Nell’interesse supremo del minore

Ieri, di “Chi l’ha visto?”, ho sentito solo il titolo del servizio che sarebbe andato in onda.

Oggi ho letto qualche notizia in rete, e sono assolutamente sconvolta, come ogni volta che si parla di figli sottratti al genitore (o ai genitori), come ogni volta che si parla di violenza fisica e psicologica, soprattutto nei confronti di un minore, come ogni volta che si parla di abusi da parte delle forze dell’ordine, che io continuo a immaginare romanticamente come cavalieri senza macchia e senza paura al servizio del cittadino, come ogni volta che la gente resta impotente di fronte a un fatto che la coglie di sorpresa, ed è più grande di lei.

Un bambino, un bambino di dieci anni, prelevato con la forza pubblica dalla scuola e portato via peggio che se si trattasse del peggiore criminale, è un individuo che ne rimarrà segnato per sempre.

Alla faccia del supremo interesse del minore,  e delle forme più discrete e adeguate al caso prescritte nell’ordinanza.

Qui trovate il video integrale, ma guardatelo subito che, se poco poco conosco i miei polli, in capo a qualche giorno non si troverà più:

Video integrale bimbo prelevato a scuola.

E se questo bambino da grande metterà bombe nei luoghi del potere, che nessuno si stupisca.

NB: notare la chicca finale “Io sono l’ispettore di polizia e lei non è nessuno”:

Chi è d’accordo a manifestare la protesta contro il metodo utilizzato può rebloggare questo post. Mi farebbe piacere, anche se certo l’episodio non sta passando inosservato, che la voce dei blogger si alzasse unanime, come già avvenuto in altre circostanze.

140 thoughts on “Nell’interesse supremo del minore

  1. Posso dirti che non ho mai, o quasi, creduto a tutto quell’interesse supremo verso il minore.
    Ma che strano, dove si dovrebbe intervenire, si lascia correre, e dove invece si può trovare una mediazione pacifica tutto cade in un immenso errore che poi non si cancella.
    In questo caso ( non ho guardato il video perché non reggo certe scene) la colpa è delle assistenti sociali. La do a loro , e soltanto a loro perché sono le relatrici, quelle che poi scrivono al giudice e il giudice ne trae le conclusioni. Anche qui ci sarebbe da discutere su come la relazione viene letta in ogni sua parte, e se viene letta… C’è una gran confusione.
    Non dico che tutte le ass. soc. sono sprovvedute ma una buona parte penso di si.
    Se ne parla molto ma nessuno poi chiede scusa., rivedere certe posizioni significa ammettere di aver fallito….
    Mi domando: un giudice che sbaglia, come la mette con la propria coscienza? paga? ..non in denaro, chiaramente, quello sarebbe troppo facile.
    Ed è vero, se da grandi saranno delle belve ….la colpa è anche nostra.
    Assistiamo a violenze psicologiche, a ingiustizie eclatanti, a falsi pregiudizi, laddove c’è bisogno di vera chiarezza e non di favolette per sentito dire.

    Sai da dove partono le assistenti sociali?
    ..con uno schema di domande….il nonno paterno soffriva di malattie particolari?
    era alcolizzato? faceva uso di sostanze stupefacenti?
    malattie psichiatriche in famiglia?
    dai nonni e bisnonni a salire sino ai genitori…
    e quel modo così bieco di storcere la bocca….se per caso ammetti che tua cugina soffre di depressione.
    dai…la lista sarebbe lunga…dove voglio andare a parare lo sai…
    Togliere i figli non è una soluzione….è un dato di fatto.
    Gli strumenti a disposizione ci sono ma vanno saputi usare.

    Queste cose mi fanno molto “in….are”

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    • @Ivana: i giudici sono esseri umani, e come tali fallibili, idem dicasi di psicologi e assistenti sociali ma… ma quando l’errore è troppo frequente, e non si parla di minimo fisiologico ma quasi di regola, quando “quelli che sbagliano” fanno corpo, sostenuti dall’arroganza e dalla forza pubblica che diventa cieca, mi sembra che il presunto diritto dei cittadini italiani non esista più, che lo stato di diritto non esista più e, per dirla alla Schopenhauer, il tutto assomiglia a “una tragedia scritta da un pazzo”.

      Quello abbiamo visto è follia e sì, sono d’accordo con quello che dici su assistenti sociali e psicologi, pure io non nutro in loro nessuna fiducia, ne abbiamo visti tanti di abusi (e spesso abomini) portati avanti su relazioni di improbabili psicologi e assistenti sociali, di cui il giudice si limita spesso a prendere atto.

      Qui, qualunque siano i presupposti (che io non è che creda tanto alle storie riportate dai giornali), il modo in cui l’azione si è svolta è mostruoso, un danno psicologico al minore permanente, una violenza gratuita, e la polizia che si sente che sta facendo il blitz eroico, quasi che, al contrario, stesse liberandolo quel bambino dalle grinfie di un rapitore, e poi quell’ispettore che risponde a quel modo alla zia del bambino che trasuda, a mio avviso, un cinismo e una totale mancanza di buon senso (e oserei dire umanità) assolutamente inammissibili.

      Lo stato, la polizia, devono proteggere il cittadino, e a maggior ragione il minore. Io ricordo, da ragazzina e anche dopo, che quando vedevo la polizia mi sentivo più tranquilla, tutelata da eventuali azioni di malintenzionati e brutti ceffi: oggi non sono sicura che proverei i medesimi sentimenti.

      Vi dirò di più. Avevo circa vent’anni e stavo a piazza Navona seduta col mio ragazzo, quando venne la polizia e il ragazzo mi disse “Scappiamo, c’è la polizia!”.

      “Eh?” risposi io. “E perché mai dovrei scappare? Scappino i delinquenti, io sto così tranquilla quando c’è la polizia!”.

      E lui: “Sono sempre rogne”.

      Oggi, cari miei, che vi devo dire, probabilmente scapperei.

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  2. La cosa più vergognosa al mondo è che troppe volte ci si trova davanti a persone che dovrebbero saper fare il proprio lavoro BENE e a conti fatti, beh… -.-
    Vergognoso? Sì.
    Indicibile? Sì.
    Inaccettabile? Lo dice la parola queste cose non si possono accettare.
    Meno male che esiste internet: così nessuno lo può ignorare.

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    • @Karina: sì, meno male che esiste internet, e mi veniva in mente una cosa, rebloggate questo post, reblogghiamolo ovunque possiamo (così poi mi venite a trovare a Rebibbia), che chi compie questi atti debba rendere conto all’intero popolo di quello che fa!

      Ricordiamoci, magistratura, assistenti sociali, polizia, devono essere quelli che tutelano il cittadino, non che lo vessano!

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  3. Mamma mia, non avevo ancora visto il video…
    Che schifo e che orrore l’ispettore di polizia, una donna poi, una donna che probabilmente era anche madre o lo sarà….
    E se avessero trattato così uno dei suoi figli????
    Che tristezza!!!!
    Non ci sono parole per tutto questo…. 😦

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    • @Deborath: sì, fa impressione che sia una donna a fare tutto questo, ma oramai ci siamo “emancipate”, questo siamo diventate.

      Ma, d’altra parte, durante il nazismo erano pure donne e madri quelle che partecipavano a torture, esperimenti e omicidi dei bambini deportati nei lager.

      No, non ci sono parole.

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    • @frz40: già. E sarebbe stato meglio che anche “l’ispettore” fosse rimasto senza parole, che avesse detto “Signora, io ho solo eseguito gli ordini, ma stia tranquilla, il bambino andrà in una struttura protetta, sarà temporaneo, starà bene, potrete rivederlo presto”.

      Invece ha detto “lei non è nessuno”, cosa che non si sarebbe dovuta permettere di dire a nessuno, e tanto meno a una che era parte in causa, a una zia che si è veduta portare via da sotto gli occhi il nipote di dieci anni, che l’ha visto dimenarsi, piangere, urlare, chiederle aiuto senza che lei potesse fare nulla.

      Spero che la signora ispettrice, che mi sembrava molto giovane, cresca e si ravveda.

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  4. Non entro nel merito del provvedimento preso dal giudice, i particolari non mi sono noti e quindi non esprimo nessun pensiero in merito. Ma vedere, qualsiasi sia il motivo che ha portato il giudice a togliere l’affidamento del bambino alla madre per darlo al padre. A quanto pare però il bambino non voleva vedere il padre, ma qui il discorso sarebbe lungo perché spesso i figli sono manipolati dai genitori in caso di separazione e comunque normalmente dovrebbe essere rispettata la volontà del bambino se non ci sono motivi gravissimi che inducono a cambiare le iniziali decisioni di affidamento. Ma è il modo con il quale è stata eseguita questa ordinanza che è veramente orribile. Questo bambino ha vissuto un trauma incredibilmente forte che sicuramente lo segnerà a lungo, come sicuramente resterà impresso negli altri bambini della scuola che in qualche maniera hanno assistito a tutto quanto (ovviamente mai come nel bambino così brutalmente trattato). Perché nessuna assistente era presente per cercare di parlargli, per fargli capire cosa stava succedendo?Che necessità c’era di trattonarlo in quella maniera….??
    Che orrore… non ho parole… solo una gran rabbia…

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    • @Patrizia: sì, una grande rabbia, e una sensazione d’impotenza che forse esploderà.

      Vi prego, rebloggate tutti, diamo il nostro appoggio pacifico e silenzioso, facciamo sentire la nostra vicinanza a questo bambino, e la nostra disapprovazione per il modo in cui l’ordinanza è stata eseguita.

      Come te, non entro in merito nella decisione del giudice, non ho letto l’ordinanza e non ne conosco i presupposti, e certo che comunque l’ordinanza ordinava l’esecuzione della stessa nelle “forme più discrete e adeguate al caso”: alla faccia della discrezione!

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  5. Ne stanno parlando in molti blog e in molti siti di notizie, non è certo passato inosservato. A quanto pare sono state richieste spiegazioni alle forze dell’ordine in merito al loro comportamento da parte di Schifani… anche se questo non cancellerà sicuramente il trauma subito dal bambino, ma almeno si spera che non succedano più cose di questo tipo… Forse speranza vana la mia, ma voglio credere di no…

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    • Ricordi quella bambina adottata, tolta ai genitori adottivi che l’adoravano e con cui si trovava benissimo, da cui potette ritornare solo a diciotto anni (e certo non è stata la stessa cosa che essere cresciuta da loro)?

      Ho letto un libro, non ricordo il titolo, qualcosa del tipo “perché mi hai adottato”, in cui raccontava storie di bambini restituiti ai genitori naturali che li mandavano a mendicare e li massacravano di botte: un mondo, quello dei giudici del tribunale dei minori, che francamente non ho mai capito.

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    • @dallacollinaguardosotto: grazie di cuore anche a te per il reblog, come vorrei che domattina tutti i blog aprissero con una pagina su questo argomento, non necessariamente il mio post, ma che si alzi la voce per una reprimenda collettiva.

      Di fronte a un bambino così, portato via a forza, mentre grida alla zia di aiutarlo, come possiamo tacere? Come possiamo non intuire il male che gli stiamo facendo? Alla faccia del supremo interesse del minore, formula che hanno reso non solo disattesa, ma svuotata di ogni significato.

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  6. Effettivamente, anche per me che non sono certo un anti Polizia, le modalità di esecuzione del provvedimento, in cui il soggetto interessato si oppone e viene malamente trascinato, oserei dire “rapito”, mi sembrano non accettabili, non scusabili, non comprensibili.
    Va anche detto che spesso nelle persone c’è un fraintendimento nell’interpretare il proprio ruolo, che dovrebbe essere supportato da professionalità e autorevolezza, con esclusione del ricorso a una violenza che indica inadeguatezza, mancanza di sangue freddo e “mestiere” nell’eseguire i compiti affidati.
    Sono stupito e rammaricato nell’assistere a spettacoli di questo genere, i cui responsabili spero quantomeno saranno esonerati per il futuro dall’adempimento di operazioni di questo genere.

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    • @Enrico: per una volta siamo pienamente d’accordo su tutta la linea. Quanto vorrei tornare al pensare “Evviva la Polizia, i Carabinieri e le Forze dell’Ordine tutte”.

      Come vorrei abitare in un paese in cui i governanti ci governano, gli amministratori ci amministrano, e le forze dell’ordine tutelano il cittadino onesto!

      Qui pare che soccombano ai poteri forti, e poi riversino le loro frustrazioni sulla povera gente: il blitz che non riescono a fare con un mafioso nel suo covo lo fanno con un ragazzino a scuola, che schifo!

