I panni troppo stretti degli altri

maialino fascia stretta

Forse una delle frasi – avete presente le  famose pillole di saggezza? – che mi ha fatto più pensare è stata questa: “Provate a mettervi nei panni degli altri: ci state stretti? Beh, provate a pensare che, forse, ci stanno stretti anche loro”.

A volte noi non accettiamo le persone, ma quello che non sappiamo è che forse neanche loro si accettano, forse anche loro detestano quegli atteggiamenti e quel loro modo di essere che stanno tanto sull’anima a noi.

Ecco, diciamo che io, sul blog, per principio di lavoro non parlo.

E diciamo pure che ogni regola, però, ha la sua eccezione.

Ve la ricordate la persona con cui discussi in ufficio? Beh, il cerchio le si sta stringendo intorno, certo non a causa mia, ma semplicemente perché, essendo così, lo è con tutti, e i nodi alla fine vengono al pettine.

Qualcuno la terra bruciata che s’è fatta intorno la chiama mobbing, ma a me non pare che quello che sta succedendo possa minimamente somigliare a uno scenario del genere: semplicemente, nessuno sente il bisogno della sua amicizia.

Per il resto, massimo rispetto per ruolo e professione: lo chiamate mobbing?

38 thoughts on “I panni troppo stretti degli altri

    • @Dupont: è esattamente quello che penso io. Considera che la collaborazione lavorativa è regolare, è solo il rapporto amicale ad essere precipitato.

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    • @Lutring: su una parola buona da te ci si può sempre contare eh!

      Fare mobbing, per me, è un omicidio, e i mobber passivi ne sono complici, figurati se farei mai una cosa del genere. Semplicemente, a nessuno va di raccontare a lei i casi propri e così, pure se dobbiamo raccontare che abbiamo preparato una torta la domenica o che nostro figlio di qua e di là, non ci sentiamo a nostro agio in sua presenza; la comunicazione è limitata alla questioni lavorative, ma qui con molta esaustività e correttezza.

      Insomma, se a casa tua – sto dicendo per esempio – tua moglie, che hai tradito e corcato di botte, si “limita” a lavare, stirare, cucinare, e se le chiedi “Mi passi il sale?” te lo passa pure, non puoi pretendere di più. Se aspetti che la sera ti accolga festosa e ti butti le bracci al collo, e magari si faccia pure trovare col completino sexy bella ammiccante e desiderosa… beh, credo che tu stia pretendendo troppo.

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  1. Sto notando anch’io che alla fine chiunque ha ciò che davvero si merita su questa terra senza esclusioni e dare la responsabilità agli altri è inutile; se se l’è cercata purtroppo il mobbing è opera sua, non dei colleghi.

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    • Dire che se l’è cercata è dire poco. Si è accanita contro tutti, ha alzato muri con tutti, ha gettato palate di fango addosso a gente che davvero non se lo meritava, non solo per capacità, competenza e professionalità, ma anche per amicizia e affetto (assai mal riposti) nei suoi confronti.

      Sai com’è, oltre all’effetto butterfly, nella vita c’è pure l’effetto boomerang…

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  2. Ovvio che non è mobbing. Ma perlomeno per quanto riguarda l’amicizia e le confidenze, siamo liberi di scegliere chi più ci aggrada! E se questa persona non attira le simpatie altrui, i motivi ci saranno eccome…

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    • Hai presente “Ogni parola che dici potrà essere usata contro di te”? E poi, contro di noi, già vengono usati persino i pensieri e la gestualità!

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  3. @Diemme: per non parlare dell’effetto incudine o Spada di Damocle; il tuo errore se ne sta lì buono buono aspettando di calarti addosso pesantemente e senza possibilità di fuga. Eh, sì… 😦

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    • Ma pagare il prezzo dei propri errori è anche un’opportunità, un’occasione di catarsi e di rinascita. Io credo, siccome questa è una persona intelligente (molto: mille problemi caratteriali ma sulla sua intelligenza non si discute), potrà anche, dal disagio che sta provando oggi, trovare la forza e gli strumenti per cambiare davvero e per risolvere questi e tutti gli altri problemi causati da questa sua rigidità.

      Io glielo auguro, tutti meritiamo un’occasione per cambiare.

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  4. @Diemme: io non volevo dire niente di meno, però la botta quando arriva fa molto, molto male o.o e a volte è sufficiente (dovrebbe forse è meglio dire). Sì glielo auguro anch’io, perché ho in famiglia una persona che ha appena ricevuto l’incudine in testa. È dimagrito dallo stress ma non è cambiato di una virgola… (purtroppo)

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  5. La tua collega è una che semina zizzania. Tutto il gelo che sta raccogliendo attorno a sé s’è data da fare per crearlo. Io dubito che possa servirle da lezione. A limite s’incattivisce ancora di più.

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    • @Luisa: è un modo per definire una teoria secondo la quale un avvenimento minimo, come ad esempio il battito d’ali di una farfalla, può avere delle conseguenze enormi, addirittura cambiare i destini del mondo.

      Io ne accenno appena qui, in fondo all’articolo, riportando quest’episodio:

      alla figura di Fleming e alla scoperta dell’azione della penicillina è legata una bellissima storia: pare che il padre di A.Fleming abbia salvato la vita ad un ragazzo, figlio di un lord inglese: questi, per ricambiare, fece studiare suo figlio Alexander, fino a permettergli di diventare il grande medico e batteriologo che fu: lo stesso ragazzo, salvato da Fleming padre, da adulto si ammalò di polmonite, e fu solo grazie alla scoperta della penicillina che poté nuovamente salvarsi; …se poi pensiamo che la persona in questione, salvata prima da Fleming padre e poi da Fleming figlio, era Winston Churchill…possiamo parlare di karma o di ‘butterfly effect’?

