Non è vero che sono invincibile, mi rompo in mille pezzi anche io…è solo che ho imparato a non fare rumore. *** Amami quando meno lo merito, che è quando ne ho più bisogno (Catullo) – Non sprecate tempo a cercare gli ostacoli: potrebbero non essercene. Franz Kafka —- Non è ciò che tu sei che ti frena, ma ciò che tu pensi di non essere. Denis Waitley — Non c'è schiaffo più violento di una carezza negata
E’ quel plurale che può montare la testa, perché, quando va bene, si finisce per aver a che fare con una sola donna, con sostantivo singolo o doppio. Tutto il resto rimane teoria, o meglio fantasia!
Fermo restando che convengo sull’atteggiamento più consono da aver con le donne donne, delle quali qualcuna l’ho ben presente, comunque questo sempre in teoria!
Già …. La nostra Matilde è così, ha solo 5 anni ma è donna al 100% …. È affettuosa ma è di una volubilità veramente femminile…. Stiamo cercando di stabilizzarla un po’ ma non è facile!
@Sergio: io direi che quelle sono donne normali, donne una volta sola. Forse sono quelle poco autosufficienti- più mentalmente dipendenti intendo – a essere donne solo a metà.
@aquilanonvedente: strabordamento??? Ma vi siete messi tutti d’accordo per farmi venire i complessi di non sapere l’italiano??? Ma che vòr dì strabordare???? 😯
Ohibò …. @Diemme cara … e la dieta ?!? 😯
Eh …. va a farsi fottere, se continui a scartare ed a mangiare ‘cioccolatini perugina’, leggendone – per giunta ! – gli inverecondi ‘bigliettini’ in essi contenuti !
@cavaliere: una volta pappavo il cioccolatino e del bigliettino non m’importava niente, ora che il bacio perugina mi è interdetto, fammi almeno leggere l’inverecondo bigliettino! 😛
Ma un po’ di autostima in più non è prevista? La Donna Donna racconta le proprie debolezze una sola volta e poi si macera in eterno per paura che il tipo se ne vada? Se ne va per le debolezze di lei, ne siamo sicuri sicuri? In un rapporto la fiducia reciproca è fondamentale e quando non c’è meglio fare una riflessione sui perché e percome. Amale indifese, senza trucco e stropicciate dal sonno. Ok, ci sto. Sulla questione trucco in particolar modo ultimamente sto facendo qualche riflessione. Sarà che il video postato da Barbara tempo fa m’aveva colpita, chi lo sa? Mi sembra che questa donna stia giocando molto in difesa e non so se è opportuno.
@Luisa: dove sta scritto che si macera in eterno per la paura che il tipo se ne vada? Devo decisamente rileggere, avevo avuto l’impressione di una donna un po’ più autosufficiente.
Ero entrata prima e avevo deciso di non commentare, ma non ce la faccio, davvero non ce la faccio a stare zitta di fronte a un simile rigurgito del più becero e disgustoso maschilismo. Qualcuno ha deciso che ci sarebbero le donne e le donne donne? Dopo gli Untermenschen di hitleriana memoria adesso abbiamo le Unterfrauen? E ha deciso quali dovrebbero essere le caratteristiche delle sottodonne e delle superdonne? E noi dovremmo sottoporci all’umiliazione di essere etichettate a quel modo? E gli uomini dovrebbero studiarsi il libretto delle istruzioni? E, a proposito, cosa dice il libretto delle istruzioni delle donne e basta? Si possono prendere a calci in culo? Se uno ha i nervi gli può sputare in faccia? E’ obbligatorio salutarle quando le si incontra? Hanno il diritto di essere considerate appartenenti alla specie umana?
Negativo? No, è semplicemente abominevole. Oltre che delirante: con tutta la buona volontà non riesco a immaginare che un essere anche solo vagamente umano possa identificarsi in quel cumulo di stronzate, banalità, luoghi comuni, frasi fatte, idiozie.
Sì, lo so che tu ti ci diverti, ma io sto proprio male fisicamente a veder ridurre la donna a una simile ammucchiata di beceri luoghi comuni, disumanizzata, bambolinizzata – e a vederti sghignazzare di fronte alle mie manifestazioni di malessere, che a quanto pare vengono prese per pittoresche e folcloristiche.
Barbara, mi dispiace, non è mia intenzione ferirti, ma a volte sembri veramente troppo veemente. Io non sghignazzo di fronte alle tue manifestazioni di malessere, ci mancherebbe, ma pensare che uno scritto come questo possa averle provocate mi lascia perplessa e, magari in maniera maldestra, cerco di sdrammatizzare.
Insomma, si può essere d’accordo o meno, si può identificarsi o meno, si possono ritenere parole degne dei bigliettini nei baci Perugina, ma il sentircisi male non ti sembra troppo?
Poi, non so che immagine abbia tu della “donna”, ma secondo me qualunque immagine è sbagliata, siamo tante, e tanto diverse l’una dall’altra. Possiamo avere in comune la storia, una storia fatta di ingiustizie, soprusi, di sottomissione, possiamo avere in comune la capacità di generare, che gli uomini non hanno, ma racchiudere la donna in una descrizione, che sia becera maschilista oppure le riconosca i meriti e la dignità che le spetta, non ti sembra riduttivo? Una donna ha scritto queste parole, qualcuno le ha apprezzate, io le ho condivise, voi avete espresso ognuno un’opinione, il sentircisi addirittura male, qui, su un blog – e trascurando il fatto che è un blog amico e per di più tenuto da una donna – a te non sembra eccessivo? A me, perdonami Barbara, sì.
Poi, ognuno sa la sua storia e ognuno sa quali siano i suoi bottoncini – io non posso sentir parlare di tante cose che per altri sono innocue! – e nessuno ha il diritto di – né intende – giudicarti per l’effetto che ti producono queste parole, però non posso negare che una reazione così dura mi sembra incomprensibile.
