Che fa e che non fa

Specchiarsi - cielo - donne con ali - oro e nero

Riflettevo su tanti sfoghi di ottime persone che si lamentano delle grosse mazzate avute dagli amici, e mi chiedevo come mai questa percentuale altissima di delusioni, esperienza non riscontrata nella mia vita e, diciamocelo, le persone quelle sono, non è possibile che io sia stata così più fortunata degli altri, ed è pure da escludere l’ipotesi che io meriti più di loro, perché anche queste che hanno ricevuto delusioni sono per lo più ottime persone e amici disinteressati, e allora?

Una risposta non ce l’ho, ma una cosa ho notato: molte persone notano nell’altro – e si offendono – quello che NON ha fatto. Una mia amica per esempio si offendeva a morte con me perché dimenticavo il suo compleanno (e io dimentico sistematicamente TUTTI i compleanni).

In compenso, quando è il mio, sono particolarmente lieta degli auguri che ricevo: non segno sul libro nero chi non li ha fatti, ma su quello rosa chi me li ha fatti!

Ecco, credo che sia questo il segreto per i tanti cari amici che ho: non noto quello che non fanno, ma quello che fanno. Quello che fanno è un “in più”, e non quello che non fanno un “in meno”!

Parto dal presupposto che tante cose non mi sono “dovute”, e tutto quello che arriva è una bella sorpresa: avete mai provato a vederla così?

69 thoughts on “Che fa e che non fa

  1. Sinceramente non credo che si tratti di dovuto o non dovuto…..di obblighi non ce ne devono mai essere….magari un po’ di coerenza sarebbe ben accetta 😉

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    • E invece secondo me c’è un dovuto e un non dovuto, ma non si tratta di cose, o forme o che, si tratta di rispetto, coscienza, conoscenza, riconoscenza. Io, da un amico, mi aspetto soprattutto che sappia chi sono, e magari che non dia ascolto alla malalingua del primo che passa, mi aspetto che conosca la mia buona fede, e che per ogni malinteso mi permetta di chiarire, e che voglia chiarire solo per capire, non perché ha mai pensato che io abbia avuto una qualche cattiva intenzione.

      Mi aspetto che tutto l’affetto, tutto il trasporto che gli ho portato gli servano a sapere che gli sono amica, e che quando parla di me, quando parla con me, quando decide di andare via, sappia che tutto quello che sta facendo e dicendo riguarda una persona che gli vuole bene: ecco, questo, secondo me, da un amico è dovuto.

      A un amico è dovuto.

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  2. Le delusioni che ho avuto da un paio di amicizie non riguardavano sicuramente inezie come ricordare o non ricordare un compleanno. Purtroppo alle volte la vita o altre persone ci fanno cambiare e quelle che erano amicizie che sembravano inossidabili finiscono per rompersi.
    In compenso sono stato fortunato con il matrimonio e di questo non smetto mai di ringraziare il fato 🙂

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    • Se ti va di parlarne, a me interessa capire che cos’è che fa finire le amicizie, cos’è che ferisce… ovviamente ci sono cose che non vanno spiegate, se uno ci ha provato con tua moglie o lasciato una volta a casa tua si è portato via l’argenteria, o ha messo in giro su di te voci false e calunniose, da capire c’è ben poco, ma se il problema non è questo… perché un’amicizia inossidabile finisce?

      Meno male che con il matrimonio sei stato fortunato, io forse tra le due cose, mi perdonino tutti i miei amici, avrei pure preferito un matrimonio felice (anche se non capisco perché l’una cosa dovrebbe escludere l’altra… 🙄 )

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    • Molto complicato descrivere perchè è finita un’amicizia iniziata intorno ai 16-17 anni e finita 20 anni dopo. Ti dico solo che la fase di decadenza è durata parecchi anni e la causa sono anche elementi esterni che hanno manipolato…

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    • E mi confermi la mia teoria che troppe volte è l’ingerenza di terze parti a incrinare il rapporto…

      Certo, resta la nostra incapacità di difenderlo questo rapporto dall’ingerenza di terzi (ma questo puà farlo solo chi la subisce l’ingerenza, non l’altra persona!).

