30 settembre, ore 18:23

Ma quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe bruscamente il flusso di un’energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva, colpevole di qualcosa di indefinito.
Così mi sentivo io. (Massimo Gramellini – Fai bei sogni)

38 thoughts on “30 settembre, ore 18:23

    • @Marisa: sei eccezionale, con quale tocco leggero manifesti di aver colto nel segno! 😉

      Sì, i granellini, tutti insieme, fromano l’universo, quell’infinita luce e amore. Le giganti rosse passano, e tra qui granellini spariscono 🙂

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  1. Trlascio la frase e mi concentro sul video. Grazie per averlo postato, meraviglioso è dire poco. Guardare l’Universo mi fa venire le vertigini; piccoli noi circondati da mondi ancora sconosciuti.

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  2. Il video ha qualcosa in comune con una cosa che avevo intenzione di postare oggi, solo che poi le urgenze politiche hanno preso il sopravvento, ma la metterò quanto prima (la citazione invece sarà meglio che mi astenga dal commentarla…)

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    • Vabbè, visto che lo chiedi… Quando parlavo di fiera delle banalità, nell’altro post, intendevo esattamente questo genere di roba qui, una melensaggine che non si regge, melassa a secchiate, con un’immagine, quella della caramella assaggiata e sputata, talmente abusata, talmente trita e ritrita, che uno si sente perfino imbarazzato a leggerla.

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    • Il fatto che un’immagine “renda l’idea” è un po’ poco per fare letteratura. Se io dico che la pioggia cade dall’alto verso il basso sicuramente rende l’idea ed è anche una sacrosanta verità, ma non sono molto sicura che queste due caratteristiche siano sufficienti per pretendere che mi si dedichi attenzione mentre declamo questa grande verità. Quanto al fatto che uno con velleità letterarie (uno che scrive un libro e lo pubblica ha velleità letterarie) scelga di usare un’immagine abusata perché rende l’idea, questa è un’opinione personale. La mia, di opinione, è che se uno propina un’immagine abusata è perché non ha abbastanza immaginazione da crearne una sua e non ha abbastanza intelligenza da accorgersene. Magari potrebbe anche essere che Gramellini sia un genio con una immaginazione sconfinata, chissà, ma sicuramente qui non lo sta dimostrando.

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    • Secondo me è un grosso errore pensare che uno si debba inventare sempre qualcosa di nuovo: se la verità è semplice, e l’ha già detta qualcuno mille anni prima di te, basta ribadirla, a che servono tante elucubrazioni mentali? Scrive un libro, glielo comprano, fa bene, e magari ci fossi io al posto suo!

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  3. Mi trovo abbastanza d’accordo con Marisa. Un vero peccato trovare chi non sa ricambiare i nostri sentimenti, detto ciò, a volte, pur passando una sofferenza atroce, col senno di poi bisogna ammettere che ci hanno fatto un gran bel regalo.
    Aggiungo l’accompagnamento musicale. Una canzone che mi piace particolarmente 🙂

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  4. Io tralascio il video perchè da qui non posso vederlo e mi concetro sulla frase… che disapprovo in ogni modo… forse sono controcorrente, forse non ho colto ma la trovo egoista e superficiale..

    Per me l’unico amore reale e sincero che esiste è quello incondizionato, e in quella frase ci ritrovo troppa matematica per considerarla pura.

    Se tu ami una persona la ami per quello che è, la ami perchè la vedi, perchè la senti, per come si muove, per come cammina, per come parla, per il suo sorriso, per i suoi occhi, la ami per quello che rappresenta per te…e quello che rappresenta per te non è una tua scelta, è un alchimia che non bisogna nemmeno tentare di spiegare e di spiegarsi, è un sentimento che ti travolge anche se non vuoi, è un emozione che deriva da quel granellino che compone il nostro universo, ma che è completamente libera da ogni archittettura mentale umana.

    “Quando il sentimento ricambiato cessa di esserlo” sembra quasi esser una colpa.. eppure ci si innamora mai per scelta, e allo stesso modo, si dovrebbe considerare che quel sentimento, così come è arrivato potrebbe svanire…
    senza che debba per questo esser considerato una colpa….

    invece secoli di religione e indottrinamenti non ci permettono questa libertà, e non ci consentono nemmeno di considerarla.

    Ci si confessa per rivelare la verità e non mantenere il concetto di bugia, concetto su cui però, velatamente (nemmeno troppo) si basa la famiglia per la religione e forse anche gran parte della religione stessa.

    “Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva”

    ma per quale dannato motivo, a prescindere, a priori, uno deve considerarsi così???