Quale immagine ho io della donna? Assolutamente nessuna, o meglio circa tre miliardi e mezzo. E’ l’autrice di questa stronzata che ne ha una sola, o meglio, che stabilisce quale debba essere l’unica immagine della vera donna – le altre ovviamente non contano – e traccia il ritratto (autoritratto?) di una deficiente psicopatica. E no, in questo campo non ho nervi scoperti: in tutta la mia vita non ho mai avuto la sventura di incontrare quello che evidentemente deve essere l’uomo ideale dell’esimia autrice e che mi abbia trattata – o tentato di trattare – come aspira ad essere trattata lei. Sono semplicemente allergica alla stupidità, e quel testo ne è la quintessenza. Sono allergica alla falsità, e quel testo ne è la quintessenza. Sono allergica alla disumanizzazione, e quel testo ne è la quintessenza. E a scatenarmi la reazione non è il testo: è il vedere una simile spazzatura trattata da perla di saggezza e concentrato di verità. E più cerco di denunciarne l’inconsistenza e la menzogna, più mi vengono incontro risposte divertite e faccine ammiccanti. E mi sembra – ed è qui che arriva la sofferenza – di essere un insetto chiuso in una scatola di vetro che sbatte la testa su tutte le pareti per tentare di uscire e il pubblico intorno piegato in due dal ridere. (E questo sì, quello del divertimento provocato dalla propria sofferenza, questo sì è un nervo scoperto).
Sui tre miliardi e mezzo di donne differenti siamo d’accordo, sul divertimento che provocherebbe (o addirittura che MI provocherebbe la tua sofferenza) davvero no.
La tua reazione a quel testo mi è sembrata – mi sembra – troppo violenta, e se minimizzarla con faccine etc è stato un ostacolo al dialogo (Gordon docet), si può al massimo parlare d’ingenuità da parte mia, non certo di godimento dell’altrui dolore.
Recapitolando, tacciare il pensiero di una donna – romantico, pseudoromatico, sedicente romantico – di “inconsistenza e menzogna”, scagliarsi contro questo pensiero con la foga con cui tu l’hai fatto, al di là di tutto a me continua a sembrare eccessivo, e non è la prima volta che un tuo giudizio mi sembra eccessivo.
D’altra parte, può darsi pure che sbagli io: per me se uno non mi saluta è perché non mi ha visto, se la migliore amica non m’invita al suo matrimonio aveva i suoi buoni motivi, ho addirittura definito “una persona perbene” l’insultatore telefonico…. indubbiamente, per tante cose siamo diverse, il che nulla toglie alla sorellanza: come si suol dire, la madre che li fa li fa di tutti i colori.
Ma basta con quest’idea sdolcinata della donna donna, tutta da amare rinunciando a capirla. La donna è da amare per quel che di lei capiamo (magari sbagliando), non perché è un bell’enigma ammantato di debolezza e fragilità.
Quanto al “prendere”, lasciamo perdere. Da che mondo è mondo è la donna che decide se e quando farsi prendere e da chi. O no?
Enrico, sono andata su quel blog per avvisare la blogger che il suo pensiero è stato riportato qui, ma non mi fa accedere senza account google, che non possiedo.
Qualcuno dei miei lettori ce l’ha e vuole riportare là a mio nome questo commento?
“Anch’io l’ho postato ignorando che fosse tuo (ma certo non me ne sono attribuita la paternità, ci mancherebbe, ho solo copiato un’immagine da fb, postata da RobaDaDonne).
Parbleu, ragazze!
Devo essere tanto in là con gli anni che questo post non mi scatena minimamente la voglia di dire la mia, come il precedente, al quale invece temo che non contribuiò più, come pensavo e volevo: passato il momento ( non avevo tempo di farlo a caldo ) adesso mi sembra tutto inutile, velleitario, aleatorio.. trascurabile, insomma.
O superfluo, che è decisamente peggio.
In tante/i ben più scafati e autorevoli avete espresso idee e pareri potenti: io passo.
Può darsi che, rileggendo in seguito, decida altrimenti, ma per ora mi limito a prendere atto, leggendo semmai altri post, densi e profondi, o spassosi.. grazie!
Beh, oddio, io vorrei anche essere capita dal mio uomo… amate e basta allora è chiaro che si prendono la più bòna, la più bambola, tanto, non capire per non capire, almeno si rifanno gli occhi (glielo stiamo dicendo noi di non capire, e quindi prescindere dalla sostanza).
Diemme, secondo me non è il caso di insistere sulla questione, coinvolgendo anche l’autrice che, dai commenti che avrai letto, ha raccolto nel suo blog un consenso unanime se non entusiastico.
Io l’account Google l’avrei, ma mi fermerei qui.
Pubblicità—–Aggiungo questa volta il link al mio blog in caso tu o altri volessero leggere il mio ultimo post, dopo mesi e mesi di silenzio—–Pubblicità
@Amica: a lato trovi la tendina con le categorie, magari ti possono aiutare nella ricerca. Altrimenti, in una delle pagine che trovi in alto, puoi andare su quella intitolata “Un post a caso” che proporrà dei miei post proposti automaticamente dal sistema.
“Perché si vergognano delle proprie debolezze e dopo avertele raccontate, si tormenteranno, in un’agonia lenta e silenziosa… vedranno le tue spalle voltarsi e i tuoi passi allontanarsi.” Non mi è piaciuto nemmeno che si dica che lui non deve nemmeno provare a capirle deve prenderle e amarle e basta. Ma cosa ama se della propria donna non ha capito un accidente? Ama l’idea che si è fatto di lei che non corrisponde al vero? E ci credo che poi quando lei gli racconta qualcosa prende e se ne va. Magari pensa pure di essere stato “truffato”. Io forse spero in un rapporto che non avrà riscontro nella realtà ma dal mio compagno vorrei essere capita e apprezzata, vorrei che il rapporto fosse solido, fatto di fiducia reciproca in modo tale che se espongo le mie fragilità non debba temere niente. Poi chiaramente non mi aspetto una comprensione totale come non sono in grado di offrirla, ma almeno una buona approssimazione si.
@Luisa: anch’io la penso così. In fondo, voglio un uomo che mi ami perché sono io, e come potrebbe farlo senza aver capito di me un accidente? Oddio, conoscendomi, potrei pure pensare come potrebbe amarmi dopo avermi invece capito, ma questo è un altro discorso, e basta co’ ‘sti autogol! 😉
Vorrei solo fare una piccola osservazione, e cioè che, secondo me, le fragilità non vanno esposte, non devono far parte di una confessione, ma traspaiono efficacemente dal comportamento che si ha.