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  3. buona sera, mi piace il tuo post.. sfortunatamente io faccio parte delle persone che hanno ricevuto delle delusioni da amiche ecc quindi quando ho letto questo tuo pensiero mi sono messa a sorridere perchè certe volte si tende a vedere quello che non si fa e a segnarsi alcune cose.
    Sono convinta che certe volte la colpa è stata mia per aver preteso troppo da alcune persone e non ho capito che, come hai detto tu, le persone sono quelle che sono ..stop.
    Altre volte credo sia stato anche un pò sfortuna per non aver trovato il tipo di persone che cerco.
    In ogni modo ti faccio i complimenti sia per il blog che per il post in quanto mi ha dato modo di riflettere e rivedere alcuni punti delle mie delusioni.

    eika

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    • Salve Eikas, benvenuta!

      Vedi che c’è, io raccolgo molte volte gli sfoghi delle persone, e sento spesso dire “Io al posto suo avrei…” (più un’altra frase che citerò nella risposta a Niko): il fatto è che tu non sei al suo posto, il tuo amico, la tua amica, sono diversi da te. Bisognerebbe, proprio come esercizio, di ogni persona mettere a fuoco tutte le cose positive; non dico solo quelle, non bisogna essere parziali o sprovveduti ma, valorizzando di una persona gli aspetti positivi, quelli negativi assumono un’altra valenza, diventano più accettabili, l’altra faccia di una medaglia comunque di valore: la luna è forse meno romantica perché l’altra sua faccia è nera come il carbone?

      “Io al posto suo avrei fatto…”, e lui/lei no, non l’ha fatto, perché è un’altra persona, ma magari ha fatto cose – buone intendo – che tu non avresti fatto al posto suo. Gli amici non sono nostri cloni, non devono essere come noi, pensarla come noi, non è di questo che abbiamo bisogno, non di immagini speculari, né di leccapiedi o di gregari. Certo, i nostri amici devono esserci affini, dobbiamo avere interessi comuni (non non è necessario che siano TUTTI in comune), corrispondenza di valori (e pure qua bisogna vedere che s’intende, io sono molto credente e ho degli amici totalmente atei, ma non meno impegnati nell’amore per il prossimo).

      Insomma, davvero l’amicizia significa accoglienza, nel senso più alto del termine.

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    • ho capito appieno ciò che pensi e cosa vuoi dire ..è vero che spesso non si parla e non si fanno capire le cose sperando che l’altro le interpreti. Nel mio caso direi che questo ha sicuramente influito ma allo stesso tempo sono un tipo di persona che dalle amicizie vuole imparare qualcosa, mi farebbe piacere essere circondata da persone che mi danno qualcosa e credo che questo sia stato il motivo principale dei miei “fallimenti”.

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    • intendo quelle persone che ti lasciano dentro qualcosa, quelle persone diverse da te e da cui puoi imparare qualcosa ..non so se mi spiego 🙂

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  4. sinceramente hai ragione. io spesso vedevo quello che non hanno fatto gli altri in corrispondenza a ciò che ho fatto io. cambiare visuale potrebbe aiutare e riallacciare vecchie amicizie!

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    • E a non perderne di nuove! Comunque tu sei giovane, sono errori che si fanno quando si conosce un po’ meno la vita, e non si sa quante strade l’attraversano… pensiamo che il nostro comportamento, quello che abbiamo assimilato nella nostra famiglia, sia la normalità, e tutte le deroghe una grave mancanza: non è così.

      C’è chi si offende perché apparecchi con i piatti di carta (“non sono forse un ospite di riguardo?”) e cose di questo genere, ma ogni famiglia, ogni persona, ha i suoi usi e costumi. Ci si avvicina, ci si conosce, ci si confronta… anche senza andare all’estero si viene a contatto con altre culture!!!

      Mi ricordo di una persona che si lamentava che sua suocera, quando gli offriva qualcosa, aggiungeva sempre “tanto lo devo buttare!”, e lui pensava piccato “E che sono io, il secchio dei rifiuti?”.

      L’avrei pensata anch’io come lui, se non fosse stato che mia nonna (ah, le persone che hanno passato la guerra e la fame!) aveva la stessa identica abitudine, che era il suo modo per dire “Non fare compimenti, prendi tranquillo, non me lo stai levando di bocca!” (e magari non era così, era la cena della sua famiglia, ma per farlo accettare diceva che tanto avanzava, e l’avrebbe dovuto buttare…): vedi quanto è difficile giudicare e fare i processi alle intenzioni?

