Il delirio dell’eugenetica

Beh, stavolta io direi che non è per dimenticare, ma proprio per sapere!

Ringrazio Warp9 per la segnalazione del video che qui propongo, storia che già avevo avuto modo di conoscere in un servizio che, tra le altre cose, riportava molte delle foto e delle storie della povera gente tedesca sterminata in Germania ancora prima dell’Olocausto, i poveri malati psichiatrici e disabili (ma in mezzo ci era finita anche gente sana) su cui la macchina dello sterminio tedesco aveva “fatto pratica”.

Vari punti mi sono rimasti impressi, tra cui:

1) come sottolinea Paolini, coloro a cui i propri cari venivano consegnati non era ufficiali delle SS, non erano soldatacci armati che ti puntavano il mitra, ma rassicuranti medici di famiglia: d’altra parte, l’inganno sulle reali intenzioni è stato il grimaldello con cui il nazismo ha scardinato tante resistenze.

2) se guardate il filmato dal 1:15 per alcuni minuti, viene presentato l’intervento oppositore del vescovo von Galen, a dimostrazione che la voce dei giusti, anche di uno solo, può fare la differenza, che il grande bene e e il grande male sono spesso rappresentati da poche persone, e che la differenza la fanno le persone che stanno nel mezzo, a seconda della strada che scelgono di seguire: il bene, il male, e l’indifferenza, che del male è il più potente alleato.

Buona visione (capisco che siano due ore, ma francamente vi consiglio questo video: credo che la conoscenza sia uno dei fattori più importanti della vita, insieme, ovviamente, alla salute che però, senza conoscenza e senza azione, è più facile che ci venga sottratta),

22 thoughts on “Il delirio dell’eugenetica

  1. Marco Paolini è un fenomeno, riesce a farti stare incollato allo schermo per due ore e non te ne accorgi neanche. 🙂

    La cosa che non capisco è come questi fatti abbiano pochissimo riscontro nei libri di storia.

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    • Vorrei riuscire a ritrovare il video che vidi io sull’argomento, non ti dico quanto impressionante: povera gente, soppressa per prima, e ancora più dimenticata di tutti gli altri!

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    • Ripeto, non per non dimenticare, ma per sapere, perché pare che pochi si siano resi conto di quello che stava accadendo (compresi i genitori dei bambini, i parenti degli internati, i deportati!), e invece non bisogna abbassare la guardia, mai, né per noi stessi né per gli altri!

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  2. Subito dopo aver letto ( e mostrato le foto … ) la storia di quell’ adolescente ( bellissimo … occhi neri indimenticabili ) “che non voleva morire” ….. e che alla fine, dopo averlo fatto girovagare e ‘punire per educare’ ( 😯 ) in vari “stabilimenti della morte”, i carnefici riuscirono a sopprimere, @Paolini lesse un documento storico eccezionale . Si trattava di una “lettera-manifesto” redatta da un grande scienziato nazista, un uomo allora famoso nel mondo per le sue conoscenze nel campo dell’ eugenetica …. e mi ricordo ( ‘a braccio’ …. ) che iniziava così : “Quando una nazione si vede assegnare dal destino il compito guidare il mondo, ebbene questa nazione deve sentire, come un imperativo categorico e senza farsi venire scrupoli di alcun genere, il bisogno di epurare i suoi cittadini, eliminando i deboli, gli infermi, gli handicappati …. per generare poi, attraverso unioni fra uomini e donne adeguatamente selezionati, una razza perfetta, a cui ascrivere l’ alto compito di realizzare ciò che il destino gli ha affidato ! …. ” .
    Ricordo ,,,, @Paolini arrivò a leggere fino in fondo questa lettera …. e soltanto alla fine lesse, fra le lacrime trattenute a stento, il nome del suo estensore : “@conrad lorentz” !
    Sì … proprio il “papà buono” che negli anno ’60 e ’70 vedevamo nelle trasmissioni TV parlare e accarezzare le oche …. con i suoi capelli bianchi ‘alla santa claus’, col suo bel premio nobel per l’ etologia, con la sua aria angelica di amico di anitre e capponi …. proprio lui !
    Per puro caso, fra le migliaia di libri ( adorati …. e restaurati da me ‘uno per uno’ ) che compongono la mia biblioteca domestica, NON ve ne era alcuno di costui ! E fu una fortuna per me, giacchè se lo avessi avuto, avrei imitato la peggiore feccia nazi-fascista : gli avrei dato fuoco !!!!