E non sono neppure caratteristiche da considerare a priori negative: possono anzi essere motivo di amore e di attaccamento, perché rendono più umano, più amorevolmente proteggibile e bisogno di vicinanza, il partner.
Quindi io credo sia meglio fidarsi di ciò che si percepisce, piuttosto che attendere la confessione rivelatrice… le parole non sanno raccontare così chiaramente quanto sono capaci di fare i comportamenti, i modi, le reazioni.
Io non credo che tutte le fragilità traspaiano, a volte noi stessi non sappiamo quali siano le nostre fragilità, i nostri punti più deboli e più dolorosi.
Penso che quando si parla con una persona cara della quale ci si fida, e a maggior ragione se è il proprio compagno, sia naturale aprire il proprio cuore e poi quello che viene fuori, coi suoi modi e tempi, viene fuori. Bisogna ricordarsi che si sta parlando di aprire il cuore e non una scatoletta di tonno alla quale basta sollevare la linguetta, tirare e trovi tutto a vista. Con le persone non funziona così. Un po’ viene raccontato, un po’ s’intuisce, molto s’osserva e s’ascolta, se si possiede la sensibilità e l’elasticità mentale di non fermarsi all’ovvio. In questo spero 🙂
@Luisa: deliziosa la tua immagine, “si sta parlando di aprire il cuore e non una scatoletta di tonno”. Poi ci sono persone che i fatti loro te li spiattellano così (ma non più di tanto, non credere), e altre per cui arrivare alla confidenza è un enormo dono di fiducia che fanno all’altro.
Il mio “non più di tanto” si riferisce al fatto che ognuno ha una sfera intima che difende, ci sono persone che potrebbero andare in giro nude e fare l’amore in pubblico ma non ti parlerebbero mai del loro orsacchiotto di peluche e di quanto per loro sia importante.
La persona che ci capisce davvero? L’uomo che ci capisce davvero? Io sto continuando ad aspettarlo… 😉
@Diemme cara … quante volte mi sono affacciato su tuo consiglio, o su consiglio della tua indimenticabile pronipote, in certi encomiabili blog che Tu ritenevi interessanti ???
L’ ho fatto anche questa volta : sono andato a leggermi, attentamente, il post di quella @bloggheressa autrice delle ormai note ( o invereconde ? ) riflessioni sulla ‘donna semplice’ e sulla ‘donna al quadrato’, e mi sono letto anche i commenti ( non molti per la verità e tutti femminili …. ) e le risposte “modestissime” di costei ai commenti ….
Ebbene, ora debbo chiedere sinceramente scusa ai bigliettini dei baci perugina ! 😐
Infatti, di fronte ai pensieri del post ( e dei commenti e dei controcommenti … ), le generiche e superficiali frasette espresse nei bigliettini dei cari, deliziosi e gustosi baci perugina, mi sono apparse degne, per profondità di riflessione e originalità, di @Kant e della sua Critica alla ragion pura !
Avessi potuto disporre dell’ account giusto per accedere al blog …. non avrei mancato di far avere all’ autrice ( da una lettrice paragonata …. ehm …. addirittura ad @Alda Merini 😯 ) il mio più sentito, più sincero, più sbigottito e più disinteressato … OHIBO’ !
Ma che vi è preso oggi a tutti quanti??? Affermazioni veramente becere – tipo quelle razziste di chi vuole gli immigrati vestiti da lepri o conigli che siano per esercitarsi a sparare – non hanno riscosso tanto sdegno.
L’autrice, secondo voi, ha formulato un pensiero sdolcinato, cui sono state date risposte sdolcinate? E allora? Opperbacco, oppofferbacco, perdindirindina e sacripante!
NB: per la precisione, io non ho consigliato nessun blog, neanche sapevo che esistesse quel blog, l’ha rintracciato Enrico: io, su fb, ho visto pubblicata quest’immagine e l’ho riproposta qui, punto.
Oh cielo !
Le mie tenere riflessioni …. me le definisci “becere” o …. ehm …. addirittura “razziste” ?!? 😯
Mah …. che strano comportamento il tuo, e che ingeneroso giudizio su noi poveri uomini, a cui piace la donna in quanto tale, coi suoi pregi ( tantissimi ) ed i suoi difetti ( pochi ), insomma la donna al netto dell’ elevamento al quadrato o dell’ estrazione di radice o della riduzione ai minimi termini !
Ed io che paventavo che …. ehm …. quelle riflessioni sulla donna …. ehm …. le avessi scritte proprio Tu in un momento fatale … ehm … alla ragione !!!
Ommioddio che paura …. mi avevi fatto prendere !
Ma, come disse l’ oste al cliente che lo pagava ‘pronta cassa’, TUTTO E’ BENE QUEL CHE FINISCE BENE !!!
Diemme, posso dire che mi sei parsa un tantino… “ingenua” a invitare qui l’autrice del post, già in base a ciò che di aspramente critico (poi rincarato) era stato scritto in proposito?
E’ un po’ come invitare qualcuno in casa propria o nel proprio giardino, e poi accoglierlo bersagliandolo con uova o pesci non proprio freschissimi.
Per quanto mi riguarda, faccio “mea culpa” per aver indicato il link del blog, però diciamo che… sarebbe assai meglio che l’interessata non si avventurasse da queste parti: le persone si possono offendere, possono rimanerci male…. e arrivare a questo risultato non è comunque un esito felice per la discussione.
@Enrico, hai ragione, ma quando ho lanciato l’invito la discussione non aveva ancora preso questa piega: i nostri amici oramai hanno lasciato il link, mica lo possono riprendere indietro!
E’ imbarazzante, ma arrivata a questo punto che posso fare? Oscurare il post?
Io spero – anzi, sono sicura – che Antonia sia abbastanza in gamba da far fronte alle critiche, abbastanza forte e sicura delle sue idee da ignorarle queste critiche, al massimo fare qualche riflessione.