    Se si considera così, vuol dire che il rapporto era malsano in partenza, era un equazione, era un pallotoliere con tre palle a sinistra e tre a destra… se esiste il rispetto per la vita, per il modo di essere per le differenze ma sopratutto per la persona che si ama non vedo perchè una persona debba sentirsi così…

    sempre rancori e rimorsi, come se si trattasse di un rapporto a contratto…

    non ho mai capito bene ma troppo spesso mi sembra che si preferisca continuare quello che si era intrapreso anche se vengono a mancare tutte le basi su cui è costruito, senza correre il rischio di dover spiegare a terzi, di dover accettare e magari sacrificare per la felicità dell’altro e per il rispetto di entrambi…

    è molto più semplice fingere ed evitare di affrontare i possibili problemi pensando ad altro piuttosto che affrontarli ed eventualmente accettare il fatto che anche le cose più belle possono finire senza che ci sia per forza da attribuire una colpa a qualcuno… e senza che per questo si debbano ricordare con odio.

    ovviamente questi sono i miei pensieri riferiti a quella frase (che come avrai notato mi indispettisce) e riferiti a concetti più che generali…

    se sono andato fuori tema chiedo perdono… 🙂

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    • Caro Erik, io credo che in ogni frase uno proietti il suo vissuto, e alla luce di questo lo interpreti (è proprio vero che ci sono tante versioni di un libro quanti sono i suoi lettori!).

      Non so se sei andato fuori tema, forse no, ma la frase dell’autore era riferito a sua madre, morta prematuramente, mentre io l’ho ripresa sempre in senso generale, ma in un post che riguarda un rapporto d’amicizia, non d’amore. Di questi rapporti sul mio blog (e anche fuori…) è stato parlato moltissimo, perché è sì una mia ferita aperta, ma non solo mia. In tanti ho ritrovato il dolore insuperato di un abbandono… immotivato? Beh, immotivato no, anche “non m’interessi” è un buon motivo, lo definirei piuttosto un abbandono inaspettato.

      Un rapporto, certo, può esaurirsi, ma può esaurirsi all’improvviso? L’altro non ha diritto neanche alla comunicazione di fine rapporto, come si usa persino coi licenziamenti in tronco?

      La frase si riferisce a un rapporto ben diverso, una madre che è morta e quindi un figlio che, almeno apparentemente, non è stato abbandonato per scelta, ma questo pare non diminuire la rabbia. La mia “commemorazione” del 30 settembre invece si riferisce a un (ex)amico con cui il rapporto si è esaurito briciola a briciola, negli anni, in maniera anche estenuante, e quindi è un altro caso ancora, ma l’osservazione è la stessa: chi è stato amato – di qualsiasi forma di amore si tratti -, se poi all’improvviso quest’amore viene a mancare, si sente spogliato, smarrito, sofferente, persino usato.

      Io non credo che qui si tratti molto di valutare se è giusto o meno, ma di prendere atto di questa sensazione, umana e comune, al di là di qualsiasi “diritto” a chiudere un qualsivoglia rapporto.

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  5. Sulla tua premessa sono più che concorde…

    beh, se non sono andato fuori tema di certo sono andato fuori contesto… 🙂

    sono discorsi molto complessi e ogni generalizzazione risulta inutile.
    Probabilmente per quelle che sono le mie esperienze e per quello che è il mio modo di vivere certe cose mi risultano incomprensibili anche se in realtà sono perfettamente “umane”..

    Rispondendo ai punti di domanda, sempre per quel che mi riguarda ovviamente, no non esiste possibilità alcuna che un rapporto qualsiasi esso sia si interrompa improvvisamente e la stessa possibilità per il fatto che avvenga senza una normale discussione e senza affrontare l’altra persona e dargli possibilità di replica.

    Mentre sulla conclusione rimango contrario, secondo me è invece fondamentale valutare se sia giusto o meno perchè da quella valutazione (specie se negativa) può avvenire un cambiamento radicale del pensiero e del comportamento di chi si stà autovalutando, il futuro nasce sempre dal precedente.

    Il fatto che si consideri una reazione umana e comune non certifica il fatto che essa sia giusta, anzi, spesso tuttaltro e solo un’analisi che porti ad una valutazione può generare il cambiamento, per questo motivo a mio avviso, ovviamente, è fondamentale arrivare dare un guiudizio che risulterà ad ogni modo molto complesso perchè esternarsi in una questione personale per mantenrere equilibrio nel giudizio è una delle cose più complesse nella vita.

    Mi sorge una domanda rispetto quello che hai scritto, secondo te è giusto o giustificabile il sentimento di rabbia del figlio verso la madre morta prematuramente?

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    • @Erik: un bambino cui era morto il padre, a Natale, davanti al presepe, rimase prima muto di fronte alle varie esortazioni dei familiari, poi diede con violenza una manata al bambinello e lo scaraventò per terra, gridando “vaffanculo, stronzo, mi hai portato via mio padre!”.

      E’ “giusta” quella reazione? E una volta stabilito che non è giusta, che vogliamo fare, eliminarla?

      Va con i genitori che hanno dimenticato i figli in macchina e li hanno ritrovati morti: non erano genitori snaturati, non erano genitori superficiali o disattenti. “Come si fa a dimenticarsi un figlio in macchina?”, hanno tuonato in tanti. Se è successo, ed è successo fin troppe volte e sempre a gente più che normale, evidentemente si può. Non conta ciò che pensiamo, non conta ciò che crediamo, non conta neppure ciò che oggettivamente è giusto e ciò che non lo è: conta quello che è, conta la realtà: la Terra gira intorno al Sole, e non viceversa, e anche se consideri la Terra più importante perché è abitata – tralasciando il piccolo particolare che senza Sole questa vita non ci sarebbe -, è sempre lei che deve girare, mentre il Sole se ne rimane al centro.

