24 orfani, 4 vedove

Coltello attentato sinagoga

Non ce la faccio neanche a cercare ulteriori notizie  e più precise sull’attentato di oggi alla sinagoga. 25 persone in preghiera, un bambino con loro.

Entrano due terroristi arabi, fanno fuoco a ripetizione  su di loro e poi, non paghi, si gettano su di loro con quest’arma, e con accette..

Arabi con passaporto e cittadinanza israeliana, che lavoravano in negozi accanto alla sinagoga.

Sull’altro fronte, uomini raccolti in preghiera colti all’improvviso, e in un istante giacciono in un lago di sangue.

Israele non è uno stato di apartheid ma, secondo me, dovrebbe esserlo.

Se neanche Israele è il posto dove gli ebrei possono vivere tranquilli, quale possibilità ci dà il mondo?

Pubblico così. Basta, ho la nausa, non riesco neanche a respirare, ho un macigno sul petto, un turbine nella testa.

Update, una riflessione da fb:

“Ogni israeliano che muore, ogni persona investita, accoltellata, fatta esplodere in quanto ebrea, mentre era intenta nelle più innocenti attività quotidiane, è un pezzo di me che se ne va, e io sono stanca di morire. Già sono nata dai camini di Auschwitz, figlia di figli strappati alle madri e di madri strappate ai figli. Non voglio continuare a essere uccisa per l’eternità.”.

22 thoughts on “24 orfani, 4 vedove

  1. Ribellione, angoscia, rabbia, sgomento, sono molti gli stati d’animo che simili fatti provocano, anche perché, oltre alle notizie crude che hai riportato, ci sono stati coloro che hanno esultato!
    Chissà quando qualcuno dalle nostre parti si sveglierà e assumerà un atteggiamento meno schierato a priori ed a prescindere. Forse saranno anche gli stessi che da te, a Roma, si saranno un po’ disillusi su chi sta al Campidoglio…. Ciao carissima, un abbraccio ed un incoraggiamento per te!

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    • Stessi sentimenti di Sergio provo anch’io cara Diemme. Non riesco a trovare le parole per esprimere quello che ho provato e provo.
      Violenza chiama violenza fino a quando una delle due parti deciderà di non rispondere con la vendetta e mettere fine a questa spirale di odio che dura da troppo tempo.

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    • No Lucetta, è solo una parte che deve decidere di smetterla con la violenza, perché Israele è da sempre che offre pace, e reagire meno di così significa soccombere, finire di esistere. Come vedi, la reazione di Israele è talmente debole, che anche dopo l’ultima operazione di quest’estate, la cosiddetta Operazione Margine Protettivo, che ha smantellato tutti i tunnel del terrore, il terrorismo non è stato debellato e gli attentanti non si sono fermati, tutt’altro.

      Peraltro la comunità europea si è affrettata a mandare a Gaza svalangate di soldi, miliardi, che saranno tutti utilizzati per ricostruire i tunnel della morte, quei tunnel smantellati dagli israeliani a prezzo della propria vita.

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    • Sì, a Gaza si è festeggiata l’uccisione brutale (se vedessi Sergio che immagini strazianti!) di un gruppo di persone in preghiera in una sinagoga.

      Come sempre, la cultura della morte contro quella della vita.

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  2. Chiaramente la situazione non è sotto controllo e neppure è possibile immaginare in che modo potrebbe diventarlo.
    Escluso che possa esservi una pacificazione fra i popoli, estesa anche anche agli estremisti, se non altro non raggiungibile ora per la mancanza di grandi leader, capaci di rivoltare l’inerzia degli uomini a proseguire nelle loro convinzioni, nei loro odi, nelle loro paure, non resta che difendersi prevenendo, limitando, controllando.
    Non ci si può permettere di confidare, di essere fiduciosi, di sperare nella sensatezza altrui… occorre temere, sospettare, premunirsi: non è tempo di porte aperte.. ma neanche socchiuse,

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    • Neanche prevenire basta, individue le cinture d’esplosivo e investono la gente all’impazzata alle fermate degli autobus, proteggi le fermate degli autobus e accoltellano la gente nelle sinagoghe… purtroppo distruggere è più facile che creare, e quella è gente il cuo scopo di vita è ammazzare a costo di perderci anche la propria di vita, tanto lì anche il martirio è celebrato.