Come mi sentirei io se fossi nei suoi panni? Ebbene sì, lo ammetto, penserei “Ma questa mi ha chiamato per farmi beccare gli insulti?”, poi capirei la situazione. Antonia ha espresso un suo pensiero, secondo me l’ha espresso in maniera poetica, altrimenti non mi avrebbe colpito e non l’avrei ripubblicato, poi le cose sono andate come sono andate.
Il momento in cui ho voluto lasciare il messaggio, mi era sembrato solo un atto dovuto per rispetto alla paternità dello scritto ed ora… il dado è tratto!
L’ha ribloggato su In fondo al cuore e ha commentato:
A ME PIACIUTO MOLTO….E NON CI HO TROVATO DAVVERO NULLA DI COSI’ OFFENSIVO O DISSACRANTE, TUTT’ALTRO, CERTO E’ CHE TUTTO DIPENDE DAL “COME” SI VUOLE LEGGERE QUESTO PENSIERO…..COME IN OGNI COSA OGNUNO DA LA SUA LIBERA INTERPRETAZIONE…..
DA: http://ilrumoredeisilenzi.blogspot.it/2012/11/donne-al-quadrato.html
Questa frase iniziale mi disturba: “Le devi prendere e basta” …ecco il resto è stato condizionato da questo…e il parere ne ha risentito.
Poi insomma se hai voluto ironizzare, ben venga!
Nel linguaggio colloquiale “prendere” viene spesso usato come sinonimo di “accettare” o “considerare”: “prendi le mie parole per il verso giusto”, “è un tipo bizzarro, prendilo per quello che è”, “è merca da battaglia, prendila per tale”, etc. etc.
Ho letto e riletto il testo, e anche i commenti sia qui, che di là nel blog dell’autrice. Devo dire che a me non sembra svilente nei confronti delle donne. Semmai è la distinzione fra donne e donne- donne che non capisco. Perché in fondo ognuna di noi è così e anche l’opposto di così senza per questo essere meno donna delle altre. Ma penso che questo testo vada letto per come è stato scritto, un testo poetico e romantico, una visione delle donne nei loro momenti di fragilità, che per fortuna non sono poi così frequenti. E l’ultima frase restituisce ciò che prima è stato tolto, ovvero la grinta e l’orgoglio (sanno bastare a se stesse). E’ un po’ simile al testo di Enrico Ruggeri per Fiorella Mannoia “Quello che le donne non dicono” io lo trovo struggente, non so voi. Ma ormai mi conoscete, io sono romantica. Probabilmente sarò una mosca bianca ma la fortuna ha voluto che che non abbia mai dovuto soffrire per amore e che mi capitasse al fianco un uomo uomo, di quelli come si deve.
Capisco che ciò che per una persona è gratificante per un’altra possa essere offensivo, ma non bisogna esagerare. Anche il canto più melodioso di un uccello può risultare urticante se lo si sente alle tre la notte, tutto è relativo a questo mondo…
Grazie per il tuo intervento, intenso e puntuale: insomma, di quelli di cui direi “Ma perché non l’ho scritto io?”. Per quanto riguarda le donne e le donne-donne, io l’ho inteso come donne più facili da interpretare e donne più chiuse e complesse, ma non per questo meno capaci di amare o con meno da dare, anzi.
Ho amato particolarmente le frasi “Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte”, perché è un tributo all’animo di queste persone, alla loro intelligenza, al loro cuore, alla loro storia – senza nulla togliere alle altre, che non è che automaticamente siano il contrario – e poi quel sottolineare che sanno bastare a se stesse: perché sia chiaro, chi ama per bisogno non sarà mai un compagno o una compagna ottimale come chi ti ama senza bisogno, semplicemente perché sei tu.
Caspita quanti commenti interessanti e sorprendenti, qualcuno oggettivamente eccessivo. Io, da maschietto, mi sono emozionato leggendo questa “poesia” e credo di avere colto un semplice insegnamento: non si conosce mai abbastanza la donna che si ama, e la si ama solo se si continua a provare la profonda esigenza di conoscerla sempre di più, certo anche osservandola stropicciata mentre dorme, con l’emozione nella pancia… Ma forse idealizzo troppo.
E’ quel plurale che può montare la testa, perché, quando va bene, si finisce per aver a che fare con una sola donna, con sostantivo singolo o doppio. Tutto il resto rimane teoria, o meglio fantasia!
Fermo restando che convengo sull’atteggiamento più consono da aver con le donne donne, delle quali qualcuna l’ho ben presente, comunque questo sempre in teoria!
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Già …. La nostra Matilde è così, ha solo 5 anni ma è donna al 100% …. È affettuosa ma è di una volubilità veramente femminile…. Stiamo cercando di stabilizzarla un po’ ma non è facile!
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@michele: e perché mai “stabilizzare” una creativa? Probabilmente l’instabilità – nel senso buono del termine – è la sua peculiarità e la sua forza.
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Si ma non hai idea. A volte ti ama e dopo 5 minuti ti odia!
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Focosa volubile la pargola, decisamente passionale! 😉
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@Sergio: io direi che quelle sono donne normali, donne una volta sola. Forse sono quelle poco autosufficienti- più mentalmente dipendenti intendo – a essere donne solo a metà.
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E che è questo strabordamento?
Abbiamo preso un colpo di sole?
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@aquilanonvedente: strabordamento??? Ma vi siete messi tutti d’accordo per farmi venire i complessi di non sapere l’italiano??? Ma che vòr dì strabordare???? 😯
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sì ma così si scoprono tutti i segreti! 😉
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@Silvia: eh eh, hai letto, Enrico ha rintracciato l’autrice, andiamo da lei a protestare per aver scoperto i nostri altarini! 😉
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e sì….bisogna proprio! 😉
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Ohibò …. @Diemme cara … e la dieta ?!? 😯
Eh …. va a farsi fottere, se continui a scartare ed a mangiare ‘cioccolatini perugina’, leggendone – per giunta ! – gli inverecondi ‘bigliettini’ in essi contenuti !
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@cavaliere: una volta pappavo il cioccolatino e del bigliettino non m’importava niente, ora che il bacio perugina mi è interdetto, fammi almeno leggere l’inverecondo bigliettino! 😛
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Ma chi ha scritto questa cosa?