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    • Ho visto e ho capito. Però, a differenza dell’offesa e del rinfacciò, io me le tengo dentro, poi ci penso e ci ripenso e cerco di trovare una spiegazione, o me le faccio passare. Non tengo il muso se mia suocera mi fa mangiare la pasta avanzata dalla mattina. Magari ci rimango un po’ male, ma faccio finta di nulla. In fondo dopo ha conservato il dolce ancora chiuso e sigillato. Invece con le amiche ho perso bei rapporti. E mi dispiace tanto. Spero di recuperarli!

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    • @Aida: io invece parlo, non rimugino, non cerco una spiegazione che tanto non troverei mai. Chiedo. Se vuoi sapere una cosa, se vuoi sapere cosa passa per la testa a una persona, la via più diretta è chiedere, perché io, con la mia di testa, non arriverò mai a capire cosa passa nella sua.

      Quando si perdono dei bei rapporti però è sempre un peccato, gli affetti sono i beni più preziosi, ma per mantenere un’amicizia bisogna essere in due. Di tutti quelli che ho perso (tanti!), a volte penso che non si siano resi conto di quanto fossero importanti…

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    • hai ragione. devo iniziare a domandarmi tante cose e a chiederlo in faccia…. a volte trovo il coraggio, altre invece no. devo trovare la forza e la faccia per farlo. altrimenti ne va del mio spirito! grazie dei consigli!

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  5. La parte nera che c’è in me ( e che ora è molto irritata) si rifiuta di ammettere che sia così.
    ma razionalmente so che hai ragione.
    Però, un però è concesso..
    Adoro i piccoli gesti spontanei a cui io non avrei mai pensato. Mi fanno pensare che ci sia un sacco di gente migliore di me in giro.

    Buona serata
    Magy

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    • @magy: non è migliore di te, è diversa: magari tu fai piccoli gesti spontanei che loro non farebbero, solo non li noti perché per te è la normalità 🙂

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  6. Saggia Diemme, anche se io molto spesso mi sono arrabbiato invece per cose che gli amici HANNO fatto, tipo: coinvolgermi in regali di compleanno che non volevo fare, prenotare anche per me un viaggio o cene delle quali non mi importava un fico secco, dire a mio nome cose (in buona fede) pensando di interpretare il mio pensiero.
    Tuttavia credo che tu abbia centrato l’argomento: nella stragrande maggioranza dei casi ci si arrabbia perchè si ha la pretesa o si dà per scontato che gli amici facciano questo o quello e quando questo non avviene, si va su tutte le furie.

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    • @Niko: scusa Niko, ti hanno puntato una pistola alla tempia per farti tirar fuori i soldi? Oppure il regalo l’hanno comprato e ti hanno messo davanti a fatto compiuto? A volte le persone sono “esuberanti”, propositive in buona fede, perché qualcuno che organizza ci vuole, ma sta a te poi esprimere il tuo pensiero e dire “No guarda, salto il turno”. Io lo feci tanti anni fa ed ebbi davvero un seguito, di persone che non avevano intenzione di partecipare a queste collette per il regalo a questo e quello ma “Che faccio, lo fanno tutti, non so po’ fa, poi che pensano…”. Io, con molta semplicità, ho detto magari “Grazie per avermi reso partecipe, ma è una persona che conosco poco, non sento l’ispirazione a partecipare”.

      Prenotato un viaggio? Lo disdicano! Hanno versato la caparra a tuo nome? Non si spendono i soldi di altre persone senza interpellarle, peggio per loro!

      Vedi Niko, a volte ho l’impressione che le amicizie si rompono perché le persone, per paura di essere impopolari, ingoiano situazioni che si potrebbero tranquillamente chiarire subito e in maniera indolore. Così facendo, ci pare che l’unico mezzo per uscire da queste “vessazioni” sia rompere l’amicizia, e invece basterebbe parlare… se una persona non sa dire di no, deve almeno essere cosciente della sua parte di responsabilità.

      PS: la frase che volevo citare nella risposta a te è quella di tante persone a cui ho chiesto, a fronte di cose che non gli stavano bene, “Ma glielo hai detto?” e loro “Gliel’ho fatto capire!”. Vedi, “Gliel’ho fatto capire” significa che non gliel’hai detto, e la responsabilità non è di chi non ha capito i messaggi subiliminali!

