Questione etica

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Tante volte fanno dei giochetti con delle domande volte a misurare l’eticità dell’interlocutore tipo: “Trovi un portafogli con 10.000 euro dentro, lo tieni o lo restituisci?”.

Oggi però voglio porvi un altro quesito. Mettiamo due padri di famiglia, A e B, amici per la pelle ed entrambi con famiglia, disoccupati e in difficoltà economica.

Mettiamo che entrambi concorrano a un posto di lavoro, e che B vinca il concorso.

Mettiamo che A si renda conto che c’è un errore nella correzione del suo elaborato e possa impugnare il ricorso, il che comporterebbe la sua regolare assunzione ma la perdita del posto di lavoro da parte dell’amico del cuore, come lui con famiglia e in difficoltà.

Le mie domande sono:

1) cosa fareste se foste A.

2) cosa fareste se foste B.

Anzi, mettiamaola così:

1a) cosa fareste se foste A nel caso non aveste in nessun caso l’opportunità di un altro lavoro.

1b) cosa fareste se foste A nel caso potesse esserci l’opportunità di un altro lavoro.

2a) cosa fareste se foste B e perdeste il lavoro a causa del ricorso di A.

2b) cosa fareste se foste B e foste voi ad accorgervi dell’errore, e quindi di avere usurpato il posto ad A che invece non si è accorto di nulla.

80 thoughts on “Questione etica

  1. premetto che non ho amici, che molto spesso le amiche mi hanno leso nell’animo e non credo alla fratellanza fra persone che non siano dello stesso sangue. da egoista se fossi A farei ricorso per ottenere il posto e, se nel caso ci fosse la possibilità (la sicurezza) di averne un altro allora lascerei il posto a B. se tale sicurezza non ci fosse, mi prenderei il posto che mi spetta di diritto.
    Vedi, secondo me non esiste etica nella vita. o esiste fino ad un certo punto. spinti da bisogni umani saremo capaci di fare carte false pur di prevalere e soddisfare le esigenze. se in un regolare procedimento di concorso, per un errore, perdo l’opportunità di lavoro a vantaggio di un altro soggetto, non vedo perchè, se ne ho il diritto, non debba ricorrere. in fondo vengono avanzate pretese legittime.

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  2. Sarebbe facile dire “A io lascerei il posto all’amico” oppure “Se mi accorgessi dell’errore lo farei subito presente”…..è quello che viene spontaneo dire, ma ho imparato che nelle varie situazioni bisogna esserci dentro prima di poter esprimere qualsiasi parere…..
    Buon inizio settimana

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    • Io non lacerei il posto all’amico se mi spettasse, ma credo proprio che, con la morte nel cuore e maledendo la mia onestà a oltranza, conoscendomi non potrei che denunciare l’errore e lasciare che il mia amico venga integrato al mio posto: per come sono io non potrei vivere in un posto di lavoro usurpato, che costa lacrime e fame a un’altra famiglia.

      Se nel frattampo però l’amico si fosse sistemato in un altro posto… beh, forse no, mi starei zitto!

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  3. senza falsità e ipocrisie…
    1a) farei ricorso. magari prima lo farei notare a B e lo avviserei che intendo procedere, ma se non avessi altre possibilità lavorative mi vedrei costretto a farlo
    1b) aspetterei gli esiti della domanda per l’altro lavoro e, nel caso andasse male, tornerei alla risposta 1a)

    2a) Vedrei se esistono appigli del caso, ma lo accetterei.
    2b) questa è complicata… conoscendomi non lo confesserei direttamente, ma farei in modo di farglielo sapere…

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    • Concordo con prime tre risposte, ma la quarta proprio non la capisco! Già che mi immolo sull’altare dell’onestà rinunciando al lavoro in favore di colui al quale più legittimamente spetta, almeno il merito della mia azione lo vorrei! No, gli farei notare l’errore, direttamente, e lo inviterei persino a fare ricorso, ma perché non dovrebbe sapere della mia rettitudine nei suoi confronti?

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    • diciamo che non me la sentirei di perdere il lavoro con le mie mani e di tornare a casa a dire a moglie e figli che avranno per cena solo la mia onestà… però, conoscendomi, la mia coscienza non mi permetterebbe di vivere bene la cosa, quindi farei in modo che B lo venisse a sapere comunque in modo da avere la possibilità di scegliere come agire

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    • L’onestà per cena, e anche per pranzo, è tra i piatti più prelibati. Non potrei convivere con un partner che mi rimproverasse l’onestà, che mi facesse pesare di non aver fregato il posto di lavoro a un altro.