Spero per le donne che nessuna si identifichi con la descrizione di cui sopra.. 😉
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@Enrico: forse io mi ci identifico, devo rileggerlo meglio però: sconvolto?
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Il problema non è capirle, è prenderle e basta. 😦
E poi, tutto ciò appare pericoloso perché gli uomini uomini possono avanzare uguali pretese.
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@marisa: uomini uomini? Esistono? Credo che la percentuale sia talmente bassa che il rischio sia ridotto davvero all’osso 😆
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Ma un po’ di autostima in più non è prevista? La Donna Donna racconta le proprie debolezze una sola volta e poi si macera in eterno per paura che il tipo se ne vada? Se ne va per le debolezze di lei, ne siamo sicuri sicuri? In un rapporto la fiducia reciproca è fondamentale e quando non c’è meglio fare una riflessione sui perché e percome. Amale indifese, senza trucco e stropicciate dal sonno. Ok, ci sto. Sulla questione trucco in particolar modo ultimamente sto facendo qualche riflessione. Sarà che il video postato da Barbara tempo fa m’aveva colpita, chi lo sa? Mi sembra che questa donna stia giocando molto in difesa e non so se è opportuno.
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@Luisa: dove sta scritto che si macera in eterno per la paura che il tipo se ne vada? Devo decisamente rileggere, avevo avuto l’impressione di una donna un po’ più autosufficiente.
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Ero entrata prima e avevo deciso di non commentare, ma non ce la faccio, davvero non ce la faccio a stare zitta di fronte a un simile rigurgito del più becero e disgustoso maschilismo. Qualcuno ha deciso che ci sarebbero le donne e le donne donne? Dopo gli Untermenschen di hitleriana memoria adesso abbiamo le Unterfrauen? E ha deciso quali dovrebbero essere le caratteristiche delle sottodonne e delle superdonne? E noi dovremmo sottoporci all’umiliazione di essere etichettate a quel modo? E gli uomini dovrebbero studiarsi il libretto delle istruzioni? E, a proposito, cosa dice il libretto delle istruzioni delle donne e basta? Si possono prendere a calci in culo? Se uno ha i nervi gli può sputare in faccia? E’ obbligatorio salutarle quando le si incontra? Hanno il diritto di essere considerate appartenenti alla specie umana?
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@Barbara: dai, Enrico ci ha dato l’opportunità di trasmettere le nostre proteste direttamente all’autrice dello scritto.
(Però io tutto ‘sto negativo non ce lo vedo, e non per fare la Pollyanna della situazione!)
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Negativo? No, è semplicemente abominevole. Oltre che delirante: con tutta la buona volontà non riesco a immaginare che un essere anche solo vagamente umano possa identificarsi in quel cumulo di stronzate, banalità, luoghi comuni, frasi fatte, idiozie.
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@Barbara, sei vagamente folkloristica. Se non ci fossi bisognerebbe inventarti, certe tue manifestazioni di disprezzo ormai fanno parte del mito.
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Ti sbagli, non è disprezzo: è schifo e orrore.
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Ah, beh, mi pareva! 😆
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Sì, lo so che tu ti ci diverti, ma io sto proprio male fisicamente a veder ridurre la donna a una simile ammucchiata di beceri luoghi comuni, disumanizzata, bambolinizzata – e a vederti sghignazzare di fronte alle mie manifestazioni di malessere, che a quanto pare vengono prese per pittoresche e folcloristiche.
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Barbara, mi dispiace, non è mia intenzione ferirti, ma a volte sembri veramente troppo veemente. Io non sghignazzo di fronte alle tue manifestazioni di malessere, ci mancherebbe, ma pensare che uno scritto come questo possa averle provocate mi lascia perplessa e, magari in maniera maldestra, cerco di sdrammatizzare.
Insomma, si può essere d’accordo o meno, si può identificarsi o meno, si possono ritenere parole degne dei bigliettini nei baci Perugina, ma il sentircisi male non ti sembra troppo?
Poi, non so che immagine abbia tu della “donna”, ma secondo me qualunque immagine è sbagliata, siamo tante, e tanto diverse l’una dall’altra. Possiamo avere in comune la storia, una storia fatta di ingiustizie, soprusi, di sottomissione, possiamo avere in comune la capacità di generare, che gli uomini non hanno, ma racchiudere la donna in una descrizione, che sia becera maschilista oppure le riconosca i meriti e la dignità che le spetta, non ti sembra riduttivo? Una donna ha scritto queste parole, qualcuno le ha apprezzate, io le ho condivise, voi avete espresso ognuno un’opinione, il sentircisi addirittura male, qui, su un blog – e trascurando il fatto che è un blog amico e per di più tenuto da una donna – a te non sembra eccessivo? A me, perdonami Barbara, sì.
Poi, ognuno sa la sua storia e ognuno sa quali siano i suoi bottoncini – io non posso sentir parlare di tante cose che per altri sono innocue! – e nessuno ha il diritto di – né intende – giudicarti per l’effetto che ti producono queste parole, però non posso negare che una reazione così dura mi sembra incomprensibile.
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Quale immagine ho io della donna? Assolutamente nessuna, o meglio circa tre miliardi e mezzo. E’ l’autrice di questa stronzata che ne ha una sola, o meglio, che stabilisce quale debba essere l’unica immagine della vera donna – le altre ovviamente non contano – e traccia il ritratto (autoritratto?) di una deficiente psicopatica. E no, in questo campo non ho nervi scoperti: in tutta la mia vita non ho mai avuto la sventura di incontrare quello che evidentemente deve essere l’uomo ideale dell’esimia autrice e che mi abbia trattata – o tentato di trattare – come aspira ad essere trattata lei. Sono semplicemente allergica alla stupidità, e quel testo ne è la quintessenza. Sono allergica alla falsità, e quel testo ne è la quintessenza. Sono allergica alla disumanizzazione, e quel testo ne è la quintessenza. E a scatenarmi la reazione non è il testo: è il vedere una simile spazzatura trattata da perla di saggezza e concentrato di verità. E più cerco di denunciarne l’inconsistenza e la menzogna, più mi vengono incontro risposte divertite e faccine ammiccanti. E mi sembra – ed è qui che arriva la sofferenza – di essere un insetto chiuso in una scatola di vetro che sbatte la testa su tutte le pareti per tentare di uscire e il pubblico intorno piegato in due dal ridere. (E questo sì, quello del divertimento provocato dalla propria sofferenza, questo sì è un nervo scoperto).