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    • Sono pienamente d’accordo. Non basta “farlo capire”, bisogna trovare il modo di dire le cose, anche se spesso sono spiacevoli. Io sono sempre del parere che si possa dire praticamente tutto, è il modo che fa la differenza. A hug 🙂

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  7. Non è vero che non ricordi mai i compleanni, mi pare che tu abbia scritto dei post di auguri per i tuoi amici, almeno qualcuno di loro. Ma non è questo il punto. Non sono d’accordo sul fatto che l’aver dimenticato il compleanno di un amico non abbia significato. Ho scritto un post a tale proposito, qualche anno fa. Questo è il link: http://marisamoles.wordpress.com/2009/10/12/il-silenzio-delle-amiche/

    Che poi sia giusto guardare a ciò che l’amico fa per piuttosto che a ciò che NON fa, su questo posso anche concordare. Ma, almeno per me, gli auguri di compleanno sono sacri.

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    • Sì, qualcuno, per un qualche motivo, me lo ricordo. Per esempio, oggi era il compleanno di costui: gli ho fatto gli auguri, e potrei aggiungere come sempre da quarantatré anni a questa parte, e invece no, persino il suo di compleanno qualche anno è saltato, raramente, ma è successo.

      E’ proprio vero, ognuno ha la propria sensibilità, io mi stupisco quando mi fanno gli auguri per il compleanno, per me non ricordarlo è la normalità, e mi aspetto che anche per gli altri il fatto che il mio compleanno venga travolto dal tran tran quotidiano, dal susseguirsi dei giorni è la normalità, ma la mia amica (Angela, una della lista delle A), se la prendeva davvero tanto, e io rimanevo mortificata, senza poter far nulla.

      Per me lei era un’amica carissima, molte volte in passato, all’epoca d’oro della nostra amicizia, ho pensato che avrei potuto fare a meno di mia sorella piuttosto che di lei, ma il suo compleanno non lo ricordavo ugualmente.

      Con un’altra amica (un’altra A!), abbiamo imparato a scherzarci, perché poi un’altra cosa mi succede spesso è che ho fermamente intenzione di fare gli auguri, me ne ricordo fino al giorno prima, e poi il giorno del compleanno… nulla, il vuoto! Un paio di giorni dopo la memoria mi torna ma, ahimé, indietro non si torna! E allora a lei comincio a mandare un sms tre giorni prima, e le dico che me ne ricordo, che è mia ferma intenzione farle gli auguri, che però non se la prenda se accadrà come le altre volte… e poi due giorni prima, “dopodomani è il grande giorno: ricordo e resisto!”, e poi il giorno prima: “Ce la posso fare…”.

      Poi capita che mi dimentichi quelli di tutto il resto della famiglia, e insomma, io ho il massimo rispetto per i tuoi sentimenti, le tue idee, la tua sensibilità, ma per me ricordare i compleanni può diventare un lavoro tipo di quelli descritti da Dante nei gironi dell’inferno, un pensiero continuo, una preoccupazione tale che alla fine potrei dire “Non ce la posso fare, se ti offendi mi dispiace, ti voglio bene, ti ho nel cuore ogni giorno e non solo uno su 365, ma ricordare un compleanno è più forte di me, e lo spauracchio del muso lungo del “dimenticato” mi rende ancora più onerosa questa incombenza”.

      In tutto questo sono andata a leggere il tuo post, e mi rendo conto che la gaffe comunque ormai è fatta, il tuo compleanno è stato il mese scorso…

      Su quel post avrei ancora tanto da dire, abbiamo decisamente un’idea diversa non tanto dell’amicizia quanto dei rapporti tra amiche, cionondimeno il silenzio, il muto allontanarsi, irreversibile e mai spiegato, constato che fa male a tutti, per diversi che possiamo essere.

      Se dimentico i compleanni, ho però di buono che non mi offendo praticamente mai: una mia cara amica mi ha chiamato imbarazzatissima per spiegarmi che non poteva invitarmi al suo matrimonio perché, dato il budget ristrettissimo, aveva riservato il rinfresco ai parenti. Lei era in difficoltà, aveva paura che la prendessi male, mentre per me era la cosa più normale del mondo. Non metto mai l’orgoglio in mezzo, se ho voglia di sentire un amico/un’amica alzo il telefono e chiamo, e se qualcuno grida al “ridicolo” o alla perdita di (un malinteso senso di) dignità me ne infischio. Penso che sia più di quello che fanno quelli che magari si ricordano il compleanno… Ho letto una vignetta di Snoopy, che scriveva più o meno “Se gli mancherò mi chiamerà” (l’altro pensò la stessa cosa, e non si sentirono mai più).

