La minestra

Odio pasta e broccoli. Voi non avete idea quanto. Persino mettere questa foto mi è costato più che metterne altre ufficialmente impressionanti e ripugnanti.

Perché c’è sangue e sangue: e dentro questo piatto c’è il mio.

Ero bambina (avrò avuto 5, 6 anni) e mamma aveva preparato pasta e broccoli. Non mi piaceva, come non mi piacevano tante cose, che col tempo avrei imparato a mangiare e anche gustare.

Ma quel giorno mia madre si era impuntata che quello era un capriccio, e la dovevo mangiare. Inutile spiegarle che non mi andava giù. Usò i suoi soliti metodi, quelli che di solito sa ben consigliarti la gente più ignorante, quella tanto brava a insegnarti come vivere, quella che al posto tuo sì che saprebbe come fare.

Insomma, non mangi nient’altro finché non mangi questa. Ma a me faceva impressione, proprio non ce la facevo. Niente pranzo. La sera me la ritrovai a tavola. Niente cena. La mattina me la ritrovai a colazione. Niente colazione. Invano cercai di spiegarle che non era un dispetto il mio, come lei sosteneva, ma semplicemente non mi piaceva. Il digiuno continuò.

Mia madre, visto che non vinceva la battaglia, rincarò la dose: “Guarda che ci verranno i vermi, e te la mangerai con i vermi”. Io cominciai ad avere gli incubi, la supplicai, cercai di convincerla che non era un capriccio, ma lei fu irremovibile. Di nuovo ora di pranzo, e di nuovo quel piatto davanti. Di nuovo digiuno. Di nuovo ora di cena e di nuovo quel piatto davanti. Di nuovo digiuno.

E fu sera e fu mattina. Terzo giorno. Due giorni di digiuno, soprattutto per una bambina di cinque/sei anni erano duri, e mia madre “forse” incominciò a pensare che non avrebbe dovuto mettersi di punta.

Ma ormai era fatta, e non poteva certo fare la mossa di cedere davanti a una ragazzina. E allora, dopo aver tentato un’ultima forzatura con la minuziosa descrizione dei vermi che mi sarebbe toccato mangiare, decise di lasciarmi una scappatoia.

Uscì. Mia sorella corse a propormi di buttare la minestra e poi dirle che l’avevo mangiata. Mia nonna avrebbe tenuto il segreto.

Piccolo particolare, che avevano trascurato: io non mento. Mentirò quando avrò qualcosa da nascondere. Io difendevo il mio diritto a non mangiare una cosa che non mi piaceva. Insistettero molto, ma fui irremovibile: io non voglio essere costretta a mentire, non mentirò, e men che meno per una cosa lecita.

Quanti giorni erano che digiunavo? Mia madre era in crisi nera. Si rivolse a mio padre, che disse che ci avrebbe pensato lui.

Forse in un primo momento ci provò con le buone. Poi mi ricordo solo che venivo bloccata, non so più neanche quanti fossero che mi tenevano, il naso tappato per costringermi ad aprire la bocca, le mani bloccate per non potermi liberare. Cinque, sei anni. Digiuna da tre, quattro giorni.

Ero diventata livida, ma la bocca non l’aprivo. Dovettero cedere. A un certo punto il piatto fu preso e sbattuto dritto in faccia. Non so se fu in quell’occasione che mi fu rotto il setto nasale.

Non ho mai mangiato pasta e broccoli.

Forse non ho neanche mai più amato mia madre.

40 thoughts on “La minestra

  1. Ma questo è un film dell’orrore!

    E pensare che un giorno le presi esattamente per il contrario… cmq quelli erano i metodi educativi dell’epoca.
    Niente di strano!

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  2. Eri tremendisia anche allora… tra le altre cose la pasta e broccoli è molto buona e se l’avessi assaggiata, ti piacerebbe anche adesso.

    Comunque… che micia che eri… e poi, quante occasioni hanno perso i genitori di una volta…

    Evvabè, vuol dire che se ci incontriamo, ti porterò da Nando che fa una pasta con i broccoli veramente divina… hihihihihihihihihihihihihi….

