Sperimentazione animale, il diritto di dire ‘no’

Sperimentazione animale, il diritto di dire ‘no’

La legge n. 413 del 12 ottobre 1993 approvata dalla Camera dei deputati e dal Senato ‘Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale’ tutela tutti coloro che sono contrari alla sperimentazione animale. Medici, ricercatori, studenti, personale sanitario possono scegliere – grazie a questa legge – di non svolgere attività che implichino la sperimentazione animale.

di Tamara Mastroiaco – 13 Gennaio 2011

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Una legge approvata nel 1993 tutela coloro che sono contrari alla sperimentazione animale

Perché un articolo su una legge approvata 18 anni fa? Perché, nonostante siano passati diversi anni, la legge n. 413 è ancora poco conosciuta e poco divulgata dagli enti pubblici, privati e dagli atenei e numerosi studenti e lavoratori non sanno che possono fare una scelta ben precisa che li esenta da effettuare esperimenti sugli animali per studio o per lavoro.

Chiunque venga a conoscenza di questa legge o ne conosca già i contenuti è tenuto a divulgarla e a promuoverla: più persone si mostreranno contrarie alle attività che includono la sperimentazione animale, più forte sarà la possibilità di avvalersi di una ricerca scientifica basata solamente su metodi alternativi.

L’obiezione di coscienza è un diritto fondamentale del cittadino: l’art. 1 ‘Diritto di obiezione di coscienza’ della suddetta legge riconosce ai cittadini che contestano qualsiasi violenza perpetrata nei confronti di qualsiasi essere vivente, “per esercizio alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici”, la possibilità di dichiarare la propria obiezione di coscienza ad ogni atto connesso con la sperimentazione animale.

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Studenti e lavoratori compilando un modulo possono scegliere di non svolgere attività che implichino la sperimentazione animale

Quindi come apprendiamo dall’art. 2 ‘Effetti della dichiarazione di obiezione di coscienza’, il personale sanitario, i medici, i ricercatori, gli studenti universitari che hanno presentato la domanda – esistono due differenti moduli da compilare, uno per medici e ricercatori e uno per gli studenti – possono scegliere di non svolgere attività che implichino la sperimentazione animale.

L’art. 3 della suddetta legge ‘Modalità per l’esercizio del diritto’ dispensa consigli pratici su come diventare obiettori. I lavoratori che si apprestano a presentare domanda di assunzione o di partecipazione a concorso, sono tenuti a dichiarare la propria obiezione, compilando e presentando il modulo nel momento stesso in cui chiedono la possibilità di lavorare (o anche in un secondo momento) presso un determinato ente pubblico o privato in cui si utilizzano gli animali per la sperimentazione.

Gli studenti universitari invece, sono tenuti a compilare il modulo a inizio corso e presentarlo al docente, per evitare di svolgere attività o interventi di sperimentazione animale all’interno del corso stesso.

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Molti docenti universitari e datori di lavoro discriminano ingiustamente chi esercita l’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale

La dichiarazione di obiezione di coscienza può essere revocata in qualsiasi momento. La parte fondamentale di questo articolo è il comma 5: “tutte le strutture pubbliche e private legittimate a svolgere sperimentazione animale hanno l’obbligo di rendere noto a tutti i lavoratori e gli studenti il diritto ad esercitare l’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale. Le strutture stesse hanno, inoltre, l’obbligo di predisporre un modulo per la dichiarazione di obiezione di coscienza alla sperimentazione animale a norma della presente legge”.

Molti docenti universitari e datori di lavoro, non solo non comunicano agli studenti o ai lavoratori che siano che possono godere di questo diritto, ma nella maggior parte delle volte ostacolano o discriminano chi esprime questa volontà – soprattutto i docenti universitari della cosiddetta ‘vecchia guardia’. Innumerevoli volte ho sentito studenti universitari costretti per laurearsi nei tempi e per non essere discriminati a dover prendere parte a corsi nei quali sono previsti esperimenti con gli animali.

Ebbene, sappiate cari studenti che l’art. 4 ‘Divieto di discriminazione’ prevede che nessuno di voi possa essere discriminato o svantaggiato rispetto agli altri studenti per aver scelto di obiettare alla sperimentazione animale. Nelle università gli organi competenti devono, per chi ha presentato la domanda, presentare modalità di insegnamento che non prevedano attività o interventi di sperimentazione animale, affinché lo studente possa tranquillamente prepararsi e superare l’esame.

