Attila e la famiglia del Mulino Bianco

Ieri è stata una giornataccia, tanto per cambiare. Corri corri, gira uffici a vuoto, parla con uffici a vuoto, a un certo punto interviene il mio avvocato (che ogni tanto sentirsi sostenuti fa bene alla salute).

Lui ha avuto modo di conoscere Attila e, ahimé, je piace (non nel senso omo, intendiamoci!). Continua a dire che è una persona deliziosa, che con tutto quello che ne ho detto io chissà che si pensava, mentre quando è entrato da lui la prima volta, timido e indifeso, e la seconda volta, con la figlia innamorata che gli stava appiccicata guardandolo con gli occhi da pesce lesso, si è intenerito.

Insomma, ieri siamo stati a pranzo insieme con mia madre, e lui se l’è presa sottobraccio e piano piano l’ha accompagnata alla macchina, mentre la figlia da dietro mi diceva: “Guarda che dolce papà!”. Pomeriggio al servizio della “bimba”, accompagnamola qua, accompagnamola là, e poi la sera, mentre aspettavamo che tornasse dalla palestra, qualche partita di Ruzzle, facendoci anche due risate.

Poi mi sono accasciata a dormire sul divano, su cui lui era seduto, e di lì a poco Sissi è tornata dalla palestra e si è messa lì a raccontare.

Il quadretto era proprio da Mulino Bianco, anche se tra me e Attila non c’è e non potrà mai esserci nulla. Il fatto però è che io sono sempre andata avanti col vessillo della verità, i miei rapporti con le persone sono chiari: ci siamo scannati, anche trascinati in tribunale, ma alla fine dei giochi non c’è mai stata nessuna ipocrisia, nessun rapporto superficiale solo per salvare la forma, vuoi “per la bambina”, vuoi “per l’occhio della gente”.

Oggi rancori ne ho tanti, ma sospesi nessuno. A bocce ferme, nessun fantasma aleggia nell’aria.

E noi siamo, tutto sommato, sereni.

 

48 thoughts on “Attila e la famiglia del Mulino Bianco

  1. Credo che finché Sissi non sarà diventata autonoma, quindi anche in grado di fare scelte differenti per la propria vita, queste situazioni continueranno a verificarsi e meno male che dici di essere serena! Da come l’hai raccontata, a me pare una situazione incomprensibile, perché con persone con le quale si è arrivati a certi estremi, io non rimarrei mai assieme, nemmeno se i fantasmi non aleggiano più. Ma a quanto pare, il chewingum appiccicato sulle suole delle scarpe, forse è più facile da togliere! Meno peggio così! Un abbraccio, ciao.

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    • Caro Sergio, io sono serena per crescita personale, non certo per questo secondo figlio che mi è toccato in sorte. Anzi, forse lui è stato l’handicap attraverso il quale il Padreterno mi ha forgiato…

      Tu dici che non rimarresti assieme, ma la mia forza è proprio questa, che io NON ci sono rimasta insieme, neanche quando ero incinta. La sua presenza in casa mia è in qualità di “padre di mia figlia”, senza ambiguità e senza equivoci!

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  2. Non potresti desiderare di più. Io so poco della tua storia passata perchè è da qualche mese che ti seguo, però da quello che dici in questo post mi sembra che dentro di te, nonostante tutto, ci sia serenità ed equilibrio. Sei vera, non falsa e ipocrita, dici pane al pane e questo per me è un pregio grande. Ciao D. Buona settimana
    🙂

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    • Beh, cara Lucetta, veramente potrei desiderare di più. Potrei desiderare che lui si fosse comportato bene in passato o quantomeno tentasse di riscattarsi, crescere, prendersi responsabilità, oppure potrei desiderare che lui si vedesse con la figlia fuori di casa, e io avere un compagno che avesse a cuore la mia felicità.

      Io qui non intendevo sottolineare un rapporto idilliaco, che non c’è, ma che poi con la chiarezza, e rinunciando non alla legittima difesa, ma alle rivalse, si vive tutti meglio.

