari dopo anni esprimono aspetti a lungo ben celati. Esistono anche uomini che impiegano pochissimo nello sfoderare il peggio e qui comprensioni e sindrome della crocerossina iniziano a vacillare. Esistono anche donne particolarmente attratte da uomini/bestia, non solo, anche quelle incapaci di distinguere l’opportuno dall’inopportuno. Se ti porti a casa il bullo del quartiere per fare la figa con le tue amiche o per spirito di competizione o per pura vanità… quando decidi di chiudere e di scaricarlo la questione si incasina. Molto diffusa anche una convinzione tipicamente femminile: “io saprò cambiarlo”.

    Ciò su cui bisognerebbe veramente “lavorare” sono alcuni concetti base che spesso creano violenza, non trovo giusto educare le giovani fanciulle seguendo il credo dei diritti e non quello della prevenzione, non nell’ordine attuale. Sotto l’aspetto sociale, come ha già scritto qualcuno, credo che certe situazioni nascano anche da una grande discriminazione, tutte le leggi che regolamentano separazioni, divorzi, alimenti e affidamenti sono scritti al femminile. Per assurdo, quando un uomo torna a casa e trova la moglie a letto con l’amante, se ci sono figli minori di mezzo, oltre ad essere cornuto gli tocca lasciare a lei l’abitazione ed è obbligato al mantenimento dei figli, ovviamente anche a provvedere a tutte le spese (mutuo, bollette, ecc. ecc.) qualora la donna non avesse reddito. Sarà crudele dirlo ma non tutti gli uomini sono disposti ad accettare serenamente una simile mazzata.

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    • D’accordo su tutto, però non era questo l’argomento del post. Rimanderei anche te a quello segnalato ad Aida, su cui abbiamo continuato questo aspetto della discussione.

      Comunque, la fighetta che si porta a casa il bullo di periferia e poi non riesce a mollarlo, fa il paio con quello che si porta a casa la fighetta con minigonna all’inguine, tacco 18, un paio di chili di trucco, e poi la trova a letto con l’amante e le deve passare pure gli alimenti!

      Ma sai che dei miei ex tornarono indietro proprio perché stupiti che non avevo chiesto nient né messo in atto alcuna rappresaglia? Certi stupori continuano a suscitarne in me la solita domanda, e cioè che donne frequentano. Io non voglio i soldi di un uomo, non voglio la sua casa, voglio il suo amore e, soprattutto, voglio il suo rispetto, anche laddove l’amore dovesse venir meno. Non è in grado di darmeli? Si raccolga le sue carabattole e se ne vada. Porti via tutto, ma non si azzardi a toccare né il mio corpo né la mia dignità.

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  5. allora stringo e centro in pieno l’argomento con poche parole,
    esistono anche donne che hanno bisogno di un padrone, non di uomo “normale”, molte non denunciano per paura, altre non denunciano perché economicamente dipendenti, altre ancora perché tendono all’auto colpevolizzazione… però esistono anche quelle bisognose di essere sottomesse psicologicamente e fisicamente ma non lo ammetteranno (quasi) mai pubblicamente.

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  6. Non riesco a commentare in breve, è un tema delicato e non così facile da chiudere; ho toccato con mano problemi come questi e vi garantisco che non è facile infilarsi nella psicologia di chi incappa in alcune pressioni fisiche e non; non giustifico chi per cultura subisce consapevolmente, ma in altre situazioni diventa un argomento delicatissimo.

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    • A volte chi subisce sono persone che talmente non hanno mai conosciuto violenza, che ne sono completamente spiazzate. Ho avuto una testimonianza di una donna i cui genitori non l’avevano mai sfiorata, credo mai nemmeno uno schiaffo. Si è ritrovata sposata con un uomo violento e, essendo pure una ragazza all’antica, per cui il matrimonio era eterno, era totalmente disorientata e incapace di reagire. Piangeva e taceva, taceva e piangeva. Nascondeva i lividi e sperava che lui cambiasse, cercava di fare di tutto per non dargli adito, probabilmente alla fine si sarà pure colpevolizzata.

      Alla fine però si è consolata tra le braccia di un altro, e lui, per quanto abbia minacciato di tutto e di più, non è mai riuscito a farla tornare indietro.

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  7. Mi permetto di portare la testimonianza di chi ci è passato:

    Leslie Morgan Steiner: Perché le vittime di violenza domestica non se ne vanno?

    Dove si racconta che se una “resta” non è perché è stupida.

    E vale anche per i maschi:

    Violenza domestica: «A mezzanotte sai che io ti penserò…»
    di Giovanna Cosenza
    https://giovannacosenza.wordpress.com/2014/06/09/violenza-domestica-a-mezzanotte-sai-che-io-ti-pensero/

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