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Il 90% dei farmaci testati su animali non supera le prove cliniche sull’uomo

Quindi se vi viene assegnata una tesi di laurea in cui sono presenti esperimenti condotti su animali potete tranquillamente chiedere al docente di presentare lo stesso argomento di tesi realizzato con metodi alternativi o presentare un altro argomento nel caso in cui non esistessero per quella tesi dei metodi alternativi. Oppure se state preparando un esame che prevede un’esercitazione pratica in laboratorio su animali potete chiedere al vostro docente di avvalervi dei metodi alternativi.

Idem per i lavoratori. Non è raro che talvolta, nonostante essi siano in possesso di tutti i requisiti per ottenere un determinato posto, non vengano assunti e vengano discriminati solo per aver presentato la domanda di obiezione. Fatevi valere!!!

Il comma 2 tutela proprio voi: i lavoratori dipendenti, pubblici o privati che hanno dichiarato la propria obiezione di coscienza hanno diritto ad essere assunti per svolgere attività diverse da quelle che prevedono la sperimentazione animale, ricevendo lo stesso trattamento economico e la stessa qualifica di chi invece ha deciso di non presentare la suddetta dichiarazione. Potete presentare la vostra domanda di obiezione di coscienza anche successivamente all’assunzione e, se lavorate come tecnici di laboratorio in un’azienda che svolge esperimenti su animali, non rischiate assolutamente il vostro posto, se decidete di diventare obiettori.

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I metodi alternativi (ricerca in vitro, studi statistici, ricerca genetica, manichini, simulatori) esistono

Oppure, per esempio, se venite assunti come addetti delle pulizie di un’azienda con stabulario potete tranquillamente rifiutarvi di pulire i laboratori in cui sono tenuti gli animali. È un vostro diritto! Presentando la domanda dovete essere necessariamente esentati dall’esplicare quelle funzioni.

I metodi alternativi (ricerca in vitro, studi statistici, ricerca genetica, manichini, simulatori) esistono e molti di essi hanno già sostituito l’utilizzo degli animali per vari esperimenti (alcuni test di tossicità su sostanze chimiche, produzione di insulina, test di gravidanza, produzione di acido ialuronico, produzione di anticorpi e molti altri ancora).

Nel mondo accademico e in quello della ricerca scientifica, sempre più professori universitari o scienziati o ricercatori dichiarano la propria contrarietà alla sperimentazione animale sia per motivi etici, sia per motivi scientifici. Ricordiamoci che il 90% dei farmaci testati su animali non supera le prove cliniche sull’uomo.

Allora perché continuare con queste pratiche obsolete e aberranti? Credo che ognuno di noi dovrebbe porsi certe domande: non sarà difficile, se siete ferrati sull’argomento, trovare delle risposte. Se invece siete a digiuno, forse è il caso di andare a fondo: se non volete farlo per motivi etici fatelo almeno per salvaguardare la vostra salute.

(fonte: http://www.ilcambiamento.it/vivisezione/obiezione_coscienza_sperimentazione_animale.html)

37 thoughts on “Sperimentazione animale, il diritto di dire ‘no’

  1. E’ una vergogna, una tortura ingiustificata praticata a esseri viventi, non basta dare la possibilità di non praticarla, la devono vietare se siamo in un paese civile, ci sono tanti altri mezzi per fare la sperimentazione!
    Buon fine settimana!

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  2. Personalmente sono contrario alle sperimentazioni sugli animali.
    E non mi si venga a obiettare “ma se tu avessi un figlio, un parente, un amico che…” perché sono tutte balle ricattatorie.
    La violenza sugli animali è soltanto il prologo della violenza sull’uomo.
    Però mi chiedo (non conoscendo la legge): ma sono previste sanzioni? Perché una disposizione senza sanzione è inutile.

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  3. Gran bell’articolo Diemme.
    Anche se al di là di moduli da compilare, e discriminazioni universitarie e lavorative, dovrebbe essere una cosa così naturalmente radicata in noi che proprio mi riesce difficile comprendere come possa una persona ritenere più importante un obiettivo di carriera mentre si trova davanti gli occhi di un animale impaurito e inconsapevole dei danni che gli stanno facendo. E’ una cosa talmente prevaricante e ingiusta, e pure anacronistica ai giorni nostri, da risultare un inutile crimine a tutti gli effetti.
    Se poi la gente iniziasse a vedere bene quello che acquista, sarebbe già un grande passo.