    *** Che micia che eri… ***

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  3. Diemme leggendo il tuo racconto mi sono rivista adolescente, ribelle e piena di sé, bravissima a scuola ma con le mie regole: sono brava quando lo dico io e come lo dico io. Facevo la terza ragioneria quando mio papà è andato in pensione e la vita mia e di mio fratello è cambiata. L’oggetto della disputa era il minestrone. Avevamo il rientro al pomeriggio e io mi sono rifiutata di mangiare. X me non era una novità. Quando litigavo la sera con mio papà sbattevo la porta e non mangiavo. Quel giorno avevo una fame terribile. Mia mamma non poteva darmi la merenda perchè lui era piantonato in cucina, ma ricordo che lei mi diede i soldi per comprarmi qualcosa da mangiare, ma io nulla. Per circa una settimana (giorno piu giorno meno) bevevo solo acqua…anche a colazione non bevevo più il latte quindi tè e non mangiavo nulla. Mia mamma era disperata. Piangeva e diceva che io e Alberto eravamo bravissimi quando lui lavorava e tornava la sera…ricordo liti appena tornati da scuola, dovevamo sempre essere a casa a studiare, e lui che voleva cambiare la nostra vita…io quel minestrone non l’ho mangiato ma x anni mia mamma ha fatto il ministrone in quantità limitate solo nel fine settimana quando noi non c’eravamo…non mi reggevo in piedi…ma io non cedevo e neanche a scuola mangiavo perchè io ero coerente con i miei principi. Mia nonna una sera che la ero passata a trovare mi voleva fare la pasta asciutta ma io niente. Testarda e orgogliosa…

    Il tuo racconto mi ha fatto ritornare alla mente quegli anni in cui non accettavo mio padre a casa e come ribellione non accettavo la scuola che lui mi aveva scelto…quegli anni sono stati di liti su liti e sono stati un rafforzamento x la mia gia fortissima personalità…

    Mia mamma invece non ha mai appoggiato i metodi di mio papà e non gli ha mai dato ragione in questo suo farci star male. Io e ALberto abbiamo sempre avuto un rapporto bellissimo con Lei. Con lui, come sai, non sono mai riuscita a dirgli ti voglio bene…cosa che oggi provo…allora dicevo di odiarlo con tutta me stessa e dalle pagine scritte e ritrovate forse era vero…

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  4. @Arthur: neanche il cavolfiore…

    @stellasolitaria: evviva, finalmente sei riuscita a mettere il link!

    Tornando a bomba: mio padre non era un orco, secondo me era molto più buono di mia madre, ma in lui si sono incrociati vari fattori:

    1) era un padre all’antica

    2) aveva tante tante preoccupazioni, che gli toglievano serenità

    3) mia madre è una gran sobillatrice, e con un uomo con le sue preoccupazioni, il terreno era fertile.

    Presi separatamente, si riusciva a vivere sia con l’uno che con l’altro, ma meglio con mio padre, che ci considerava la luce dei suoi occhi, la sua ragione di vita, e non mancava modo di dimostrarcelo.

    Mia madre, quando non aveva nessuno da aizzare, tutto sommato diventava vivibile.

    *** l’incubo era la sinergia… ***

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  5. Mi viene in mente quella volta che per causa di forza maggiore, fui costretto a portare fofò in pensione per 3 giorni. Quando andai a riprenderlo, il gestore mi chiese di non portarlo più.

    – E perché?
    – Caro amico, il tuo cane il primo giorno ha rifiutato la ciotola col cibo e quando gliel’ho ripresentata il giorno seguente ha azzannato l’inserviente!
    – Mah! strana sta cosa, fofò è così mite (guardare la foto per credere), dimmi, dimmi che c’era nella ciotola?
    – Una vera delizia, preparata da mia moglie con tanto amore…pasta e fagioli con le cotiche!

    E semmai pure il peperoncino…Vieni fofò, questa sera polpette di pollo!!!

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  6. Non riesco a pensarci… 😦
    A me successe con pasta e fagioli…
    ma malgrado i pessimi rapporti con mia madre ritengo che una violenza tale non l’ho mai subita…
    Sarà che mio padre un giorno ci prese a tutti e tre e ci portò al cinema:
    http://it.youtube.com/watch?v=w5HkxTLp5jA&feature=related
    ..e chi può dimenticare la scena di un pasto divorato a suon di fagioli e pallottole!!!
    Fatto sta che tornammo a casa e tutti e tre chiedemmo alla mamma..”ehi ma’ quando ci fai i fagioli con il sugo!!!”
    Da allora non solo sono un cibo prediletto..
    Ma quando ascolto questa canzone..beh
    (….)
    Mio padre quando eravamo arrabbiati ..ed era magari qualche giorno che non ci sentivamo..drindrin..il telefono squillava e lui mi faceva ascoltare per intero questa canzone…..
    una lacrima
    e poi un sorriso
    e poi..e poi..