      E per i miei figli, visto che stiamo parlando comunque di perdere il posto, e quindi comunque di non metterglici il pane in tavola, meglio a questo punto che la pietanza sia l’onestà piuttosto che la sfiga!

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    • si, ma lo sai come sono quei piatti da novelle cousine: prelibati ma striminziti… e dopo qualche mese di piatti striminziti non si sa mai cosa si è portati a dire e fare. quando si fanno digiunare i propri figli per mettere davanti ai loro stomaci la propria coscienza, forse è meglio che loro pensino che non c’erano alternative, e non che l’alternativa c’era ma era troppo “pesante” da portarsi appresso…

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    • Probabilmente non è una scelta facile, o forse non c’è una scelta giusta e una sbagliata.

      Io continuo a pensare che difenderei la mia scelta e, a parità di fame, meglio un genitore eroe che non uno a 90°. E poi, se l’etica fosse più diffusa… quell’amico cui ho ceduto il posto verrebbe ogni sera da me con la sporta della spesa, fino a che non avessi trovato un altro lavoro!

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    • anch’io sono dell’idea che non ci sia una risposta giusta, ma se dovessi arrivare a mettermi a 90° per far mangiare un figlio, preferirei non pubblicizzare la cosa… 😉

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    • Io credo che non ce la farei a fare qualcosa di disonesto, sicuramente non a danno di un altro.

      Io una volta feci una sciocchezza: consegnatomi da un responsabile un foglio con le MIE valutazioni, da dare a mia volta in segreteria, notai che una voce non era stata segnata. Il primo pensiero fu di mettere una crocetta sul voto massimo, cosa che non avrebbe portato alcun nocumento a chicchessia, ma la mia maledetta onestà patologica mi fermò…

      Beh, sapete come andò a finire? Che probabilmente quei dati furono inseriti da un cretino, e quella voce fu valutata ZERO!!! Ora, col senno del poi, la crocetta la metterei, ma per giustizia, e solo perché so che non nuocerebbe a nessuno! Insomma, se mi comportai così in quel caso, figuriamoci se ci fosse qualcun altro di mezzo!

      Se c’è una cosa di cui mi vanto, ma proprio tanto, nella mia vita, è che mi sono sempre assunta le mie responsabilità, qualunque ne fosse il costo. Anche sul lavoro – in cui per la verità sbaglio molto poco, probabilmente, modestamente, al di sotto del minimo fisiologico -, non ho mai cercato un capro espiatorio e non solo, in quei pochi casi sono stata io stessa a denunciare il mio errore affinché ci si potesse porre rimedio nel modo più veloce ed efficiente.

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    • Credo che la maggior parte delle persone si comporterebbe come te, e questo è anche il motivo che per cui io, che continuo a pensare all’eroe romantico, sono rimasta sola… 😉

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  4. E’ difficile ‘ bisogna fare i conti con la propia coscienza ed essendo a lo farei notare al mio amico cercherei nel giusto di prendermi iil lavoro essendo mio di diritto’ ma non lascerei il mio amico da solo cercherei comunque nelle mie possibilita’ di aiutarlo a trovare un lavoro qui non si tratta di etica si tratta di giustizia , i valori della amicizia sono condivisione ‘ comprensione ed amore. Se e’ amicizia vera il tutto sara’ una naturale chiarificazione. Viva l’Amicizia

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  5. Un amico è sempre un Amico.
    Non glielo direi, e nemmeno non glielo farei sapere. Un lavoro è un lavoro. E prima o poi….. si troverà. Che senso ha dirglielo o farli sapere. Sarebbe una accusa nella sua direzione. Anche se…. lui non centra niente.
    Rinfacciarli in faccia il fatto di aver scoperto l’errore non dimostra altro che il fatto di aver non-accettato la mia sconfitta. Di aver insistito con la mia convinzione di essere più bravo di lui.
    Quindi:
    1) Niente (anzi, augurerei al mio amico un buon lavoro nella sua nuova attività)
    2) Ancora niente (anche perché il mio caro A(mico) non me lo direbbe)
    DM. Praticamente tu ci hai chiesto di scegliere tra un buon amico ed un buon lavoro. Ed anche se ci metti in una situazione disperata (per spingerci verso una scelta) io ci sto fermo sulla mia posizione. Perché se è difficile trovare un buon lavoro oggigiorno…. è ancor più difficile trovare un un buon amico.
    Vivat Castor e Pollux