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  4. Amo gli animali come credo di aver più volte dimostrato. Il tuo post è encomiabile, tuttavia penso che oltre al diritto di dire di no debba sussistere anche il diritto di dire di sì, quando è dimostrabile che tale sperimentazione è utile. Saranno pochi casi, ma credo che ce ne siano.

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  5. cara Diemme, sai bene che la penso in modo opposto a quello proposto da questo incompleto e fuorviante articolo. perchè sostengo che sia incompleto e fuorviante? in primo luogo perchè parte da premesse vere per arrivare a conclusioni false: è vero che ” il 90% dei farmaci testati su animali non supera le prove cliniche sull’uomo”, ma sarebbe oppurtuno dire che il 100% dei farmaci testati sugli animali ha già superato “ricerca in vitro, studi statistici, ricerca genetica, manichini, simulatori” e che solo quelli che superano TUTTl questi metodi alternativi vengono poi testati sugli animali, attualmente l’unico sistema possibile per vedere come un organismo complesso dotato non solo di cellule “specifiche” (come nel caso di ricerca in vitro) ma di un sistema di organi possa rispondere a tale farmaco. I metodi alternativi citati che già sostituiscono gli animali sono stati perfezionati sugli animali e quindi, ADESSO possono essere replicati senza, con risparmio di costi e “rotture” per tutti: ricordiamoci che qualsiasi ente, casa farmaceutica, università, etc, abbatterebbe di molto le spese se potesse privarsi della ricerca su animali.
    Poi, certamente, il diritto all’obiezione di coscienza è sacrosanto, ma non riesco a tollerare chi demonizza chi fa il lavoro sporco al posto nostro, permettendoci di godere dei passi avanti della medicina senza sporcarsi le mani e pure di criticarli (mi riferisco al link della fonte dell’ultima riga, in cui compare la parola VIVISEZIONE, pratica illegale e inutilizzata da anni nel nostro paese, ma tanto cara agli animalisti quando vogliono far leva sul buon cuore della gggente… peccato che sia solo usata per demagogia…)
    ti lasco con questo link, che trovo molto più esplicativo della mia riflessione.
    http://solferino28.corriere.it/2013/09/18/la-giovane-ricercatrice-quante-vite-salvate-in-laboratorio/

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  6. Una sola parola: inorridisco (per tutti i motivi riportati da Goldie, in particolare per l’infame uso della parola vivisezione quando si sa benissimo che NON di vivisezione si tratta, più o meno come se usassi la parola squartamento al posto di chirurgia. E per la vigliacca insinuazione che laboratori e case farmaceutiche con la sperimentazione animale guadagnino un sacco di soldi, quando la verità è che hanno tutto da rimetterci. Questa è volgare e vergognosa DISINFORMAZIONE ai danni della salute delle persone).

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  7. Cari amici, rispondo anche qui collettivamente, anche perché l’articolo non è mio e non voglio incartarmi in argomenti che, probabilmente, non conosco a sufficienza.
    Vorrei solo dire a Barbara che ho letto l’articolo che ha linkato e, francamente, non capisco che cosa c’entri con questo di articolo. Se voleva dimostrarmi l’incoerenza di certi animalisti, tale incoerenza nulla toglierebbe alla validità del pensiero (insomma, se io mi pronuncio a favore della famiglia e poi tradisco mia moglie fottendomi un travestito in uno squallido scantinato, questo toglie credibilità a me, non all’istituto familiare!).

    Relativamente al “diritto” di infliggere dolore e inoculare malattie agli animali aggiungo, tanto per parafrasare un’affermazione ben più nota, che ognuno è l’animale di qualcun altro.
    Insomma – non dico che seguirei questo principio, e probabilmente anch’io sarei incoerente alla bisogna – se è giusto danneggiare un animale per salvare un uomo, perché non dovrebbe essere giusto danneggiare un barbone per favorire un reale (magari con un espianto d’organi), o un analfabeta per favorire uno scienziato e così via? Io non so, seriamente, se l’uomo ha davvero la possibilità di vivere senza danneggiare il prossimo, oppure se il pesce grande che mangia quello piccolo è un’ineluttabile necessità della natura, però mi piacerebbe vivere non solo senza “fare il lavoro sporco”, ma senza neanche bisogno che qualcuno lo facesse al mio posto.