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  7. Vorrei aggiungere qualcosa sul “lei non è nessuno” per ridurne la portata, naturalmente secondo la mia opinione.
    Io credo infatti che la poliziotta abbia voluto intendere con quella infelice espressione che la zia non era parte in causa, come poteva esserlo la madre, e che quindi, come “valore legale” le sue parole e la sua opposizione non avevano rilevo, non essendo lei legalmente “nessuno”, in quanto carente di titolo per essere considerata parte.

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    • Obiezione respinta. “Lei non è nessuno” significa “Lei non è nessuno”, non significa “Lei non è parte in causa”, e comunque una zia che si vede portare via il nipote sotto gli occhi in quel modo è parte interessata eccome! Se tu invece intendi da un punto di vista giuridico, ti faccio presente che neanche la madre avrebbe avuto alcun potere di opporsi a quanto stava succedendo, visto che si stava eseguendo, sia pure con metodi non “a dir poco discutibili”, ma decisamente barbari, un’ordinanza del giudice; per questo, da quel punto di vista, “Io sono l’ispettore e lei non è nessuno”, cioè “Io sono l’autorità e lei di autorità invece ne ha zero” poteva essere benissimo rivolto anche alla madre.

      Episodio assolutamente riprovevole. Parole assolutamente infelici, da farle ringoiare una per una (e, probabilmente, questo succederà, per via regolari intendo).

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  8. Opporsi materialmente no, ma aveva un titolo valido, in quanto parte, per “dire la sua” e opporsi, sia pur solo verbalmente… non era un soggetto estraneo alla controversia.
    Quindi io resto dell’idea che la mia interpretazione sia quella più vicina alla realtà… ossequi, trasloco su fb. 😉

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    • No, non aveva un titolo valido, lì su quella strada, mentre l’ordinanza veniva eseguita, non aveva nessun titolo neanche la madre, mentre il titolo morale apparteneva a entrambe, anche se forse (forse) alla madre un pelino di più.

      La frase è stata orrida, non stiamo a giustificare l’ingiustificabile: tu porti via con la forza un bambino alla famiglia e davanti a un familiare disperato te ne esci in quel modo? Ma chi sei? Quel bambino è sangue mio, io sono la zia del bambino che sta chiedendo aiuto a me, e SEI TU A NON ESSERE NESSUNO!

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  9. Ho letto solo oggi pomeriggio, sul tardi, di questo fatto e non sono riuscita a leggere tutti i dettagli. Ma ho letto che erano presenti la madre, i nonni e la zia, oltre che il padre presentatosi a scuola con i poliziotti. Il fatto è sconcertante ma mi chiedo (e vi chiedo): è normale che ci fosse tutta quella gente davanti alla scuola? Non è stato di certo un blitz di cui le parti erano allo scuro. E poi, è normale che una zia se ne stia davanti alla scuola con la VIDEOCAMERA e filmi il tutto? Cioè, dico, non è che io vada in giro con la videocamera in borsetta. A me onestamente sembra una messa in scena (forse anche con la complicità del bambino, magari istruito sul comportamento da adottare) per attirare l’attenzione mediatica.

    Ciò non toglie, ovviamente, che si tratti di un caso umano davvero pietoso. Ma i miei dubbi restano, soprattutto considerando che la zia “camerawoman” si è premurata a far recapitare il filmato a “Chi l’ha visto?” nella stessa serata. Io, da zia, me ne starei a casa a piangere e disperarmi per il nipote, casomai.

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    • Cara @Marisa, oggi tutti hanno almeno un telefonino con videocamera, quando non un tablet, e fare un filmato del genere oramai è veramente alla immediata portata di tutti. Tu saresti stata a casa a piangere, ma non tutti siamo uguali, c’è gente più reattiva, che poi è quella di cui avremmo bisogno in Italia in questo momento: a una mia conoscente fu rubato il portafogli in autobus, si mise a perquisire tutti i passeggeri, tu l’avresti fatto? Io no, ma lei il portafogli l’ha ritrovato.

      Il bambino aveva dieci anni, forse la madre era lì semplicemente per prenderlo a scuola, il padre perché coinvolto nell’operazione. Oppure qualcuno ha fatto loro una soffiata, il paese è piccolo, la gente mormora, e magari qualcuno che l’ha saputo ha voluto allertarli.

      Le spiegazioni possono essere tante, ma se fosse una messa in scena anche la polizia sarebbe stata d’accordo con la sceneggiata, non ti pare, e questo proprio lo escluderei.

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  10. Anche io ho visto il servizio: Naturalmente è impossibile non indignarsi, ma occorre tenere presente che il servizio mostra una parte della realtà, estrapolata dall’intero contesto. Ho amici che lavorano nei centri per minori e hanno spesso a che fare con queste situazioni, si arriva a questi gesti come soluzione estrema, quando proprio è necessario che il minore venga tolto alla famiglia e, in questo caso, bisogna impedire che i genitori sappiano dove venga portato e l’unico sistema è prelevarlo a scuola. Si può discutere sulle modalità, ma il vero problema è a monte…

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    • @Monique: non credo sia questo il caso, anche se nessuno di noi si è espresso sulla decisione del giudice, di cui non conosciamo le motivazioni. Generalmente, quando i bambini vengono tolti ai genitori che neanche possono sapere dove verrà portato, si tratta di situazioni di degrado estremo, dove è a rischio l’incolumità del bambino, che magari è pure d’accordo con le assistenti sociali che lo vengono a “salvare” e tutte quelle scene non le fa, anche perché sa benissimo il perché e il per come.

      Poi, certo, ogni caso è a sé, ma quello che è successo proprio non mi pare possa avere grosse giustificazioni.

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  11. Io ho letto che la zia aveva una videocamera, non un telefonino con la videocamera. Infatti, le immagini sono troppo nitide e ravvicinate per essere girate con un telefonino. E poi alla fine del video si sente la zia che, rivolgendosi all’ispettrice, dice “Questi [sic] vi vedono alla televisione perché siete dei disgraziati”. E’ la conferma che il piano era stato architettato dalla famiglia della madre, che probabilmente sapeva dell’esecuzione dell’ordinanza. Altrimenti non si spiega il motivo della presenza all’uscita di scuola dell’intero parentado.

    Non voglio dire che la polizia abbia agito bene, ci mancherebbe. Ma non mi piace la strumentalizzazione di un caso umano, soprattutto se da parte dei diretti interessati, guarda caso coloro che si ritengono vittime di un’ingiustizia. Anche ottenendo la condanna dell’opinione pubblica mondiale, la sentenza del giudice non cambia. Può essere sbagliata ma noi sappiamo solo una parte della verità e non possiamo criticare o giudicare. Io non giustifico l’azione di forza da parte della polizia ma non approvo il comportamento dei parenti. Certe situazioni dovrebbero essere vissute con maggiore dignità e dai comportamenti della zia di questo bambino posso immaginare che la decisione del giudice non sia priva di fondamento.

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    • Che dirti, la penso diversamente. Probabilmente, se avevano già provato varie volte a casa, normale che i parenti si aspettassero un’azione del genere. Il fatto poi che sui giornali sia scritto che aveva una videocamera, non significa che avesse una videocamera (cosa che comunque non costituirebbe una colpa, specialmente dopo l’altra considerazione).

      Le notizie che danno i giornali sono generalmente talmente imprecise e pompate, che il fatto che Sallusti sia stato condannato per un’inesattezza pubblicata su quello di cui lui era responsabile sa veramente di congiura: sui giornali di solito ne sparano talmente tante, ma talmente tante, che sarebbe divertente andare a “caparsi” quali siano le notizie date correttamente!

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  12. Concordo sul fatto che i giornali non siano affidabili al 100 % ma il video è, a mio parere, la testimonianza inconfutabile del comportamento quanto meno discutibile della famiglia della madre. Ripeto: con la videocamera o con il telefonino, non approvo la ripresa fatta e soprattutto biasimo al massimo la decisione di rendere pubbliche le immagini riprese mandandole addirittura a una trasmissione televisiva, una tra le più seguite. Non è solo pubblicità è anche e soprattutto strumentalizzazione.

    Leggendo la testimonianza del padre, mi sembra che i miei dubbi sulla famiglia della madre siano più che fondati.

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    • Cara @Marisa, ho letto l’articolo cui mi rimandi, che per la verità mi convince poco, per non dire per niente, più altri correlati a cui rimandava lo stesso link, da cui riporto alcuni stralci.

      Nel primo articolo, in cui viene citata la sindrome di Pas diagnosticata al bambino, malattia recentemente “scoperta”, quasi sconosciuta, e comunque non riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale, che pare però essere alla base della decisione presa dal giudice, leggiamo (il neretto è mio):

      al bambino era stata diagnosticata la Pas (sindrome da alienazione parentale). Secondo la Pas, se il bambino non viene prelevato dalla famiglia materna e “resettato” in un luogo neutro, come una sorta di depurazione, non potrà mai riallacciare il rapporto con il padre. Tutto questo in base a una scienza spazzatura che arriva dall’America.

      Nel secondo articolo, a firma Roberta Polese e Michela Nicolussi Moro, leggiamo tra l’altro:

      Dice il professor Pierantonio Battistella, docente di Neuropsichiatria infantile all’Università di Padova: «La Pas è una sindrome di cui si comincia a parlare adesso, è ancora molto poco conosciuta e raramente viene diagnosticata. Nella sua vita professionale un neuropsichiatra infantile non la vede spesso e non è facile da individuare, perchè i genitori separati non di rado si accusano a vicenda di mettersi i figli contro. La Pas è una situazione di maltrattamento del bambino che attenta alla sua incolumità psichica, fisica e affettiva: è un non riconoscimento del suo diritto a essere se stesso. Le conseguenze di quanto accaduto sono quelle legate a tutte le violenze: il bimbo soffrirà di ipervigilanza, cioè starà sempre sul chi vive, avrà ansia, bassa autostima, perchè è stato attaccato dalle persone per lui più importanti. Rischia di andare incontro ad autosvalutazione, depressione e problemi del sonno, di sviluppare una personalità introversa e difensiva, gravata da un’aggressività che muta in una carica di violenza perchè non mitigata dall’affettività. Può diventare chiuso, insicuro, violento verso se stesso, perchè soggetti traumatizzati nell’età in cui hanno più bisogno di amore maturano un’instabilità capace di degenerare nel suicidio».

      Il neretto anche stavolta è mio, consiglio comunque per entrambi gli stralci di andarsi a leggere l’intero articolo sulle pagine originali.

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    • @Marisa: leggo ancora qui:

      «Quando arrivavano i servizi sociali
      il bimbo si nascondeva sotto il letto»
      La testimonianza del nonno: sapevamo che avrebbero tentato il blitz a scuola. Vegliavamo ogni giorno sulle entrate ma hanno usato una uscita posteriore

      e ancora

      «Appena capito che gli assistenti sociali erano andati lì per lui – dice il nonno – mio nipote si è infilato sotto il letto e c’è rimasto per due ore. Gli assistenti sociali hanno chiesto l’intervento dei carabinieri, ma gli uomini dell’Arma si sono rifiutati di tirare fuori per i piedi il bambino da sotto il letto e dopo essersi consultati con il magistrato, hanno desistito».

      Anche qui il neretto è mio, per sottolineare, e qui dico per quelli che sostengono che la polizia non poteva far altro, che si può, volendo, far altro e che si può, volendo, non eseguire pedissequamente ordini contrari alla nostra coscienza.

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  13. ci siamo già lette da Mizar..episodi del genere mi fanno vergognare profondamente del nostro sistema giuridico, di coloro che applicano le sentenze dimenticandosi di avere una “coscienza”. Nessuno parla dei bambini che sono stati “testimoni” inermi ..cosa avrà “segnato” in loro questo evento? Non trovo giustificazioni, nè attenuanti..

