Frasi (banali, scontate, impropriamente usate e abusate) cui sono cordialmente allergica

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1) Non si può giudicare.

2) Il torto e la ragione stanno sempre nel mezzo.

3) Non è sempre così (ma va?).

4) Non si può generalizzare.

5) Non esistono solo il bianco e il nero, ci sono tante sfumature di grigio.

ma al momento the winner is:

6) Siamo fatti della stessa materia di cui son fatti i sogni.

Quello che voglio dire è che non c’è nulla di sbagliato in queste espressioni (a parte la seconda, che è perlomeno espressa male), ma l’uso continuo e scriteriato che se ne fa, l’averle fatte diventare tutte acritici tormentoni a rendermele indigeste!

E voi, ci sono frasi – evidentemente ritenute tanto sagge o poetiche da fare chic in società – di cui avete piene le tasche?

104 thoughts on “Frasi (banali, scontate, impropriamente usate e abusate) cui sono cordialmente allergica

  1. “A mio modesto/modestissimo/umile/umilissimo parere”: ma come, sai perfettamente che la tua opinione non vale mezza cicca sputacchiata e hai la spudoratezza di venirmela a proporre?! Ma come diavolo ti permetti?
    PS: “piuttosto che”, più che un tormentone, un’espressione banale, una frase fatta, è un brutto errore di italiano.

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    • IMHO: hai ragione Barbara, insopportabile. Solo sai com’è, qui “la nostra cultura” dice che devi piangere il morto e fregare il vivo, presentarti con la pelle d’agnello, essere buonista, pacifinto, non razzista e assolutamente umile.

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    • Ottimo! Questa comunque fa il paio con “Come lei ben sa”, che è una di quelle frasi che m’ispirano il raptus omicida (e adesso non stare lì a vedere che il mio raptus omicida ha l’ispirazione facile.. 😛 ).

      A proposito Barbara, oggi è sabato, e quindi, Shabbat! (lo so che mi hai capito, e so che tu sai che sono pessima…. 😉 ).

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    • Sì, di shabbat è vietato uccidere, quindi i raptus omicidi vanno tenuti a freno, mentre altre attività sono non solo permesse ma anche consigliate.
      Mi è venuto in mente che anch’io mi sono occupata di queste cose: per chi ha tempo e voglia si trovano nella sezione “L cose mie”, sulla destra del mio blog, nel capitolo “parole malate”. Fondamentali, come sempre, i commenti (raccomando in particolare il commento 11 del quarto post).

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    • @minimetal: in effetti, non ho capito perché dovrebbe essere un complimento sembrare un uomo, e non ho capito perché per noi sarebbe più facile ottenere qualcosa: al contrario, per le donne c’è quello che chiamano, mi sembra, il tetto di cristallo, che taglia alle donne la possibilità di salire ai vertici. Se poi invece per donne intendono zoccole, beh, basta il nostro panorama politico (soprattutto quello di berlusconiana memoria) per dimostrarci che non hanno tutti i torti, però si risparmino di metterci davanti il “voi”, perché la maggior parte delle donne si fa la propria strada rimboccandosi le maniche, e certi epiteti proprio non se li merita!

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    • Ti dirò, il “voi donne” è insopportabile, ma quando poi trovo in giro interminabili pipponi a suon di noi donne siamo così, noi donne siamo colà, che mi fanno venire, solo a vedere la prima frase, virulentissimi attacchi di orticaria, non vedo come si possano criticare gli uomini, dal momento che non fanno altro che adeguarsi.

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    • Beh, ogni volta che si dice “voi”+ categoria non può che essere un’affermazione a dir poco, per usare un eufemismo, “altamente imprecisa”, ma se parliamo del “voi donne”, considerando che si riferisce a tre miliardi e mezzo, quattro miliardi di persone, che si tratti di una boiata (ma quanto sono educata!) è abbastanza palese.