    ***Il potere dei ricordi ,negativi o positivi aprono uno squarcio insindacabile nel mio cuore***

    GRAZIE DIEMME PER AVERLO POSTATO

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  7. MAMMA! Ma cosa ti hanno combinato?

    Innanzi tutto il delitto di mandarti di traverso una delle cose più buone del mondo: pasta e broccoli!

    Ma soprattutto: mandarti di traverso la persona che dovrebbe essere quella più preziosa del mondo – la mamma!

    Tu, da parte tua, dimostri ogni giorno di più quanto sei forte e coerente – fino alla morte – e alla morte di fame!

    Mammina, quanto vorrei poterti coccolare, ora che ho letto questa storia e che ho il cuore che mi si è stretto…

    ***stretto, stretto…***

    P.S.: vado a fare un saluto collettivo nell’angolo….

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  8. io sono nata un po’ di tempo dopo questi metodi che dire coercitivi è dire poco. Ricordo le mie proteste per la pasta e fagioli… proteste che hanno portato al risultato che poi ho mangiato altro e ricordo che mio padre mi raccontava che ai suoi tempi gli avrebbero ripresentato quel piatto davanti per giorni e giorni finché non l’avesse consumato. Leggendo questo post e pensando a mio padre, beh… ecco, mi domando cosa so di lui… so che ha subito questo metodo di “educazione”, ma non so se lui ama o meno i suoi genitori, non so se e quanto siano stati generosi con lui e quanto invece gli abbiano tolto… non materialmente, ma come affetto… certe volte penso che se sapessimo di più dei nostri genitori forse sapremmo comprenderli, forse no… forse potremmo sentirli più simili a noi, forse no… forse li scopriremmo vittime dei loro genitori e dei loro tempi… forse saremmo figli migliori comprendendo che non sempre tutto ci è dovuto.

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  9. Sì, una volta le “regole” dell’educazione erano alquanto discutibili: non esisteva il concetto del bambino come individuo, ma solo come adulto imperfetto, che per l’appunto dovevo “perfezionarsi” crescendo.

    Non c’era il concetto di attitudine del figlio, talento, inclinazione naturale, personalità. Il bambino doveva obbedire, punto e basta.

    Lo scopo dei genitori era “piegare” quel figlio inquietantemente diverso, quasi (quasi?) in un programma di rieducazione di un regime dittatoriale (A proposito, ieri ho visto Le vite degli altri, mi avevano detto che era un bel film, ma non credevo tanto!)

    *** Mi fermo qua… ***

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    • Solo mio padre era così. Mia madre doveva ingoiare queste regole per non essere accusata di vanificare gli sforzi che lui faceva per il … nostro bene!

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    • Il paradosso è proprio questo, che erano convinti di farlo “per il nostro bene”! Distruggerci era un modo per piegarcfi all’obbedienza cieca, ed essere obbedienti era per loro renderci brave persone. Io, ripeto, sono riuscita a perdonarli per la loro buona fede, ma i danni sono sempre lì tutti, e pazienza, che ci devo fare? Fa presto la gente a dire “devi guardare avanti”, ma l’ “avanti” è irrecuperabilmente compromesso dall’ “indietro”, c’è poco da fare.

      Poi certo, ho cercato di vivere, ci mancherebbe, e ogni tanto ci sono pure riuscita.

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  10. Leggendo il tuo racconto mi sono tornate in mente quelle giornate a casa di una mia zia di 25 e passa anni fa…
    Quando ti dicevo che sei coetanea di una della mia cugine più care mi riferivo anche a questo.
    Mio zio, buonanima che riposi in pace, era identico alla descrizione che hai fatto nel messaggio n°19.
    E con il figlio maschio c’era andato ancora più giù pesante.
    Ma mio cugino si è poi vendicato nel modo più subdolo che poteva.
    Mio zio gli impose le superiori(classico) e lui non voleva.
    Allora per 5 anni consecutivi, mentre gli altri ragazzi facevano le vacanze, lui mingherlino era costretto a fare il muratore(ed economicamente stavano bene) e niente divertimento per lui.
    All’università fu più “flessibile”, pretendeva solo ottimi voti, ed un 28 diventava motivo di discussione…
    Alla fine la spuntò mio cugino, lasciò l’ultimo esame prima della laurea in sospeso finchè non morì mio zio, che si portò nella tomba questo sgarbo…
    Suo figlio aveva cominciato a lavorare e gli diceva che si sarebbe laureato, ma non lo fece mai…
    Mio zio voleva bene ai suoi 3 figli, ma lo dimostrava forse nel modo peggiore…
    Aveva un rigore e dei modi da sergente di ferro.
    La cosa peggiore che mi raccontava quando da piccolo facevo i capricci per mangiare era che quando si trovava carcerato in germania durante la seconda guerra mondiale gli davano del pane secco da mangiare, e se dentro ci trovava uno scarafaggio, anche quello finiva nello stomaco…
    Tu pensi che un bambino poteva mai mangiarsi qualcosa dopo quel racconto?
    Hanno sofferto tanto, gli 80enni che allora non avevano nulla.
    E la loro sofferenza diventava spesso motivo di “aggressione” verbale nei confronti delle persone care.
    Ma ognuno ha la sua triste storia.

