L’estraneo

Mi fece effetto, tanti e tanti anni fa (avrò avuto l’età di mia figlia) un pensiero espresso dallo zio di una mia amica, che aveva avuto una grande e lunga storia d’amore. Quando la storia finì, sembrò impazzire dal dolore ma poi, com’è nell’ordine delle cose, si riprese.

Una volta ebbe a sottolineare l’impressione che gli faceva rivedere quella donna e viverla come una perfetta estranea, che gli era completamente indifferente.

Raccontava di quale fosse stato il percorso dal viverla come una persona speciale, per anni e anni, e poi vederla sempre meno speciale, fino a non vedere niente in lei che la differenziasse dalle altre.

Ne era sorpreso a sua volta, ed è la sua sorpresa quella che mi rimase impressa e che ricordo ancora.

Poi capitò anche a me, e la sua esperienza mi servì a farmelo sembrare meno strano.

Però è brutto, è proprio brutto.

E mica è vero che non faccia male.

41 thoughts on “L’estraneo

  1. Se non mi dai “del dotto citatore” ( ma in fondo, che
    importa ! ), ti dico che quello zio di una tua amica visse, dalla “a” alla “zeta” ( dalla passione più irrefrenabile all’ estraneità più sconcertante ) la stessa esperienza narrata, come nessuno aveva saputo fare mai, da Marcel Proust nella ‘Recherche du temps perdu’. Ricordi l’ amore di Swann per Odette ? Librescamente, mi fece male quel finale di un Amore grandissimo, quella tumultuosa, carnale, spirituale Passione finita in un ‘refolo di vento’ prima, e nella più disarmante estraneità poi . Non ci fosse stata una Figlia di mezzo tra quei due Amanti, se si fossero incontrati in strada, non si sarebbero neanche riconosciuti .
    Nella vita poi, pensare a questa situazione mi è francamente insopportabile .
    E’ vero, la memoria è per me strumento lucido e palpitante e, non riuscendo ad uccidere il ricordo, il riflettere che una Donna, che amai un tempo, possa essere uscita, non dico dai miei sentimenti, ma dalla mera visuale fino al punto che il rivederla in un posto non mi facesse più nè caldo nè freddo, è impensabile, non fa parte della mia mentalità, mi fa soffrire solo a pensarlo !
    Ma forse per altri non è così, forse per altri la memoria è soltanto un sostantivo astratto di genere femminile e di numero singolare, ed il ricordo di un Amore, pur intenso e lancinante, fa presto a evaporare . Come una goccia d’ acqua che cada sulla sabbia infuocata ! Ma come è possibile questa situazione ? Eppure avviene cosi ogni giorno, ogni ora ! Gente che si amò appassionatamente si dimenticò con altrettanta intensità quell’ amore, e immemore passò infine all’ indifferenza dell’ estraneità .
    Comprendo quello che dici, e quel tuo rammentare “Però è brutto, è proprio brutto. E mica è vero che non faccia male”, mi fa percepire la tua pena sottile che già una volta ( ricordi ? ) mi portò vicinissimo a te .
    Che strana cosa è la vita, e che complessità inestricabile è l’ animo umano !

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    • @Bruno: No, non ricordo l’occasione, ma non stento a credere che occasione ci sia stata.

      Sembra di tradire la vita, non si riesce a credere che possa davvero accadere. E anche quando si subisce non si riesce a credere, non possiamo farcene una ragione che a quella persona che ci ha così tanto amato oggi siamo indifferenti, e quanti si rovinano per questo, ricercando un passato che non esiste!

      Seneca ebbe a dire:

      Meglio allontanarsi da colui
      che non sarà più quello di prima.

      Ma è veramente così? Magari un rapporto semplicemente si trasforma, ma ci si può ancora dare tanto, però…

      Però… che brutto quando i suoi occhi non s’illuminano più quando ti scorge, e quando tu quasi non lo/la riconosci tra la folla!

      Questo è valido a tutti i livelli, anche di amicizia. Mi ricordo che c’era un legame molto stretto con due mamme di compagne di classe di mia figlia. Una volta discutemmo per via delle ragazze; io avevo cercato di parlarle con calma, la ragazza aveva preso un “andazzo” che non prometteva nulla di buono, e come sempre i genitori sono gli ultimi ad accorgersene, e ad ammetterlo se qualcuno prova a dirglielo. Insomma, mi aggredì malamente, e io ebbi la solita reazione del dirle, sempre con la massima calma “Ok, vivi pure la tua vita, ma lontano da me, e tua figlia lontana dalla mia”.