      “Noi donne”, oltre che una boiata è spesso un autogol: e poi, “noi donne” che? Neanche se si aggiungesse “partoriamo figli” o “abbiamo l’utero” sarebbe vero, figuriamoci per una qualsivoglia caratteristica comportamentale!

      (barbara, criticare gli uomini va sempre bene, con o senza diritto 😛 )

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    • @barbara: ora vado a leggere il tuo articolo, ma non disprezzare chi parla di “noi ebrei”, che io da loro ho imparato cose di me che non avrei mai immaginato, e anche riguardo i miei familiari: davvero, cose che neanche loro sapevano o avrebbero mai immaginato.

      Lode a chi parla di “noi ebrei” illuminandoci su ciò che siamo e che spesso ignoriamo.

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    • @Barbara: bellissimo articolo (quella della tetta al silicone poi mi ha fatto sganasciare) ma, se permetti, noi ebrei con quell’articolo c’entriamo poco (o i docenti dei corsi d’aggiornamento erano ebrei? 😆 ).

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    • @Michele: oddio, mi sa che la fiera dei fiori col bunga bunga c’entri poco… a meno che noi sia associazione d’idee tra il mettete dei fiori nei vostri cannoni, fate l’amore non la guerra, fate l’amore coi vostri cannoni, mettete i vostri cannoni nei nostri fiori … insomma, bunga bunga!!! 😆

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  2. io continuo la mia strenua battaglia contro l’uso improprio del “piuttosto che” ma temo che sarà impossibile. Quando lo sento dire mi viene una voglia irrefrenabile di mollare un ceffone. Mi prudono veramente le dita. e lo so, prima o poi prenderò per il collo l’interlocutore che avrò di fronte

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    • Io ti porterò le arance in prigione, rigorosamente con dentro la lima.

      Potrei anche prendermi assumermi davanti alla legge parte delle responsabilità, preferisco qualche giorno di gattabuia piuttosto che sentire ancora usare piuttosto che come disgiuntiva!!!

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    • @Rachel: un mio amico, cattolico convinto e praticante, s’indigna per l’uso superficiale e improprio del verbo adorare: si adora il Signore, sostiente, punto. Ciò premesso, io “adoro” ammetto che lo uso, ma sempre seguito dall’eventuale oggetto di adorazione e, sinceramente, finora non mi è mai capitato di sentirlo così, appeso in aria, (a parte la pubblicità del profumo “J’adore”): in effetti, solo soletto, suona davvero male!

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    • @Maria: perché io no? Ci stanno facendo il lavaggio del cervello, io quando leggo libri sulla lingua italiana mi rendo conto di essermi davvero imbarbarita. Pensa che mia figlia, maturanda al liceo classico, non sono non si è scandalizzata per il “piuttosto che”, ma l’ha difeso, citando persino la lingua di Dante Alighieri, che all’epoca, valutata con questi parametri, era davvero di bassa lega.

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    • I nostri bimbi invece aihme parlano in italiano con la grammatica tedesca, ossia con i verbi alla fine o gli aggettivi prima dei nomi (la piccola macchina, la nera scarpa) … Per fortuna questa estate saremo 5 settimane nel bel paese, spero recuperino un po’

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    • Appunto sembrano tutti dei piccoli yoda! Quando riesco voglio guardarmi guerre stellari in tedesco , doppieranno yoda come noi in italiano parliamo? “Purtroppo” qui in krukkonia abbiamo 6 settimane di ferie e devo farle

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    • Capisco. Sei settimane di ferie devono essere una sofferenza incredibile. Qui a Diemmelandia capiamo il tuo problema e siamo disposti anche a prendercene parzialmente carico: aiutarti possiamo, sì.

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    • Si sto raccogliendo un po’ di cose e ci faccio un articolo … Tema anche questo banale : qui in Cermania si prende di più, la vita costa meno , ci sono più ferie e quesi tutti hanno 35 ore a settimana … Come si dice nel bolognese da dove vengo : c’è qualcosa che tragia (qualcosa che si impiglia da qualche parte facendo un rumore sinistro)

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    • Non ne volevo fare pubblicità , volevamo fare un’esperienza all’estero e siamo qui. Ci sono pregi e difetti in ogni stato. Quello che volevo rimarcare nel commento sopra è che in Europa con la stessa moneta ci sono davvero stranezze!