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    • Ok.
      Riformulo tutto.
      Un amico è sempre un Amico.
      Non glielo direi, e nemmeno non glielo farei sapere (il fatto che suo superamento del esame sia un errore). Un lavoro è un lavoro. E prima o poi….. si troverà (un altro lavoro). Che senso ha dirglielo o farglielo sapere. Sarebbe una accusa nella sua direzione. Anche se…. lui non centra niente in tutto questo errore.
      Rinfacciarli in faccia il fatto di aver scoperto l’errore non dimostra altro che il fatto di aver non-accettato la mia sconfitta. La mia, sarebbe un “non sono d’accordo che tu sia migliore”. Di aver insistito con la mia convinzione di essere più bravo di lui.
      Quindi:
      1)Non gli direi niente sul errore scoperto da me (anzi, augurerei al mio amico un buon lavoro nella sua nuova attività).
      2)Penso che se fossi nei panni del amico B non avrei mai saputo del errore (per il semplice fatto che il mio caro A mi me lo direbbe.
      DM. Praticamente tu ci hai chiesto di scegliere tra un buon amico ed (oppure) un buon lavoro. Ed anche se ci metti in una situazione disperata, per spingerci verso una scelta, (cioè quella della disperazione economica) io ci sto fermo sulla mia posizione.E scelgo di non rinfacciare al mio amico l’errore del risultato (che – implicitamente – cambierebbe il vincitore del concorso) Perché se è difficile trovare un buon lavoro oggigiorno…. è ancor più difficile trovare un un buon amico.
      Se la maggior parte dei commenti qua, scelgono il posto di lavoro, col rischio di perdere un amico, io no. Preferisco avere un amico, col rischio di perdere un buon lavoro.
      Vivat Castor e Pollux

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    • Perché dici che si perderebbe l’amicizia? Io non toglierei l’amicizia a una persona che sta facendo valere un suo diritto: non stiamo parlando di fare lo sgambetto o di scavalcare in modo illecito, ma di pretendere quello che è giusto, e se un amico non lo capisce, che amico è?

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  6. Credo che quando si parla della propria vita, soprattutto quando c’è una famiglia e dei figli da mantenere, l’etica passi in secondo piano. Perciò, se fossi A farei valere i miei diritti, se fossi B me ne starei zitto. E non perchè sono un mostro insensibile, ma perchè vedere un figlio che ha fame e non potergli dare da mangiare, credo sia l’incubo più grande per qualsiasi genitore.

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    • Io non starei bene neanche a vedere i figli del mio amico che si muoiono di fame e, come ho appena risposto a Goldie, credo che la soluzione migliore sia condividerlo il pane (quasi quasi ci faccio un racconto).

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    • Un’altra posizione potrebbe essere tenersi il posto non spettante ma non far mancare nulla all’altra famiglia, e intanto farsi in quattro per trovare il lavoro all’amico. Non è il massimo, perché a fronte di un’azione scorretta (tenersi un posto che sai spettare a un altro) si riceverebbe in cambio della gratitudine (per la condivisione), ma è pure un modo per salvare capra e cavoli.

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  7. Sulla base della farraginosità delle nostre leggi il modo corretto di comportasi sarebbe il seguente:
    1) aspettare che B superi il periodo di prova
    2) impugnare l’esito senza recare danno a B che ormai ha acquisito il diritto per l’esito concorsuale
    3) chiedere i danni
    4) (ma è fantascienza): chiedere il licenziamento di chi ha corretto l’elaborato

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    • Probabilmente a periodo di prova superato sarebbero già scaduti i termini per il ricorso. Il licenziamento di chi ha corretto l’elaborato mi pare veramente eccessivo, si tratta di errore umano, e non è neanche un errore che ha fatto scoppiare la centrale di Chernobil!

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    • Allora faccio ricorso e mi suicido, poi vediamo se anche l’umano che ha fatto l’errore ha abbastanza coraggio e seguirmi nell’esempio.
      Insomma i funzionari, i dirigenti ecc. hanno responsabilità o son buoni solo a ….?