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    • Cara @Fab, intanto benvenuta, seppure in questa triste occasione.
      Come sarà segnato quel bambino? Beh, dallo stralcio dell’articolo riportato nella risposta a Marisa non si prevede nulla di buono…

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  14. Io commento qui dopo averne già sentite parecchie sull’episodio e degli ulteriori sviluppi che l’hanno portato all’attenzione dei massimi organi istituzionali dello stato.
    Nemmeno io voglio spendere una parola per le motivazioni che possono aver portato un giudice (sempre più spesso Dio in terra) ad emettere un simile provvedimento.
    E’ evidente che c’è una guerra in atto fra i “produttori” di quel figlio, che ora vogliono accapparerselo come una specie di ostaggio per le successive rivendicazioni, ma anche questa è un’altra questione.
    Quello che ritengo intollerabile, al di là di ogni possibile ragione, è il metodo usato per farlo, che definirlo disumano è poco, perchè a me ha fatto venire in mente altri tempi, quando si andava nel porcile a prendere il maiale per poi ammazzarlo nell’aia.
    Credo anch’io che quell’ispettrice si pentirà delle sue parole, perchè sono proprio questi episodi che provocheranno una presa di distanza (già il capo della polizia lo ha fatto pensare), per cui sarà poi facile trovare capri espiatori di un’azione che peggio di così non poteva essere compiuta e per me ben ha fatto chi l’ha ripresa, non mi importa se predeterminatamente!
    Un abbraccione @Diemme carissima, spero che la caviglia vada meglio, perchè so che tu andresti al lavoro anche con una “gamba al collo”, mentre qualcun altro si attaccherebbe al collo anche un migonolo sperando di impietosire! Buon weekend, io sarò in gita in Liguria!

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    • @Sergio: sulla guerra tra genitori, portata avanti usando come strumento il figlio (o i figli) mi sono già ampiamente pronunciata, non nascondendo il mio profondo disprezzo per questa assurda follia, in cui l’odio per l’ex è superiore a qualsiasi forma di amore e d’istinto di protezione verso un figlio costretto a pagare un conto carissimo di un debito non contratto da lui.

      Di poche cose nella vita vado più fiera che dell’aver sopportato l’insopportabile ma senza mai proibire a mia figlia di vedere il padre, non coinvolgendola mai nelle nostre discussioni e adoperandomi piuttosto per sdrammatizzare e tamponare i danni del fatto che invece, sull’altro fronte, questo veniva fatto.

      Secondo me è stato molto importante dire a mia figlia “Io e tuo padre non andiamo d’accordo, ma tu non c’entri niente, è un problema che dobbiamo risolvere noi, non tu, che sei la figlia che amiamo e che deve vivere la sua vita di bambina spensierata. Non preoccuparti se parlano tanto male di me, a me non importa. Io so di avere la coscienza a posto, e a me basta che tu stia tranquilla e che lasci questi problemi sulle spalle dei tuoi genitori, che le tue di spallucce d’oro al massimo devono portare lo zainetto di scuola”.

      Non dico di non averle mai parlato male del padre, perché mentirei, ma le ho sempre sottolineato che il padre l’aveva sempre amata moltissimo, ed era con me che ce l’aveva, non con lei.

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    • Su questo, conoscendo, non avevo il minimo dubbio e spero che non sia stato quanto da me affermato a indurti queste precisazioni sulla tua esperienza personale.
      Quanto accaduto è gravissimo sotto un altro profilo, fermo restando che nasce comunque dallo stesso tipo di problema, qui gestito in tutt’altra maniera!
      Un abbraccione carissima, da domani sarò via 3 giorni, in gita, non preoccuparti se qui sarò assente!

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    • Buona gita! Dimenticavo di dirti della mia caviglia: gonfia, dolorante, ma sto in ufficio.

      Esattamente come avrebbe fatto il padre di mia figlia, tale e quale (penso che quest’anno sarà mancato dal lavoro non meno di tre mesi, probabilmente quattro, e chiaramente scoppia di salute).

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    • Riguardati, mi raccomando!
      Non dare soddisfazioni postume al mai rimpianto Brunetta, quelle lasciale tutte per il piagnisteo ambulante!

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  15. UN MONDO DI CATTIVI (Adriano Sofri).
    12/10/2012 di triskel182
    POVERI parenti, poveri giudici, poveri esperti, poveri poliziotti. Già: e il bambino? Prendiamo il fotogramma in cui viene trascinato (vi ricordate le due madri e il giudizio di Salomone?). Ci sono quattro persone, maschi, tre sollevano di peso e trascinano: il padre, lo psichiatra, e il poliziotto. Il quarto è lui, Lorenzo. Ha dieci anni. Un bambino di dieci anni ha tre svantaggi enormi nei confronti dei grandi: è più intelligente, è più sensibile, è molto più debole. Può reagire (“in modo violento”, ha detto il dirigente della questura, “a testate, calci, pugni”): anche un capretto portato via può scalciare e belare e mordere. È vero, bisogna usare molta cautela, molta discrezione quando si è tentati di giudicare una famiglia andata in pezzi. Ma molta più occorre usarne quando si afferra un bambino che non vuole. Si legge che i giudici della Corte d’Appello avevano prescritto di farlo in modi discreti, poveri giudici. Si sente il padre che dice che la cosa è avvenuta “con le modalità che la situazione richiedeva”, che il bambino “ora è sereno”. Dice quel disgraziato padre: se un bambino fosse stato sequestrato e la polizia lo liberasse dai rapitori, non dovrebbe farlo anche al prezzo di una colluttazione? Dovrebbe, sì, ma tutte le sindromi di Stoccolma non bastano a far immaginare un bambino rapito che corre a nascondersi quando vengono a liberarlo, e prende i liberatori a testate calci e pugni. Bisogna saperne di più, e giudicare è una tentazione terribile: a meno di essere Salomone, e di avere di fronte almeno una parte che vuole il bene del bambino più del bene che vuole al bambino. Qualcosa si è saputo: una prima sentenza aveva affidato Lorenzo alla madre, e la nuova sentenza si fonda su una supposta sindrome di alienazione parentale, formula cento volte più infida della sindrome di Stoccolma. Dunque non c’era un’urgenza tragica, abusi domestici, sfruttamento, botte. Da otto anni Lorenzo vive con la madre. Sono andati a prenderlo nella classe – modalità: svuotamento della classe da tutti i bambini tranne uno, e quando sono usciti tutti (ridevano? avevano paura? si sono voltati a guardarlo?) suo padre “l’ha abbracciato”. Povero padre. Mentre l’aula si svuotava il solo che restava si sarà chiesto che cosa gli avrebbero fatto; da come ha reagito occorre pensare che essere abbracciato lì, in quel modo, in quel momento, gli sembrasse una bruttissima cosa. Dunque è stato “inevitabile” che lo prelevassero di forza. Un bambino tolto alla casa, alla scuola, al suo banco – quali posti sono più protetti per una persona di dieci anni? – per essere portato “in una struttura protetta”, in “una comunità”. Spiegano: siccome il bambino quando lo cercavamo a casa “si nascondeva” – come un capretto – abbiamo dovuto, su ordine dei giudici, prelevarlo “in territorio neutro”. Aggrappato al suo banco, nella sua classe. Che cattivi ricordi evoca tutto ciò, non si ha nemmeno il coraggio di nominarli. “Ha cominciato a scappare attorno alla scuola e altri agenti lo hanno rincorso”. Quanti agenti erano stati mobilitati per l’impresa? La divisione anticrimine! Poveri agenti. E a nessuno di loro è venuto in mente di abbracciare il padre, discretamente, e telefonare al giudice, che non era possibile fare quello per cui erano stati mandati, e che si vergognavano troppo di continuare a rincorrere un primo della classe spaventato e furioso? “Non dovevamo farlo noi”, ha detto il dirigente anticrimine. Ha detto anche: “Non so che filmato abbiate visto voi. Nel nostro non c’è nessun trascinamento”. Povero dirigente: chi l’ha visto? Era un ordine dal quale non si poteva tornare indietro? Eppure tutte le ordinanze sulla patria potestà (è vero che tradizionalmente si privilegiano le madri, ma la potestà è rimasta patriarcale) hanno a fondamento “l’esclusivo interesse del bambino”. Era per il tuo bene, Lorenzo, che ti abbiamo acchiappato e strattonato, per il tuo esclusivo bene: al diavolo tutti gli altri. I nonni, poveri nonni, “si sono avventati sugli agenti”. La madre non c’era, era al lavoro. La zia ha filmato la scena, e intanto gridava: “Bastardi” – e Lorenzo ripeteva: “Bastardi” – e “Siete come la Gestapo” – questo Lorenzo non l’ha ripetuto, non doveva essergli famigliare. “La zia era lì per filmare”, dice qualche commento diffidente: ma no, ormai tutto si filma, e gran parte del filmato riprende piedi e cose mosse e strilli, “Aiutami, nonno”, “Non respiro”. Povera zia, dunque. “Io sono un ispettore di polizia e lei non è nessuno”, le ha detto l’ispettrice di polizia. Peccato davvero. Chi abbia appena frequentato i luoghi della sofferenza in questi anni ha imparato ad apprezzare la passione e la competenza inedite con cui donne della polizia trattano questioni come queste, di bambini da proteggere, di altre donne da liberare dalla strada e dai padroni. È successo, ormai. Tutti avranno molte cose cui ripensare, fra sé e sé, prima di tutto. Comunque vada, resta Lorenzo, dieci anni. Troppo pochi per aver ragione fisicamente di padri agenti e psichiatri, troppi per non legarsela al dito, invece di un aquilone da far volare col suo compagno di banco perduto. Anche a dieci anni, se non hai fatto niente, e ti fanno il vuoto attorno per abbracciarti, ti rincorrono, ti tirano su di peso e ti deportano dentro una struttura “protetta”, il mondo ti sembra troppo ingiusto, e troppo cattivo. Ho un poscritto. Ho saputo di una legge, in commissione alla Camera dopo essere stata approvata all’unanimità prima alla Camera e poi al Senato, ma con emendamenti che l’hanno fatta tornare indietro, sull’equiparazione dei figli naturali riconosciuti a quelli legittimi. Oggi i figli naturali, cioè nati fuori dal matrimonio, non hanno parenti, al di fuori dei genitori. Per fare l’esempio estremo, se perdano entrambi i genitori, non restano loro per la legge nonni o zii, e diventano figli di nessuno da dare in affido; la stessa cosa vale per l’eredità (quella dei genitori è riconosciuta dal 1975). È una condizione oltraggiosa della ragione civile e dell’affetto. A opporsi al voto finale (senza il quale la legge andrebbe alla prossima legislatura, cioè a farsi benedire) sono sorte due obiezioni, sulla competenza del tribunale dei minori – mentre per i figli legittimi decide il tribunale ordinario – e sul rischio di riconoscere uguali diritti a figli nati da incesto! Quest’ultima obiezione scambia il ripudio dell’incesto per il bando alle persone comunque venute al mondo, e riguarda un numero surreale, mentre il caso generale riguarda un 20 per cento di bambini italiani. Che, quando la tragedia della perdita dei genitori li colpisse, sarebbero tolti ai loro familiari e messi in una “struttura protetta”, “nel loro esclusivo interesse”.

    Da La Repubblica del 12/10/2012.

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  16. Mi domando come sia possibile che, gli animali proteggano i loro cuccioli mentre, l’essere umano, dotato di ‘intelligenza’ (?), li usi per fare/farsi/fargli del male … Qualunque siano le motivazioni che spingano un genitore a ricorrere ad un tribunale, qualunque siano le motivazioni che spingano un giudice a prendere una decisione così drastica, TUTTI dovrebbero sempre tenere bene a mente che “l’oggetto” di tali decisioni, è un bambino … Un bambino che ha un’unica colpa: quella di essere troppo piccolo per decidere …
    Dov’è la giustizia nel proteggere da un abuso … con un altro abuso??

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    • @Lilla: io in una struttura protetta ci metterei i genitori che usano quei poveri figli per sfogare i loro rancori e le loro frustrazioni personali: chi, più di loro, avrebbe bisogno di “una struttura protetta” per recuperare (forse) la ragione?

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    • @Lilla: io non sono così severa perché, da madre separata che ha avuto un rapporto conflittuale col padre della propria figlia ti posso dire che è una trappola, quella della rivalsa e del rancore, in cui è facilissimo cadere. Genitori così sono genitori che vanno aiutati, ma possibile che i grandi giudici, gli esperti assistenti sociali, gli eminenti psicologi, tutto questo non lo sappiano? Non potevano obbligare i genitori a un trattamento per contenere questa conflittualità invece di fare queste sceneggiate in cui l’unica vittima, l’unico che pagherà i conti dell’incapacità degli uni e della follia degli altri sarà solo il bambino?

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    • @gmdb: sì, ho letto, e anche se concordo che la polizia, alla fine, è solo l’ultimo anello di una catena di errori, non mi piace neanche questo scaricabarili: hanno sbagliato tutti, tranne il bambino.

      Non ha pagato nessuno, tranne il bambino.

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  17. Si, l’unica vittima è il bambino… Ma per le istituzioni tanto è un bambino, chissenefrega. E quello che mi fa più schifo sono i genitori: è il loro bambino. Cosa gli hanno fatto? 😦

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    • @gmdb: e invece a me i genitori, che sono sicuramente colpevoli, fanno più pena delle autorità e per questo motivo: i genitori agiscono a caldo, schiavi del loro livore (e del loro dolore), ciechi anche davanti al figlio, questo sì, ma ripeto, “a caldo”.