      Che poi, a me personalmente, capita semmai più di ricordare i compleanni delle persone che ho perso di vista, che non di quelle che fanno parte della mia quotidianità.

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  8. L’amicizia é un regalo,ma deve essere paritario. Se ti aspetti troppo o dai troppo,non va bene.e poi non si conoscono mai bene le persone. Dopo 40 anni di amicizia e frequentazione,ho rotto con G. perché ha lasciato morire di fame,scientemente,2 gattini. Non l’ho mai perdonata!

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    • L’amicizia non è mai paritaria: ognuno dovrebbe dare quello che può dare, che non è mai uguale all’altro, e ricevere in base al suo bisogno (se l’altro può soddisfarlo), che non è mai uguale all’altro.

      L’amicizia col bilancino semplicemente non è amicizia, ma un rapporto formale, di quelli del tipo “buon vicinato”. Ovviamente, lo scambio ci deve essere, l’amicizia non è nemmeno un rapporto parassitario, e ci mancherebbe!

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  9. Anche io dimentico i compleanni, ed anche io scrivo sul quaderno rosa chi si ricorda di me! “Molte persone notano nell’altro – e si offendono – quello che NON ha fatto”: frase semplice e saggia! Ciao. Laura

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  10. Io inizio a notare il non fatto, quando diventa troppo… Del tipo: ti invito a casa mia da dieci anni tutte le settimane a cena, e tu non mi hai mai invitato nemmeno una volta… Ho reso l’idea???

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  11. penso sia giusto trovare un accettabile equilibrio tra forma e sostanza, i moti benevoli non sono “investimenti”, da anni ho cancellato gli auguri in uscita e ho chiesto di fare altrettanto con me, se voglio augurare una buona giornata a qualcuno non mi serve una ricorrenza. Tuttavia capisco che molti interpretano gli auguri come un gesto di affetto, amicizia, rispetto… se lo considerano appagante… perché negarglielo???

    TADS

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    • Io mica glielo nego per cattiveria, io non mi rendo conto neanche se sto al mondo, figuriamoci se realizzo:

      1) che giorno è oggi.
      2) che oggi è il compleanno di…

      PS: sai quante volte sono andata al lavoro in giorni in cui sarei dovuta essere in ferie, e solo una volta arrivata (due ore di autobus) ho realizzato che era prevista la mia assenza???

      PPS: benvenuto, appena posso passo da te! 🙂

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  12. Io noto che molto spesso ciò che ci dà fastidio degli altri sono i comportamenti che abbiamo noi e che non ci piacciono. Detto in altre parole: gli altri sono il nostro specchio.
    Un amico, per definizione, sa accettare i pro e i contro del carattere dell’altro, altrimenti saremmo tutti buoni vicini di casa e nulla più. Quindi se un amico ci fa arrabbiare è ora di porsi qualche domanda, che non vuol dire che gli altri abbiano sempre ragione. Ma qualche domanda sì, è giusto porsela.

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  13. Credo che sia il modo migliore di intendere un’amicizia: partire dal presupposto che l’amico è un’altra persona del tutto differente da noi, con le sue fisime, i suoi scatti d’ira, le sue mancanze. Ma anche quelle dimostrazioni d’affetto che noi, forse per pudore o educazione, non riusciamo a manifestare. Ti faccio un esempio: io ho un po’ di pudore nel contatto fisico e lo sanno tutte le mie amiche, beh, la peggiore (in senso buono), quella che dimentica tutti i compleanni, distratta da se stessa e anche un po’ egoista, quando mi vede mi stringe così forte che io ringrazio Dio ogni volta per come riesce a coccolar mi. Quella è un’amica.

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    • E io sono così… mi ricordo un mio amico che mi diceva “di te certo non si può dire che sia una donna fredda…”.