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    • Se hai letto l’articolo (TUTTO) dovrebbe esserti perfettamente chiaro che cosa ha a che fare con l’articolo da te postato, dato che smonta ESATTAMENTE, una per una, tutte le infinite stupidaggini, falsità, cialtronerie, invenzioni, falsificazioni, manipolazioni, mistificazioni in esso contenute.

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  8. @Diemme: e quindi proponi pestilenze ed epidemie per tutti? morte ai prematuri? selezione naturale? ma lasciar morire i meno forti sapendo che con la ricerca scientifica e la sperimentazione si potrebbero salvare, non è comunque una scelta di infliggere dolore a chi è meno fortunato alla nascita, semplicemente di razza umana (barbone o scienziato che sia) invece che canina o suina o quel che è?

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    • no, non hai detto questo, ma se nessuno fa il “lavoro sporco” lo scenario semplicemente diventa questo. Non esistono solo delle belle teorie, ma la cruda realtà con cui fare i conti.

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    • E infatti io mi sono chiesta se sia possibile vivere – senza necessariamente pagarlo con un doloroso tributo umano – senza danneggiare il mondo animale.

      Abbiamo visto che, da un punto di vista alimentare, la scelta è sostenibile: e se lo fosse anche da quello medico? Senza contare la sperimentazione dei cosmetici: se permetti, ma chi se ne fotte del rossetto e dell’ombretto, se questo deve essere pagato col dolore di un animale!

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    • sulla cosmesi siamo d’accordissimo: infatti le animaliste truccate mi fanno ridere parecchio!
      sulla medicina il parere medico è concorde: allo stato attuale non è possibile bypassare la sperimentazione sugli animali (che oltretutto è imposta per legge). ciò che adesso si può sintetizzare senza bisogno di animali è passato comunque attraverso un processo che li ha visti coinvolti. il punto è che quando si può evitare questa sperimentazione, la si evita già, ma c’è una disinformazione pazzesca a riguardo. l’articolo che citi, se si limitasse a riportare l’esistenza della legge sull’obiezione di coscienza, sarebbe anche corretto: il “mio” problema è questa foga di voler sostenere una tesi che piace all’autrice (sperimentazione inutile) quando è una notizia falsa. ci sta che in futuro, grazie alle cavie di oggi, si riesca a creare un’alternativa valida agli animali, ma non si può arrivare a questo risultato senza passi intermedi. Senza contare che in genere persone come l’autrice riescono a chiudere gli occhi sul fatto che ogni volta che prendiamo anche solo un’aspirina diventiamo noi stessi parte dello sistema, perchè, di fatto, diamo i nostri soldi ad un’azienda che, con quei soldi, finanzia la sperimentazione… Io credo che in futuro sarà possibile: pensa solo all’insulina, che 20 anni fa era estratta da animali ed ora è sintetizzata in laboratorio, ma allo stato attuale siamo ancora troppo arretrati per un salto simile.

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    • @goldie: magari sono truccate con cosmetici non testati sugli animali…

      Per il fatto di essere parte del sistema che devo dirti, hai ragione, ma i sistemi si possono cambiare anche dall’interno, con una presa di coscienza e una maggiore consapevolezza. Mi ricordo quando non ero ancora contro le pellicce, perché semplicemente non sapevo che ci fosse dietro: per me la pelliccia era un cappotto molto costoso, punto. Per fortuna all’epoca non me la sarei potuta comunque permettere!

      Tu mi chiederai “E non sapevi che erano fatte con pelle di animale?”. Certo che sì, ma è un po’ come i pomodori in barattolo, che uno non se li immagina nel terreno, o il tonno in scatola, che sembra nato così. La via della consapevolezza è un sentiero lungo e tortuoso, e prevede cadute e marce indietro, con ritorni anche frequenti al punto di partenza.