      Le istituzioni ragionano a freddo, con grossa esperienza di casi come questo, e con uno staff di “specialisti” e di consulenti per una corretta individuazione e gestione del problema.

      Ah, dimenticavo di ribadire quanto già detto: sugli “specialisti” e consulenti di tribunali vari ho la stessa identica opinione manifestata da Ivana (primo commento).

      Sui giudici…

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  18. Forse non ci siamo capiti. Io non do giudizi sull’operato della polizia né sulle questioni familiari, certamente delicate e contraddittorie, che hanno portato al prelevamento del bambino dalla scuola in esecuzione a un’ordinanza emessa da un giudice. Non mi pronuncio nemmeno sulla sentenza, sull’ammissibilità delle colpe attribuite ad una delle parti. Niente di tutto questo.

    Sto solo dicendo, e lo faccio a gran voce, che la strumentalizzazione dell’evento, con la complicità o meno del bambino stesso (che evidentemente era stato istruito a comportarsi in un dato modo), non andava fatta, non doveva esserci di fronte alla scuola il parentado al completo, con il compito di opporsi all’esecuzione di una sentenza, non doveva esserci pronta a riprendere il tutto la zia del bambino, non doveva essere mandato il video alla trasmissione televisiva. Casi come questo ce ne sono migliaia, purtroppo. Ma sono drammi che devono essere vissuti nel privato, che devono sfociare in un accordo tra le parti per il bene e nell’esclusivo interesse del minore e non in una guerra a suon di immagini televisive.

    Tutto qui.

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    • Marisa, se mi vogliono portare via mio figlio io smuovo l’esercito, altro che tutto il parentado, e sollevo il massimo clamore, uso ogni cassa di risonanza.

      Se si fosse potuto arrivare a un accordo si sarebbe fatto prima, evidentemente lo spazio di “negoziazione” non c’era, altrimenti non si sarebbe arrivato a quel punto: e allora il riserbo, il silenzio, a cosa sarebbero serviti se non a perdere definitivamente la partita?

      Io sto continuando a leggere tutto il possibile sull’episodio, e leggo quest’altra affermazione:

      «Quello che prende il bimbo per le gambe è il padre e questo nessuno l’ha detto. Il poliziotto, invece, solleva il bambino dalla schiena perchè il padre lo stava trascinando».

      Il padre lo stava trascinando per la strada tenendolo per i piedi, capite a chi lo stanno affidando? E tu madre, non lotteresti con le unghie e con i denti per evitarlo?

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  19. Ieri non avevo visto il video oggi sì: la zia ha fatto tutto quello che in quel momento era in suo potere. È agghiacciante quello che è successo; da qualunque parte la si guardi è solo agghiacciante.

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  20. Da insegnante mi è capitato di avere a che fare con assistenti sociali e psicologi e li ho trovati saccenti, poveri di umanità. Ma forse sono troppo severa. In ogni caso trovo terribile che uno psicologo aiuti a tirare un ragazzino come un animale portato al macello. Qualunque sia la motivazione della sentenza, è una violenza che quel ragazzo non dimenticherà mai. Certo la presenza dei parenti della madre non ha facilitato le cose, ma c’è da capirli, tanto più che la madre non c’era e loro pensavano di doverne fare le veci. Io avrei fatto di peggio se avessero trattato così uno dei miei nipoti. Mi hanno colpito le parole della zia: “I bambini vanno ascoltati”. Secondo me, questo andava fatto: fermare tutto, parlare col bambino, rassicurarlo; e se non si aveva un esito positivo, rimandare tutto. In ogni caso la madre non era una pedofila o una violenta, ma solo una donna separata piena di rancore (forse anche giustificato) che non voleva far vedere il figlio al padre e lo influenzava negativamente nei suoi confronti; era su di lei e sulla sua famiglia che bisognava agire, facendole capire che così non faceva il bene del figlio. Ma non mi piace un padre che “per salvare il figlio” partecipa ad un’azione del genere: mi pare un insensibile, preoccupato solo di “averla vinta” più che di conquistare l’affetto del figlio. Quanto alla poliziotta, le sue parole sono inqualificabili: avrebbe solo dovuto dire cortesemente che era era tenuta al segreto d’ufficio. Speriamo che i genitori superino i loro egoismi, altrimenti per il ragazzo sarà meglio crescere lontano da entrambi. Con preoccupazione mi chiedo: quanti altri casi del genere avvengono senza che se ne sappia niente?

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    • @lilipi: perfettamente d’accordo con te. A parte il fatto che non ho ancora capito se c’era la madre o o no, mi pare che Marisa abbia detto di sì, invece tutte le altre testimonianze parlano di parenti della madre, ma non di lei. Secondo, non conosco le motivazioni del giudice, non so chi sia e come sia la madre, ma comincio a farmi delle idee precise sugli altri attori, quali il padre e la polizia (e lasciamo perdere psicologi e assistenti sociali, riguardo alla maggior parte dei quali condivido, ahimé, la tua opinione).

      La polizia, per giustificarsi, dice che quelle che teneva per le gambe il figlio era il padre, e che il poliziotto è accorso perché il padre lo trascinava? IL PADRE LO TRASCINAVA??? Ma a che bestia d’uomo stanno affidando quel ragazzo? Il poliziotto è intervenuto a sollevarlo? Non è intervenuto a dire “FERMO, CHE STA FACENDO???”. Se un padre dà uno schiaffo a un figlio viene condannato, ma se lo prende per i piedi e lo trascina per la strada va bene? Ma in che accidente di società viviamo? Ma come viene amministrato il diritto?

      L’ispettrice è stata semplicemente inqualificabile, al di là di qualsiasi altra considerazione sul fatto che erano obbligati ad eseguire l’ordinanza (e su questo ci posso pure stare).

      Comunque l’affetto non si estorce e forse quel padre, con questa bravata (ah, quanto diverso dalla vera madre del giudizio di Salomone!) ha davvero perso l’ultima possibilità di farsi apprezzare e di dare di sé al figlio un’immagine positiva, di padre amorevole, protettivo e tutelante.

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  21. Cara Diemme,

    se a me madre togliessero la potestà un esame di coscienza me lo farei. In secondo luogo, forse qui sfugge il fatto che il caso non è affatto chiaro, non ci si può fidare fino in fondo della stampa e della tv, le campane suonano diversamente … quindi io mi limito ad esprimere un’opinione al di là dei fatti che non conosco. E quel video, no, non l’avrei girato, o quantomeno non l’avrei dato in pasto all’opinione pubblica. Se la madre, e con lei tutta la famiglia, non si fosse opposta a tutti i tentativi di esecuzione della sentenza e non avesse irrazionalmente ostacolato la giustizia, non ci sarebbe stato alcun video. Fatti delicati come questi, lo ripeto, vanno trattati in privato, dando ampio spazio a tutti i margini di contrattazione, arrivando a dei compromessi e soprattutto non mettendo il figlio contro un genitore. Dal marito o dalla moglie si divorzia, dai figli no. E non possono diventare ostaggio dell’incomunicabilità dei genitori.

    Questo lo dico in linea generale perché, lo ripeto, non conosco realmente i fatti e non ho strumenti per dar ragione a uno o all’altro. Ma davanti ad una sentenza del tribunale, non si può agire in modo sconsiderato, arrivando a traumatizzare ancora di più un bambino che ha già subito la separazione dei genitori. Ci vuole buon senso e mi pare che manchi da tutte le parti, nessuna esclusa.

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    • @Marisa: su una cosa sola sono d’accordo, che i figli non possono diventare ostaggio dell’incomunicabilità dei genitori, ma per tutto il resto stavolta siamo su due posizioni diverse: io se mi tolgono la potestà l’esame di coscienza forse me lo faccio pure, ma comunque qui non stiamo discutendo le disposizioni del giudice di cui, per l’appunto, non sappiamo nulla, ma il modo in cui sono state eseguite.

      Ma come fai a non vedere che mostro sia il padre (da quello che sappiamo intendo)? Il padre entra in classe, il figlio non vuole seguirlo. Vanno a prenderlo a casa, il figlio si nasconde. Il padre lo prende e lo trascina sulla strada per i piedi, ma hai presente che significa? Hai presente come si sarebbe potuto ferire? Per rispondere sono andata a rivedere il video per verificare come è stato preso e trascinato e, indovinate un po’, il video non c’è più! (cvd).

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  22. Nei procedimenti di separazione e divorzio, i giudici sono spudoratamente orientati verso le madri.
    In questo caso, o il giudice ha preso una cantonata pazzesca, oppure la madre ne ha combinate di tutti i colori (e vedendola in tv, qualche sospetto in merito mi è venuto).
    Il comportamento dei parenti della madre, che hanno dato in pasto alla tv il video, mi sembra alquanto deprecabile, così come quello della RAI, che lo ha trasmesso subito.
    Deprecabile è la frase pronunciata dall’ispettrice di polizia.
    “A sangue freddo”, tutta questa vicenda mi sembra molto “montata”, purtroppo ai danni del bambino.

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    • @aquila: mi farebbe piacere ci dicessi più specificatamente cosa hai visto della madre che non ti è piaciuto. Non è una domanda retorica, io non l’ho vista e non conosco le motivazioni del giudice, vorrei solo capirne di più.

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  23. marisa moles ha torto, secondo me, quando dice che sono drammi che vanno consumati in famiglia. perchè il padre del bambino s’è fatto scrupolo di ricorrere alle forze dell’ordine per risolvere una questione privata? è un uso dei ” muscoli ” brutale, è un dire a quella donna – che il figlio l’ha partorito – ” ora ti faccio vedere io di cosa sono capace pur di disprezzarti ancora una volta “. piuttosto il bambino andava tenuto nella casa dove è nato, con i genitori che si sarebbero dovuti alternare per poterlo tirare su in un affido condiviso, come è uso nelle nazioni civili. e poi la volontà del bambino non conta nulla? lo studio di queste sindromi che compaiono ad un tratto – la pas – per essere disattese da qualche altra balzana teoria da qui a qualche anno… tutti pontificano, tutti dicono la loro e un bambino viene violato nella sua tranquillità, un bambino vive nel terrore che una sentenza di un signore che non sa neppure chi sia, il giudice, possa fargli cambiare vita, affetti, compagni di scuola. e pensavo ancora, oggi, quel bambino che tutti abbiamo visto, avrà voglia di stare con suo padre, dopo quello che gli ha fatto? ammesso che sia stato manipolato dalla famiglia della madre e ammesso che la zia abbia filmato di proposito per cosa l’avrebbero fatto, per una manifestazione muscolare simile a quella del padre? non per affetto? insomma è una brutta faccenda e sai come la penso, per quel che ho scritto da me. mi è piaciuto molto quello che ha scritto sofri.

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    • @Mizaar: sembra proprio così, non stento a credere che questo padre fosse troppo autoritario, visto come si è cimentato in questo impari braccio di ferro, in auesta dimostrazione di forza bruta.

      Ugualmente d’accordo sono sulla tua osservazione su improbabili “sindromi” che nascono e muoiono come meteore (le hai chiamate “teorie balzane”, e la definizione mi sembra pertinente).

      Avrà voglia quel bambino di stare col padre dopo quello che è successo? Spero proprio di no.

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  24. Diemme, sono d’accordo con te. Parola per parola. La mia era una “esagerazione” voluta per dire che certe persone andrebbero rinchiuse (curate da uno bravo) per lungo tempo …
    Ti posso garantire che capisco bene il problema … “da madre separata che ha avuto un rapporto (molto) conflittuale con il padre della propria figlia (che all’epoca aveva solo 6 anni)” … Abbiamo impiegato anni prima di parlarci senza ringhiare … e altri anni per arrivare ad un rapporto civile … con un pizzico di fortuna, uno di intelligenza, uno di serenità … Adesso, dopo 23 anni, siamo amici …

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  25. @ lilipi

    Certo, i bambini vanno ascoltati ma non mi pare che quello forse il luogo adatto. E poi, quali garanzie può dare la voce di un bambino di dieci anni che, presumibilmente, ne ha sentite di cotte e di crude sul padre, grazie al lavaggio del cervello fattogli dai parenti della madre?

    Che gli egoismi vengano superati a me pare, vista la situazione, una speranza vana e concordo sul fatto che il bambino vada allontanato da entrambi i genitori proprio perché se due genitori non capiscono quale sia il bene per il proprio figlio, allora è il caso che rinuncino a fare i genitori o almeno si facciano aiutare.