      Ecco, quando io l’incontravo, non la riconoscevo, mi sembrava quasi avesse un altro aspetto: un’estranea. Mi fece così effetto questo cambiamento, che sembrava impossibile: fino al giorno prima, quando la vedevo era una gioia, mi sbracciavo a salutarla, era una festa incontrarsi, il giorno dopo, un volto assolutamente sconosciuto. Un volto sconosciuto! Come può essere possibile?

      Dopo un po’ di tempo fu chiamata dall’insegnante, che le rappresentò la stessa situazione che avevo cercato di comunicarle io, e forse anche qualcosa di più, visto che le cose erano ulteriormente peggiorate (e sua figlia, isolata, ne soffriva profondamente). Stavolta fu disposta ad ascoltare e a prendere provvedimenti, ma tra noi le cose non tornarono mai più come prima: un anno di estraneità non fu una passeggiata, né un fatto reversibile.

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  2. Sono d’accordo con te… Come si fa a passare diversi anni con qualcuno, per poi lasciarsi e non considerarsi più? E’ triste… Credo però che sia giusto così, credo sia una specie di difesa naturale, guidata dall’istinto per non portarci a soffrire e a vivere l’assenza di una persona amata in maniera morbosa.

    Mi hai fatto pensare ad un sacco di persone…

    Grazie e buonanotte!

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    • @Vicozza: io parlavo in generale, e quest’indifferenza che subentra la trovo così difficile a credere, prima ancora che accettare.

      Comunque, per uno che gira la testa dall’altra parte, generalmente c’è sempre chi rimane a soffrire: l’indifferenza viaggia a senso unico, almeno nella maggioranza dei casi.

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  3. fa male, è spiacevole, ed è una delle cose da evitare.
    Se alla base di un rapporto si potessero mettere seriamente quelli che sono i valori primari di qualsiasi rapporto, rispetto e fiducia. Escludendo quei casi particolari, che possono sempre capitare, forse non si cadrebbe nell’oblio dell’indifferenza o del finto gesto (saluto).
    Pace.

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    • @Essere Libero: come si fa a evitare? Se per una persona non si prova più niente, c’è poco da evitare: al cuore non si comanda, né in un senso, né nell’altro.
      E’ un po’ come quando ti piace un cibo, ne fai scorpacciate, ne abusi, poi all’improvviso, semplicemente, non ti attira più.

      O, addirittura, ha sviluppato una violenta intolleranza a quell’alimento: e pure qua, sembra impossibile, possibile che la tal cosa che mi piaceva tanto oggi non mi susciti più nessuna voglia? Possibile che arrivi a considerarlo un cibo come gli altri, o peggio degli altri, perché capace di farmi allergia?

      I sentimenti degli altri, sono cibo di cui ci nutriamo? E possibile allora che qualcuno si stanchi di noi perché l’abbiamo amato troppo’

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  4. infatti l’amore non può essere individualizzato. L’amore è una parola abusata, io amo il mondo, e posso provare del bene particolare per una persona, ma se concentro tutto su di lei, l’amore può diventare odio.

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    • Già, credo che la spiegazione possa essere questa: il troppo storpia, anche in amore.

      Concentrare tutte le proprie energia, tutto il proprio investimento emotivo su una sola persona, può essere pericoloso, asfissiante, e controproducente. Non sempre però parliamo di questo, vedi l’amicizia con una mamma che ho citato in una risposta: ti assicuro, non l’amavo, e non era neanche l’amica del cuore!

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    • @Variabile: ogni medaglia ha due facce. Se una storia è finita, se l’altro ci ha lasciato o comunque voltato le spalle, tanto vale la pena dimenticarlo. Ma una persona che io ho amato, profondamente, con cui c’era un rapporto speciale, pensarla come estranea, sapere che è estranea, non dovrebbe farmi male?

      Non ti dà il senso della precarietà, dell’investimento affettivo vanificato, non è come se uno dovesse scoprire, che so, che il proprio figlio non è suo, passa un altro, o un’istituzione, e se lo porta via, e tu non sei nessuno?