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Sui tre miliardi e mezzo di donne differenti siamo d’accordo, sul divertimento che provocherebbe (o addirittura che MI provocherebbe la tua sofferenza) davvero no.
La tua reazione a quel testo mi è sembrata – mi sembra – troppo violenta, e se minimizzarla con faccine etc è stato un ostacolo al dialogo (Gordon docet), si può al massimo parlare d’ingenuità da parte mia, non certo di godimento dell’altrui dolore.
Recapitolando, tacciare il pensiero di una donna – romantico, pseudoromatico, sedicente romantico – di “inconsistenza e menzogna”, scagliarsi contro questo pensiero con la foga con cui tu l’hai fatto, al di là di tutto a me continua a sembrare eccessivo, e non è la prima volta che un tuo giudizio mi sembra eccessivo.
D’altra parte, può darsi pure che sbagli io: per me se uno non mi saluta è perché non mi ha visto, se la migliore amica non m’invita al suo matrimonio aveva i suoi buoni motivi, ho addirittura definito “una persona perbene” l’insultatore telefonico…. indubbiamente, per tante cose siamo diverse, il che nulla toglie alla sorellanza: come si suol dire, la madre che li fa li fa di tutti i colori.
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Ma basta con quest’idea sdolcinata della donna donna, tutta da amare rinunciando a capirla. La donna è da amare per quel che di lei capiamo (magari sbagliando), non perché è un bell’enigma ammantato di debolezza e fragilità.
Quanto al “prendere”, lasciamo perdere. Da che mondo è mondo è la donna che decide se e quando farsi prendere e da chi. O no?
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@Frz40: mah! Noi magari possiamo pure decidere, e poi dall’altra parte troviamo qualcuno o disinteressato, o magari solo un po’ duro di comprendonio 😉
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E’ possibile. I maschi non brillano per comprendonio, ma ciò non toglie che sia la donna a decidere.
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In ogni modo, il pezzo della donna donna, si direbbe scritto da una donna…
http://ilrumoredeisilenzi.blogspot.it/2012/11/donne-al-quadrato.html
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Enrico, sono andata su quel blog per avvisare la blogger che il suo pensiero è stato riportato qui, ma non mi fa accedere senza account google, che non possiedo.
Qualcuno dei miei lettori ce l’ha e vuole riportare là a mio nome questo commento?
“Anch’io l’ho postato ignorando che fosse tuo (ma certo non me ne sono attribuita la paternità, ci mancherebbe, ho solo copiato un’immagine da fb, postata da RobaDaDonne).
Se ti fa piacere leggere la discussione che ne è scaturita, siamo qui: https://donnaemadre.wordpress.com/2013/08/12/donne-donne/ ”
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Le ho lasciato il tuo commento a tuo nome 🙂
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Grazie! 🙂
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Parbleu, ragazze!
Devo essere tanto in là con gli anni che questo post non mi scatena minimamente la voglia di dire la mia, come il precedente, al quale invece temo che non contribuiò più, come pensavo e volevo: passato il momento ( non avevo tempo di farlo a caldo ) adesso mi sembra tutto inutile, velleitario, aleatorio.. trascurabile, insomma.
O superfluo, che è decisamente peggio.
In tante/i ben più scafati e autorevoli avete espresso idee e pareri potenti: io passo.
Può darsi che, rileggendo in seguito, decida altrimenti, ma per ora mi limito a prendere atto, leggendo semmai altri post, densi e profondi, o spassosi.. grazie!
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le donne non vanno capite vanno amate e basta….sai che forse anche io mi indentifico in queste?…….ciao un bacione cara
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Beh, oddio, io vorrei anche essere capita dal mio uomo… amate e basta allora è chiaro che si prendono la più bòna, la più bambola, tanto, non capire per non capire, almeno si rifanno gli occhi (glielo stiamo dicendo noi di non capire, e quindi prescindere dalla sostanza).
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Diemme, secondo me non è il caso di insistere sulla questione, coinvolgendo anche l’autrice che, dai commenti che avrai letto, ha raccolto nel suo blog un consenso unanime se non entusiastico.
Io l’account Google l’avrei, ma mi fermerei qui.
Pubblicità—–Aggiungo questa volta il link al mio blog in caso tu o altri volessero leggere il mio ultimo post, dopo mesi e mesi di silenzio—–Pubblicità
😉
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@Enrico: beh, alea iacta est, come avrai letto oramai Silvia l’ha postato a mio nome 😉
Corro a leggerti, e bentornato anche nel tuo di blog! 🙂
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@Amica: a lato trovi la tendina con le categorie, magari ti possono aiutare nella ricerca. Altrimenti, in una delle pagine che trovi in alto, puoi andare su quella intitolata “Un post a caso” che proporrà dei miei post proposti automaticamente dal sistema.
Spero ne trovi di tuo gusto! 🙂
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**contribuiRò!
( Immancabile errore di battuta.. ) 😦
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…da cui nessuno di noi è immune 😉
Ti aspettiamo sui prossimi post allora!
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Veramente io non vedo alcun nuovo commento a “Donne al Quadrato”.
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Magari è in moderazione, è agosto, forse la blogger è in vacanza.
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“Perché si vergognano delle proprie debolezze e dopo avertele raccontate, si tormenteranno, in un’agonia lenta e silenziosa… vedranno le tue spalle voltarsi e i tuoi passi allontanarsi.” Non mi è piaciuto nemmeno che si dica che lui non deve nemmeno provare a capirle deve prenderle e amarle e basta. Ma cosa ama se della propria donna non ha capito un accidente? Ama l’idea che si è fatto di lei che non corrisponde al vero? E ci credo che poi quando lei gli racconta qualcosa prende e se ne va. Magari pensa pure di essere stato “truffato”. Io forse spero in un rapporto che non avrà riscontro nella realtà ma dal mio compagno vorrei essere capita e apprezzata, vorrei che il rapporto fosse solido, fatto di fiducia reciproca in modo tale che se espongo le mie fragilità non debba temere niente. Poi chiaramente non mi aspetto una comprensione totale come non sono in grado di offrirla, ma almeno una buona approssimazione si.