    @ aquilanonvedente

    Oh, finalmente qualcuno è d’accordo con me! 🙂

    @ mizaar

    Scusa ma il padre del bambino non s’è fatto scrupolo di ricorrere alle forze dell’ordine per risolvere una questione privata, era presente perché l’esecuzione della sentenza del giudici, più volte rimandata per il comportamento irrazionale della madre, avvenisse anche alla sua presenza. Che poi sia stato anche lui violento nei confronti del figlio, è un altro discorso. Le forze dell’ordine avrebbero dovuto evitare tutto questo. E’ palese che l’azione sia stata infelice, quasi opera di sprovveduti. Ma questo discorso non c’entra nulla con ciò che da due giorni ripeto e che è esattamente ciò che ha detto, in modo molto più sintetico, aquilanonvedente.

    Infine, scusami di nuovo, l’affetto non c’entra nulla con il mettere in piazza le proprie miserie.

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    • @marisa: no, quello non era il luogo adatto, ma il tribunale, la scuola, la casa, sì. E comunque, a parte il fatto che il fatto che i genitori parlino male l’uno dell’altro è quasi normale amministrazione e, nonostante ciò, i figli si formano una loro opinione su di loro, perlopiù azzeccata, il bambino doveva essere “punito” in quel modo per quello che gli diceva la madre?

      E poi, quello che tu scrivi, “Che poi sia stato anche lui violento nei confronti del figlio, è un altro discorso. Le forze dell’ordine avrebbero dovuto evitare tutto questo. E’ palese che l’azione sia stata infelice, quasi opera di sprovveduti.”, non è forse quello che stiamo dicendo noi? Di questo stiamo parlando, non della decisione del giudice, per quanto, che darei per poter leggere il testo integrale di quell’ordinanza!

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  26. Quoto @Aquilanonvedente “al 100 x 100” ….. per me ha ragione, in tutto e per tutto, e dà il voltastomaco vedere spettacolarizzare in TV la vicenda con comparsate ora della mamma ora del padre, presto, immagino, ospiti “supergraditi” dell’ immondo @brunovespa o di altri consimili sciagurati !
    L’ ho già detto, qualunque siano le campane che mamma & zia & nonni da una parte, e papà dall’ altra, dovessero suonare “pro domo” loro …. resta il fatto che tutte e due le parti, nel loro demente rancore e nella follìa della contesa coniugale, non si sono curate affatto della situazione del Bambino …. dilaniandolo ora l’ una ora l’ altra come se fosse una preda da contendersi ….
    Dunque, il problema NON è l’ inadeguatezza dell’ ispettrice di polizia e dei suoi colleghi, ma la pazzia umana che ha stravolto questi due cialtroni di genitori ed il loro ‘complici’, poichè per l’ una, e cioè per l’ inadeguatezza, si può ovviare mutando ( o finalizzandole più compiutamente “agli interessi umani del minore ed alla tranquillità della sua crescita” ) le norme attualmente vigenti e ‘specializzando di più gli organi di polizia’ alla delicatezza di casi del genere, mentre alla’ altra, e cioè alla pazzia ed alla vanità umana, è assai difficile supplire ‘con mezzi umani e precari’ !
    Resta la solitudine ed il dolore acerbo del Bambino …. e ci si stringe il cuore pensarlo nelle mani di così dementi irresponsabili !
    @Cavaliereerrante …..
    Ps. : @Diemme : i tuoi occhi ??? Io, li ho visti, in un “vidiri svidiri”, da una tua foto ! Ebbene sono bellissimi, profondi …. e sebbene specchi di non poche sofferenze e disillusioni sono “occhi che non mollano” mai ! 😀

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    • @Bruno: e l’alternativa? Quale sarebbe stata? Qui tutti stiamo ammettendo di non conoscere i fatti, e poi ci esprimiamo come se li conoscessimo.

      Io comunque non sono d’accordo, “à la guerre comme à la guerre”, e la spettacolarizzazione è pure un’arma. Poi, sono d’accordo che il fine non giustifica i mezzi, oppure sì, ma il mezzo non può essere controproducente rispetto al mezzo, quindi non si deve, “per la serenità del bambino”, agire in modo di togliergli questa serenità permanentemente.

      Ripeto ancora, non conosco padre e madre né le motivazioni del giudice, ma credo che stavolta un’estrapolazione dal contesto dell’operato della Polizia sia possibile, e mi pare l’unica cosa su cui pure siamo d’accordo tutti: deprecabile, sia che si voglia attribuirlo a sprovvedutezza e incapacità sia che si dia una valutazione più severa.

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  27. “a parte il fatto che il fatto che i genitori parlino male l’uno dell’altro è quasi normale amministrazione e, nonostante ciò, i figli si formano una loro opinione su di loro, perlopiù azzeccata,”

    Scusa ma a me non pare affatto normale. E l’opinione di un bambino di dieci anni che, da ciò che si è potuto capire, non vedeva il padre da tempo, perché proibitogli dalla madre, come può essere azzeccata? Quali strumenti può avere per analizzare a fondo la questione e per poter scegliere tra chi ha ragione e chi a torto?

    Voi state discutendo su i modi in cui è avvenuto il prelevamento del bambino a scuola e io mi sono adeguata. Ma nel primo commento (li ho riletti tutti!) ho avuto da eccepire sul fatto che la zia avesse girato il video e l’avesse diffuso in tv. E un comportamento tale non ha la mia approvazione. Che poi ci fosse la madre, in un primo momento l’avevo sentito e letto, poi evidentemente le notizie sono state più precise e la madre è sparita. A dimostrazione del fatto che ciò che si legge sui giornali e si sente alla tv deve essere preso con le pinze.

    Infine, quel padre ha sbagliato e certamente non ha assunto una posizione tale che favorisca il rapporto con il figlio. Ma la madre ha fatto ostruzionismo e ha impedito che la decisione del giudice avesse seguito. Giudice che ha stabilito, proprio perché entrambi i genitori hanno delle pecche, che il bambino venisse affidato ad una casa famiglia (o come si chiama) per passare un periodo di transizione, per riprendere confidenza con il padre (che alla tv ha dichiarato che non c’era da parte sua alcuna intenzione di non far vedere il figlio alla madre) al quale il giudice ha assegnato la potestà esclusiva, avendola tolta alla madre. Quindi, come sostiene anche aquilanonvedente, una donna che non dava sufficienti garanzie.

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    • @Marisa: per “normale” io non intendevo giusto, intendevo dire che è la norma, nel senso che avviene quasi sempre così: ed è ingiusto nei confronti dell’ex, crudele verso del bambino perché gli si tocca una persona cara che poi per lui deve essere un punto di riferimento, ma quello che voglio dire è che non è un caso eccezionale, e quindi abbiamo pure un grosso campione per verificare “gli altri” come si sono comportati e come ha influito questo sul minore.

      Siamo invece in totale disaccordo sul video, per me ha fatto benissimo, certe cose si debbono sapere, e se l’avesse raccontato non l’avrebbe creduta nessuno, avrebbero distorto modi e frasi, come cercano di fare lo stesso “interpretando” e addomesticando le parole dell’ispettrice.

      Se non avessero filmato, nei racconti successivi il bambino sarebbe stato preso con delicatezza da un’assistente sociale, avrebbe ignorato la zia e gli sarebbero brillati gli occhi vedendo il padre, e noi non avremmo saputo mai cos’era vero e cosa no.

      E poi, credimi, qui qualsiasi denuncia devi avere prove, prove, prove, siamo in uno Stato garantista che giusto se vai in giro con la videocamera puoi sperare di chiedere un po’ di giustizia. E magari, chissà, persino ottenerla.

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    • @Marisa: Il video che hai linkato è l’unico che ho trovato pure io, e mi pare piuttosto alterato rispetto al primo, e anche se non hanno potuto alterare più di tanto secondo me almeno l’effetto di diminuire l’impatto emotivo l’hanno avuto.

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    • @Paperi: sì, ho letto, e riporto qui questa parte, che si conferma in linea con quello che abbiamo detto tutti:

      “Premesso questo, una cosa è indubitabile.
      La polizia ha mostrato superficialità nella maniera nella quale è stata eseguita “l’operazione”. Un po’ di sensibilità avrebbe evitato il verificarsi di una situazione del genere. Perché è vero che si trattava di eseguire una sentenza, è vero che era presente l’assistente sociale, lo psicologo, IL PADRE del bambino… ma evitare di trascinare un bambino a forza (anche se una delle persone che lo teneva, a quanto ho sentito, era proprio il padre), per di più davanti a una scuola, è il minimo sindacale che sarebbe lecito attendersi da una Polizia fatta di uomini e donne… Credo che in questo abbiano dimostrato impreparazione”.

      Credo che sul fatto che l’operato della polizia sia stato a dir poco maldestro, sicuramente infelice, siamo tutti d’accordo, come pure siamo d’accordo sul fatto che di tutta la vicenda non sappiamo nulla. Le idee divergono invece soprattutto sulla ripresa e successivo uso del video: io sono per i favorevoli (per il “vide e credette”).

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  28. L’ alternativa, @Diemme ???
    Mi fa’, amaramente, sorridere… sapendo i tuoi fatti ( e sapendoti sincera nel descriverli … ) e conoscendo quindi “cosa e come” sei stata capace di soffrire, e quanto continui a sopportare ( …. e talvolta semplicemente per vederla sorridere ) per il bene assoluto di tua Figlia, sentirti porre questa domanda “retorica” …. amica mia dagli occhi ora tristi, ora romantici …. ora irriducibilmente determinati ad andare fino nel fondo delle cose ‘costi quel che costi’ !
    E quale alternativa si sarebbe potuta creare, da parte di quei due genitori “irresponsabili” in lotta fra loro ???
    L’ unica possibile : salvare, una volta rotto il vincolo del matrimonio, un minimo di serenità del loro figlio, evitare di metterlo al centro dei reciproci rancori l’ una sottraendogli l’ altro, la madre il padre ed il padre la madre …. quando invece quel povero piccolo – come tutti i bambini – aveva bisogno e del papà e della mamma . Conosciamo, nella vita come nel blog, una miriade di genitori che si sono separati, ma non hanno mai fatto mancare, anche soffrendo indicibili pene personali, la loro presenza al figlio/alla figlia che misero “entrambi” al mondo, padri e madri che non hanno fatto a pezzi il loro figlio per strapparne all’ altro un brandello solo per sè …. E’ sempre crudele, per un figlio, accorgersi che i suoi genitori sono diventati l’ uno estraneo all’ altra, ma è infinitamente più crudele per lui vedere che, più che estranei, sono diventati “nemici irriducibili”…. mostri irresponsabili coesi soltanto a distruggersi l’ un l’ altro …. e chissenefrega se anche di lui, incapace di difendersi, non ne rimanessero che pezzi senz’ anima .
    Ho già scritto che, a prescindere dalle campane che potrebbero suonare o l’ una o l’ altro ( e quindi ho escluso, personalmente, alcuna presunzione mia … poichè non mi interessano i loro dissidi, non diversi, penso, da quelli di altre coppie, sposate o non, che siano in crisi ), emerge dall’ accaduto un solo dato obiettivo : nè la mamma nè il papà hanno posto il bene del bambino al di sopra di tutto !
    Quindi … non mi piacciono quei …. anzi li aborro …. e con loro aborro i loro complici famigliari altrettanto irresponsabili …. ed aborro la drammatica comparsata spettacolarizzata che mamma & zia hanno messo in atto, resto dunque d’ accordo con la dolente visione di @Aquila …. e condivido il suo turbamento “che non è solo suo, ma di molti” che anche qui l’ hanno espresso senza attingere ad alcuna presunzione !

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    • Bruno, qui non stiamo parlando dei massimi sistemi, non stiamo dicendo cosa dovrebbero fare dei genitori quando si separano, che in questo caso sarebbe parlare di aria fritta. Qui stiamo parlando di due genitori, che non sappiamo chi siano, che d’accordo non ci si sono messi, e non ne conosciamo i motivi.

      Qui stiamo parlando di due cose, le modalità dell’intervento della polizia e il fatto che la zia abbia ripreso tutto e dato in pasto ai media.

      Io, proprio perché io ho passato quello che ho passato, pagando conseguenze anche pesanti, ti posso dire che parlare di quello che i genitori dovrebbero fare è pura retorica, perché qui stiamo davanti a un dato oggettivo: non l’hanno fatto. Che sia stato perché non hanno voluto, o perché non sono stati in grado, se sono due mostri, se è mostro uno solo dei due (e non sappiamo quale) oppure nessuno dei due, vittime a loro volta, non sappiamo niente e tutto quello che si scrive su queste due persone sono facili giudizi (e chi poco sa, presto parla).