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  6. Beh, secondo me non è giusta e una volta stabilito che non lo è, qualche tempo dopo quando ci sembra che il bambino ha ripreso un minimo di lucidità, possono passare anche dei giorni se neccessario, chi si occupa di lui deve prenderlo da parte e parlargli. Raccontargli uno, due, tre, quattro (a seconda di quanti ne vede possibili) modi e motivi di vedere quanto è accaduto (mi riferisco alla scomparsa, non certo al suo gesto).
    Deve porargli diversi punti di vista in modo che lui possa almeno prenderli in considerazione, possa valutarli possa accorgersi che esistono.
    Perchè una mente arrabbiata, triste, delusa non ragiona ma compito di una persona civile è quantomeno provare ad aiutare la persona in difficoltà a ragionare e a vedere le cose da almeno un altro punto di vista.

    Tutto questo potrebbe esser inutile, potrebbe non servire a nulla e non cambiare nulla, ma per 10 volte che potrebbe finire così, se almeno una ha effetto positivo su 11 tentativi abbiamo 1 in cui abbiamo creato un precedente e dato modo ad una persona di allargare i suoi orizzonti…

    solo a questo punto non conta se giusto o sbagliato o il singolo gesto in se, conta che si è aiutata una persona a scoprire un altro punto di vista..

    Io ho sempre pensato che i genitori che hanno dimenticato i figli in macchina siano da aiutare e non ho mai difeso chi li accusava a spada tratta… è gravissimo ma la vita è fatta di miliardi di eventi e variabili, nessuno può a priori escludere nulla..

    Sul discorso terra e sole ad oggi dico che non fa una piega a meno che non ci sia qualcosa che ancora non sappiamo, che ancora non abbiamo scoperto che fa si che esista la vita e questo equilibrio… facendoci credede che siano questi due a determinare il tutto… non ritengo che sia l’unica solozione possibile pur non avendo nessun altra ipotesi… infondo se vivevamo ai tempi di galileo non crederemmo possibile nemmeno che la terra fosse di forma rotonda…

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    • Erik, non è facile fare pace con la vita, credimi. Wiesenthal diceva che ogni ebreo, anche nato dopo la guerra, è un sopravvissuto. C’è chi ce la fa, per carità, chi supera la morte di un figlio, chi supera la detenzione in un lager, chi supera magari l’essere costretto su una sedia a rotelle… ce chi ce la fa, ma non è questione di età o di spiegazione.

      Oggi si parla tanto di “elaborare il lutto”, ma secondo me si coniano termini nuovi senza coniare strumenti nuovi per “elaborarlo” davvero. Un lutto non si elabora: si può imparare al massimo a conviverci, magari anche costruttivamente, si può non lasciare che la disperazione si prenda troppo spazio, ma forse solo all’insegna di una grande Fede (e quindi di fatto negandola quella morte, alla luce di un’ipotesi di vita eterna e di disegno più grande) si riesce a “elaborarlo” davvero.

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  7. Come hai scritto in precedenza, ci conosciamo da poco e ognuno sa poco della vita dell’altro, anche se il tuo blog racconta molto più di quello che fa il mio e concordo con quello che hai scritto.
    Da un sacco di anni mi chiedo però perchè il concetto
    “è così facile amare la vita”
    non viene quasi mai accettato
    mentre
    “non è facile fare pace con la vita”
    è un concetto che sembra quasi dovuto e stabilito.

    Non mi riferisco a te, sia chiaro, ma in generale, siamo sempre sbilanciati verso il male al danno del bene, ma qui sto divagando…

    detto questo io non voglio ne convincere nessuno ne far passare il mio pensiero come univoco.. solo lasciare un segno di un punto di vista magari diverso.. 🙂

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    • PS: penso anche che sia facile amare la vita, che ci offre un’infinità di bellezza e di amore. Io sono quella che si sente in mezzo a sette miliardi di fratelli (anche se alcuni, ammettiamolo, fanno di nome Caino e proprio simpaticissimi non sono), più tutti il resto del creato da Dio, e del creato dagli uomini (musica, pittura, opere d’arte in genere).

      A fianco a questo, però, c’è una quotidianità che può essere come le spine delle rose… o gli aculei del fico d’India, che per quando dolce dentro, ‘mazzalo come punge!

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    • @melodiestonate: il video sì, è molto bello, e di Gramellini non saprei dirti, non lo conosco abbastanza, ma il suo libro l’ho letto volentieri, e di spunti di riflessione me ne ha dati tanti.

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  8. Concordo, trovo sempre più interessanti le discussioni se i punti di vista sono diversi… un confronto tra concordi dura poco e non aggiunge nulla a nessuno dei due.. 🙂

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