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    • Prendono di mira vigliaccamente i più indifesi e nei momenti più indifesi. Accoltellano un diciannovenne che si è appennicato sull’autobus, uccidono in un taxi una ragazza che si stava recando a un colloquio di lavoro, massacrano a colpi di accetta quattro fedeli raccolti in preghiera all’interno di una sinagoga… e questa è la gente cui il nostro occidente sta dando tanta forza e tanto appoggio.
      Peccato che alla fine non piangerà solo chi il terrorismo l’ha appoggiato, piangeremo pure noi innocenti.
      Intando, da quelle parti, lo strazio di chi ha avuto un proprio caro massacrato è continuo.
      Sì lamentano dei civili, peraltro usati da Hamas come scudi umani, che muoiono durante operazioni di guerra, mentre loro che accoltellano la povera gente inerme in tempo di pace vanno bene. Non ci resta che piangere.

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    • come si fa, mia cara, ad insegnare la pace? come si fa ad insegnare il non essere bestie, come si fa a stare al mondo con compassione e rispetto per gli altri? ogni giorno me lo chiedo quando ho di fronte i miei ragazzi a scuola e, racconto loro storie che non esistono, esempi che vengono vanificati da atti terribili. ieri a “ il tempo e la storia “ hanno mandato in onda una bellissima puntata dedicata ai volontari di guerra, a quelli che sono andati a combattere in nome di un ideale in qualsiasi periodo. ti invito a vederla, sul sito della rai, e poi mi piacerebbe parlarne con te.

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  3. Non vi sono mai giustificazioni per i terroristi.
    Mai.
    In nessun caso e per nessuna ragione.
    Sia che colpiscano politici o militari; sia che colpiscano la gente comune.
    Ma i politici (o presunti tali) dovrebbero anche chiedersi se le strategie finora attuate sono servite oppure no a preservare la pace.
    Perché le letture degli avvenimenti non sempre sono univoche…
    http://falafelcafe.wordpress.com/2014/11/19/quellappello-a-netanyahu-per-la-pace-con-i-palestinesi/

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    • Letto. Personalmente, non sono d’accordo. Nei siti dedicati (spesso privati), si parla tanto, parliamo tanto di “cosa dovrebbe fare Netanyahu”, e ti assicuro che non è facile. Più che essere accusato di tenere la linea dura, viene generalmente accusato di tenerla troppo morbida. E comunque, dopo l’attentato di Gerusalemme, ha dato un esempio di grande democrazia e civiltà, sostenendo che i cittadini arabi israeliani non devono essere discriminati in alcun modo.

      Io, pur essendo pienamente d’accordo con questa sua posizione, e combattendo ogni presa di posizione su base etnica (ci mancherebbe!) credo che la linea di Israele dovrebbe essere più decisiva. Fare una guerra per concedere continui cessate il fuoco (regolarmente violati da Hamas), che servono al nemico per riprendersi, rifocillarsi, riorganizzarsi, e rendere inutili tutti quei morti, da una parte e dall’altra, signiica fare una guerra pressoché inutile, in quanto non risolutiva.

      Dopo che Israele ha distrutto tutti i tunnel del terrore, Hamas esultava per la vittoria e, secondo me, aveva perfettamente ragione: vittoria mediatica per il numero dei morti, soldi a fiumi, ma che dico, a oceani, dall’occidente per la ricostruzione (dei tunnel), e un Israele che, anche se tecnicamente potrebbe sembrare aver vinto, si ritrova più isolata politicamente da un occidente pavido e cieco. E da un’america tentennante (volutamente? Risente delle origini del suo leader?).

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