      Mettila come ti pare, certo che serve per sopravvivere, ma mi fa effetto che una persona con la quale c’è stata tanta intimità, tanta condivisione, sia ora il più indifferente estraneo: sono una conservatrice io, certi progressi, certi cambiamenti, me li risparmierei volentieri.

      Poi, quando mi ci trovo, che devo fare, di necessità virtù, e guardo avanti.

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  5. diemme dici bene. Basta non trasformare l’amore (universale) in amore (individuale), che come abbiamo argomentato a sufficienza, scoppia nella dicotomia amore/odio, perché non vero amore, perché non del tutto amore, perché forse semplice infatuazione.

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    • Non so, non mi trovo completamente d’accordo. L’amore universale non è alternativo all’amore individuale, è probabile che il secondo, nella sua accezione più sana, sia emanazione del primo.

      Quello ci cui mi parli tu forse è infatuazione, transitoria, ed è facile che l’oggetto del desiderio diventi un giorno estraneo. Ma chi è pieno d’amore per il prossimo, può mai smettere d’amarlo? Non può. E’ questo forse quello che non realizzo, ma non solo nei confronti di una persona.

      Entrare in una casa in cui hai abitato anni, e pensare che non è più tua, la tua scuola non è più tua, il tuo posto di lavoro non è più tuo… Hai presente per esempio, quando licenziano le persone, che per prima cosa disabilitano psw e badge? Avete presente che razza di crisi d’identità questo provoca nella persona licenziata, a prescindere poi dal danno e le difficoltà economiche che ne conseguiranno?

      Ecco, rispondo di nuovo anche a variabile: “Non sono nessuno” è la frase che fa male dirsi. Che poi si sopravviva, meglio così.

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  6. Io la vivo così, ad un doppio livello: da una parte l’amore non finisce mai, ma rimane in un cassetto dell’anima, che per quieto vivere è bene aprire raramente e con cautela, dall’altra parte sì, per quieto vivere, mi piace pensare di “superare” le persone, di digerirle. Chiuso, finito, stop, ciao o anche addio.

    Non ho mai pensato ad un sentimento come ad un investimento.

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    • Dipende dal significato che dai alle parole. C’è un investimento misurato in termini quasi economici “Faccio questo per guadagnarci quest’altro”, e poi c’è l’investimento inteso come dedizione, investimento di forze, di pensieri, di amorevoli cure.

      Mettiamo che tu abbia acquistato una casa per rivenderla e guadagnarci: ecco, forse tu intendi questo per investimento, ma non era quella l’accezione che gli attribuivo io in questo contesto. Mettiamo che la stessa casa tu la compri per viverci, e ti dedichi con amore a ricercare le tendine più adatte, a lucidarla, a innafiare le piante in balcone o sul davanzale. La casa che ami, che senti tua, a cui dedichi i tuoi pensieri e le tue cure.

      Metti che a un certo punto arrivi e ci trovi i sigilli: non è più casa tua. Guarda che sono cose che schiantano! Magari l’hai persa per un errore del commercialista, che nel rapporto a due puo essere tradotto in un errore di comunicazione, o valutazione, e anni di dedizione crollano, svaniscono nel nulla, la casa non è tua, la persona è estranea, o meglio, tu sei estranea a lei.

      Ecco cosa c’è di duro.

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  7. Esatto Diemme. La mia teoria si riflette nella frase di un tuo commento. Se c’è stato vero amore, chi ne è stato parte non diventa mai un estraneo.
    Mi sono resa conto, con amarezza ma ormai me ne faccio una ragione, che L'”estraneo” della mia vita è una persona che non ho mai amato. C’è stata forse un’illusione di amore, ma era corrosa da troppi problemi. E non si è evoluta.
    Sai già la mia storia degli ultii 15 anni privi di passioni. Sto tornando alla vita e vedo finalmente cosa sono le passioni. le emozioni. Me ne ero dimenticata in tutti questi anni! Quell’estraneo che per me non ha mai provato desiderio o amore è ormai uno totale sconosciuto. Raccapricciante, perché è il padre dei miei figli. Ma vero. Succede. Non sento alcun male perché non c’è nulla da rimpiangere. Neppure il ricordo di un breve amore travolgente che poi è finito per cause forse esterne. Nulla. Il ricordo dei desideri, del flirtare innocente iniziale, del sentirsi amata. Nulla.
    Chi ha amato rimane parte della tua vita per sempre, in un modo o nell’altro.