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    • I giovani d’oggi non hanno voglia di far niente/non hanno educazione/pensano solo a divertirsi (che a questa gente vorrei far conoscere un po’ di giovani che fanno volontariato nei centri sociali, tanto per dirne una!)

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  3. “lasciami dire” (detto ogni tre minuti per sottolineare l’importanza di quello che sta per dire) … ma se stai parlando da due ore e ancora non ho proferito mezza parola … non ti è sorto il dubbio che già lo sto facendo!!! dillo e famola finita! 😉

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  4. E degli anglicismi, ne vogliamo parlare? Una volta ho fatto un post sulla lochescion, ma poi l’election day, lo spending review, il week-end, il cult, il must, il pulp, il rendering, il briefing, il party, la fiction, lo slum, il training… come se in italiano le parole non ci fossero!

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  5. « Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita. » William Shakespeare, ” La tempesta” (non sarà mai un tormentone anche a risentirlo mille volte)

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  6. Ti leggo spesso, talmente spesso che posso dire cara Diemme, per come ti sento amica attraverso i tuoi post.
    E’ come leggere una rivista talmente è svariata la tematica che affronti nei tuoi post ,ma soprattutto è la tua capacità di metterti in gioco che mi piace e che trovo stimolante per me ma anche, sono sicura, per i tuoi lettori.
    Mi unisco ai numerosi tuoi amici e sostenitori e ti lascio la mia frase saggia: Domani è un altro giorno….perché è davvero così!
    Complimenti ancora per il tuo blog e non smettere!

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    • @Ely: ma quanto mi piacciono i lurker che fanno outing!

      Tranquilla, non ho nessuna intenzione di smettere e… “Domani è un altro giorno” non potrà mai essere una frase banale (a meno che non venga pronunciata subito dopo la mezzanotte :mrgreen:).

      Grazie per i complimenti e per la tua amicizia ma… mettermi in gioco io? Una convintona della mia fatta? No, dai, non posso credere di averlo fatto davvero! 😉

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  7. Concordo pienamente con te, certi frasi fatte non le sopporto neppure io!
    Per mia esperienza e per andare più sullo specifico, a me sta proprio sulle scatole sentir parlare di efficienza ed efficacia a proposito di tutto quel che si pensa per far meglio, sono termini che ti trovi dappertutto, che nessuno riesce a dir la stessa cosa con altre parole!
    In ambito sportivo, specie ultimamente, per definire il modo di diventare più ambiziosi nei risultati, non si parla d’altro che di alzare l’asticella e di questo si riempiono la bocca in continuazione i giornalisti che commentano nelle varie trasmissioni di calciomercato.
    Meno male che sono passati di moda i lacci e lacciuoli, anche se resiste il quant’altro, per dire genericamente, senza definire meglio.
    Mi ricordo in un discorso di aver addirittura contorto la frase pur di non usare termini e frasi fatte, che proprio non sopporto, perché segno di una pochezza espressiva, sicuramente di persona che i libri, se li ha, servono per far arredamento!
    Mi sono un po’ sfogato, certo che mi capisci, dimostrandolo soprattutto nella qualità di quel che scrivi! Cia carissima, scusami se non ho letto tutti i commenti che mi hanno preceduto!

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    • Mi fa piacere di averti dato l’occasione per sfogarti, ogni tanto bisogna pure cantarle chiare, ché qui mi sembra che subiamo tutto troppo passivamente. Da parte mia capisco che invece a volte, invece di cercare di girarci intorno come fai tu, casco nelle frasi fatte e mi dispiace davvero, perché l’impoverimento della lingua è u attimo.