      Ognuno (*) ha la sua bellezza, basta riuscire a trovarla… basta volerla trovare… basta che anche l’altro collabori a farla trovare 😉

      (*) Beh, ognuno è una parola grossa… diciamo “gran parte” 😉

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  14. Tàtannnn … tatatatàntatatatatatà ( evvabbè …. mica è facile riprodurre le belle musiche di @Morricone in PER UN PUGNO DI DOLLARI utilizzando caratteri di stampa …. 😐 ) …. la piazza deserta avvolta dal fumo dei candelotti di dinamite esplosi a destra e a manca …. la strage è compiuta : squilli di tromba PEPE’ PEPE’ PEREPEPE’ …. carpiti dal DE GUEJO …. introduce la resa dei conti finale ed il the end del film, anche perchè tutti gli altri personaggi …. o buoni o cattivi o maschi o femmine sono kaput e, in bella posa stesi a terra, insanguinano il brecciolino in technicolor, mentre il @becchino, ridacchiandosela soddisfatto fra sè e sè per l’ abbondante clientela, sta già accumulando casse da morto a gogò ….. 😯
    Dal fumo opaco, emerge la figura dell’ eroina @Donna&Madre …. che avanza in direzione dell’ antieroe @Uomo&Padre, che, saldo sulle gambe e ritto dall’ altro lato della piazza, sta già caricando il suo infallibile winchester !
    – @Donna&Madre : “Ehi Tu …. una volta dicesti che, quando un uomo armato di revolver incontra un uomo che imbraccia un fucile … è un uomo morto ! Bene … eccomi qui, dimostramelo” !
    Sulle labbra di @Uomo&Padre serpeggia un diabolico sorriso, crudeli gli occhi di gringo, mentre lentamente alza il suo fucile mirando al cuore della sua rivale …. ma più rapido d’ un raggio di luce il revolver di @Donna&Madre ha già sparato, e sulla fronte del rivale si stampa un foro dell’ esatto calibro della pallottola penetratagli nel cervello …
    Volteggia al ralenty, nell’ aria fattasi improvvisamente per lui irrespirabile, @Uomo&Padre …. i suoi occhi roteano increduli guardando il cielo e si fissano sulle nuvole che se ne vanno … se ne va la musica, se ne va la sua vita, ed egli stramazza in terra stringendo ancora il suo fucile per l’ ultima volta …. mentre @Donna&Madre soffia sulla canna della pistola, osserva l’ arma e la ripone con un abile piroetta nella fondina d’ argento … e se va pure lei !!!
    STOP : BBONA LA PRIMA !!!
    :mrgreen:

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  15. Bello spunto, cara Diemme, per sputare un rospo che ho in gola da troppo tempo.
    Un’amica e collega (non proprio dello stesso ufficio). Single come me. Frequentazione assidua (tutti i week-end) e telefonate quasi quotidiane. Vacanze sistematicamente insieme. Amici condivisi (i miei, perché lei dice di non averne…).
    Dopo tanti anni trascorsi così, la sua passione per la montagna la porta ad affittare una casa dove si reca tutti i week-end (o quasi), invitandomi invano. Soffro l’auto, è lontano e diciamocelo: sta montagna che me l’ha portata via mi sta sulle palle. e glielo dico. Durante la settimana è impegnatissima tra familiari e palestra/piscina. Io passo automaticamente ad essere relegata ai suoi momenti liberi. Glielo faccio presente: mi risponde con un’alzata di spalle. Per la serie (non detta): la mia vita ora è così. Non fa un passo per uscire in settimana, né per passare del tempo noi due a contarcela su, magari in mensa, o prendendo un caffè insieme.

    Non ci sto. Coltivo altre amicizie, ma lei rimane agganciata (disperatamente) alle mie e non molla. Me la trovo in vacanza, alle feste, altrove, solo perché è rimasta in qualche mailing-list dei (miei) amici, o perché ha pensato bene di coltivarsi parallelamente quello/i giusto.
    Ho cercato di fartela breve per non annoiarti, ma io ci ho sofferto molto perché mi sono sentita usata doppiamente. Vuoi portare avanti una tua passione? Liberissima di farlo, prendo atto. Ma non prendere altro da me. Invece LEI si fa passare per vittima, per quella che è stata abbandonata da me (a suo dire!).