      Io ho voluto solo dire la mia sull’operato (e quello lo conosciamo proprio perché è stato filmato) della polizia, e ribadire il fatto che, se mi avessero voluto portare via mia figlia, non mi sarei fermata davanti a niente, avrei chiamato pure la Nasa e pure gli alieni, altro che dare il video a “Chi l’ha visto”.

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  29. Appunto : NON L’ HANNO FATTO !
    Del resto …. e cioè dei filmati, comparsate, zie gracchianti, mamme urlanti a soggetto, padri che si dicono sereni e soddisfatti, trasmissioni TV, lacrime di coccodrillo di ospiti e presentatori, recite, in attesa di partecipare all’ orrido di @brunovespa e consimili, da parte di mamma e papà … non me ne potrebbe fregare di meno : se il tema di questo post è “le modalità di intervento della PS a seguito di Sentenza della Magistratura in questo caso” … ho già espresso la mia ‘personale’ opinione, so quello che – da cittadino e padre – io debba e possa fare per migliorare le norme attualmente vigenti, ed esco quindi dalla comune …. non prima di abbracciarti ( eheheh … ogni scusa è buona ! :mrgreen: ) e ringraziarti dell’ ospitalità ! 😀

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    • Bruno, qui non stiamo parlando di sentimenti sbandierati in pubblico modello “C’è posta per te”, stiamo parlando di un figlio portato via, cosa che nessun genitore dovrebbe mai provare. Poi, se questa madre invece era indegna, non lo sappiamo, ma certo che il figlio spontaneamente col padre non c’è voluto andare, e io alla storia del lavaggio del cervello non ci credo per niente. D’altra parte, un uomo che viene accusato di essere troppo autoritario, che dà luogo a quel tipo d’intervento e trascina il figlio in quel modo, non ti pare che avalli l’accusa?

      Ci sono persone con cui non si riesce a mettersi d’accordo, neanche quando il non mettersi d’accordo va contro il proprio interesse. Ci sono persone che non conoscono buon senso, e con cui il dialogo è inutile e, credimi, non sempre è possibile dimostrarlo a un giudice.

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  30. Leggete pure qui: http://www.lastampa.it/2012/10/12/italia/cronache/bimbo-prelevato-a-forza-dalla-polizia-la-madre-si-era-gia-opposta-due-volte-UGGNMWnrTzjr3tarAAbqoK/pagina.html

    Insomma, mi pare ufficiale che il comportamento della polizia non sia stato consono, ma state sicuri che se non fosse stato filmato e dato in pasto ai media sarebbe passato sotto silenzio.

    Notate i passi relativi al consulente tecnico, che mi pare proprio sia quello che gli ha diagnosticato un’improbabile quanto sconosciuta Pas, che afferma che il bambino è sereno e sta bene, vs la testimonianza dell’onorevole Mussolini che riferisce: «È provato e a disagio – ha affermato – Non vuole parlare con gli adulti ma si relaziona con gli altri bambini che ci sono. Mi ha detto “me ne voglio andare, voglio andare a casa da mia mamma”».

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  31. Quoto in toto @Bruno. Peccato, però, che continui a dire che è d’accordo con @Aquila quando io, molto prima di lui e con numerosi commenti, ho detto le stesse cose, argomentandole per bene, mi pare. Ho l’impressione che il Cavaliere ‘sta volta non abbia letto tutti i commenti. 😉

    Tu dici che è una fortuna che la zia abbia filmato il tutto perché altrimenti la cosa sarebbe passata sotto silenzio. Appunto, così avrebbe dovuto essere perché si tratta, lo ripeto, di un fatto privato di cui stiamo discutendo senza conoscerne i particolari, in cui viene messa sotto accusa la polizia che ha fatto solo il suo dovere e che avrebbe agito di certo in modo diverso se non ci fosse stato ostruzionismo da parte di zia e parenti vari. E sto anche dalla parte dell’ispettrice, che avrebbe ricevuto minacce di morte (ma stiamo dando i numeri?!), perché la sua infelice frase “Io sono un ispettore di polizia lei non è nessuno”, pronunciata in un evidente stato di agitazione (dovuta anche al degenerare dell’operazione per le cause già dette), va interpretata con la corretta contestualizzazione. Vale a dire: “io sono un’ispettrice di polizia e sto facendo il mio lavoro, lei non è nessuno, nemmeno la madre del bambino, ci sta insultando da mezzora ed è proprio ora che la smetta”. Ecco quello che avrebbe dovuto dire se il suo stato d’animo fosse stato meno alterato.

    Infine, vedo che le parole della Mussolini, da sempre ritenuta una deficiente, persona non degna di alcun credito, ora vengono accolte come la VERITA’ assoluta. Io, che pure non ho nulla contro di lei, non mi fido per niente.

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    • @Marisa, ho risposto al tuo post sull’argomento, e mi ripeto qui.

      Io non so niente delle minacce di morte all’ispettrice che, nel caso siano vere, è chiaro che sono eccessive e fuori luogo, è chiaro pure che sono reato, ma da qui a giustificare le scene che abbiamo visto ce ne corre.

      Tu dici della Mussolini “da sempre ritenuta una deficiente”: non mi sembra che io mi sia mai espressa con tali termini in suo proposito, pur certo non identificandomi minimamente nel suo partito e poi, anche se invece di essere stata la Mussolini a esprimersi fosse stata Maria Rossi o Paoletta Bianchi, non avrei stentato a crederle: io sfido qualunque bambino che avesse subito quel trattamento a ritrovare la serenità nel giro di poco ore, per di più in un ambiente estraneo come una struttura “protetta”.

      Mi unisco però alla tirata d’orecchie a Ser Bruno perché è vero, anche tu sostieni la stessa posizione con in più il “merito”, in quanto donna, di non poter essere accusata di essere di parte per principio.

      Continuo a non concordare con la difesa dell’ispettrice che, proprio per il suo ruolo, che ci ha tenuto così tanto a sottolineare, sarebbe duvuta essere capace di maggior sangue freddo e quindi il fatto che tu invochi lo stato d’agitazione mi conferma la mia idea di persona inadeguata al ruolo e alla circostanza, e che per l’appunto la circostanza sia stata tale da scuotere e mettere in agitazione gli astanti (che poi non capisco perché l’ispettrice avrebbe diritto a essere agitata e i parenti del bambino no).

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  32. Comunque, per replicare (seriamente) al tuo “vide e credette”, anche io sono d’accordo nel rendere pubblico il filmato. Sono però contrario alla strumentalizzazione e soprattutto alla spettacolarizzazione che ancora in queste ore si sta facendo… A momenti vedremo il plastico della scuola da Vespa,,, Non è giusto, non è serio… Tutti pensano a raccogliere il consenso e a far crescere l’audience sull’onda dell’emotività, e nessuno pensa che magari quel bambino o quella famiglia possono preferire il silenzio, per cercare di recuperare la serenità, o magari i bambini che stavano in quella scuola potrebbero venire ulteriormente turbati dal rivedere ossessivamente quel dramma sbattuto sullo schermo…
    Ma l’importante è lo spettacolo, ormai dovremmo averlo imparato…

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    • @Paperi: va beh, questo è il mondo in cui si sfrutta tutto per fare audience, persino i morti in guerra, figuriamoci una questione come questa! Eh sì, mi sa che pure quando sono crollate le Torri Gemelle qualcuno avrà gioito per l’aumento delle tirature! Ahimé, penso che a questo non si possa porre riparo, ma è pur vero che questione fuori da quello di cui stiamo discutendo.

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  33. @Marisa … su @Aquila … ehm … hai ragione Tu, avevo letto “anche” i tuoi commenti ( li approvo e li condivido tutti, e mi piace il tuo andar controcorrente … ), ma ho citato solo il @Nonvedente parapadano per “becero maschilismo” 😦 e perchè mi lega a lui un’ amicizia profonda, ed infine perchè percepisco ( magari “errando” ) che lui, di questa amara vicenda, ne soffre in modo particolare, ma senza smarrire il suo buonsenso !
    Della vicenda, amarissima, non parlo più …. ma non rinuncio a riabbracciare ancora @Diemme ( essì …. e quando mi ricapita un occasione così ??? 😀 ) !
    Ps. Lasciate lavorare in pace il saggio @brunovespa e la simpaticissima @Mussolini …. e ne vedrete delle belle, specie se dovesse far capolino, ad uno dei tanti ‘banchi della frutta’ mascherati da “salotti di riflessione”, l’ apprezzato segugio leguleio @Taormina ‘princeps of auditel’ : la fiera dell’ orrore è appena cominciata …. sulla pelle di quello sfortunato Bambino !

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    • @Bruno: nonostante la blog-amicizia di lunga data e anche il fatto di averlo conosciuto personalmente, non conosco le vicende personali di Aquila, ma visto che la sua Fatina è con lui spesso e volentieri, non mi sembra si possa accumunare a un padre che invece subisce serie limitazioni. Ma perché poi si è passato dal poter vedere il figlio solo in situazione protetta all’affido esclusivo? Quel padre mi sta sempre più sulle balle e, fino a prova contraria, considererò quello che ha fatto solo una prova di forza alla “lei non sa chi sono io” (e quindi con la signora ispettrice parlavano una lingua comune?).

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  34. @ paperi si nasce

    Sono fondamentalmente d’accordo con te sul fatto che doveva essere evitata la strumentalizzazione (lo sto ripetendo da giorni, uffa!) ma quando scrivi «nessuno pensa che magari quel bambino o quella famiglia possono preferire il silenzio, per cercare di recuperare la serenità» mi viene spontaneo replicare che, nel momento in cui è stato filmato il tutto e divulgato in tv, la famiglia, quanto meno, se non il bambino, voleva che se ne parlasse. Altroché silenzio!

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  35. @marisamoles: sì, hai ragione tu. La famiglia (almeno quella della mamma) si direbbe di no… Ma il bambino… Forse ho sbagliato termine, non dovevo dire che loro “possono preferire” il silenzio, ma che il silenzio gli farebbe più bene.
    @Diemme: Le torri gemelle sono state un evento universale. Le guerre lo sono altrettanto. Questa – a parte la denuncia per il comportamento della Polizia – è una storia privata, privatissima, e dolorosa. Ci dovrebbe essere un punto davanti al quale scatta il rispetto per la persona. Leggo in rete che nelle trasmissioni della domenica hanno portato in diretta testimonianze di altri bambini per avvalorare una tesi o l’altra… E’ possibile?

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    • @Paperi, il principio è lo stesso, ci sono livelli ai quali non ci si preoccupa degli eventi, né della loro gravità, non ci si preoccupa delle persone, né del loro dolore e il loro diritto al silenzio: ci si preoccupa dell’audience, e ben venga tutto quello che la alza, si tratti pure della massima violenza nei confronti del più innocente e indifeso.

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  36. Delle sue vicende, conosce solo lui la sostanza, e quindi non mi riferivo a questo ….. ma @Aquilanonvedente, nella miriade dei suoi interventi a commento o nei suoi post …. ha sempre avuto parole e sentimenti “da padre vero” verso i bambini che si ritrovino nelle condizioni in cui si ritrova in questo momento il bambino conteso, ed anche ora, coerentemente, pur esprimendo tutte le sue riserve sull’ accaduto …. ha avuto parole solo per il bambino !
    Quel “padre” ti sta sempre più sulle balle ?!?
    Condivido cara @Diemme …. ma in analoga misura a me stanno sempre più sulle balle la “mamma” e la “zia” …. ma lo ripeto ancora : ne vedrete delle belle, se lasciate lavorare gli operatori @brunovespa&c. !
    Un po’ meno, mi comincia a stare sulle balle, l’ ispettrice di polizia, che ha reagito impropriamente di fronte agli strillacci acuti e strafottenti della “zia” ( quella …. te la raccomando ) e questo è innegabile, così come è innegabile che le procedure di prelievo da parte della PS in ottemperanza al mandato dei Giudici sono apparse a tutti “orride” !

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  37. @ Cavaliere

    Sono contenta che tu abbia letto anche i miei commenti. 🙂

    In un articolo sul mio blog ho cercato di spiegare che la frase infelice dell’ispettrice è stata male interpretata. La zia non è la madre, quindi l’agente si è giustamente rifiutata di dare informazioni minuziose, dopo aver ammesso che la richiesta di sospensiva avanzata dalla madre era stata rigettata.