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    • Dai, parliamo sul serio! Che significa “faccio ricorso e mi suicido”? L’errore umano esiste ed è inevitabile, l’essere umano è fallibile, chi non fa non falla. Ci sono errori dovuti a imperizia, negligenza, imprudenza, e quelli sono condannabili, ma un errore del genere mi sembra il minimo in chi fa quel lavoro! Sai quante volte è successo a scuola che un insegnante non abbia visto un errore su un compito? Tutti da licenziare? Guarda, io sono una persona rigida, ma se la pensi davvero così mi batti!

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    • Magari lo è, ma sempre essere umano rimane. Io non so che lavoro tu faccia o abbia fatto nella tua vita, ma sicuro di non avere sbagliato mai? E nel caso, pensi che avresti meritato il licenziamento in tronco?

      Non si può rimproverare all’essere umano di essere umano, cominciamo piuttosto a fare meno i buonisti quando è disumano!

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  8. Questa è dura…
    Credo che cercherei di valutare l’effettiva possibilità di fare il secondo lavoro, ma se ciò non fosse possibile, comunicherei a B il problema e discuterei con lui la questione prima di agire. Magari è B stesso a dirmi spassionatamente di non preoccuparsi per lui e di fare ricorso. A starsene zitti non si risolve niente, meglio affrontare il disguido apertamente.

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    • Non esiste non fare niente, niente è una scelta: niente significa lasciare le cose come stanno, quindi non faresti niente neanche se rimanessi senza lavoro, non faresti niente e non si sa se prenderesti l’altro lavoro, non faresti niente se il tuo amico fa un ricorso che potrebbe costarti il posto di lavoro, non faresti niente se ti accorgessi che stai occupando un posto che non ti spetta?

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  9. Che strano? Guardando i commenti di questi post me sembra che sia una differenza di scelta praticamente sessuale. Cioè, la maggior parte delle donne, qui, scelgono di “svelare” l’errore, anche con il rischio di perdere un amicizia.
    I uomini invece sembrano pronti a subire “l’ingiustizia”, pur di restare sempre amici.
    Il pragmatismo femminile….. contro la solidarietà maschile.

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  10. Wrong Wrong Wrong.
    I uomini non sono affatto predisposti a fare cantastorie o essere parolai. Semmai…. lo fanno in presenza, e verso le donne. Il povero Romeo lo faceva sotto il balcone di Giulietta per fare colpo su di lei. Ma non crederai mica che, una volta tornato nella taverna dei suoi amici, si metteva a canticchiare con belle parole o cantastorie. Eh eh eh….

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    • Eh già, perché gli uomini alla taverna con gli amici non si vantano per niente delle loro conquiste, vere o presunte! 😛

      PS: contento che siamo tornati a bisticciare come ai vecchi tempi? 😉

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    • Si… è vero, si vantano…. a differenza delle donne che si sentono delle vittime e piangono una sulla spalla del altra. Se li senti…. sembrano a far la gara chi ha sofferto di più… 😥

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    • E voi invece non ne sapete niente di quante cazzate raccontate a una donna per portarvela a letto, e dopo chi s’è visto s’è visto, vero? Mi raccontava una tizia che era vissuta quasi trent’anni con un uomo, avevano avuto tre figli, e quando se n’è andato ha avuto il coraggio di dirle che non è vero che stavano insieme, era una cosa che si era messa in testa lei!

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    • E quelli che mettono incinta una donna e poi si danno coraggiosamente alla fuga dove li vogliamo mettere? E quelli che non cacciano una lira per i figli, tutte balle inventate da noi vero? Quelli che coi soldi del mutuo ci si comprano il suv e con quelli delle bollette ci portano a cena e in albergo qualche bionda di passaggio, ne vogliamo parlare?