    Ho perso altre amicizie, per gelosia, per trasferimenti… ognuna lascia una ferita dentro che non riesco più a rimarginare, perché mi rendo conto che la parola Amicizia ha maggior valore fino a quando ciascuno non si fa prendere dalla propria vita, dai propri impegni, dai propri problemi (economici, familiari, etc.). O forse è l’essere single che imprime un valore diverso a questo sentimento.

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    • Cara Maria, non vorrei farmi malvolere, ma considera che io non conosco lei e conosco solo “blogghicamente” te, quindi il mio pensiero non è di parte. A leggere così quello che racconti, anche a me sembra che sia stata tu ad abbandonare lei.

      Lei ama la montagna, affitta una casa, più che invitartici e rinvitartici che cosa poteva fare? Tu avresti desiderato continuare la vita di prima, ma lei no, però non ti aveva escluso dalla sua nuova vita, ti sei autoesclusa, vivendo addirittura la montagna come una rivale!

      Mi dici che il resto della settimana è impegnatissima tra familiari, palestra e piscina. Continua a frequentare gli amici che tu le hai presentato, che c’è di male? Una volta che glieli hai presentato e che ha iniziato a frequentarli, sono diventati anche amici suoi!

      Arriviamo invece a quella che potrebbe essere la sua colpa, e cioè che non cerca più un’occasione per stare sola con te, ma non è che tu con questa presa di posizione nei confronti della sua nuova vita sei diventata un macigno, e se lei si ritaglia cinque minuti non ha voglia di impiegarli a sentirsi rimproverata?

      Forse avresti dovuto amare la sua nuova vita, fosse pure solo nel senso di lasciargliela fare in piena serenità, e se non avevi voglia di andare in montagna ci si organizzava per quando non ci andava.

      Io non so come sia questa tua amica, può darsi che sia opportunista, ingrata, immemore e interessata, ma da quello che tu racconti io vedo solo una persona che, per seguire un suo sogno, si è sentita colpevolizzata e messa in mora – e si è, di conseguenza, allontanata.

      Condivido, come Marisa, la tua frase “ognuna lascia una ferita dentro che non riesco più a rimarginare” (a chi lo dici!), ma quello che poi aggiungi sull’Amicizia a me pare normale che sia così. C’è un’eta in cui le amiche, gli amici, sono la priorità assoluta, ma questo può accadere giusto nei momenti di spensieratezza dell’adolescenza o della singletudine, ma la vita poi convoglia le energie su altri fronti, e se è vero che l’Amicizia rimane comunque un valore assoluto, è anche vero che per le frequentazione amicali il tempo si restringe.

      Spero, cara Maria, di averti dato degli spunti per riflettere serenamente, per affrontare anche questa situazione con uno stato d’animo più aperto nei confronti della vita, tua e degli altri, che cambia e ricambia e cambia ancora.

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  16. @ Maria

    Non ti conosco e non sono single ma ritrovo nelle tue parole molto di me, della mia esperienza. L’amicizia ha sempre avuto per me un grande valore, più dell’amore stesso. Non penso quasi mai ai miei ex (che poi sono le tipiche cotte dell’adolescenza), non rimpiango nessuno, non mi faccio prendere dalla nostalgia pensando a loro, ma quando ripenso alle mie amiche perdute, allora sto davvero male, ognuna lascia una ferita dentro che non riesco più a rimarginare, come ben dici.

    Buona serata.

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    • @Marisa, è normale rimpiangere un’amicizia più di un amore, e io mi sono sempre definita affettivamente emofiliaca, le mie ferite non si rimarginano più, e ti assicuro che ne ho più di quelle che sarei in grado di sopportare. Ciononostante, per ogni amico che perdiamo, dovremmo riflettere seriamente sulla nostra parte di responsabilità (anche se credo non sia così facile capirla…).

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  17. è un ottimo modo di vedere la vita e gli altri.
    In realtà è che noi (razza umana) molto spesso se facciamo una gentilezza riteniamo inconsciamente di aver maturato un credito nei confronti di quella persona. Mentre invece è un gesto che finisce lì e non deve richiedere o aspettarsi altro… Ma questo lo si può fare o se si è su un altro livello di karma rispetto alla media (io sono un sasso a livello di karma, quindi non guardare me 😀 ) o se si ama veramente (e amando si ascende al livello karmico superiore!)
    Piccolo momento di serietà (ma finisce subito giuro): io ho imparato a non aspettarmi dagli altri quello che io voglio ma quello che loro vogliono darmi, ho imparato a rispettare le mie amiche ad esempio e a capire che loro non sono me e quindi le attenzioni che io faccio a loro sono diverse da quelle che fanno a me, sono tutte dello stesso rango (le mie non sono di certo migliori) e sono tutte comunque gesti d’amore… 🙂

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    • @Laura, rispondo alla tua seconda parte, che ha messo maggiormente a fuoco quello che io intendevo: gli altri possono darci quello che loro possono e vogliono, non quello che vogliamo noi! I nostri amici non sono noi, e basta con questo “Io al posto suo…”!!!!!!!