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    • i cosmetici “economici” di certe persone che conoscono non sono di quelli non testati, fidati! come disse il saggio “I know my chickens!” 😀

      la differenza tra pellicce e farmaci, però, mi pare sostanziale: in generale una scelta estetica è mia personale e non tocca la sopravvivenza dei miei simili (pellicce, seta, trucco sono vezzi che dipedono dal mio desiderio di sentirmi phiga!), ma quando ci sono protocolli medici per la salute pubblica, allora va ascoltato il parere di un esperto. La medicina è una materia che si è evoluta e si evolve da millenni, e “tornare al punto di partenza” non è auspicabile per nessuno. Le epidemie debellate, le malattie adesso curabili, i vaccini, non sono pomodori in scatola, e fanno la differenza tra la vita e la morte. Cambiare il sistema in questo caso può voler dire soltanto “continuare con questo fino a quando l’alternativa non sarà praticabile”, perchè adesso alternative non ne esistono e se si decidesse di sterzare sarebbe, almeno per le prossime centinaia di anni, il disastro.

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    • Lo vedi? Dalle cure per le malattie passi ai cosmetici: spostare il discorso è tipico di chi non ha argomenti e sa perfettamente di non averne ma si farebbe ammazzare piuttosto che ammetterlo e arrendersi di fronte all’evidenza. Quanto al fatto che “abbiamo visto” che dal punto di vista alimentare la scelta è sostenibile”, tu e tua figlia lo avete affermato, NON abbiamo visto! O siamo in regime di monarchia assoluta dove cuius regio eius religio?

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    • Allora, tanto per cominciare qui sei in casa di amici, e quindi potresti ogni tanto risparmiarti di essere così aggressiva, secondo poi, nel mio primo intervento ho subito ammesso la mia disinformazione (anche se comincio a pensare che secondo te sia disinformato chiunque non condivida le tue opinioni). Terzo, il fatto che la scelta vegetariana sia sostenibile da un punto di vista alimentare non lo sostengo io, ma abbiamo prove viventi di vegetariani vivi, vegeti, longevi, scienziati, sportivi, etc. etc. e poi, se non erro, la definizione di “scelta sostenibile” la diede proprio Goldie, che sul vegetarianesimo la pensa più come te che come me e mia figlia.

      Quarto, io non mi farei ammazzare piuttosto che arrendermi all’evidenza, non ne avrei neanche nessun interesse, ma certo che mi farei ammazzare prima di dar ragione a qualcuno che la vuole solo perché strilla più forte.

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    • l’ho detto e lo confermo: vegetariano sostenibile (per adulti senza problemi medici), vegano = male!!
      Non pretendo sia verità, ma molti medici lo confermano e io tendo a credere a chi è esperto in materia.

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  9. In questo ” scegliere da quale parte sto” mi metto di fianco a @goldie. Ok, d’accordo, vogliamo essere con la coscienza pulita. Ma poi andiamo a prendere il momendol della nostra mal di testa fregandocene com’è stato creato. O forse abbiamo l’impressione che la sua sperimentazione antidolorifica c’è l’ha certificata un manichino? Poi questa cosa “90% dei farmaci testati su animali che non supera le prove cliniche sull’uomo”. Ma davvero? E chi lo afferma? Dove sono le prove? Chi è che lo ha calcolato cosi precisamente (no 87, e nemmeno 92%, ma giusto giusto 90%). E poi…. se anche fossi cosi? Allora vuol dire che in questo 10% rimasto troviamo il nostro quotidiano “momendol”, o “l’aspirina”, o il paracetamolo dei nostri raffreddori. Ma non solo. Pensiamo alla insulina. Crede qualcuno che avrebbe potuto essere realizzata con “i metodi alternativi”? Che un programma del computer oppure un manichino avrebbe reagito positivamente alla sua iniezione? o che ci avrebbe avvertito per eventuali effetti secondari? Ma scherziamo? Quanti dei nostri cari sono ancora in vita grazie alla piccola pillola presa quotidianamente? Pillole per diabetici, per cardiaci, per problemi di tensione alta (o bassa), etc… etc.
    Ricordiamoci che vari scienziati hanno sperimentato anche su proprio corpo (non sempre positivamente) le sue teorie. Hahnemann, l’ideatore della famosissima omeopatia ha cominciato a sperimentare per prima su di se stesso le sue liquori. Orripilante, no? Louis Pascal, non avrebbe mai scoperto la cura contro la rabbia se non avrebbe avuto delle cavie. Lo faceva su dei conigli. Oggi giorno stiamo tranquilli contro questo morbo grazie alla sua “barbarica” pratica. oggi vediamo sul Discovery chanell i serpenti con i loro veleni micidiali. Ma anche miracolosi dal punto di vista medicale. Wooops…. non ci poniamo pero la domando di come hanno scoperto che un veleno di serpente ha effetti benefici su Alzhaimer, o su la Parkinson? Che sia stata una donazione da parte loro?
    Concludo. E’ facile fare il moralista quando sei al sicuro in un posto calduccio e protetto da qualsiasi minaccia. Vorrei vedere un nostro antenato che avrebbe rifiutato un antibiotico mentre la sua cancrena avanzava inesorabilmente. Oppure una mamma del 800 che avrebbe buttato una pillola di paracetamolo mentre suo figlio delirava del influenza. Gente che avrebbe baciato i piedi a tali “mostruosi” scienziati.