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    • E’ così, anche se nel mio post non mi riferivo in particolare al rapporto sentimentale tra due persone, ma a un qualunque rapporto d’amore, come tra genitori e figli, o anche amore in senso lato, come nell’amicizia, ed è da ritenersi esteso a qualsiasi rapporto stretto, sincero, che si è nutrito di confidenza e che poi, in qualche modo, si perde.

      E’ brutto, insisto. Io personalmente non ritengo che nessuna delle persone che sono entrate nella mia vita in un rapporto sincero e profondo sia diventato estraneo, neanche dopo anni di lontananza, neanche dopo liti accese.

      Nessuno, nessuno di loro mi è estraneo.

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  8. “@Bruno: No, non ricordo l’occasione, ma non stento a credere che occasione ci sia stata” . Hai ragione @diemme, non eri Tu ! Ti ‘avevo confuso’ con la tua ‘Pronipote’ !
    Ma adesso insisto a convenire “anche con te”, ed a sentirmi vicinissimo “anche a te” per quel pizzico di struggente malinconia che affiora da quel tuo “é brutto, e mica è vero che non faccia male” .
    Per tornare al tema, mi permetto di ricordare che qui non si sta parlando nè di ‘amori universali’ , nè di ‘massimi sistemi’ , nè di amori che sconfinino nell’ idolatria e nell’ aggiogamento dell’ uno/una all’ altro/altra . Qui, da quello che mi è parso di capire, si sta parlando di “amori una volta condivisi”, di “amicizie un tempo salde e poi svanite”, di “tenerezza umana” . Anche se nella vita quotidiana debbo, ahimè, registrare innumerevoli ed umani casi in cui un amore ( che abbia dato luogo a figli oppur nò ), una tenerezza, un amicizia leale, si sono trasformati poi nell’ indifferenza tipica dell’ estraneità, persiste a rimanermi ‘umanamente difficile’ ( se non impossibile ), comprendere come ciò possa avvenire ! Non discuto sulle cause che portarono alla più convinta estraneità dell’ uno/una verso l’ altro/l’ altra, anzi dò per scontato che almeno uno dei due avesse tutte le ragioni del mondo per rompere il rapporto, ma mi intristiscono ( forse, sarò un inguaribile romantico ! ) quelle parole “e mica è vero che non faccia male” , poichè le avverto sincere e umanissime . E mi chiedo perchè debba avvenire così ! Trovando unica giustificazione sulla complessità dell’ animo umano, complessità refrattaria a farsi restringere in formule collaudate da esperienze vissute o in regole universali .