    L’ispettrice, davanti alle pressioni della donna, dice: “Io non son tenuta a dirle niente. Io sono un ispettore di polizia e lei non è neanch … (si capisce che vorrebbe dire “neanche la madre”) … nessuno”.

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    • Io ho riascoltato tutto, ma questo “neanch…” non l’ho sentito…. che dirti, lo riascolto ancora una volta.

      Mi dirai che l’ispettrice era giovane, e che il momento del fesso passa per tutti, ma questa può essere l’unica giustificazione: ben diversa è stata l’encomiabile non-reazione all'”Ehi pecorella” dell’altro episodio che è stato a questo proposito citato da te.

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    • Aggiungo, non è che s’intenda criminalizzare la polizia per quell’uscita (pessima!) della giovane ispettrice, è tutto l’insieme delle cose che non è andata.

      Ho letto pure le due versioni a confronto, e comunque il fatto che la polizia abbia aiutato il bambino perché non si facesse male (i.e., perché il padre non gli facesse male trascinandolo) non è che dipenda a favore della vicenda.

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  38. Si sente bene, l’ispettrice fa una piccolissima quasi impercettibile pausa prima di dire “nessuno”. Ma poi è chiaro, indipendentemente, che voleva dire proprio questo: io sto facendo il mio lavoro e lei non è la madre, non posso dirle più di questo. Voi parlate di arroganza ma non si può trascurare l’arroganza e la maleducazione di questa donna che continua a insultare tutti, intralciando ulteriormente l’operazione. Per uno che fa il suo lavoro, bene o male sarà l’inchiesta a stabilirlo, è intollerabile.

    L’episodio di “ehi pecorella” l’ha citato frz per sottolineare quanto siano disprezzate le forze dell’ordine, quanto si tenda a colpevolizzarle a prescindere. Indubbiamente l’ispettrice non è un’eroina ma, come il carabiniere nell’altra circostanza, stava facendo il suo lavoro subendo un’ingiustificata e ingiustificabile pressione.

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    • Mi spiace Marisa, sembra quasi che ci stiamo riferendo a due video diversi, perché io ho sentito solo una zia disperata che faceva quello che poteva. Sto leggendo molto in giro sull’argomento, e pare che il bambino con la madre e la di lei famiglia ci stesse benissimo, che a scuola fosse un alunno studioso e diligente, direi brillante, che può pure non essere segno di stabilità della casa materna, ma insomma, significherà pure qualcosa di positivo!

      Le forze dell’ordine saranno pure colpevolizzate a prescindere da certi strati della popolazione, ma non certo da me che anzi, come ho avuto modo di dire, ne ho avuto sempre un’idea positiva (fermo restando che quell’ispettrice mi è sembrata quantomeno una ragazzina inesperta).

      Comunque spero che sia possibile prima o poi leggere l’ordinanza per intero, ma non credo che cambierò idea, e poi su che base, la Pas?

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  39. Concordo con le osservazioni fatte da Marisa Moles. Perché un bambino di dieci anni viene accompagnato a scuola dalla mamma, la zia e i due nonni?
    Che l’intervento della polizia sia stato un grave errore, non c’è dubbio; pensare però che il problema sia questo, e non il comportamento delle famiglie coinvolte nella vicenda, è sbagliato, e può portare a conseguenze peggiori.
    Quando due genitori non sono in grado di mettersi d’accordo sulla custodia (termine orribile) del figlio, c’è probabilmente un problema che, ne sono quasi certo, peserà sui figli. Se due genitori non collaborano per rendere “normale” la gestione dei figli anche in questi casi, è probabile che da grandi i figli avranno dei problemi.
    Nel caso specifico: perché la madre si è rifiutata di adempiere a un’ordinanza del giudice? Se lei e suo marito non sono stati in grado di mettersi d’accordo, con quale diritto ritiene di poter decidere lei da sola cosa è bene per suo figlio e cosa no? Perché nella decisione si dà più peso ai nonni e alla zia che al padre del ragazzo. Questo non giustifica il comportamento delle forze dell’ordine, ma io preferirei sfilare, e protestare, contro tutti quei genitori egoisti che rendono necessario l’intervento della polizia per gestire un figlio!

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    • Paolo, il bambino non veniva accompagnato da mamma, nonno e zia, la mamma non c’era e i parenti della madre presidiavano la scuola proprio perché, conoscendo il padre (e conoscendo le disposizioni del giudice…) presidiavano la scuola.

      Qui si continua a dire “Se due genitori non riescono a mettersi d’accordo…”, ma io non ritengo vero vero che il torto stia sempre a metà, ci sono delle persone con le quali ragionare è impossibile. C’è l’ordinanza del giudice? Senti, io parlo da madre, se il padre di mia figlia mi avesse voluto portare via mia figlia avrei lottato con le unghie e con i denti, e non per avere l’esclusiva perché, se io avessi saputo che andava a stare bene, l’avrei pure presa con filosofia e avrei pensato che mi sarei persino riposata un po’, ma il fatto è che il padre è secondo me un’incosciente, e la bambina rischiava l’incolumità fisica (e di episodi sgradevoli qua e là ce ne sono stati): i giudici di errori ne fanno, di errori giudiziari è piena alla storia dell’umanità, dalle origini ai nostri giorni!

      Insomma, io ho il dovere di tutelare mio figlio, e io in mano a un padre violento un bambino di dieci anni non ce lo mando, mi mettano pure in galera per resistenza a pubblico ufficiale e quant’altro.

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  40. Appropinquandomi or ora, all’alba delle 15.20, nel mondo bloggaro, mi accorgo che la squisita padrona di casa mi rivolse una domanda.
    Cosa vidi nei tuoi occhi?
    Oh… ma io sono un gentiluomo… col cappero che te lo dico!!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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  41. Be’, il mio parere è non credo che questo faccia bene al bambino – cioè non so se far correre qualche rischio a un figlio con un padre “incosciente” (ce ne sono a migliaia, e nessuno si è mai sognato di togliere i figli a padri incoscienti) sia peggio della certezza del male prodotto da una famiglia che priva un bambino di suo padre, il quale viene mostrato come una specie di mostro dal quale è necessario difendersi… Ma è ovvio che è un campo in cui i pareri possono essere molto diversi.

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    • @Paolo: beh, se nessuno si è mai sognato di togliere i figli ai padri incoscienti ha fatto molto male. Io i figli ai genitori “inadeguati” li toglierei con la ruspa. Nell’interesse supremo del minore.

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    • il mio “incosciente” era virgolettato: il punto è se deve essere sempre e solo la madre a decidere se il padre è “incosciente” o meno… ho conosciuto tante coppie separate, e ho visto con quanta facilità uno dei due coniugi demonizzava l’altro di fronte ai propri figli – “incosciente” era, ahimè, l’aggettivo più usato…

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    • Un padre che prende il figlio per i piedi e lo trascina come un capretto, è “incosciente”, tanto… hai presento come lo avrebbe ferito se un’altra persona non lo avesse sollevato dall’altra parte?

      Tu pensa che il padre di mia figlia una volta ha trascinato la figlia lungo la via e non se ne è neanche accorto: non ti dico le urla e le escoriazioni! Sai com’è andata? Camminavano, la teneva per mano, lei è inciampata e lui ha continuato a camminare con la figlia per mano senza accorgersi che era caduta, che non camminava piùà ma la stava trascinando a peso morto, senza sentire che piangeva e urlava!!!

      Premetto che stiamo parlando di un padre che adora la figlia, ma non è proprio in grado. Sai che quando era con lui, se le scappava di andare in bagno lui la pregava di trattenersi fino a che non avesse trovato una persona che le pulisse il sedere? Vuoi che continui?

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    • Capisco le preoccupazioni di una madre in questo senso, e non voglio entrare nel dettaglio della tua vita, che sicuramente conosci bene… Dico solo che spesso i genitori separati hanno una visione catastrofica dell’altro genitore – e questo fa male al figlio. Nel caso specifico, se la zia, invece di insultare tutti, avesse cercato di tranquillizzare il ragazzo (insegnandogli, tra l’altro,ad avere fiducia sia in suo padre sia nella legge), avrebbe fatto molto, molto meglio. Sempre, ovviamente, nell’interesse supremo del minore.
      A presto!

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    • @Paolo: le nostre risposte si sono incrociate… rimango sempre più della mia idea e, se le cose stanno come nel commento or ora riportato, ora sono anche dalla parte della madre, sempre e sempre di più.

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    • Riporto qui il commento or ora lasciato da una lettrice di Pino Scaccia:

      Verdetto – Compare anche il nome dello psichiatra della vicenda di Cittadella Tolto alla madre a 12 anni Un nuovo caso a Padova Stessa diagnosi: condiziona il figlio contro il padre: «Mi hanno fatto andare all’ospedale, ci hanno divisi, da allora il mio piccolo vive in comunità» Dal nostro inviato Giusi Fasano PADOVA – Quelle parole sono un tarlo, tornano alla mente ogni sera, quando il sonno tarda ad arrivare: «Signora, la aspetto oggi pomeriggio, venga con suo figlio». Chissà quante volte si è poi detta: se non fossi andata… se avessi capito… «È successo qualcosa?» ha invece chiesto in quel momento. «Niente, non si preoccupi, va tutto bene». Alcuni genitori dell’associazione ”L’Italia Vera” durante la manifestazione a Roma in favore dei diritti del bimbo di Padova(Ansa) Alle due e mezzo la signora era davanti all’ingresso dell’Unità sanitaria locale dove le avevano dato appuntamento. Suo figlio, 12 anni, ha visto i carabinieri: «Che ci fanno qui, mamma?». «Faranno un giro d’ispezione» ha risposto lei tranquillizzandolo. Pochi minuti dopo il bambino era in una stanza, la madre in un’altra al piano di sopra. E attorno a loro c’erano tante persone a spiegare che per il bene del piccolo, così dicevano, era necessario staccare la spina degli affetti, che dal quel giorno in poi avrebbe vissuto in una comunità, a un’ora e mezza di strada dalla sua casa, dai suoi giocattoli, dai suoi amichetti e dalla sua mamma. Così è stato. Uno strappo doloroso come quello di Leonardo, il bambino conteso fra i genitori e portato via a forza da scuola, nel Padovano. Stessa zona di questa seconda storia che conta un’altro punto in comune con quella di Leo: anche questa volta compare nelle carte il nome del perito dei giudici che ha suggerito l’allontanamento di Leonardo dalla madre, Rubens De Nicola. «È una coincidenza che le storie trattate da lui finiscano in modo così drammatico?» si chiede la mamma divisa dal suo bambino tre mesi fa. In realtà De Nicola era solo ausiliario del consulente tecnico scelto dal tribunale dei minori di Venezia: ha firmato una relazione sulla personalità della signora e del padre del bambino (non sono sposati) stabilendo peraltro che nessuno dei due mostrava aspetti patologici. «Mi hanno detto che io avrei manipolato il bambino e che lui ha gravi problemi psicologici» dice la madre del piccolo. «Ma non è vero, la verità è che lui non voleva vedere suo padre, che assieme a lui non stava bene. Io non l’ho mai condizionato e credo che un bimbo abbia il diritto di essere ascoltato. È da luglio che non dormo e adesso dico grazie a Leonardo perché con il coraggio della sua ribellione è riuscito a portare a galla la tragedia che c’è sempre dietro alle storie come la sua». Magari ci sarà anche lei stasera alla fiaccolata organizzata per Leonardo… «Sono adulta e voglio essere rispettata, io chiedo soltanto questo. Voglio che i sentimenti di mio figlio contino qualcosa, non mi sembra di chiedere la luna. Adesso lo vedo una volta ogni quindici giorni e morirei se non potessi incontrarlo nemmeno così poco. Io so che quella mattina alla Usl, mentre era lontano da me, ha singhiozzato e implorato senza che nessuno lo ascoltasse. Era disperato al punto che avevano deciso di sedarlo. E per amor suo io stessa l’ho accompagnato in comunità, perché ha problemi di cuore, non può essere sedato. Non lo scorderò mai, siamo saliti su un furgone scortati come criminali e io avevo la morte nel cuore mentre provavo a dirgli che sarebbe andato tutto bene». Notti e notti senza sonno, mille volte a riavvolgere il filo dei ricordi per capire se e cosa aveva mai sbagliato per meritare una decisione così drastica dei giudici. E adesso il terrore di fare un passo sbagliato, una leggerezza qualsiasi che possa compromettere ancora di più la situazione. «Io vivo solo per riportare a casa il mio bambino e per farlo riavvicinare anche a suo padre. È mi fa impazzire ricordare quel pomeriggio di luglio, il viaggio fino alla comunità, le parole di mio figlio. Mi ha detto “mamma aiutami ti prego”. Può una madre sopportare tutto questo?» @GiusiFasano Dal Corriere.it di oggi

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  42. @ Diemme

    Mi sembrano due casi diversi e nella sostanza e nell’esito. Sicuramente la gestione di questo secondo caso è stata migliore, se non altro perché il bambino non ha subito violenza fisica anche se di certo quella psicologica.