      PS: quanto mi piace litigare con te! 😀

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    • Vogliamo forse aprire il dossier femminile? Dimenticato il “c’è posta per te” di tre settimane fa? Dove la ragazza piangeva con lacrime di fuoco di essere abbandonata dal suo amore nel mezzo dei preparativi nuziali? E per che cosa? Un piccolo sbaglio che lei aveva fatto andando a letto con il suo ex. Mentre lui andava a prendere i inviti al matrimonio. Ma che bastardo lui, senza cuore…. poteva mettere una pietra sopra, no?
      Oppure (se dobbiamo parlare del divorzio) il fatto che se LEI si trova qualcuno…. lui non può impedirla ad andare e lasciarlo… con i bambini. Perché i bambini sono soltanto di lei. Lui? Qualcosa di meno importante.
      Perché oggigiorno se lui lascia LEI = Bastardo.
      Se invece LEI lascia lui = La donna oggi ha la sua libertà. E non può essere sequestrata.
      Vuoi che parliamo di soldi che li debba mandare l’ex? Bhe se debba “versare” un (diciamo) 600 euro per la sussistenza dei bambini (ma il conto corrente della ex moglie), e lui guadagna un 1000 euro vorrei vedere come se la campa poveretto? Insomma, una soluzione sarebbe se vogliamo. Dividere i figli. Ma noooooooo. La donna salirebbe come bruciata. I FIGLI MIEI? NON RINUNCIO (e implicitamente nemmeno ai soldi del ex). In fondo, lui è uomo…. si arrangia.
      Per non parlare della casa. Con tutti i suoi beni. E’ normale, lo ha vinto lei. A lui le resta le rate. Da pagare in banca.
      E con tutto ciò? Si domandino perché i uomini non hanno più il desiderio di sposarsi?
      Sti uomini d’oggi…….
      P.S Il guanto è stato afferrato da terra

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    • E dove starebbero questi uomini che lasciano la casa alla moglie, ne pagano le rate e in più danno pure 600 euro di alimenti per i figli, direttamente accreditati sul conto della moglie? Ti prego, dammene l’indirizzo, perché sto dentro casa mia che è un buco mentre lui ne ha due grandi il doppio, non dà una lira un euro perché ha troppe spese, per lunghi anni è venuto a svuotarmi il frigo e buttava i suoi panni sporchi nella mia cesta avvoltolata negli asciugamani per mimetizzarla e allora, sai cosa c’è? O io sono completamente idiota (ipotesi che non escluderei) o le cose non è che stiano sempre esattamente come dici tu! Sugli uomini che lasciano la moglie per “donna russa” la comica Francesca Reggiani ci ha imbastito uno spettacolo che ha riscosso moooooooltooooo successo, perché in tante ci si sono riconosciute…

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    • Basterebbe guardarti intorno D. Quanto è la “la spesa” per un bambino che la legge imporre? E se ne hai due? A quanto ammonta? E rapportato al stipendio d’oggi?
      Per quanto “la donna russa”….. mi dispiace cara D.
      Ma se tuo uomo debba cucinare perché “non è mica scritto che devo farlo solo io in casa”.
      Se stesso lui debba lavare perché “non sono mica la tua schiava”.
      Se ogni giorno deve sentire lamentele e rimpianti perché “non sei più come una volta”.
      E se infine….. nemmeno a letto non trova un po di affezione, perché “tu non mi capisci, sto male” (tutta la settimana 😯 )
      Allora….. VIVA la DONNA RUSSAAAAA.
      Anche perché per quella, il lavare cucinare o essere affettuosa….. è un piacere.
      Ed ha anche un altro vantaggio….. non la capisci (quando si lamenta).
      P.S. Ho i denti afferrati 👿

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    • Diciamo che la donna italiana ha più rispetto, e li tratta da pari, da uomini capaci d’intendere e di volere e invece loro… bastano due moine e si fanno togliere – ben volentieri fisicamente, meno volentieri metaforicamente – le mutande senza togliersi i pantaloni, che significa svuotare il portafogli senza neanche togliergli la giacca!

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    • C’è il padre di un tizio che ha mandato in miseria se stesso e i figli con le relativi famiglie (ergo, tre generazioni!) facendosi mangiare un patrimonio da una donna (non ricordo la nazionalità, francamente, se parliamo sul serio, non è quella che conta) che gli ha fatto taaaaaaaaaante moine, ma quanto cucinava bene, cantava come un usignolo, e probabilmente sotto le lenzuola era Messalina… per quei due mesi che è durata! E ora vorrei chiedere al vecchietto, solo è abbandonato, se ne è valsa la pena! Con la cenetesima parte di quei soldi, sai quante prostitute ci avrebbe pagato che gli avrebbero fatto di tutto e di più, senza bisogno di mandare sul lastrico tre generazioni?