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  9. E’ una brutta situazione, che davvero ti lascia l’amaro in bocca.
    Non so se questo genere di indifferenza la si può applicare anche ad altre situazioni, però quando 2 persone vivono una storia d’amore come detto prima “dalla A alla Zeta”, e dopo non si calcolano più, personalmente, penso che non è vero che si sono amati.
    So che posso sbagliare, ma è un pensiero mio, non rispecchia altro che la mia esperienza dopo aver vissuto tante situazioni, personali e di amici e parenti.
    L’amore, quello vero come lo intendo io, non ha un inizio e una fine, ma è una trasformazione.
    Il destino vuole che due persone si incontrino e che incrocino il loro amore(si, perchè ognuno dispensa a modo suo l’amore,non è una cosa che si acquisisce nel tempo)l’amore si ha.
    Poi siamo noi che non sappiamo donarlo nel modo giusto.
    Dicevo, secondo me, che le persone si lasciano e diventano indifferenti l’uno verso l’altro perchè non hanno saputo amarsi veramente.
    Altrimenti non saprei spiegarmi come possono 2 persone che vivono insieme 40 anni, amarsi come il primo giorno, oppure scoprire invece come due appena sposati, non hanno più nulla da condividere insieme.
    Ciò che si riceve, è sempre ciò che si è donato.
    O quasi.
    un giorno si aprono gli occhi e ci si rende conto che la persona che hai accanto non rappresenta nulla, che ciò che hai condiviso con lui non ha più senso.
    Non avrò mai la risposta, ma la domanda del perchè resterà per sempre.
    Io penso che a volte ci sia “ama” per paura di amare e di essere amati veramente.
    Si sceglie di vivere con qualcuno per paura di voler cercare veramente qualcuno da amare, ci si accontenta per paura di poter perdere qualcosa, cosa, non sò.
    E’ l’idea che mi son fatto dalla vita che mi è passata davanti agli occhi, delle persone che ho visto soffrire perchè assolutamente poco felici, che non hanno lottato per cercare la felicità, ma l’hanno mestamente comprata.
    Mio padre mi ha sempre detto: “Mettiti con quelli meglio di te e perdici le spese”.
    Inutile stare qui a cercare le interpretazioni, visto che da piccolo pensavo solo a quanti soldi avrei dovuto spendere, invece non si trattava di quello, ma bensì di altro.
    Spendere tempo per capire una persona, per conoscerla, per comprenderla, per odiarla, per amarla, per capire se ciò che sta davanti ai miei occhi è una fatua presenza oppure no, se è un completamento della mia anima oppure se è una sciocca e presuntuosa finzione, dettata solo dalla voglia di non vivere la mia vita veramente, proiettando agli occhi degli altri un filmino già visto, di coppia “felice”.
    Già, perchè in tutto questo, preferiamo essere coppia tristemente “felice” che single onestamente “infelice”.
    Forse la risposta sta in queste righe, che siamo così superficiali da non capire che volendo qualcuno accanto a noi, spesso non ci rendiamo conto che facciamo del male a noi stessi e a chi abbiamo voluto accanto.
    Da ciò traggo la conclusione che dalla “A” alla “ZETA” intercorre tutto questo.
    (A volte mi faccio paura da solo…)
    Ciao Diemme, buona giornata!

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    • @Alberto: ti rispondo dopo aver letto anche gli altri commenti, e concordo con Kalos: come può perdersi l’empatia? Come può perdersi quella comunione che ha portato due persone a dividere pane e pensieri per tanto tempo?

      Non lo so, io non riesco. C’è un mio amico che ci scherza sul mio cuore universale, affollatissimo. C’è poco da scherzare, si sta male.

      Se poi il rapporto era improntato alla superficialità, oppure se scopriamo che quella persona non è quella che pensavamo (ci ha sempre mentito, tradito, fatto finta di essere altro, mai coerente coi principi e i comportamenti che sosteneva di avere), allora forse il discorso è da rifare.

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  10. Nò, @Alberto, c’ è molto di vero, a mio precario parere, in quello che hai detto sopra, nella minuziosa analisi che hai con molta sensibilità estratto dalle tue riflessioni !
    Ma, se ci pensi ancora, è la ‘complessità’ inscioglibile dell’ animo umano che rende ‘senza risposte esaustive’ quel mistero che chiamiamo ‘Amore’ . Resta la malinconia di quegli ‘addii’, e la tristezza che emerge sempre e comunque, ci si senta ‘estranei’ poi o si conservino ancora ricordi irrefrenabili .

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  11. Si… penso anch’io che l’indifferenza di fronte ad una persona che si è amato per un bel po’ di tempo significhi non averla in realtà “amata”.
    In altre parole il venir meno dell’Ngf (l’infatuazione, la passione) non può comportare il venir meno dell’empatia, che dovrebbe durare per sempre… perché sennò ogni rosa sarebbe uguale alle altre.
    E – perdonatemi – Antoine de Saint-Exupéry non può sbagliarsi…

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    • @Kalos: e di nuovo ricolpisci il cuore del problema… Antoine de Saint-Exupéry e la sua rosa: come può diventare quella rosa “una del mazzo”, mischiata a rose di plastica, rose appassite, e rose che non furono mai nostre?

      Per quanto riguarda l’empatia, v. la risposta data ad Alberto e, ribadisco, concordo con te a 360°.

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  12. Ciao Bruno, piacere!
    Ti ringrazio per avermi risposto e per aver analizzato la mia riflessione.
    Forse uno dei motivi per cui ho scritto quelle cose è stato il fatto di dover dire addio a troppe persone.
    O la paura di voler conservare a tutti i costi qualcosa di “buono”, avendo così paura di voler ricominciare senza.