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    • Caro Valentino, non ho sufficienti elementi per risponderti, non sono documentata abbastanza per sapere se è vero che il 90% della sperimentazione (crudele?) su animali è davvero inutile, oppure se senza quella sperimentazione ci sarebbe la strage degli innocenti.

      Io, anche se forse non sono stata capita, ho espresso solo un’opinione (e da parente stretta di gente usata come cavia da laboratorio, sono anche emotivamente coinvolta). Un animale non è una cosa, e anche se, come ha detto qualcuno in un altro post, può essere un errore umanizzarli, credo sia analogo errore considerarli “cose”, inanimati e non senzienti. Credo che non ci sia bisogno di chiarire che non si sta dicendo “Facciamo morire un po’ di bambini per salvare i topi!” ma, necessario o meno che sia, mi fa effetto pensare che un essere vivente – innocente – possa essere giudicato inferiore e come tale gli venga inflitta della sofferenza gratuita.

      Questa mia affermazione, e con questo rispondo a Barbara, in quanto espressione di un mio sentimento, di che prove avrebbe bisogno? Io mi sono totalmente astenuta dal giudicare necessaria o al contrario inutile la sperimentazione sugli animali, e per quanto ritenga ben argomentate le ragioni di Goldie, manca una persona che, sempre da esperta, pronunci la sua arringa sull’altro fronte.

      PS: bentornato!

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  10. Non c’ è di che …. o prima o dopo i conti
    bisogna pur tirarli, senza fretta !
    E qual che sian le favole e i racconti
    l’ ideologia risulta sempre “gretta” !!!
    Quando s’ afferma “che @Hack Margherita
    – che fu vegetariana e fu felice ! –
    l’ esempio fu di rincoglionitezza in vita”,
    c’ è poco da sentir da chi lo dice !
    Meglio mi paion di @Goldie gli argomenti,
    che col buon senso suo lei porta innante,
    poichè di tutti rispetta i sentimenti,
    ed a me piace …. da @Cavalier Errante !!! 😀

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  11. Carissima DM. Come quasi sempre i miei commenti hanno quella (chiamiamola) “passione” che induce l’idea che sarei arrabbiato. Bhe, magari non mi esprimo ancora in un modo “italiano” e riesco a farmi fraintendere. Il tuo articolo da l’impressione (o lo fa) di essere a in sintonia con i “contro la vivisezione”. E ci porti anche argomenti in tal caso. La mia risposta è invece contraria a la “disumanizzazione” di una pratica che ha portato dei benefici infiniti. Non sono d’accordo. Non ho mai detto che i animali sono delle “cose”. Assolutamente. Un cane, un gatto mi fanno sempre tenerezza. Sono belli, sono coccoloni, sono anime. Ho anche io uno. E lo amo tantissimo. Ma se domani servirebbe la sua morte per salvare un malato di cancro, Alzheimer, o Parkinson….. non esiterei. Anche perché…. la sua morte salverebbe – non un solo malato, ma – migliaia. Anche di più. Sono crudele? Si, lo so, ma è anche giusto.
    Ancora una cosa. Per quanto riguarda il diritto di rifiutarsi ad assistere (o partecipare) alle violenze sui animali è giustissimo. Ma a questo punto non si può nemmeno puntare il dito sul fatto di essere scartato da un tale posto di lavoro. Cioè, ipotizzando un fine colloquio….
    “Con tutto il rispetto signora, ma il nostro laboratorio fa delle ricerche su alcuni medicinali. Questo corrisponde a delle prove sperimentali su alcune cavie in vita. Ma lei è contraria a tale pratiche, e ne ha il diritto. A questo punto….a noi, a che cosa servirebbe lei?”
    P.S. Ma noooo….. io sono sempre stato su questo blog. Ed ho letto (quasi) sempre i tuoi articoli. Soltanto che…. se non ho avuto niente da dire…. mi sono accontentato di restare in silenzio. Sopratutto sui problemi famigliari. Del resto….. il mio occhio vigila. Occio eh 🙂