      Se puoi, torna a leggerli i commenti, sono interessanti! 🙂

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    • Per restare nell’ambito giornalistico, abbiamo dovuto digerire tonnellate di cronache di un/una XYZ annunciato/a, di madri di tutte le KWJ, di curve/montagne/nebbie killer, di cauti ottimismi… Naturalmente anche al giornalismo ho dedicato solerte attenzione (“post speciali”, “braccia rubate all’agricoltura”)

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    • @Barbara: ah, sì, c’è anche il fatto che certi termini se ne portano appiccicati sempre altri, e pare non esistano altri aggettivi: ci hai fatto caso che il personale è sempre “altamente qualificato”, le tecniche sono sempre “innovative” etc. etc.?

      Allo stesso modo la tragedia è sempre annunciata (mai prevedibile), “madri di tutte le kwj”, mai causa, l’ottimismo è sempre cauto, mai che ci si esponga sul serio, qui siamo saggi e ci andiamo coi piedi di piombo.

      Però io, al contrario di te, al giornalismo non ho dedicato nessuna attenzione: francamente, non la merita.

      Al massimo il mio cordoglio.

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    • E l’eroina è sempre purissima, e il bambino/la bambina morto/a era sempre solare – oltre che il più amato della classe, ovviamente, e il caldo è sempre tropicale e il freddo polare, anche se sono 30° d’estate e 0° d’inverno, e le indagini sono sempre a 360° (e quelle sono mercuriali, altro che tropicali o equatoriali!)…

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    • Da Wikipedia: “A mezzogiorno sull’equatore di Mercurio possiamo trovare una temperatura di 400°C, temperatura sufficiente a fondere lo stagno e il piombo”.
      Sì, il condizionale è d’obbligo: se io avrei studiata di più, oggi fossi più imparata.

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    • No scusa, il condizionale è d’obbligo ma il congiuntivo non si usa più, e quindi, cara mia, tu non fossi più imparata neanche se avresti studiato! 😛

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  8. Quelle che hai citato sono insopportabili banalizzazioni di concetti molto più “profondi”.
    Per esempio il numero 1) “non si può giudicare” andrebbe tradotto in “Prima di giudicare bisogna valutare attentamente se si possiedono tutte le informazioni del caso. E se non si possiedono bisogna chiedersene il motivo” ecc.
    Il numero 2) “il torto e la ragione stanno sempre nel mezzo” andrebbe tradotto con “E’ molto raro che il torto e la ragione – cioè, in estrema sintesi, il bene e il male – stiano soltanto da una parte sola”.

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    • @aquila: le parole hanno un senso, se “andrebbe tradotto” allora traduciamo, perché il concetto espresso nella tua interpretazione è secondo me giusto e condivisibile, ma il modo in cui viene comunemente espresso è decisamente furviante.

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  9. @Aquilanonvedente : sei una grande Persona …. un uomo che non smette mai di esercitare il “buon senso” e l’ onestà delle riflessioni, qualunque sia il contesto e il luogo ! 😀
    Non è la prima volta che scrivo questo su di te ?!?
    Mi ripeto ?!?
    Beh …. repetita juvant ! :mrgreen:

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    • @pani: ma dai, nì è una sintesi, non è vero che è o sì o no, è un po’ sì e un po’ no, perché non esistono solo il bianco e il nero, non si può generalizzare e la verità sta nel mezzo: nì è l’abito perfetto, adatto a tutte le stagioni. Sono stata chiara? Nì? Si evince l’ironia? Nì? 😛

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    • Sì e no, a volte lo sopporto, a volte no. Non lo sopporto quando è l’unica risposta, come la storia del bianco e del nero, non è che io non riconosca e non accetti il grigio, ma non mi sta bene un mondo tutto grigio, in cui il bianco e il nero siano stati del tutto eliminati (ma tu lo ricordi il gioco del sì, del no, del bianco e del nero?)

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    • @Scruty: questo però già rientra nei modi di dire, indipendentemente dal significato letterale. Poi, secondo me, non significa “nel dubbio” ma “per tenermi al sicuro”, almeno così mi suona.

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