    Lo ripeto: io non avrei mai voluto allargare le mie osservazioni che erano riferite esclusivamente al video girato dalla zia e al comportamento deplorevole della donna. Anche ora non mi sento di giudicare. Se al Tribunale dei Minori di Padova qualcosa non funziona, le irregolarità e i responsabili di diagnosi sbagliate ne risponderanno. Ma ciò non cambia di una virgola l’idea che mi sono fatta, anche attraverso il comportamento della zia e il suo modo di inveire contro chi stava facendo il suo lavoro, seppure ingrato, della famiglia della madre dello sfortunato bambino. Sarebbe per lui tanto meglio prendere le distanze da entrambi i genitori.

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    • @Marisa: non so, la madre non l’ho neanche mai vista, ma credo che per ora rimarremo della nostra idea: il bello tra di noi però è il pensarla diversamente e non dubitare mai della nostra amicizia, al contrario di altre persone che, per opinioni discordanti su uomini e 194 m’hanno cassato dalla loro vita.

      Ma, forse, i problemi erano altri… 🙄

      (Scusa lo sfogo, ce l’avevo proprio nella strozza, che non andava né su né giù 😉 ).

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  43. @ Diemme

    Ma scherzi? Non ho pensato nemmeno per un secondo (ma che dico, nemmeno per un milionesimo di secondo) che l’avere posizioni discordanti su questa faccenda potesse compromettere la nostra amicizia. Se è accaduto in passato con qualcun altro, come giustamente osservi, i problemi dovevano essere altri. 🙂

    Un abbraccio.

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    • Neanch’io ho mai dubitato di questo, eppure troppe persone al mondo pensano “chi non è con me è contro di me”, che poi, se fosse davvero “non è con me” potrebbero pure avere le loro ragioni, ma il non tollerare un pensiero diverso per me è inconcepibile, mentre per troppa gente è la normalità.

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  44. Riporto qui un commento postato poc’anzi sul blog di Pino Scaccia da tale Soqquadro, sempre su questo argomento e che, se i fatti corrispondono a realtà – come pare – mi sento di condividere in pieno:

    Ricapitoliamo ragionando:
    Un bimbo vive con la mamma e vede il papà secondo un calendario definito.
    A un certo punto pare che il bimbo da questo papà non voglia più andare. Perchè “troppo autoritario” dicono nonno e mamma e descrivono dei “castighi” un po’ pesanti su un bimbetto che all’epoca dei primi accadimenti ha 4 anni. Vero? Boh. Però uno che ti trascina per i piedi sul selciato non mi sembra esattamente questo padre amorevole, almeno, io uno così non lo vorrei.
    Partono le querele per “mancata consegna”. Al che si arriva al Tribunale dei Minori.
    Il Tribunale dei Minori, per salvare il rapporto tra padre e bambino come legge prevede, limita la potestà della madre (cosa ben rimarcata dal padre, che è avvocato, sui giornali) lasciandole la collocazione del bimbo ma affidandolo ai servizi sociali che hanno il compito di organizzare gli incontri tra papà e bambino in luoghi protetti con personale preposto. Secondo quello che hanno pubblicato delle relazioni del caso agli incontri il bambino è ostile al padre, e quando ne parla al personale non nasconde un totale disprezzo. Si dimostra più “collaborativo” e “accomodante” nei confronti del padre solo quando gli viene dato ad intendere che diversamente sarebbero pasticci seri per lui e mamma, ma appena la “pressione cala” ricomincia come prima. (Ma questi cavolo di assistenti sociali cosa stavano a fare? A far capire al bambino che o faceva il figliolo amorevole o facevano passare guai a tutti? A un bambino delle elementari??? Insomma a fargli fare il bambino affettuso sotto “minaccia”? Oddio, per chi ha visto lavorare degli assistenti sociali, purtroppo, comportamenti come questi non sono una sorpresa, per referenze contattare i bambini finiti in questo girone infernale).
    Parimenti la mamma: quando sono fissati gli appuntamenti d’obbligo porta il bambino ai colloqui con il padre, diversamente no (insomma, spontaneamente sia lei che il piccolo ne farebbero anche a meno, la scoperta dell’acqua calda, se lo vedessero volentieri non sarebbero necessari i colloqui protetti).
    A qualcuno viene da chiedere “perchè” questo bambino sia così ostile al padre? E perchè sia “collaborativo” solo se subodora guai ancora più grossi? (Tra l’altro, notevole metodo pedagogico, complimenti).
    Il papà del piccolo ha la risposta: è tutta colpa della madre e dei parenti che hanno indottrinato il bambino contro di lui con una sindrome chiamata PAS. Una patologia che secondo la psichiatria internazionale è semplicemente inventata di sana pianta. Ma il papà del piccolo è attivista in un’associazione che invece la rivendica e ne chiede l’utilizzo in tribunale. Così chiede al Tribunale dei Minori una perizia psichiatrica sul figlio per tale patologia.
    Il perito psichiatrico del tribunale la diagnostica al bambino, ma tu guarda le coincidenze, (che peraltro è sempre più insofferente a tutto questo girotondo, ma va?) e suggerisce che il bambino venga allontanato in un ambiente “neutro” per “resettare (ha scritto proprio così) i suoi affetti” (poi gli installeranno il programma “Amo il mio papà”, magari con l’opzione “preparo io il caffè”?).
    Il Tribunale quindi emette l’ordinanza di allontamento del bambino e la sua collocazione in una struttura protetta (quella dove “resettare i suoi affetti”) con affido al padre. Niente più la sua scuola, eventuali sport o attività ricreative, amichetti (dopotutto deve resettarsi, no?).
    Il padre quindi si presenta a casa della madre con gli assistenti sociali e il perito del tribunale a prendere il figlio per portarlo in codesta struttura, ma il bambino scappa e si nasconde, con l’aiuto dei parenti.
    Al che si decide di effettuare l’operazione a scuola con l’aiuto degli agenti di polizia.
    Quindi il padre, il perito del tribunale, l’assistente sociale, e tre poliziotti vanno a scuola a prendere il bambino per farlo uscire da una porta secondaria. E scoppia il casino: il bambino si ribella, urla, strepita, si divincola, cerca di scappare, si getta a terra, il padre lo prende per le caviglie per trascinarlo via, qualcuno lo aiuta (nella foto si vedono due uomini attaccati alle gambe del ragazzo, la polizia parla di UN poliziotto che ha sollevato il ragazzo, e dalle spalle, l’altro uomo chi è? dal completo non si direbbe uno dei poliziotti in borghese, mica il medico o l’assistente sociale?- che però in maggioranza sono donne), mentre uno dei poliziotti solleva il ragazzo per le braccia e la spalla (almeno non ha trascinato la testa sul selciato?). Il genitore di un amichetto, vedendo un bambino trascinato come un capretto il giorno di Pasqua, si mette in mezzo insieme al nonno e alla zia (sembra siano stati denunciati tutti e te), mentre quest’ultima filma la scena. Finchè il bambino urlante non viene caricato in macchina e portato in struttura (insomma, l’unico che non ha fatto niente è quello in galera).
    Il video finisce in televisione e sui lanci di agenzia internazionali.
    Questo è l’inferno che ha vissuto fino ad ora questo ragazzino. Ed è appena cominciato.
    Finiranno molto prima i cancan e i servizi alla tv in cui:
    – la madre e la zia piangono e urlano all’ingiustizia
    – la polizia prima si scusa, poi apre un’inchiesta, poi precisa che il ragazzino non lo hanno trascinato loro, è stato il padre, loro hanno solo aiutato, poi ci faranno sapere gli esiti dell’inchiesta.
    – il padre dichiara fieramente di aver salvato il figlio (a me sto atteggiamento pare da trofeo di guerra, però…) perchè la madre e la sua famiglia gli hanno causato una patologia
    – il medico spiega della situazione di tale PAS, poi sembra che l’Ordine dei Medici gli abbia chiesto di andare a chiarire cosa ha scritto, e quindi interpellato di nuovo nega di avere diagnosticato tale PAS e che esista tale PAS, mentre contemporaneamente spiega che cosa è la PAS (a me sto atteggiamento pare da unghie sugli specchi)

    Salta fuori che la madre è stata denunciata per non aver rispettato l’ordine del Tribunale e per aver causato la PAS al bambino (questa PAS che può contemporaneamente non esistere ed essere causa di una denuncia, scritta sull’atto).

    Qualcuno si domanda perchè non è stato interpellato il bambino:
    – perchè è piccolo quindi non in grado, per questo ci sono gli assistenti sociali, vedi sopra, e il perito del tribunale che lo vedono trascinare per il selciato senza batter ciglio (nella migliore delle ipotesi, nella peggiore hanno partecipato al trascinamento). Bella roba.
    – e poi … ha la PAS quindi quello che dice non ha valore perchè non è vero, è tutto indotto. Che figata, eh? Però non ha la PAS, perchè non esiste, lo ha detto il suo medico.

    In quale girone infernale è stato infilato questo bambino? Dalle persone che avevano il DOVERE di proteggerlo?

    E salta fuori che sono depositate interrogazioni parlamentari in mezza Repubblica, per affidamenti e bambini istituzionalizzati decisi sulla base di queste perizie? Di questa sindrome fantasma che contemporaneamente non esiste e contemporaneamente decide il destino di minori nelle perizie psichiatriche e poi nei Tribunali? 6 su 10 dice il Corsera, nel solo Veneto. Quanti di questi bambini sono in un qualche istituto a “resettare i loro affetti” il cui pianto non è stato registrato?
    Perchè?

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    • Purtroppo, cara Luisa, a volte l’interesse supremo del minore è un’espressione meramente formale che non trova applicazione nelle nostre Corti. Spero che il bambino superi questi dispiaceri, e che il fatto di avere una madre che lotta per lui – al contrario del padre che lotta per far dispetto alla madre, questa è la mia opinione – gli sia di conforto e gli dia forza per superare questi traumi.

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  45. Speriamolo veramente. Ho sentito che il padre ora era orgoglioso che il piccolo lo chiamasse “papà”. Forse non capisce che quella parola ha valore solo se c’è del sentimento altrimenti è una parola come le altre.

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    • @Luisa: sono disgustata dalle prevaricazioni di quell’uomo, ma soprattutto da una legge che glielo ha consentito. Che poi, è così difficile capire che l’amore non si compra né si estorce (che nel caso, farei un viaggetto dove sai tu col libretto di assegni da una parte e la frusta dall’altra 😆 ).

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  46. Il bambino ha usato il termine “incubo”, cioè qualcosa di al di fuori della realtà destinato cmq a finire.
    E privato di tutto ha reagito studiando. Probabilmente diventerà un campione della resilienza.
    Ah, si, ora chiama il padre “papà”. I bambini che hanno un papà DAVVERO non hanno bisogno di 5 mesi di carcere per farlo, lo fanno e basta.
    Forse questo tizio, e non solo lui, dovrebbe capire che le emozioni di un bambino non si possono nè impiantare nè pilotare. E’ questo il motivo principale per cui detta “sindrome” è fuffa. Ci son bambini che chiamano “papà” (o “mamma”) persone che non sono i loro “veri” genitori e lo sanno anche benissimo, ma si chiamano “papà” (o “mamma”). Perchè “sono” papà (o mamma). E’ una cosa emozionale, e le emozioni non si edificano per decreto.

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    • @Soqquadro: beh, la resilienza è una gran bella virtù, io auguro a questo ragazzo di averla davvero questa marcia in più. Per quanto riguarda suo padre invece, non ho parole.

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  47. Io so di bambini che chiamano papà e mamma i genitori biologici, ma sono allevati da altri e li chiamano col titolo del caso, ma l’affetto che offrono spontaneamente è quello di un figlio verso un genitore e per giunta amorevole. Avete più che ragione, l’affetto non si compra e non s’impone!

    Diemme se hai paura a viaggiare sola, ti offro la mia disinteressata compagnia 😳

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    • @Luisa: ma sì, smezziamoci la fruizione del pollastro, così riduciamo pure la spesa per l’acquisto delle sue attenzioni e, riguardo all’estorsione, mi sa che neanche basteremo in due a tenerlo fermo!

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