
Non preoccuparti delle persone del tuo passato: vi è una ragione per cui non sono arrivate fino al tuo futuro
(NB: fotomontaggio gentilmente creato da Arthur per questo blog, per festeggiare il compliblog 2011)
Dunque, giorni fa, mi sembra sabato scorso, ero a pranzo da alcuni amici, uno dei quali blogger come me, gli altri “laici” 😉
Discutendo di questo mondo, una signora tra gli ospiti manifestava la sua perplessità relativamente a questo mondo, e la menava con la solita storia che di persona è un’altra cosa, e la voce, e la gestualità, e parappappappappà, e che lei ha bisogno la gente di guardarla negli occhi, che dietro uno schermo uno si nasconde…
Nel virtuale, insisteva, uno ti può dire che è alto biondo con gli occhi azzurri e miliardario mentre è basso tozzo orbo e disoccupato. Cerco di spiegarle meglio il contesto, qui non stiamo in chat a rimorchiare, qui parliamo di idee, e di come uno è fisicamente, il suo stato civile, quanti soldi ha in banca, francamente, “nun ce ne po’ frega’ de meno”.
Le spiegavo che anzi, qui è più facile che le persone si manifestino per quello che sono (come giustamente ha sostenuto lo Splendido, “sono anime senza pelle i blogger”). Ho cercato di spiegarle meglio la situazione attraverso le parole azzeccatissime di un altra persona che addirittura qui ha trovato moglie “Nella realtà, prima ci si vede e poi, semmai, ci si conosce. Qui, prima ci si conosce e poi, semmai, ci si vede”, ed è per questo che le persone incontrate qui sono, secondo me, più vere, sbottonate, prive di sovrastrutture e atteggiamenti di difesa.
Lei insisteva, e io sono andata avanti a raccontarle che ho incontrato dal vivo tante persone conosciute sul blog e non mi hanno mai riservato alcuna sorpresa anzi, considerando quanto fu magico il primo incontro (con un vecchio “gruppo famiglia” che si era formato, tra cui quattro – me compresa – delle persone presenti nell’immagine riportata qui sopra), quasi quasi mi dispiace che incontrarsi sia diventato così normale e privo di sorprese: niente, avete presente la strega Nocciola che cerca di convincere Pippo?
Poi si è passato a parlare di altro, di fenomeni sociali, gente schizzata, inaffidabile, negativamente sorprendente, e mi raccontava di quello che le era stato riferito di un raduno rave: gente che si faceva di cocaina, che si metteva poi davanti alle casse perché – a quanto pare – le vibrazioni di quella musica pazzesca fanno aumentare lo sballo, tirano la mattina tra droghe e alcol, la domenica stanno schiantati a letto a smaltire, e poi il lunedì una doccia e via, magari in banca in giacca e cravatta o, peggio ancora, col camice bianco in ospedale a curare la gente e operare.
Non ho potuto fare a meno di commentare: “E quelli li guardi in faccia, giusto? E vedendoli dietro uno sportello della banca o in ospedale col camice bianco capisce perfettamente chi sono e che vita fanno, è così?”.