    Io odio la pasta coi broccoli in “minestra” mentre adoro la versione palermitana, la famosa “Pasta chi vruoccoli arriminata” semplicemente divina!
    In questo link dovrebbe esserci una foto abbastanza chiara:

    Buona giornata,
    Alberto.

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  11. Il racconto tuo e quello di Alberto sono particolarmente indovinati per un’atmosmera halloween! DM che tipetto che eri! Sappi che se avessimo avuto la stessa età, da piccolino, ti avrei adorato e chiesto le tattiche migliori per essere duro e, giustamente, capriccioso! 😀

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  12. Che tipetto che ERO? Fai un fischio ad ai cuccioli dell’angolo, e chiedi loro che tipetto che SONO: la Tremendisia, mica pizza e fichi!

    *** Crescendo gli angoli si sono ancora più delineati… ***

    E poi, puoi adorarmi anche adesso….

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  13. …e vabbé, mi ci metto anch’io con l’epico uovo al pomodoro, che in verità avevo chiesto io di assaggiare, visto che a mio padre sembrava piacere tanto, e che invece al primo boccone mi suscitò un orrido raccapricciante vomitevolissimo disgusto, con conseguente inseguimento intorno al tavolo, poi dappertutto casa casa fino all’ultimo inevitabile angolo-spalle al muro-cucchiaio sotto il naso forzato in bocca, disperata deglutizione di quanto necessario per non strozzarsi, subito dopo “restituito” sui piedi della tremenda Nonna Ingozzante…devo dire, a farmelo mangiare tutto non ci riuscì, e a ripresentare il “restiuito” raccolto da terra, beh, non ci arrivò neanche lei. Ovviamente, mai più mangiato nella vita un uovo al pomodoro.
    In ogni caso, però, in questa tragica storia di Diemme, ferma la solidarietà e l’ammirazione, chi ne esce ingiustamente calunniata è la pasta e broccoli: che, permettetemi, se fatta col cavolfiore verde romano strascinato con aglio e acciughe, sfumato nel vino bianco e insaporito con pomodori secchi a pezzetti, sul tutto poi una spolverata di bottarga, beh… è proprio cosa da urlo (e così vi regalo anch’io una ricettina personale).
    Voi invece, che lance mai potreste spezzare in favore del bieco uovo al pomodoro???

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    • Lance? Nessuna. Neppure a me è mai piaciuto.
      In compenso lasciatemi precisare, da romana, che quello bianco a palla è un cavolfiore, quello “appuntito” (ma c’è anche leggermente arrotondato) e verde è il broccolo, il nobile broccolo romano …. Ah,ah.

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  14. Scherzi a parte, io e mia madre siamo di due pianeti diversi, a prescindere dalla minestra. E’ una brava donna, una sgobbona, una timorata di Dio, un’anima pura che apprezza anche le briciole della vita, una con un grande senso del dovere, ma siamo di due pianeti diversi.

    Intanto lei è l’apoteosi del pregiudizio, e per pregiudizio non intendo qualche sorta di discriminazione, ma proprio pre-giudizio, giudizio preventivo a prescindere dall’analisi oggettiva dei fatti.

    Poi lei ha il suo mondo, che a me sta stretto.

    Lei è una che tiene il punto per principio, io tengo il punto finché ritengo di avere ragione.

    Lei è sempre di parte, io tento sempre di essere “super partes”.

    Lei ha un concetto della religione formale, io sostanziale.

    Lei pensa “occhio non vede cuore non duole”, io il rispetto agli altri lo tributo anche e soprattutto in loro assenza.