      Ho trovato anche questo video, ma non posso dirti se è interessante perché, come al solito, qui non ho l’audio, e ho potuto solo leggere le poche righe di presentazione sotto il video. Magari dammelo tu un ritorno! 🙂

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  6. Mentre leggevo la spiegazione dell’effetto farfalla m’è venuta la pelle d’oca, però l’ho capita e ora dovrebbe rimanermi in mente.
    Il video porta un altro esempio ma rende comunque l’idea. L’effetto su un bosco di una sigaretta e di un legnetto internamente mangiato dai coleotteri. Un disastro enorme.

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  7. Guarda che quella di Churchill e Fleming è una leggenda – tra l’altro la malattia di Churchill era un’infezione da virus, che con la penicillina non si cura. Ce ne sono anche diverse altre di storielle edificanti analoghe col personaggio che presta aiuto a uno sconosciuto che però non è uno qualsiasi ecc. ecc.

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    • @Barbara: ma tu sei spoetizzante, mi distruggi i miti!

      Guarda però, che anche se questo non fosse/non è vero, io personalmente te ne potrei raccontare decine di episodi in cui un piccolo gesto ha avuto grandi conseguenze, episodi di cui sono stata personalmente testimone.

      Non te li racconto perché le conseguenze sono state tutte catastrofi

      emoticon_crying

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    • Tutti conosciamo storie di piccoli gesti con grandi conseguenze, quindi per crederci non c’è bisogno di inventare favole (a smentire la leggenda, oltretutto, è stato Fleming in persona: http://en.wikipedia.org/wiki/Alexander_Fleming), così come per sensibilizzare sul pericolo del guidare ubriachi non c’è bisogno di fabbricare una c…orazzata Potiomkin pazzesca come quella del Mamma sono uscita con amici (http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/2008/06/04/mamma_sono_uscita_con_amici.html) o, per sensibilizzare sulla Shoah, una puttanata come quella della bambina nella tasca del cappotto.
      (Distruggere i miti sì, è la mia missione. Un amico è andato in crisi quando gli ho smontato la storia della gente che mangia il cervello di scimmia viva, con la scimmia accucciata sotto il tavolo sul quale è stato praticato un foro e con una sega le hanno tolto la calotta del cranio e lei se ne sta lì buona buona a lasciarsi scucchiaiare il cervello dai commensali seduti intorno al tavolo, e milioni di persone se la bevono e vanno a raccontare inorriditi della crudeltà della gente che fa queste mostruosità a una povera scimmia)

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    • @Francesco: è vero pure che negli uffici ci sono corsi e ricorsi, ci sono mode che passano e ritornano…

      Chi ha parlato di mobbing credo non sappia che cosa sia davvero (che poi, dal basso, difficile fare mobbing, o “bossing” – questo semmai era quello che faceva lei).

      Benvenuto, appena posso passo a leggerti con un po’ di calma!

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  8. Ricordo un po’ vagamente ciò che hai raccontato al riguardo di questa persona, ma quello che aggiungi ora mi pare del tutto in linea e quindi il naturale sviluppo, che non mi pare affatto mobbing!
    Conosco indirettamente ma sopratutto direttamente, e pure ci vivo, ambiti nei quali capita che i rapporti interpersonali risentano dell’effetto deleterio di persone che non sanno rapportarsi, che non hanno capito che l’equilibrio sta anche nel dare, e non solo nel pretendere e nel ritenersi superiori.
    Se non ci arrivano da sole, queste persone saranno destinate, o a patire e sopportare l’effetto negativo che hanno provocato, oppure a cercare il modo di cambiare ambiente, magari per finire nell’infettare pure quello!
    Però ci sono anche le persone che sono rispettose e sanno favorire la concordia dove si trovano, che non godono a vendicarsi e che riescono pure ad aver il cuore grande per lanciare una scialuppa di salvataggio a chi si meriterebbe di affogare.
    Se la lezione è stata compresa, questa potrebbe risultare un’azione non dovuta, ma meritoria!
    Un bacione carissima amica mia, serena giornata!

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    • @Sergio: tu non hai idee di quante scialuppe di salvataggio le siano state lanciate, ma purtroppo non basta. Sembra apprezzare il gesto, e dopo un po’ ricomincia, perché lei è così, e a mio avviso non basta una scialuppa di salvataggio per venirne fuori.

      Dovrebbe mettersi seriamente in discussione, ma non è proprio in grado di farlo: al momento, a quanto mi risulta, sta continuando a buttare palate di letame addosso a tutti, per dimostrare che il fallimento nella gestione dell’incarico a lei affidato è colpa nostra, team ostile e non collaborativo.

      Insomma, hai presente quando un insegnante che ha TUTTA la classe che va male vuole sostenere che sia solpa degli studenti? Ma, a chi la sente, sorgerà qualche dubbio?

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    • Non credo che ci arriverà… oggi faceva tanto la carina, ma non è quello il punto. Oramai sappiamo che, per quanto galantuomo sia Jekyll, Mr. Hide alberga in lei, pronto a saltar fuori all’improvviso e a mietere vittime.

      Forse le servirebbe un aiuto, ma non dai colleghi…

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