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    • Nel video c’è anche quella lettura: sì, dargli fuoco mi pare giusto, come avrebbero fatto loro, si chiamano piani di comunicazione, quando coincidono ci si spiega meglio! 😆

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  3. Ma sarebbe stato per me, “bruciare” un libro …. un mio libro letto e amato ( e poteva capitarmi, poichè era difficile non innamorarsi di quel buon vecchio canuto che in TV vedevo parlare, accarezzandole e sussurrandogli parole che solo lui conosceva, alle oche ed alle anatre … e poi un premio nobel … ed acquistarne un libro che svelasse quei tenerissimi segreti del suo soave linguaggio …. poteva quindi accadere … ) un fatto “atroce” !!!
    Per questo parlavo sopra di “fortuna per me” …. ma visto lo spunto, ripetiamolo : @conrad lorentz fu in gioventù uno squallido, convinto …. infame fautore di quegli orrori genetici di cui, dolorosamente, parlò @Paolini !

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    • Magari intendeva qualcos’altro… che dirti, è la scienza migliore quella che lotta affinché siamo tutti più sani… dipende da che cosa s’intende per ottenerlo: migliorare l’alimentazione, gli stili di vita, l’osservazione prenatale…

      Comunque, mettila come ti pare, per me quello cui abbiamo assistito non è che un’altra forma di quello che è stato definito “olocausto silenzioso”, l’aborto, che consiste nell’eliminazione di esseri “inutili, indesiderati, improduttivi” oppure con qualche problema fisico: quest’ultimo lo chiamano aborto “terapeutico”, ma in che cosa consiste la terapia? Chi è che guarisce? Non certo il bambino malato: quello viene soppresso, per risolvere un problema “sociale”: e allora, qual è la differenza?

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  4. Non ci conosciamo ma ho solo letto i tuoi commenti da Alessandra in relazione al mio autocommento.
    Grazie per aver cercato di comprendere le mie ragioni (e questa non vuol essere una captatio benevolentiae).
    Comprendo la tua reazione Alessandra, al posto tuo io avrei fatto la stessa cosa.
    Voglio qui ribadire che il mio non è stato un gesto dettato dall’ira, da acredine o malevolenza nei confronti del mondo virtuale del quale sono stato partecipe fin dalla nascita.
    Anzi, chi mi conosce mi ritiene una persona sensibile, ben disposto a priori nei confronti del prossimo, rispettoso della dignità altrui e incline soprattutto all’amicizia, e nel blog ne ho ricevuta tanta.
    Queste attitudini mi hanno condizionato a coltivare il blog al di là delle mie intenzioni (ometto le motivazioni per questioni di riservatezza), facendomi vivere male una lenta agonia in continua attesa di decisioni che immancabilmente dilazionavo nel tempo.

    Ecco la ragione di quel auto – commento: rendermi disdicevole agli occhi di chi con me ha interagito e interagisce rinnegando il passato e andando all’iperbole.
    Deliberatamente ho varcato la spalletta del ponte e mi sono lanciato verso l’abisso, cosciente che il salto sarebbe stato, come per il suicida, senza ritorno.
    Occorreva che io diventassi odioso agli altri e a me stesso per riuscire a compiere il salto.
    Chiedo scusa a te e tutti coloro che ho offeso e deluso con questo modo di agire che, convengo, non offre attenuanti.
    L’idea di uscire in “bellezza” non poteva però sortire lo stesso effetto.

    Grazie per il tratto di strada compiuto assieme.
    haffner

    Ti lascio il commento che doverosamente dovevo a Alessandra.
    Cordialmente

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    • Caro Haffner, grazie per la fiducia accordatami e prego, non c’è di che, io cerco sempre di mettermi nei panni degli altri, non sempre riuscendoci. Non ho capito, forse perché mi manca quale elemento, cosa significhi “Queste attitudini mi hanno condizionato a coltivare il blog al di là delle mie intenzioni (ometto le motivazioni per questioni di riservatezza), facendomi vivere male una lenta agonia in continua attesa di decisioni che immancabilmente dilazionavo nel tempo“: non riesco proprio a capire il nesso tra il blog e la lenta agonia di un’attesa.

      Ancora non mi piace, scusa la franchezza, chi cerca di manipolare i sentimenti altrui, sia pure con le più buone intenzioni: che significa questo melodrammatico e pseudoeroico “mi faccio disprezzare”? Tu decidi di farmi soffrire dandomi di te un’immagine ignobile perché ritieni che mi farebbe soffrire di più continuare a ritenerti una bella persona che però, per motivi suoi, si è allontanata? Ti pare tanto eroico, tanto atto superiore, aggiungere al dispiacere della perdita di una persona il dolore del tradimento, la delusione, creare in chi ti ha voluto bene una sfiducia nel prossimo, che potrebbe in futuro – come è accaduto a me – generare il terrore dell’ “effetto mostro”?

      No, mi dispiace, non posso condividere questo tuo pensiero: da parte mia avrei preferito la tua fosse acredine vera, piuttosto che una simulazione volta a dirigere i sentimenti e i pensieri altrui nella direzione da te ritenuta più opportuna per loro.

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