    Lei condanna chi non si attiene alla sua morale.
    Io condanno chi intenzionalmente lede il prossimo.

    Lei è sempre piena di buone parole, io non amo le parole non sostenute dai fatti.

    Lei è quella che “un giorno farà”, io sono quella che piglia e parte.

    Lei è quella che ti indora la pillola, io sono quella che ti spiega a che serve.

    Come vedete, non è detto che un atteggiamento sia giusto e l’altro sbagliato, dico solo che siamo diverse.

    Io preferisco una brutta verità a una bella bugia, e quando sento odore di manipolazione mi inalbero, lei ci ha provato per una vita a mettermi davanti al fatto compiuto.

    Certo, avere una figlia come me non deve essere stato facile: ma la sua difesa contro la mia determinazione è stato impedirmi con tutti i mezzi di studiare, individuando nello studio la causa di ogni male, e quello che ha fatto di certo non ha giovato al nostro rapporto.

    Come vedi, le divergenze tra me e mia madre non sono certo una mera questione di pasta e broccoli…

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  15. Ad abundantiam, ho un fratello che vive all’estero, e che lei va a trovare decisamente più spesso di quanto non venga da me.

    I motivi per cui non viene da me sono nell’ordine:

    1) sono in partenza
    2) sono all’estero
    3) sono appena tornata

    Nei restanti periodi:

    4) ora fa troppo freddo aspettiamo che le giornate si scaldino un po’.
    5) ora fa troppo caldo aspettiamo che le giornate si rinfreschino un po’.

    Poi c’è anche:

    6) ora siamo sotto le feste (prendendo in prestito le festività da almeno un paio di religioni).

    *** come si dice, volere è potere ***

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  16. @diemme
    ahimè…in questo caso e nel sopraddetto…io mi identifico in maniera inquietante..mia cara…
    io e mia madre viaggiamo su due orizzonti paralleli…che non si incontrano mai…
    ..ma nell’affetto si…sarei ingiusta con lei se non dicessi di percepire quel suo modo strano e “diverso” di volermi bene..non sa dimostrarlo..ma da un po di tempo a questa parte ,forse perchè sono più grande anche io ho smesso di avervcela con lei..siamo troppo diverse….anche se in realtà porto in eredità il suo viso..
    adesso poi che sta invecchiando me la coccolo appena posso…..
    ma guai a chiederle di raggiungermi a casa:
    Fa freddo
    Tu vai a letto tardi
    DOmani devo andare alla posta
    tua sorella..
    tuo fratello..
    il cane..
    il gatto..
    ma tanto sento che stai bene..
    e via dicendo una lista infinita..
    Se poi gli dico:
    “Però, almeno telefonami!!”
    lei..”ma lo sai che non chiamo nessuno..e poi se non ti sento..vuol dire che stai bene!!!!”

    ***Stendiamo un velo pietoso***

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  17. Stavolta mi hai fatto sorridere… perché mi hai fatto sentire meno sola. Quel ..”ma lo sai che non chiamo nessuno..e poi se non ti sento..vuol dire che stai bene!!!!” pensavo fosse una sua esclusiva.

    *** E anche l’averle staccato il viso… sigh! ***

    Pensare che mio padre era biondo e con gli occhi azzurri… zitta zitta se l’è capato dal mazzo!

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  18. ora ho capito bene ciò che intendi e la fermezza con la quale mi porti la tua esperienza di vita e tutto il resto… e di certo ci ragionerò su…

    io vissuto situazioni simili e per assurdo sai cosa rimprovero ai miei?? di non avermi spiegato o di non aver cercato il modo di farmi mangiare qualche cibo sano e nutriente che non mi piaceva ma che mi avrebbe fatto sicuramente bene dal punto di vista nutrizionistico. Ho mangiato per tutta l’infanzia praticamente solo surgelati a casa perchè mi piacevano… il mio stomaco e il mio fisico di certo non li ringrazia di questo, quando la mia mente invece non ha mai sofferto…

    questo per ribadire quanto sia complicato secodno me….

    la cosa che più di tutte mi colpisce.. è questa:

    secondo te, perchè da bambini certi cibi, certi gusti non ci piacciono e poi da adulti li mangiamo tranquillamente, alcuni tra l’altro li troviamo invece realmente buoni???
    perchè questi cibi sono spesso verdure??
    io sono fermamente convinto che si tratti di aspetti mentali….

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  19. Pingback: Donne che volano | Diemme - La strada è lunga, ma la sto percorrendo

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