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    • Certo che potresti desiderare di più, su questo non c’è dubbio. Infatti ho scritto che NONOSTANTE TUTTO, e quindi nonostante i tuoi legittimi desideri non soddisfatti….riesci a creare momenti sereni, di civile convivenza. La mia frase “non potresti desiderare di più” si riferiva unicamente a questa tua capacità. 🙂

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  3. Essere sempre onesti è una delle qualità migliori che si possano avere, poi molti non accettano che gli si dica in faccia quello che si pensa ma questo è un problema loro. A me sembra la situazione migliore che tu possa pensare e costruire. In un clima del genere, di sicuro, tua figlia crescerà anche lei con le idee chiare su di te e il tuo ex compagno.
    Quindi per quello che ne posso capire io, direi PERFETTO!

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    • Forse non mi sono spiegata: secondo me non c’è nessun bisogno di dire sempre alle persona in faccia quello che si pensa, può diventare un insulto sterile, ed è comunque un’opinione non richiesta.

      Per esempio, se tu vedi per la strada una signora vestita in maniera eccentrica, e pensi che sia ridicola, la pensi e le dici ” ‘anvede signo’ quanto è ridicola!”? Non penso.

      Le cose vanno dette quando necessario, spesso solo se richiesto, e finalizzate a un chiarimento, a una comunicazione, a una volontà di spiegarsi e di capirsi.

      Chi apre la bocca e fa uscire tutto quanto gli passa per la testa, francamente, non è che ha la mia stima!

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    • Io no. Se penso che il mio collega sia un testa di minchia non sento la necessità di andarglielo a dire. Certo, sicuramente non gli dico neanche il contrario, ci mancherebbe.

      Io non dico tutto quello che penso, ma penso tutto quello che dico, che è diverso.

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  4. Bene bene, vedo che, tutto sommato, la tua vita ha assunto una piega più tranquilla, il vento che increspava le acque si è fatto più tenue e temperato, quasi amico.

    Buon proseguimento, allora… un saluto a te e ai fedeli del tuo blog. 😉

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    • Ma questa è telepatia! Caro Enrico, ti pensavo proprio oggi, è tanto che non ci sentiamo, e mi riproponevo proprio di venirti a cercare!

      Come stai? Piega più tranquilla? Naaaaaa, magari è solo rassegnazione alla coesistenza 🙂

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  5. E sì, forse anche quella componente può esistere: il fatto è che il tempo addolcisce, o meglio, stende una specie di strato dolce sopra gli artigli, che comunque restano, seppur più nascosti, più in profondità.. 😀
    Io sto abbastanza bene, ma sempre più lontano e contrariato da quel che vedo e sento: si è creato, almeno per me, un solco che ormai credo incolmabile, fra la realtà come la intende la personale ragione e quella che ci viene proposta e inculcata, spesso anche imposta.
    E’ una sensazione quasi di stupore, sicuri come eravamo di condurre ormai una vita tutto sommato sicura e pacifica, protetta da solide mura, mentre oggi ci sentiamo minacciati lì dove credavamo di avere certezze.
    Si pensa che non è più giusto, o forse non lo è mai stato, delegare in toto ad altri scelte che influenzano la vita propria e di chi prova oggi lo stesso senso di smarrimento..
    Che è sbagliato associare la mitezza all’inazione e, conseguentemente, all’inevitabile soccombenza.
    In ogni modo, tralasciando le mie divagazioni, mi auguro che tu stia bene.. anzi, ho la sensazione che sia davvero così.
    E W la telepatia! 😉

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    • Enrico, la penso esattamente come te, le mie impressioni sono esattamente le tue, e purtroppo non sono sensazioni che fanno star bene; c’è da dire che il cambiamento, l’evoluzione, passa sempre attraverso un malessere che di questo cambiamento è carburante e al contempo motore.

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  6. Certo la tua non è una situazione facile! Non insieme e neppure ciascuno per i fatti propri, per via della figlia. Circa Attila, ricordi Pirandello “Uno, nessuno e centomila”? Tu lo vedi in un modo, tua figlia e gli altri in altri modi. Magari non è da buttar via, ma solo non siete adatti l’uno all’altro

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