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@Luisa: anch’io la penso così. In fondo, voglio un uomo che mi ami perché sono io, e come potrebbe farlo senza aver capito di me un accidente? Oddio, conoscendomi, potrei pure pensare come potrebbe amarmi dopo avermi invece capito, ma questo è un altro discorso, e basta co’ ‘sti autogol! 😉
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Vorrei solo fare una piccola osservazione, e cioè che, secondo me, le fragilità non vanno esposte, non devono far parte di una confessione, ma traspaiono efficacemente dal comportamento che si ha.
E non sono neppure caratteristiche da considerare a priori negative: possono anzi essere motivo di amore e di attaccamento, perché rendono più umano, più amorevolmente proteggibile e bisogno di vicinanza, il partner.
Quindi io credo sia meglio fidarsi di ciò che si percepisce, piuttosto che attendere la confessione rivelatrice… le parole non sanno raccontare così chiaramente quanto sono capaci di fare i comportamenti, i modi, le reazioni.
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Io non credo che tutte le fragilità traspaiano, a volte noi stessi non sappiamo quali siano le nostre fragilità, i nostri punti più deboli e più dolorosi.
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Penso che quando si parla con una persona cara della quale ci si fida, e a maggior ragione se è il proprio compagno, sia naturale aprire il proprio cuore e poi quello che viene fuori, coi suoi modi e tempi, viene fuori. Bisogna ricordarsi che si sta parlando di aprire il cuore e non una scatoletta di tonno alla quale basta sollevare la linguetta, tirare e trovi tutto a vista. Con le persone non funziona così. Un po’ viene raccontato, un po’ s’intuisce, molto s’osserva e s’ascolta, se si possiede la sensibilità e l’elasticità mentale di non fermarsi all’ovvio. In questo spero 🙂
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@Luisa: deliziosa la tua immagine, “si sta parlando di aprire il cuore e non una scatoletta di tonno”. Poi ci sono persone che i fatti loro te li spiattellano così (ma non più di tanto, non credere), e altre per cui arrivare alla confidenza è un enormo dono di fiducia che fanno all’altro.
Il mio “non più di tanto” si riferisce al fatto che ognuno ha una sfera intima che difende, ci sono persone che potrebbero andare in giro nude e fare l’amore in pubblico ma non ti parlerebbero mai del loro orsacchiotto di peluche e di quanto per loro sia importante.
La persona che ci capisce davvero? L’uomo che ci capisce davvero? Io sto continuando ad aspettarlo… 😉
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Sarà fatto! 😉
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Grazie! Penso che in realtà sia stato già fatto, anche se la blogger probabilmente – a quanto ho letto – è in vacanza e ancora non ha potuto moderare.
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@Diemme cara … quante volte mi sono affacciato su tuo consiglio, o su consiglio della tua indimenticabile pronipote, in certi encomiabili blog che Tu ritenevi interessanti ???
L’ ho fatto anche questa volta : sono andato a leggermi, attentamente, il post di quella @bloggheressa autrice delle ormai note ( o invereconde ? ) riflessioni sulla ‘donna semplice’ e sulla ‘donna al quadrato’, e mi sono letto anche i commenti ( non molti per la verità e tutti femminili …. ) e le risposte “modestissime” di costei ai commenti ….
Ebbene, ora debbo chiedere sinceramente scusa ai bigliettini dei baci perugina ! 😐
Infatti, di fronte ai pensieri del post ( e dei commenti e dei controcommenti … ), le generiche e superficiali frasette espresse nei bigliettini dei cari, deliziosi e gustosi baci perugina, mi sono apparse degne, per profondità di riflessione e originalità, di @Kant e della sua Critica alla ragion pura !
Avessi potuto disporre dell’ account giusto per accedere al blog …. non avrei mancato di far avere all’ autrice ( da una lettrice paragonata …. ehm …. addirittura ad @Alda Merini 😯 ) il mio più sentito, più sincero, più sbigottito e più disinteressato … OHIBO’ !
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Ma che vi è preso oggi a tutti quanti??? Affermazioni veramente becere – tipo quelle razziste di chi vuole gli immigrati vestiti da lepri o conigli che siano per esercitarsi a sparare – non hanno riscosso tanto sdegno.
L’autrice, secondo voi, ha formulato un pensiero sdolcinato, cui sono state date risposte sdolcinate? E allora? Opperbacco, oppofferbacco, perdindirindina e sacripante!
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E a proposito di comportamenti beceri, questa non la sapevo, Borghezio che sale su un treno per buttare disinfettante addosso agli immigrati!!!
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NB: per la precisione, io non ho consigliato nessun blog, neanche sapevo che esistesse quel blog, l’ha rintracciato Enrico: io, su fb, ho visto pubblicata quest’immagine e l’ho riproposta qui, punto.
Semmai, di blog, ti proporrei questo, lo trovo stupendo: http://studiahumanitatispaideia.wordpress.com/
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Oh cielo !
Le mie tenere riflessioni …. me le definisci “becere” o …. ehm …. addirittura “razziste” ?!? 😯
Mah …. che strano comportamento il tuo, e che ingeneroso giudizio su noi poveri uomini, a cui piace la donna in quanto tale, coi suoi pregi ( tantissimi ) ed i suoi difetti ( pochi ), insomma la donna al netto dell’ elevamento al quadrato o dell’ estrazione di radice o della riduzione ai minimi termini !
Ed io che paventavo che …. ehm …. quelle riflessioni sulla donna …. ehm …. le avessi scritte proprio Tu in un momento fatale … ehm … alla ragione !!!
Ommioddio che paura …. mi avevi fatto prendere !
Ma, come disse l’ oste al cliente che lo pagava ‘pronta cassa’, TUTTO E’ BENE QUEL CHE FINISCE BENE !!!
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Ma quando mai ho definito becere e razziste le tue osservazioni??? Ma non è che stiamo su “Scherzi a parte”???
Oggi proprio non vi capisco tutti quanti… 😯
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Diemme, posso dire che mi sei parsa un tantino… “ingenua” a invitare qui l’autrice del post, già in base a ciò che di aspramente critico (poi rincarato) era stato scritto in proposito?