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  13. @Diemme vorrei poter aver anche solo una delle risposte che ci poniamo in questo momento.
    Come dicevo prima, parlo per esperienze personali, vissute sulla mia pelle, non posso giudicare il dolore altrui, posso solo cercare di comprenderlo, per quanto sia difficile.
    Non mi sono espresso su tematiche quali tradimento o doppia vita, perchè allora davvero saremmo nei guai.
    E’ triste, comunque, sapere che una persona che hai “amato”, e con amare non intendo necessariamente parlare di sentimento fisico, possa un giorno apparirti come un qualsiasi degli estranei che ti passa davanti.
    E triste, davvero.

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  14. Archiviare ? A molti è possibile ( e consigliabile ), a me no !
    Se di ricordi che furono struggenti, si parla . Altrimenti, se più che ricordi furono incubi, meglio ‘aiutarli’ a svanire del tutto senza lasciare traccia, anzichè ‘archiviarli’ rubando spazi possibili alla Memoria .
    Ohibò ! Un @Kalo’ Romantico ? Sono completamente d’ accordo con te e con il tuo bel bicchiere di vino rosso ( e con Donna&Madre che ‘finge di fingere’ ), anche senza scomodare il leggendario Antoine de Saint Exupèry !

    P.S. A chi entrasse in questo serrato dialogo, potrebbe sembrare un dibattito che veda schierati in armi da una parte gli ‘inguaribili’ Romantici, dall’ altra i ‘cinici Notai’ esecutori di pratiche più o meno amorose del tempo che fù !
    A costui, mi permetterei di dire, e dimostrare con i nudi fatti, che esistono ( ed io ne conosco qualcuna ! ) non poche coppie che, dopo un Matrimonio durato ’20 anni’, con nascita di uno o più Figli ( o senza questi ‘lieti’ eventi ), hanno sciolto il rapporto con reciproca soddisfazione . Ebbene, tra queste coppie è rimasta una tenerezza non lieve, più che un’ amorfa indifferenza . Un reciproco rispetto, anzichè un’ estraneità figlia di nessuno !

    Complessità dell’ animo umano, il tuo mistero è indecifrabile !

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  15. Accidenti se fa male! Fa male tornare indietro con la mente e pensare che quella persona faceva parte della propria esistenza, ne era un punto cardine, un perno fondamentale. Poi, d’incanto, mese dopo mese, di quel ricordo non rimane che un nome e un senso di concreta indifferenza che lascia interdetti e senza parole.
    A me è accaduto in un’occasione: ancora oggi, mi chiedo come diavolo possa aver condiviso me stesso con una donna che non mi ha lasciato nulla se non un profondo senso di vuoto.

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    • @IncostanteMente: “ne era un punto cardine, un perno fondamentale”.

      Sai una cosa? Proprio la persona che ha ispirato questo post, che è appena ‘na ‘nticchietta permaloso, ogni tanto si ofendeva di qualcosa e mi diceva “Ok, allora esco dalla tua vita”, e quelle parole mi uccidevano, tu non hai idea del male che mi facessero.

      Poi, un giorno, lo ha fatto, e me ne sono dovuta fare una ragione: i contorni, a mano a mano che il tempo passa, si sfumano sì, ma lentissimamente. Ma il corpo, la mente, i ricordi, perfettamente delineati, sono sempre lì.

      Senso di vuoto? Magari! (E’ proprio vero, tutto è relativo!)

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  16. Fa male si, ovvio che fa male…

    …ma io in questi due giorni sento un male diverso…febbre e mal di gola!

    Fortuna che posso scrivere e non debbo parlare tanto!

    Ciaooooooooooooooooo
    kate

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  17. Ohibò, ‘Donna&Madre’ conviene con me ‘sul sedimento che resta’ dopo la passione .
    E che piacere (ri)sentire @Kate, ancorchè costipata, ma sempre ‘amata’ da ‘diemme’ ( e dalla sua impareggiabile Pronipote ‘Una&Trina’ ) .
    Ahè, voi due ! Che intenzioni avete ?
    Tu, @Kate, cerca di guarire subito e bene !!!!!
    Tu, ‘DM’ a quei sentimenti ‘sempre lì’ imponi di starsene, talvolta, quieti ! Che vorrebbero di più da te ?