      La prima parte del tuo discorso invece è un po’ più delicata: è vero quello che dici, è chiaro che ogni gesto deve essere disinteressato, però è pure vero che se tu fai per l’altro, ti dono all’altro, sei disponibile per l’altro, non vuoi niente in cambio, d’accordo, ma il calcio sui denti non te lo aspetti, e se te lo danno hai tutto il diritto di non prenderla proprio bene!

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  18. Cara Diemme, sì che mi hai dato spunto di riflessione! Finalmente un punto di vista diverso e imparziale, ribaltando quello che continuavo a vedere. Anche se non ti ho scritto tutto, e tante cose ho omesso per non rubare troppo spazio al tuo post. Quindi levo le tende al mio, non prima di dirti che mi ha fatto molto bene leggere le tue parole. Ci rifletterò. Promesso! 😉
    Grazie.

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    • Maria, puoi scrivere quanto vuoi, siamo qui per confrontarci e non abbiamo problemi di spazio. Sarò contenta se, ribaltando la questione e vedendo le cose da un altro punto di vista, potrai capire e recuperare la tua amica: un affetto non dovrebbe mai andare perso, sai come la penso e come per me un’amicizia non sia mai superficiale, sia sempre preziosa e sempre un dolore perderla.

      Purtroppo nei rapporti di amicizia, come in quelli d’amore, bisogna essere in due per volerli curare, difendere e mantenere.

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  19. Grazie Diemme. Sto sforzandomi di prendere in considerazione anche il tuo punto di vista. Anche se io non avevo fornito di tutti i dettagli, e forse ne ho omessi di importanti per capire la situazione. Ma non volevo né annoiare, né rubarti spazio, né uscir fuori tema. Dici che lo spazio è fatto apposta per il confronto: hai ragionissima, ma ho avuto paura di essere fin troppo invadente. Recuperare questa amicizia è cosa difficile, perchè la risposta sta sempre in un’alzata di spalle. Bisogna essere in 2 a volerlo. Ma lo vogliamo in modi diversi. A lei basta riprendere a parlarsi normalmente per (far finta di) essere di nuovo amiche. Continuando però a seguire quei comportamenti che mi hanno fatto sbarellare. Allora che senso ha? Io capisco che tu abbia un qualcosa che ti impegni i week-end, ma tu capisci che potresti compensare vedendoci sul lavoro o in settimana? Alzata di spalle. Peccato che per altre persone, magari sporadicamente, ma comunque, lo trovi il tempo per andare a farsi un ape o una pizza!
    Bisogna essere in due. E non lo siamo.
    Forse è colpa mia se non voglio abbassarmi a tappare i suoi buchi. Forse sai cosa ci frega? Le ASPETTATIVE.
    Perché forse io mi aspetto ciò che IO farei. Se mi fidanzassi con qualcuno, per esempio, cercherei altri spazi da dedicare a quelle amicizie (fortuna che non ne ho una sola!) cui era consuetudine frequentarsi spesso.
    Bastava che facesse questo.
    Forse chiedo troppo io alle amicizie che per me sono davvero importanti.

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    • Il fatto è che, con amori e amicizie, bisognerebbe evitare di arrivare al punto di rottura. Quando la situazione è precipitata, poi recuperare è difficile… se una persona scende da un treno e ne piglia un altro, magari il viaggio lo continua nell’altra direzione.

      Però, vediamo il bicchiere mezzo pieno: se hai perso la partita, non perdere la lezione. Se ti può consolare, io pure di amici ne ho persi tanti, ma quelli che ho acquistato riescono ad essere sempre di più.

      Sì va avanti, il mondo è bello pure perché è grande, e pieno di gente da conoscere, incontrare e frequentare.

      Un abbraccio!

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