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    • Non posso darti torto D. Ma se il tizio che parli è arrivato a spendere tutto il suo patrimonio per una chimera, allora vuol dire che qualcosa scricchiolava già da tempo nella relazione con la sua “dolce metà”. E proprio il fatto di non aver scelto di pagare una moltitudine di puttanelle che mi dimostra la sua debolezza. Che non è una puramente sessuale o di vizio. Ma di una mancanza di affettività. Di essere capito, in quanto uomo.
      Perché una donna puttana ti può offrire un attimo di soddisfazione sessuale. Ma poi….. ti caccia via dal suo letto. Per fare posto ad un altro. E tu…. come uomo capisci amaramente che sei stato allontanato perché lei ha compito suo ruolo. Ha preso il tuo denaro ed ti ha fatto venire. Avanti un altro.
      La “perfida” russa invece, ti accoglie (furbamente – e magari lo sai anche) con l’inganno che tu sei un uomo. E che lei ha bisogno di te. Ma insomma – la vanità maschile – mi dirai. SI. Ma questo uomo aveva, la stessa vanità maschile anche quando ha conosciuto la sua moglie nei primi tempi. Ed allora era LEI, la donna italiana a stuzzicargliela. Oggi…. non più disposta. Ricordo una volta una donna che raccontava il fatto che nelle prime notti trovava che suo fidanzato russava “cosi buffo”. Poi….. con i anni….. era diventato insopportabile.
      Eppure il suo russo aveva i stessi decibel, la stessa cadenza.

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  11. Vado di corsa e quindi ahimè non posso leggere gli altri interventi.
    Fossi A, farei ricorso ma ne parlerei a B. Farei tutto questo con la morte nel cuore perché ho proprio bisogno di essere in pace con il mondo. Queste situazioni fortemente conflittuali mi ammazzano. Alla fine in certe situazioni più dell’amicizia vale la necessita di provvedere alla propria famiglia e questo vale per entrambi i concorrenti. La guera è guera, ma che male ci si fa e si è costretti a fare al prossimo, e in questo caso il prossimo è persona cara, ma non abbastanza. Se fosse un estraneo, chi se ne frega. Non vedi la sua disperazione,disperazione che conosci bene perché è la tua. Occhio non vede cuore non duole. Se ci fosse la possibilità di salvare capra e cavoli, perché no? Nel caso fossi B, forse ci sarebbe la possibilità che tacessi l’errore, ma per la mia incapacità di stare in conflitto con chi amo, non so fino a quando ce la farei. Confessare è una liberazione.
    Spero di non trovarmici mai e di non doverti dire come effettivamente mi sono comportata. Ti posso garantire che il mio corpo tradirebbe l’ansia con malattie. Ahimè, sono una coglioncella.

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    • Posso dirti una cosa? Io ogni volta che ho fatto un sacrificio per un amico ho ricevuto tanti di quei calci in bocca che ancora i denti mi sanguinano: è proprio vero, “amico beneficato nemico dichiarato”. Oggi come oggi, non farei comunque mai un torto a nessuno, non farei mai nulla di scorretto a chicchessia, ma gli affarucci miei me li curerei un po’ meglio!

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  12. La cosiddetta “amicizia per la pelle” se è veramente tale scatena dinamiche difficilmente prevedibili.
    Due “amici per la pelle” troverebbero la soluzione migliore e più giusta per entrambi.
    Se fossi quello che si prende il posto di lavoro, qualunque dei due, aiuterei il mio amico a superare il momento di difficoltà, così come avverrebbe in caso contrario.
    L’amicizia è questo.
    Quella vera ha dinamiche proprie e particolari.
    Un amico non ti lascia mai solo. Non ti lascia mai in difficoltà.
    Tutto il resto è altra cosa…

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  13. Sinceramente farei ricorso. E’ un diritto non una prevaricazione, e sinceramente se me ne accorgessi lo renderei, non perchè sono santa Paola, ma perchè credo che l’onestà sia la base del rispetto umano; intanto a me è accaduto di arrivare al 13° posto in un concorso con 13 assunzioni e guarda caso hanno trovato un errore e sono slittata al 14° posto…Ricorso, controricorso, sottoricorso e bolla di sapone, passa il tempo e i termini decadano. Dopo cinque anni vengo a sapere che al 13° posto c’è il nipote del direttore che adesso e in gran carriera. W l’Italia!

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