E’ un po’ come invitare qualcuno in casa propria o nel proprio giardino, e poi accoglierlo bersagliandolo con uova o pesci non proprio freschissimi.
Per quanto mi riguarda, faccio “mea culpa” per aver indicato il link del blog, però diciamo che… sarebbe assai meglio che l’interessata non si avventurasse da queste parti: le persone si possono offendere, possono rimanerci male…. e arrivare a questo risultato non è comunque un esito felice per la discussione.
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@Enrico, hai ragione, ma quando ho lanciato l’invito la discussione non aveva ancora preso questa piega: i nostri amici oramai hanno lasciato il link, mica lo possono riprendere indietro!
E’ imbarazzante, ma arrivata a questo punto che posso fare? Oscurare il post?
Io spero – anzi, sono sicura – che Antonia sia abbastanza in gamba da far fronte alle critiche, abbastanza forte e sicura delle sue idee da ignorarle queste critiche, al massimo fare qualche riflessione.
Come mi sentirei io se fossi nei suoi panni? Ebbene sì, lo ammetto, penserei “Ma questa mi ha chiamato per farmi beccare gli insulti?”, poi capirei la situazione. Antonia ha espresso un suo pensiero, secondo me l’ha espresso in maniera poetica, altrimenti non mi avrebbe colpito e non l’avrei ripubblicato, poi le cose sono andate come sono andate.
Il momento in cui ho voluto lasciare il messaggio, mi era sembrato solo un atto dovuto per rispetto alla paternità dello scritto ed ora… il dado è tratto!
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L’ha ribloggato su In fondo al cuore e ha commentato:
A ME PIACIUTO MOLTO….E NON CI HO TROVATO DAVVERO NULLA DI COSI’ OFFENSIVO O DISSACRANTE, TUTT’ALTRO, CERTO E’ CHE TUTTO DIPENDE DAL “COME” SI VUOLE LEGGERE QUESTO PENSIERO…..COME IN OGNI COSA OGNUNO DA LA SUA LIBERA INTERPRETAZIONE…..
DA: http://ilrumoredeisilenzi.blogspot.it/2012/11/donne-al-quadrato.html
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Grazia @Silvia, sei molto cara. ♥
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Questa frase iniziale mi disturba: “Le devi prendere e basta” …ecco il resto è stato condizionato da questo…e il parere ne ha risentito.
Poi insomma se hai voluto ironizzare, ben venga!
buona giornata
.marta
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@tramedipensieri: magari “prendere” sta per “accettare”, non per prendere con la forza a mo’ di stupro!
A questo punto però sono curiosa di conoscere il parere di Antonia su tutta la discussione che è scaturita dal suo scritto.
Buona giornata a te! 🙂
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Le parole sono importanti.
Prendere e accettare non possono avere lo stesso significato…soprattutto su questo tema.
Buona giornata anche a te!
ciao
.marta
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Nel linguaggio colloquiale “prendere” viene spesso usato come sinonimo di “accettare” o “considerare”: “prendi le mie parole per il verso giusto”, “è un tipo bizzarro, prendilo per quello che è”, “è merca da battaglia, prendila per tale”, etc. etc.
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Capito, grazie….
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PS: Scusa ma chi è Antonia? Non leggo commenti con questo nome…
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Antonia è l’autrice dello scritto, che trovi nel link sia indicato da Enrico che riportato nel commento di reblog di Silvia.
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Si, ok…poi ho visto
grazie
🙂
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Ho letto e riletto il testo, e anche i commenti sia qui, che di là nel blog dell’autrice. Devo dire che a me non sembra svilente nei confronti delle donne. Semmai è la distinzione fra donne e donne- donne che non capisco. Perché in fondo ognuna di noi è così e anche l’opposto di così senza per questo essere meno donna delle altre. Ma penso che questo testo vada letto per come è stato scritto, un testo poetico e romantico, una visione delle donne nei loro momenti di fragilità, che per fortuna non sono poi così frequenti. E l’ultima frase restituisce ciò che prima è stato tolto, ovvero la grinta e l’orgoglio (sanno bastare a se stesse). E’ un po’ simile al testo di Enrico Ruggeri per Fiorella Mannoia “Quello che le donne non dicono” io lo trovo struggente, non so voi. Ma ormai mi conoscete, io sono romantica. Probabilmente sarò una mosca bianca ma la fortuna ha voluto che che non abbia mai dovuto soffrire per amore e che mi capitasse al fianco un uomo uomo, di quelli come si deve.
Capisco che ciò che per una persona è gratificante per un’altra possa essere offensivo, ma non bisogna esagerare. Anche il canto più melodioso di un uccello può risultare urticante se lo si sente alle tre la notte, tutto è relativo a questo mondo…
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Grazie per il tuo intervento, intenso e puntuale: insomma, di quelli di cui direi “Ma perché non l’ho scritto io?”. Per quanto riguarda le donne e le donne-donne, io l’ho inteso come donne più facili da interpretare e donne più chiuse e complesse, ma non per questo meno capaci di amare o con meno da dare, anzi.
Ho amato particolarmente le frasi “Amale vestite, che a spogliarsi son brave tutte”, perché è un tributo all’animo di queste persone, alla loro intelligenza, al loro cuore, alla loro storia – senza nulla togliere alle altre, che non è che automaticamente siano il contrario – e poi quel sottolineare che sanno bastare a se stesse: perché sia chiaro, chi ama per bisogno non sarà mai un compagno o una compagna ottimale come chi ti ama senza bisogno, semplicemente perché sei tu.
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Caspita quanti commenti interessanti e sorprendenti, qualcuno oggettivamente eccessivo. Io, da maschietto, mi sono emozionato leggendo questa “poesia” e credo di avere colto un semplice insegnamento: non si conosce mai abbastanza la donna che si ama, e la si ama solo se si continua a provare la profonda esigenza di conoscerla sempre di più, certo anche osservandola stropicciata mentre dorme, con l’emozione nella pancia… Ma forse idealizzo troppo.
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Eh eh, attento, io a furia di idealizzare l’amore mi sono ritrovata da sola!!!
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