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    • E infatti il problema è nato dopo che mia figlia ha superato il test d’ammissione per Chimica e Tecnologia Farmaceutica, e si è chiesta: e che la faccio a fare dati i miei principi?

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  12. Ho seguito con interesse questa discussione, perché è da un po’ di tempo che sto maturando l’opinione che le violenze dell’uomo sugli animali e sull’ambiente siano soltanto il prologo delle violenze sui propri simili.
    In linea di massima non mi piacciono i “talebani”, in qualsiasi parte si collochino.
    Per anni ho ritenuto che gli estremisti fossero gli animalisti. Poi mi sono accorto che dall’altra parte ce n’erano forse di più, e certamente più potenti.
    Vi sono pareri scientifici che avvallano entrambe le posizioni, di chi ritiene che la sperimentazione sugli animali sia necessaria (entro certi limiti) e di chi ritiene che se ne possa fare a meno (entro certi limiti).
    Il fatto è che i “talebani” di limiti non vogliono sentirne parlare.
    Come ha scritto giustamente Diemme “ognuno è l’animale di qualcun altro”…

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  13. @Aquilanonvedente, se Tu non fossi un rapace ( pericoloso ), t’ abbraccerei ‘stretto stretto’ e ti bacerei …. ehm …. in fronte !!! :mrgreen:
    La Storia, quella vera …. quella scritta col sangue dai Vinti, ci ha insegnato che le ideologie, siano esse laiche o religiose, sono fonti di guerre sanguinarie, feroci, immisericordiose …. e se è vero che ognuno/ognuna di noi è un impasto di razionalità e bestilità, di cieco istinto e conoscenza riflessiva e dubitante, ebbene a mio parere le ideologie sono il segno dalla nostra parte più bestiale ( e più scema ), quella che, “nel nome di dio”, ci fà schiacciare le ragioni degli altri ( possibilmente …. dei più deboli e indifesi ), la stessa che in un ragionamento costruttivo, anzichè ascoltare pacatamente l’ interlocutore cercando di capirne le intenzioni e le motivazioni, ci fà urlare e insultare, e ritenere che TUTTO quello che diciamo noi “è verità sinaica”, “tabula immodificabile consegnataci da dio in persona in guanti di camoscio, mentre TUTTO quello che affermano gli altri ( e possibilmente …. sempre i più deboli, i più indifesi ) è mantra, è inganno, è falsa documentazione, è specchietto per le allodole, è muleta che nasconde l’ espada ….
    Personalmente, e l’ ho scritto innumerevoli volte, all’ Ideologismo ( o laico o religioso o in gonnella o in pantaloni … ) preferisco di gran lunga l’ Ideale, poichè il primo esclude, “divide e impera” ( e sfrutta ignobilmente …. ), il secondo unisce, aiuta …. e rende la vita, sia pure attraverso il sogno, assai più degna, per me, da vivere in pace con me stesso e col mondo !

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  14. Ha il suoi vantaggi leggere i post di Diemme dopo un po’ di tempo e tutti di un fiato: fra l’altro è simpatico vedere i “confronti” con Barbara, e i (più recenti) scambi con Goldie. E il vantaggio principale è che si può sfuggire al “dovere” del commento con il pretesto che ormai è passato tanto tempo… Ma siccome io sono un testone, dico molto sinteticamente la mia: sono d’accordo al 100% con Goldie.
    E, già che ci sono, dico che sono d’accordo al mille per mille con Goldie anche per i suoi interventi sui post sull’università. Sono stato quasi stupito (piacevolmente) di ritrovare in quello che scriveva esattamente il mio pensiero, ma tant’è.

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