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  18. Scrivo qui , ora, e domani appena ho un attimo di tempo (sto smaltendo ancora l’influenza…) ma ci sono arrivata Diemme, sono arrivata a comprendere e a tagliare quella storia che mi portavo dietro da mesi, un anno e più praticamente…sono strana, delusa, sofferente, perchè pur rendendomi conto di tante cose, ho avuto anche la botta finale da parte sua…tante parole che sapevo ma che sentirsi dire a voce tranciano l’anima e il cuore…una mia amica dice sempre che quando io o lei non facciamo dei passi o dubitiamo o prendiamo tempo è perchè siamo tanto istintive da capire che c’è qualcosa che non va…infatti temporeggiavo, e ora so cosa non andava!
    Domani torno e vi racconto….
    P.S. ho letto i commenti di Alberto e in qualche modo come dopo un lutto che non sai se metabolizzare avere rabbia o cosa, mi hanno colpito nel profondo…(poi ho visto la sua torta di mele nel suo blog e mi sono tirata un pò su 🙂 )
    so che la strada ora è tutta in salita, considerando che mi sentivo già annientata per la salute di mia madre , la mia e tutto il resto, ma so anche che posso venire qui e dai miei amici di blog perchè li è la mia casa calda per l’anima.

    P.S. sto leggendo DONNE CHE AMANO TROPPO…altri calci nello stomaco dolorosi ma veri…sono una donna che ama troppo e lo fa con le persone sbagliate…
    ora lo so, spero sia un punto di partenza!

    Baci baci kate

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    • Cara Kate,

      capisco tutta la sofferenza del taglio, tu non hai idea di quanto io la capisca, ma questo tipo di sofferenza ha una cosa di buono: è a termine, mentre l’altra era uno stillicidio senza fine che ti stava portando via la vita. La vita è sacra, e non va sprecata appresso a chi non ci merita, o semplicemente che non ci vuole, senza scendere a giudizi sul valore.

      Dovrei rileggere “Donne che amano troppo”, perché da un po’ di tempo in giro per i vari blog viene citato moltissimo (a me pare che lo regalarono quasi vent’anni fa, devo ricontrollare la data di pubblicazione), ma il discorso è lungo: secondo me non esistono “donne che amano troppo”, ma donne che hanno troppo disperatamente bisogno d’amare. E allora, è sul bisogno che si deve lavorare, non sull’amore.

      Le parole di Alberto hanno colpito anche me, è una persona che parla a ragion veduta e lui che ha da tanto tempo una relazione stabile, da poco consolidatasi in matrimonio, credo proprio che sappia quello che significa amare con dedizione, responsabilità, trasporto, equilibrio.

      Ti voglio bene Kate, e aspetto il tuo racconto, ma solo se ti sentirai di farlo.

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  19. Credo che chi ama veramente non arrivi mai all’indifferenza assoluta nei confronti dell’oggetto del proprio sentimento. A seconda se la chiusura è vissuta come una scelta o subita come una ineluttabile calamità quel “piccolo posto nel cuore” rimane per sempre… E’ vero , è un posticino che si ridimensiona via via che la persona che ami successivamente si concede a te e tu a lei/lui ma rimane sempre qualcosa.
    L’indifferenza a mio parere arriva solo se si è trattato di una passione passeggera ma se è amore… è come l’infarto… lascia la cicatrice!

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  20. Ne convengo @Incognita2 e, a mio personalissimo parere, penso proprio che così accada realmente nell’ esistenza quotidiana .
    Hai ragione tu, come del resto hanno ragione @Donna&Madre e @Kate che la pensano alla stessa maniera .
    Se l’ Amore, carnale e romantico, è stato autenticamente e reciprocamente vissuto, non morirà mai, nell’ uno o nell’ altra, mai !
    Resterà sempre, in uno dei due ( e talvolta addirittura in entrambi ! ) il rimpianto . A questo inutile sentimento, tuttavia, penso che non ci si debba piegare mai ! La vita continua a scorrere e la nostra, ancorchè precaria e cadùca, è un dono ‘unico’ da non sprecare per nessun motivo, per nessuno, poichè non c’ è nessuno che la valga !

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    • Concordo pienamente. Il rimpianto rimane per sempre, se il sentimento era vero e profondo, ma non possiamo permettergli di rovinarci la vita.

      La vita deve andare avanti.

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