16 ottobre: le deportazioni

romaebraica

Da fb:

“Quella domenica, fra gli altri commenti, notò poi che sul “Messaggero” non c’era traccia di una notizia che pure circolava dentro Roma, e che era stata pure trasmessa, dicevano, dalla Radio-Bari: ieri, sabato (16 ottobre) tutti i Giudii di Roma erano stati razziati all’alba, casa per casa, dai Germani, e caricati su camion verso destinazione ignota. Del quartiere del Ghetto, svuotato interamente di tutta la carne giudia, non c’era restato altro che lo scheletro; ma anche in tutti gli altri rioni o quartieri, tutti i Giudii di Roma, singoli e famiglie, erano stati scovati dagli SS che erano venuti apposta con una Compagnia speciale, fornita di un elenco esatto. Li avevano pigliati tutti: non soltanto i giovani e i sani, ma gli anziani, gli infermi pure gravi, le donne anche incinte, e fino le creature in fasciola. Si diceva che li portassero tutti a bruciare vivi nei forni, ma questo, a detta di Tore, forse era esagerato.

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7 thoughts on “16 ottobre: le deportazioni

  1. Il problema non è tanto ricordarla, quanto fare in modo che non si ripeta, ma mi pare proprio che l’uomo dalla storia non impari niente e che la civiltà e il progresso, almeno dal punto id vista umano, non esistano. Ci sono genocidi in corso in tutto il mondo, l’istinto alle “pulizie etniche” non muore mai, troppi membri del consorzio umano sono dominati dalla follia, e spesso hanno anche posti di comando.

    Il popolo è bue, e dove lo porti va. Che siano ebrei o kosovari, yazidi, extracomunitari o cristiani (o magari due o tre cose insieme), la belva umana, l’idiota umano direi, non si ferma mai.

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  2. L’istinto omicida, che può portare a compiere atti volti ad eliminare chi è visto come un proprio nemico, credo sia dentro a ogni uomo.
    Più l’uomo è messo alle strette, si trova, come nei conflitti, ad avere un animo alterato, più il divario fra la ragione e il pensiero folle, annidato nel profondo della mente, si riduce.
    Ciò che si riteneva impossibile da farsi, diventa prima ponderabile, poi realizzabile, fattibile… e, all’estremo, giusto e dovuto.
    Quello che citi è solo un caso… la responsabilità è sì dei singoli, dei materiali esecutori, ma ancor più di chi, in posizioni di comando, li ha ispirati e comunque indotti ad ubbidire.
    Serve ricordare? Serve se si esce dal caso particolare, serve se è utile a mettere in guardia verso la natura umana… che poi è anche la nostra.

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    • Che ti devo dire… la belva umana non finirà mai di stupirmi, io della cattiveria non capisco proprio il motore… potere? Complessi? Voglia di sentirsi importanti quando si è delle emerite cacche? Stupidità? Vuoto esistenziale? DNA malato?

      Proprio non so come l’istinto umano non sia di sostegno e supporto all’altro, visto pure il nostro bisogno di riceverlo questo sostegno e supporto. D’altra parte, credo che ormai lo sappiate come la penso.

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